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Autore: Misaki Kudo    12/12/2012    5 recensioni
Prima Classificata al 'Bau Bau Contest' indetto da ErinThe
Salve a tutti! Rieccomi con una nuova one-shot questa volta sul mondo Mirai! Ci tengo a sottolineare che adoro questo genere di personaggi e il loro futuro così difficile e buio.
In questa one-shot troviamo Trunks e il suo maestro Gohan mentre ogni giorno lottano contro la morte per permettere alla pace di trionfare, in particolare mi sono soffermata sulle emozioni e sulle sensazioni di Trunks durante la sua trasformazione in Super Saiyan! Spero vi piaccia :*
-Estratto:
Una forte luce dorata lo accolse in un abbraccio mentre tutto il suo corpo si ribellava al paesaggio circostante, le urla di dolore squarciarono il cielo più forti di quei tuoni che in confronto sembravano quasi silenziosi, i capelli cominciarono ad alzarsi lentamente verso l'alto diventando immobili e inermi mentre nasceva quella che era una nuova follia.
La follia di Trunks, che cominciò a distruggere quel poco che era rimasto come se volesse cancellare tutti i problemi.

{ Mirai!Trunks and Mirai!Gohan }
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Mirai!Gohan, Mirai!Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è arrivata prima in classifica al 'Bau! Bau! Contest' di ErinThe.

Storia ambientata nel mondo Mirai! che adoro, descrive emozioni e sensazioni di Gohan e Trunks, in particolare quelle provate da quest'ultimo durante la sua trasformazione in Super Saiyan! Spero che vi piaccia e lasciatemi dei pareri! Alla prossima :*
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Spiraglio di luce.



Un incubo.
Tutto quello che si presentava allo sguardo sembrava come uno di quei sogni da cui desideri svegliarti, che riescono a farti sudare freddo e farti contorcere nel sonno quasi come se stessi soffrendo realmente, quasi a sentire il lamento di un anima che si pugnala solo per riuscire a vedere uno spiraglio di luce, un bagliore fioco nell'oscurità più totale.
L'unica differenza era che quello non era un incubo, era la dura e tremenda realtà che sembrava non voler lasciare in pace il destino della terra sprofondato da anni nel caos e nel terrore più totale.
L'unico paesaggio che si presentava causava un profondo stato di terrore misto a rabbia e ipocrisia, i palazzi formavano solo tanti cumuli di macerie e le città erano ormai deserte, quasi fossero dei giocattoli in mano ad esseri terribili e senza anima, con un immenso odio e una sfrenata follia omicida.
Uccidere è bello, fa sentire bene e in pace con se stessi, fa sentire forti e invincibili, queste erano le loro convinzioni.
Il loro piacere più estremo era quello di sentire le urla delle genti in preda al terrore, che non riuscivano a scappare lontane dall'incubo, erano diventate parti di esso e non facevano che aumentare l'ipocrisia e la gioia dell'uccidere, distruggere e cancellare ogni cosa.
Tutto era ormai vuoto e insieme alla vita delle persone anche i loro sentimenti e le loro speranze che giorno dopo giorno si affievolivano sempre di più e insieme alla loro vita spiravano lontane, diventando un ricordo amaro di quello che sarebbe potuta essere la pace, se solo qualcuno fosse riuscito a vincere e distruggere quegli esseri che di puro avevano solo l'odio.

«Non è giusto!» aveva urlato sbattendo i pugni un giovane Saiyan, il suo sguardo era un misto di rabbia e rancore, gli occhi azzurri come il cielo si erano ormai spenti da quando riuscivano a vedere solo il vuoto.
I suoi lineamenti e i suoi gesti rimandavano a quello che era il grande orgoglio e la grande volontà di un Principe dei Saiyan che nulla aveva potuto per distruggere la follia omicida.
«Sei proprio come tuo padre Trunks, riesco a vedere nei tuoi occhi quella stessa luce che vedevo nei suoi, quella stessa voglia di combattere per vincere», affermò un altro Saiyan, il volto da eterno ragazzo era ormai coperto da un velo di tristezza modellato e creato da tutto il male che fin da bambino aveva dovuto sopportare, sentendosi impotente nel vedere morire uno ad uno tutti i suoi più cari amici, male che era riuscito a farlo crescere con un solo obiettivo quello di mettere fine a tutto, in memoria di quel padre che tanto amava il suo pianeta, che avrebbe fatto di tutto solo per proteggerlo.
Entrambi erano figli di due grandi combattenti, entrambi sentivano un grande peso nel cuore che dovevano riuscire a distruggere una volta per sempre, in memoria di quella che era la loro stirpe.
Per questa ragione da anni si allenavano con il solo scopo di cancellare per sempre quegli esseri spietati, quei cyborg che erano riusciti a portarli a sentire odio e rabbia che non poteva e non doveva, essere controllata.
«Perché non ci riesco Gohan? Perché non posso essere anche io un Super Saiyan? Perché devo essere solo un inutile peso per te? Dannazione!», esordì il ragazzo osservando la manica a penzoloni del maestro, quel braccio che aveva perso solo per difenderlo per la sua stupida debolezza. Sbatté forte i pugni contro il masso più vicino causandogli delle grandi e profonde spaccature, ormai profonde ed incolmabili come il dolore che sentiva, come la rabbia che non riusciva ad accendersi del tutto, afferrò poi un cumulo di terra che osservò finché questa non si polverizzò nella sua stretta.
Fragili lacrime sgorgarono dai suoi occhi, aumentando sempre di più quasi a divenire un fiume.
«Sono debole, è questa la verità! Mio padre si vergognerebbe soltanto nel vedermi, neanche ripensando a tutto il male causato da quelle infime macchine robotiche, neanche pensando a tutte le vite che non ci sono più riesco a far esplodere il mio io interno, la mia rabbia non può essere repressa per sempre Gohan, io devo riuscirci non voglio essere un debole!», urlò sempre di più aumentando la sua aura, cacciando fuori tutto quello che sentiva dimostrando una tenacia che solo il Principe de Saiyan poteva uguagliare.
«Tu non sei affatto debole Trunks vedrai che prima o poi ci riuscirai devi solo trovare lo spirito giusto e mi duole dirlo il dolore giusto,  la tua grande voglia di vincere riuscirà ad aiutarti, non mollare ragazzo», Gohan credeva davvero alle sue parole, pensava che solo quel ragazzo che aveva di fronte sarebbe stato capace di riportare finalmente la pace in quel presente disastroso.

