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Autore: 8WeirdSisters8    16/12/2012    5 recensioni
Parodia spensierata e spassionata dell'ultimo Batman di Mr. Christopher Nolan.
La parodia non ha altro intento se non suscitare l'ilarità di chi legge, soffermandosi sulle debolezze (ma anche sui punti di forza) dell'ultimo episodio dell'osannata trilogia.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Dark Knight Crises - Le crisi di mezza età di Batman

 

 




Ci sono storie che hanno un significato più importante di quello che ci saremmo aspettati. Ci sono storie che ci sorprendono, ci disorientano, ci angustiano e infine ci confortano.
E storie che infondono una preziosa fiducia nel genere umano.
Questa non è una di quelle.

Siamo in una regione imprecisata del globo. Di certo è molto polverosa e giallognola. Un agente della CIA con un attestato Quoziente Intellettivo molto elevato sorride gioviale all'idea di far salire tre uomini incappucciati sul suo accessoriato aereo da turismo.
Pochi secondi e l'aereo decolla.
Siccome è molto accessoriato, per questioni di spazio - e forse anche di estetica - non è stato possibile installarvi un banalissimo radar, sicché l'agente della CIA sta ancora sorridendo a bordo, quando un velivolo quattro volte più grosso prende a sorvolarli con aria apparentemente intimidatoria senza che nessuno se ne accorga.
Quindi avviene una di quelle cose di facilissima realizzazione e che tutti noi facciamo almeno due volte a settimana senza nemmeno accorgercene.
Cinque tizi penzolano dall'aereo monumentale fino all'aereo da turismo, del quale troncano le ali con un comodo apribottiglia, quindi lo agganciano al proprio. E mentre all'interno dello stesso avvengono, nell'ordine, una strage, una trasfusione di sangue, un rapimento, una sostituzione di cadavere e una specie di suicidio per ragioni di fanatismo religioso, il piccolo aeromobile viene rimorchiato al traino in una posizione verticale quanto meno insolita.
I cattivi della situazione risalgono sul proprio aereo con un agile salto e si disfano dell'altro.


Gotham City. Oh, che splendida visione! Con i suoi grattacieli, la Freedom Tower in costruzione, Central Park, il ponte di Brooklyn, Wall Street e la Fifth Avenue.
A pensarci, è abbastanza somigliante ad un'altra città universalmente nota, ma Gotham... Gotham è decisamente meglio. Qui il crimine ha imperversato per anni. E non un crimine normale, no. Gotham ha sempre pullulato di un numero pericolosamente elevato di psicopatici molto dotati (della risma di Spaventapasseri, Joker, Mignolo col Prof…). Nonostante ciò, la gente ha continuato a viverci tranquillamente senza farsi domande. Un po' come Sunnydale, che sta sulla bocca dell'Inferno e a nessuno è mai venuto in mente che è tutto sommato poco raccomandabile come luogo in cui crescere i propri figli.
L'ancora per poco miliardario Bruce Wayne si è ritirato a vita privata. Folgorato solo otto anni or sono da una potente crisi di mezza età, nonché dalla dipartita della fidanzata che non lo ricambiava, veste ora i panni di un novello Ebenezer Scrooge e si aggira per la sua reggia con vestaglia di flanella e bastone. Siccome, com'è ovvio, vive da recluso, perché non dare una cena di gala ai piani bassi? È una cosa che tutti i ricchi eremiti fanno.
E così, ai piani bassi, si tengono le celebrazioni per l'anniversario della morte di Arvidènt, l'eroe, il simbolo della Gotham che lotta per la giustizia e vince. Arvidènt, a dire la verità, sul finire della sua eroica esistenza, aveva pensato bene di sviluppare una doppia personalità malvagia ma questo è un dettaglio che il Commissario Gordon decide di non rivelare alla plebaglia.
Nel frattempo, una cameriera accede all'ala privata della residenza Wayne per servire un vassoio perfettamente vuoto e, oltrepassata una teca di vetro con una scintillante rosa magica che perde lentamente i suoi petali, scassina in pochi secondi una cassaforte, si mette al collo le perle di Mamma Wayne e, munita di Pongo, acquisisce le impronte digitali di Bruce. Viene in ciò sorpresa dall'artritico Ebenezer in persona, ma dopo un breve flirt fugge.
Bruce, che alle perle è affezionato perché le indossa ogni domenica senza eccezioni da vent'anni, si mette subito al lavoro e scopre che la cameriera è Selina Kyle, in altri contesti nota come Catwoman.

