Angels
are like humans.
Erano giorni che andava
avanti.
Lui entrava nel bar, la
guardava, le sorrideva, prendeva un bicchiere d’acqua e usciva.
Non si era mai
avvicinato, non si era presentato.
Nessuno sapeva dirle il
suo nome, nessuno sembrava averlo notato.
Biondo, il viso tondo
abbastanza piccolo, gli occhi color del cielo.
Poteva essere
tranquillamente scambiato per un angelo, tanto era bello.
Ogni volta che lo
scorgeva nella folla, i loro occhi s’incontravano e rimanevano come incatenati
per alcuni minuti. Si cercavano, ansiosi di trovarsi.
Sospirò. Era inutile
farsi strani film mentali, lui non si sarebbe mai avvicinato per parlarle.
Da un certo punto di
vista le andava bene così: era bello, certo, e sembrava dolce, ma lei aveva
tante altre cose a cui pensare. C’era l’università, c’era il lavoro al bar.
No, non poteva avere
altri pensieri per la testa.
Sospirò ancora. Liam,
al suo fianco, la guardò strano.
- Che hai?- le chiese,
fermandosi un attimo dal fare un caffè.
- Niente, niente.-
rispose lei, sorridendo.
Era inutile farlo
preoccupare. Anzi, era inutile dirgli qualcosa perché tanto non c’era nulla da
dire.
Lei, quel ragazzo, non
lo conosceva affatto.
Eppure … eppure lui
continuava a cercare i suoi occhi, seduto sulla sedia del tavolino come si sta
seduti su un cactus pieno di spine.
- Ma cosa guardi?!-
riprese Liam, tentando di seguire con gli occhi la stessa direzione dell’amica.
Tutto ciò che vide fu
un tavolo vuoto.
- C’è un ragazzo lì che
mi fissa …- rispose lei.
Ecco, adesso sarebbero
partite le prese in giro.
Liam alzò un
sopracciglio, confuso. Guardò tutto il locale, ma non c’era ombra di ragazzi.
- Annie ma cosa dici? Sono
tutti vecchi in questo bar!-
La ragazza scosse la
testa, frustrata.
- Cosa dici tu, Liam. È
lì, seduto al tavolino.- tentando di non farsi beccare dal giovane alzò il
braccio per indicarlo.
Ancora una volta Liam
guardò in quella stessa direzione e ancora una volta non vide nulla.
- Forse è meglio se vai
a casa, Ann.-
Annie sospirò ancora,
scosse la testa e il ragazzo scomparve.
Probabilmente l’università
le stava dando alla testa.
Era la terza settimana
di seguito che si presentava al bar, alla stessa ora.
Non appena Annie lo
scorse seduto al solito tavolino, riempì un bicchiere d’acqua e uscì a
portarlo. Di solito lei non si muoveva da dietro il bancone, ma c’era meno
folla quel giorno. Era presto e tutti erano ancora impegnati a cercare i regali
di Natale.
- Ciao.- disse, posando
delicatamente il bicchiere davanti a lui.
Il giovane alzò la
testa, la piegò leggermente verso destra e le sorrise.
- Ciao. Grazie per l’acqua.-
Era
bello.
Era sul serio bello.
Ad Annie venne voglia
di toccargli il viso: aveva sempre avuto la sensazioni che la sua pelle fosse
morbida e ora che la vedeva da più vicino, la sensazione si acuì.
- È il mio lavoro. Comunque,
piacere, Annie.-
- Niall, piacere mio.-
Annie spostò
delicatamente la seconda sedia del tavolino e si sedette di fronte a lui.
- Sei nuovo di qui? Sembra
che nessuno ti conosca.- disse, voltandosi verso la finestra.
Un leggero nevischio
aveva iniziato a scendere e veleggiava delicato attorno alle persone che,
indaffarate, riempivano le strade di Londra.
- Sì … non credo mi
fermerò tanto, comunque. Vivo un po’ qui, un po’ lì.- rispose lui, facendo
segno di volersene andare. Si alzò in piedi, le sorrise ancora una volta e si
diresse verso la porta.
Il bicchiere d’acqua
era ancora intatto di fronte alla sedia.
Era bello, bellissimo,
ma strano.
Le aveva dato l’impressione
di venire da un altro mondo.
Annie si alzò, prese il
bicchiere e lo riportò verso il bancone. Versò l’acqua nel lavandino, lo
sciacquò e poi lo rimise a posto.
Liam, dal canto suo, la
guardava stranito.
- Annie, sei sicura di
stare bene?- le chiese, posando lo strofinaccio che aveva usato fino a quel
momento.