Passarono i giorni, le settimane ed i mesi.
Tutto era ormai un continuo ripetersi di eventi che sembravano ormai senza fine, lo scenario che si presentava era sempre più disastroso e nulla sembrava poter arrestare la follia omicida di quei gemelli dal cuore di ghiaccio.
Quella volta però una luce in più riuscì a brillare sfogando tutto il suo odio, tutta quella rabbia che teneva repressa.
Sulla città ormai desolata si abbattevano incessanti i tuoni, la pioggia scrosciava come se fosse instancabile, i lampi squarciavano le nubi che ricoprivano d’un manto opaco gli edifici in rovina, le strade sconnesse, gli alberi e i cespugli sradicati, vuoti e spogli come le vite che spiravano lontane.
Fra tutta quella desolazione, Trunks cercava disperatamente l'unica figura di riferimento che potesse avere, gli occhi azzurri ormai vuoti e senza alcun bagliore, il fiato quasi inesistente insieme al battito, la testa assolutamente vuota da ogni pensiero cercava solo di concentrarsi per cercare disperatamente, un'aura ormai spenta.
Un'unica cosa riusciva a pompare forte nelle vene: il sangue ereditato dal padre.

Avanzò a passi pesanti verso quello che era uno spettacolo terribile, che riuscì a strappargli il cuore dal petto e a incutergli un fortissimo senso di solitudine. L'unica cosa che riuscì a notare fu una grande pozza di sangue mista a fango e melma, un corpo inerme giaceva al suo interno spento ormai da ogni forza vitale era diventato un tutt'uno con quel terribile paesaggio, con quella pioggia che non riusciva a lavare via il terrore, dagli occhi di Trunks. Il Saiyan sollevò quello che era il corpo del suo adorato maestro, aggrappandosi fortemente alla tuta arancione fradicia diventata un misto di sangue e fango, il volto sfregiato da grandi e profonde cicatrici dalle quali uscivano lenti rivoli di sangue, mentre i capelli misti di acqua e sudore si erano appiccicati alla fronte e non sembravano potersi spostare.
Trunks abbracciò forte quel corpo senza vita, mentre sentiva crescere dentro una rabbia nuova, un nuovo dolore che aveva da sempre sentito indirettamente e mai sulla sua pelle, quel dolore di cui parlava Gohan che riusciva a fargli scaturire una forza tutta nuova e sconosciuta. Sbatté forte i pugni sulla terra bagnata, causando una forte scossa.
Tutto tremava, tutto sembrava voler esplodere improvvisamente.
Le mani stringevano forti sulla sua testa, la rabbia voleva solo uscire una volta per tutte.
Urlò, forte come non aveva mai fatto prima, voleva solo cacciare via quel dolore che non aveva mai provato, quella solitudine che sentiva in corpo doveva aiutarlo a vincere.
Una forte luce dorata lo accolse in un abbraccio mentre tutto il suo corpo si ribellava al paesaggio circostante, le urla di dolore squarciarono il cielo più forti di quei tuoni che in confronto sembravano quasi silenziosi, i capelli cominciarono ad alzarsi lentamente verso l'alto diventando immobili e inermi mentre nasceva quella che era una nuova follia.
La follia di Trunks, che cominciò a distruggere quel poco che era rimasto come se volesse cancellare tutti i problemi.
Riuscì solo a tossire sputando sangue, e osservando la mano bagnata dai rivoli di fango misti a macchie più o meno grandi si accasciò nuovamente accanto alla figura del maestro ormai defunto e piano piano cominciò a sibilare alcune parole.
«Non volevo finisse così maestro Gohan, non volevo che tu arrivassi a questo per permettere alla mia rabbia di fuoriuscire, perché l'hai fatto?», le lacrime cominciarono a confondersi con la pioggia che ancora cadeva insistente.
«Adesso mi rimane solo una cosa da fare, distruggerli, il tuo sacrificio non sarà inutile», improvvisamente si rialzò, uno sguardo nuovo illuminava il suo volto, la sua grande tenacia lo stava aiutando anche in quel momento tanto difficile.
Doveva distruggerli per salvare quel suo presente,
doveva farlo per tutti i suoi amici e familiari,
doveva farlo per Gohan,
doveva farlo per se stesso.

«Mi sentite cyborg? Io sono Trunks il Super Saiyan figlio del grande Vegeta, ovunque voi siate sappiate solo una cosa:
Non avete più scampo.»

Urlò forte come non aveva mai fatto, lasciando fuoriuscire tutte le ansie e le preoccupazioni, mentre la luce abbagliante riuscì quasi del tutto a riaccendere quello che sembrava ormai il buio più totale.

   
 
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