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Autore: axSalem    15/12/2012    3 recensioni
"Conosci la leggenda dello Slenderman?"
"Di cosa?"
"Dello Slenderman."
"... no."
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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×Premonition×



15/12/20xx Ore 2:00

“La notte cala, la disperazione con lei… non devi mai girare da sola nel bosco di notte, se no, verrà a prenderti!”
Apro gli occhi di scatto, sono le due di notte, ed io e il mio letto siamo un bagno di sudore, ho fatto un incubo… è colpa della mia compagna di classe, mi ha raccontato in modo stilizzato di una stupida leggenda metropolitana, e ora le sue parole mi riecheggiano in testa come un mantra, mi tormentano anche nei sogni.  Devo ricordarmi di mandarla a quel paese.
Voglio chiamare mio padre, lui mi consola sempre quando faccio gli incubi, è buono e gli voglio bene. Faccio per alzarmi dal letto, ma al posto di avviarmi in camera dei miei genitori mi affaccio alla finestra di camera mia, da sul bosco che si trova al limitare della strada, in autunno è una vista molto bella, perché fra i sempreverdi c’è qualche pioppo, e a settembre le foglie di quest’ultimi si colorano di giallo, il mio colore preferito; ma ora è inverno, i pioppi sono spogli e spettrali come scheletri, è abbastanza inquietante, anche se i pini non lasciano comunque intravedere all’interno della boscaglia.
“Carina come leggenda. Vero, Sara?”
Rabbrividisco, mentre il fantasma delle parole della mia compagna alleggia sulla mia testa e mi attraversa la spina dorsale fino a risalire al cervello, in allarme. Sospiro e cerco di regolarizzare il respiro e il battito cardiaco. Giuro che non mi farò raccontare più nulla da lei.
Il bosco attira ancora le mie attenzioni, stringo i pugni tendendo stretto il pigiama a righe. Non capisco perché, ma questa notte la boscaglia mi sembra più strana del solito, forse mi sto solo facendo dei problemi inutili. A piedi scalzi esco dalla mia camera, finalmente decisa ad andare da mio padre, ma il mio corpo si muove per me, prendo al volo una torcia dalla credenza davanti alla porta di casa, ed esco.
Cammino velocemente sulla strada asfaltata, accendo la torcia elettrica, e faccio il primo passo per entrare nel bosco. Non c’è un sentiero a guidarmi, ed io arranco alla meglio, sussultando di tanto in tanto quando un ago dei pini mi punge la pianta dei piedi.
“Conosci la leggenda dello Slenderman?”
“Di cosa?”
“Dello Slenderman.”
“… no.”
Andrea muori, Andrea muori, Andrea muori! Perché mi hai raccontato quella leggenda?
Sento un fruscio dietro di me, affretto il passo, non ho alcuna intenzione di voltarmi a vedere cos’è, dopo tutto sarà qualche animale… ti prego, fa che sia qualche animale! Il rumore mi segue, non se ne va, e io ho paura, cosa ci faccio nel bosco?! Inizio a correre, ma il fruscio continua a perseguitarmi, non mi lascia. Ora gli aghi dei pini mi fanno male, mi bucano la pelle. Qualcosa di nero mi oltrepassa, mi fermo di colpo, a occhi sgranati, e davanti a me oltre al “tentacolo” nero compare una figura alta, slanciata, è in smoking, quelle che dovrebbero essere braccia arrivano fino a terra, e ci sono quelle specie di tentacoli color pece che gli escono dalle maniche; percorro la sua figura per intero, finché non arrivo a quella che dovrebbe essere la sua testa: non ha gli occhi.
“Lo Slenderman ha le braccia lunghissime, e non ha gli occhi, ma se lo guardi ti porterà via con sé!”
Racconta con enfasi, magari anche storpiando un po’ il racconto, mentre la grafite stilizza sul banco la creatura che descrive.
Mi volto di scatto, voglio urlare, ma la voce mi muore in gola. Inizio di nuovo a correre, mi manca il fiato, i polmoni bruciano, hanno bisogno di ossigeno. La luce della torcia inizia ad andare ad intermittenza prima di spegnersi del tutto, merda. Non vedo niente, porto le braccia all’altezza del viso per cercare di non farmi troppo male, i rami più bassi mi colpiscono e mi sbucciano i gomiti, il sangue che ne cola è caldo in confronto alla notte e all’aria gelida, è doloroso, ma non quanto il battito impazzito del mio cuore che potrebbe uscirmi dal petto da un momento all’altro.
«Nononononono»
Ritrovo la voce non appena le lacrime mi pizzicano gli angoli degli occhi.
Sento qualcosa toccarmi, non so dire se è viscido, non so dire se è ruvido, mi stringe, eppure continuo a correre, continuo a ferirmi, questa sensazione sulla pelle mi fa venire i brividi. La paura mi si insinua fin dentro il cuore.
“Non devi mai girare da sola nel bosco di notte, se no, verrà a prenderti!”

15/12/20xx Ore:17:45

«E’ sparita Sara, ragazza di sedici anni, questa notte. Le squadre di ricerca sospettano che sia scappata dal bosco, dato il ritrovamento a terra di una torcia elettrica ancora accesa, segno che Sara è sicuramente viva nei pressi della boscaglia.»
Una ragazza, Andrea, guarda annoiata il telegiornale.
«Ti avevo avvertito Sara…»
Sorride poi, sadica.
« Viva? Condoglianze.»



Angolo dell'autrice:
Eccoci qua, che dire? Storia quasi vera, esiste davvero una compagna di classe ed esisto io che racconto leggende un po' alla cavolo che poi riporto modificando GRAVEMENTE la sorte della mia vittima... forse sono solo un pelo cattiva xD
Del resto vi chiedo di essere clementi, è la prima volta che scrivo qualcosa del genere e non me la cavo bene con il fattore "ansia".
Bye bye~
  
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