- Sì, perché?-
Si girò a guardarlo,
incuriosita.
- Hai appena parlato da
sola per circa cinque minuti, dopo aver portato un bicchiere d’acqua ad un
tavolo vuoto.-
Era la vigilia di
Natale e lei stava tornando a casa. Il capo aveva fatto chiudere il bar prima
per permettere a tutti di raggiungere le proprie famiglie per cena. Lei, che la
famiglia non ce l’aveva più, si fermò semplicemente nella drogheria ancora
aperta più vicina per prendere un cartone di latte per l’indomani.
Il ragazzo, quella
sera, non era venuto al bar.
In effetti avevano chiuso
prima della sua ora di arrivo abituale.
Annie pagò alla casa,
augurò ‘Buon Natale’ al commesso e poi s’immerse nuovamente nel traffico
londinese.
Non si era fermata un
attimo a pensare al fatto che sembrava essere l’unica in grado di vedere Niall.
Liam aveva preso a
guardarla in maniera strana tutte le volte che lei sembrava incantarsi con lo
sguardo perso nel vuoto e più volte le aveva consigliato di prendersi una pausa
dallo studio matto e disperatissimo
che occupava le sue giornate prima e dopo il lavoro.
Lei, tuttavia, era
sicura di non essere impazzita. Ricordava tutto di quel biondino particolare,
ricordava il suono della sua voce, il profumo di limone che aleggiava attorno a
lui.
Non
poteva esserselo inventato,
assolutamente.
Era così immersa nei
suoi pensieri che non si rese conto di essere andata a sbattere contro qualcuno
fin quando non si ritrovò sdraiata a terra, con il sedere dolorante e il latte sparso
tutto attorno a lei.
- Merda!- esclamò,
tentando di alzarsi in piedi.
Una mano, una mano
conosciuta, le si parò davanti agli occhi. L’afferrò senza pensarci due volte e
si ritrovò in piedi.
- Ehi.- sentì.
Alzò la testa e s’immerse
completamente in quegli occhi azzurri.
Dio,
possibile che diventasse più bello ogni volta sempre di più?
- Ehm ciao …-
- Scusa per il latte,
se vuoi te lo ripago. Ero un po’ distratto.-
- No, non importa. Ero distratta
anch’io, non è stata colpa tua.-
Annie sorrise e Niall
fece altrettanto.
E
la baciò.
Si erano ritrovati
avvinghiati dietro la porta di casa di Annie, al sicuro dal gelido freddo
invernale. Lui le aveva stretto il viso in una morsa invincibile e la baciava con
foga e tanta, tanta passione.
Il calore che emanava
il suo corpo sarebbe stato in grado di sciogliere più di un pupazzo di neve.
Annie, che non riusciva
neanche a trattenersi in piedi tanta l’emozione, l’aveva afferrato per i
fianchi e involontariamente lo tirava verso di sé, ansiosa di approfondire quel
contatto.
Non baciava un ragazzo
da secoli e lui … beh, lui baciava divinamente.
- Hai freddo?- le
chiese, pronunciando quelle due parole tra un bacio e l’altro.
La ragazza, incapace di
articolare una frase corretta, scosse semplicemente la testa e sentì il sorriso
di lui contro la sua bocca.
Niall spostò le mani
dal viso ai fianchi, la sollevò in aria per permetterle di stringere le gambe
intorno alla sua vita e camminando lentamente la portò verso la camera da
letto.
Tentando di non essere
brutale la spinse sul letto e si sdraiò su di lei, continuando a baciarla.
Le accarezzò i capelli,
le guance, il collo. Le sbottonò il cardigan, le sfilò la maglietta e scese con
le labbra verso il suo seno. Annie s’inarcò contro la sua bocca, tirandolo poi
per i capelli per perdersi di nuovo nelle sue labbra.
Niall ribaltò le loro
posizioni, portandola a cavalcioni su di lui. Lei circondò il suo collo con le
braccia, lasciando poi una mano libera di vagare tra i suoi capelli.
Si sentiva strana in
quel momento. Strana ma felice.
Ed era ancora più
sicura di prima di non essere pazza.
Il giorno di Natale Annie
si risvegliò abbracciata ad un ragazzo biondo, che le teneva stretta a sé.
Lui aveva gli occhi
chiusi, quando lei li aprì, e dormiva con la bocca leggermente aperta. Aveva tutti
i capelli scompigliati ed un’espressione serena sul volto.
Baciando una sua
guancia Annie si alzò, afferrando il suo intimo e la camicia di Niall dai piedi
del letto.