 

Mentre le Autorità strombazzano vittoriosamente e con ogni mezzo di aver eliminato la malavita, evidentemente omettono di specificare che ad essere ripulita è solo la superficie visibile di Gotham, perché il sottosuolo è invece brulicante della peggiore feccia. Ma che importa! Occhio non vede, cuore non duole. Si ripromettono nel frattempo, congratulandosi a vicenda, di adottare lo stesso metodo per eliminare la povertà dalla città:  fra la gente ben informata si parlotta di spedire i poveri sulla Luna.

 

Caso vuole che l’immortale commissario Gordon (per gli amici “cent’anni e non sentirli”), nonostante il parere contrario del capo della polizia, il quale toccherà l’apice della simpatia solo quando tirerà le cuoia, decida di fare un soggiorno benessere nelle fogne, cosa che gli è di grande aiuto contro i reumatismi. Incappa così nei cattivoni che si sono lì stabiliti in pianta stabile e finisce poi, su loro caldo consiglio, per prenotare una stanza nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Gotham.

 

Nel frattempo, visto e considerato che a bivaccare sulle poltrone sontuose di casa non c’è gusto, almeno non senza indossare una maschera obiettivamente brutta, Bruce abbandona la vestaglia per tornare al suo bizzarro, aderente abbigliamento da Super Eroe. Alfred, suo affezionato maggiordomo, cerca in tutti i modi di dirgli che è vecchio, pur evitando di pronunciare proprio quella parola (“Attempato… senile… malandato? Stagionato! Vi piace stagionato?” mugugna, dizionario alla mano). Tenta anche, il povero caro, di fare passare il messaggio che oramai lo Stagionato ha una mobilità delle articolazioni terribilmente somigliante a quella di un omino LEGO, ma niente. Bruce è deciso a intraprendere la sua ultima gloriosa missione. Alfred, che ha a cuore il signorino Bruce più di ogni altra cosa al mondo, che vede in lui la sua unica ragione di vita, che lo ha sempre indirizzato con saggezza e che certo non smetterà ora di farlo, crede bene che sia il momento di rivelargli che l’eredità della compianta Rachel consiste in una missiva dal contenuto fortemente drammatico (per brevità, ci limiteremo qui a sintetizzarlo: “Bruce, vaffanculo, scelgo Arvidènt. Con amore, R.”) e si dimette. Sì, lo abbandona, adducendo come pretesto che se dovesse seppellirlo, ne morirebbe.

“Perciò, addio. Vado finalmente in pensione!” dice, quando, inforcati braccioli e infradito, prende la porta e si dilegua.

 

 

 

 

 

 

Salve! Avevo iniziato a scrivere questa parodia subito dopo aver visto il film. Poi l’interesse è venuto meno. Quando lui è tornato, ad essere venuta meno era la memoria: non ricordavo più i dettagli del film. Giusto qualche minuto fa ho riaperto il file e mi sono detta, molto filosoficamente: “Chissenefrega. Continuiamolo.” Questo noto brocardo fa capo ad una precisa corrente di pensiero, in voga soprattutto nella Grecia Antica… bla bla.

Il succo? È una parodia che pubblicherò in capitoli. Be’, potrebbero essere anche solo due, questo incluso. In ogni caso, ho trovato qualche appunto preso quando ancora il ricordo del film era fresco, per il resto mi sono affidata alla memoria. Se mi è sfuggito qualcosa, be’… non sarebbe la prima volta.

Volete dirmi che vi fa ridere? Volete dirmi che vi fa piangere? Che vi fa venire voglia di rinnegare l’appartenenza alla mia stessa razza?

Potete dirmelo in una recensione.

 

See you!

WS

   
 
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