Andò in cucina per
prendere un bicchiere d’acqua e quando si avvicinò alla finestra vide che la
neve aveva ormai ricoperto tutte le auto e le strade. Era ancora bianca, segno
che doveva essere abbastanza presto.
Sorrise contro il
bicchiere, arrossendo. Tutta colpa del suo pensare a Niall.
Si stava dirigendo
verso la camera da letto, per riprendere a dormire al fianco del suo angelo,
quando bussarono alla porta.
Tirando la camicia
verso il basso per provare a coprire un altro po’ di pelle, andò ad aprire.
Era Liam.
- Ehi ciao! Ecco … ieri
sei scappata dal bar e non ho fatto in tempo a darti il mio regalo di Natale …-
iniziò, fermandosi non appena si rese conto della mezza nudità della giovane. Sgranò
gli occhi, poi scosse la testa. - Scusa, non volevo disturbarti.-
Annie si fece da parte,
per dargli modo di entrare. - Non preoccuparti, non mi disturbi!-
Liam annuì, poi si
diresse anche lui verso la cucina e posò il pacchetto sul tavolo. Annie invece
aveva tirato fuori un pacchetto poco più grande da sotto una sedia e gliel’aveva
porto. - Io il mio regalo l’avevo dimenticato a casa.- disse, come a scusarsi.
Rimasero in silenzio
per alcuni istanti e Niall, che nel frattempo si era svegliato, comparve nella
stanza. Aveva lo sguardo vigile, curioso.
Annie gli sorrise e
stava per andare verso di lui quando Liam si girò, per cercare il motivo dell’improvviso
sorriso dell’amica.
- A cosa sorridi,
Annie?- le chiese, spiazzato.
La ragazza si fermò di
colpo. - A Niall, no?-
- Niall?-
- Liam, stai bene? L’hai
appena visto, è dietro di te!-
Il giovane sgranò gli
occhi e Annie cercò lo sguardo comprensivo di Niall sul suo viso, ma vi trovò
soltanto un’espressione triste. Sentì le gambe cederle e riuscì a rimanere in
piedi grazie a chissà quale fortuna.
Liam scosse le spalle,
le sorrise stranamente e andò verso la porta.
- Ci … ci vediamo al
bar. Ancora buon Natale, Annie.- e se ne andò.
Annie si lasciò
finalmente scivolare lungo il mobile della cucina, finendo a terra, incurante
del freddo del pavimento.
Niall si avvicinò,
lentamente.
- Cosa sei?- chiese
lei, non appena sentì il suo respiro accanto all’orecchio.
- Un angelo.-
- Gli angeli non fanno
l’amore così. Gli angeli non esistono.-
- Gli angeli sono come
gli esseri umani, Annie.-
- Perché posso vederti
solo io?-
Annie aprì gli occhi
per guardarlo. Lui sospirò, alzando una mano a sfiorarle il viso. Era bella.
- Non lo so. Ma so che
è l’unica cosa bella capitatami in secoli di vita. Non chiedermi di andare via,
Annie. Voglio stare con te.-
La ragazza sospirò: ad
essere sinceri non voleva che lui andasse via. Era stata bene, dopotutto. Si era
sentita amata per la prima volta da quando la sua famiglia era scomparsa.
- Non voglio che tu
vada via.- sussurrò.
Niall sorrise. Magicamente
del vischio apparve sopra le loro teste.
Si baciarono,
sorridendo l’uno contro la bocca dell’altra.
In fin dei conti, cosa
importava se lui era un angelo e lei una comune mortale?
Nulla, proprio nulla.
Importava solo l’Amore.
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Non
lo so, c’avevo voglia di scrivere.
Sapete
quando vi prende quel bisogno impossibile da mandare via (non se ne va manco a
calci in culo il bastardo) di sfogarvi scrivendo una qualsiasi cazzata? Beh,
ecco, oggi m’è preso.
Sarà
che mi dovevo sfogare per aver finalmente finito tutte le stramaledettissime
interrogazioni del primo trimestre lol
Quanto
amo io Niall? Tanto tanto.
Quanto
amo io gli angeli? Tanto tanto.
Quanto
sono cogliona io, da uno a tanto? Tanto tanto.
Okay,
basta, evaporo.
p.s.
mi rendo conto dello schifo di titolo che ho messo, ma ultimamente con i titoli
sono negata :o
chiedo
perdono a Santo Zayn --> lòl <-- lui è Zayn!
*scompare*
p.p.s.
ho aggiornato la bio, ci ho infilato il mio twittah
se interessa lol
bye,
sul serio stavolta.
:D