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Autore: Iwantasmile    17/12/2012    10 recensioni
Avrei potuto bere il suo sangue, ucciderlo. Invece no. Gli ho salvato la vita.
"Drusilla, non puoi innamorarti di lui.." Disse mia sorella, con voce severa.
"Non voglio, innamorarmi di lui." Risposi mentendo.
"Menti. Ho capito cosa provavi per lui dalla prima volta che l'hai portato a casa. Drusilla lui crescerà, invecchierà e morirà. Tu no. E ci starai male. Ti dannerai l'esistenza.."
Perchè mi ero innamorata di un umano?.. Le cose non sarebbero andate per il meglio.
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24
Chiusi la porta e sentii Selene allontanarsi quando mi voltai verso Justin.
“Avevamo una conversazione in sospeso..” Intraprese lui.
Era inutile cercare di defilarmi dall’argomento, prima o poi avremmo dovuto affrontarlo.
Annuii e andai a sedermi sul divano. Justin si poggiò al tavolo di fronte esso e mi fissò qualche istante.
“Justin.. io non credo di avere necessarie motivazioni per fare di te un essere immondo e senz’anima, ecco tutto.” Dissi in maniera convincente.
Smise di fare peso sul tavolo e portò la tensione del corpo sulla gamba destra.
“Poter stare insieme per sempre, non ti sembra una valida motivazione?” Chiese protendendosi verso di me.
Eccome se era valida, ma il gioco non valeva la candela.
“Non ti trasformerò è chiaro? E questa conversazione deve finire qua.” Conclusi severa.
Scosse la testa e si ritrasse velocemente.
“Forse è meglio che torni a casa.” Dissi alzandomi.
Andai in soggiorno alla ricerca della mia borsa, quando sentii dei passi alle mie spalle ed un braccio mi cinse la vita.
Il petto di Jusitn aderì con la mia schiena facendomi sussultare. Ogni contatto con lui era capace di farmi sussultare.
“Mi dispiace. Scusami. Non aprirò più l’argomento. Non andare via.” Sussurrò gravemente al mio orecchio, spostandomi i capelli tutti su una spalla.
Gemetti e socchiusi gli occhi quando le sue labbra si poggiarono sul mio collo.
“Va bene.. “ Riuscii ad articolare prima che un brivido di piacere mi percorresse tutta la schiena.
Velocemente mi prese in braccio e mi portò sul divano di pelle bianco che troneggiava in soggiorno.
Mi mise a sedere e si accoccolò accanto a me, lasciando che con le mani gli sfiorassi lentamente di volta in volta il viso ed i capelli.
Ad un tratto sentii la forza di gravità aumentare, e vidi tutto girare.
Guardai Justin ma intorno a me vidi solo un tumulto di mobili che si spostavano in continuazione.
“Justin..” Chiamai mentre le forze mi abbandonarono.
Sentii l’abituale forza dei vampiri abbandonarmi i muscoli e le ossa, così cercai di alzarmi alla rinfusa per capire cosa mi stesse succedendo.
Purtroppo le mie gambe non ressero, e quando sentii un forte bruciore al petto, chiusi gli occhi con la speranza che una volta che mi fossi accasciata al suolo tutto sarebbe finito.
Il petto continuò a bruciare, e ad un tratto fu come se scoppiasse.
L’ultima cosa che percepii furono delle braccia attorno la mia vita, e mi sembrò quasi che del sangue umano potesse nuovamente scorrermi nelle vene.

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Aprii gli occhi di scatto, come feci tutte le rare volte in cui dormii.
Tuttavia fui costretta a richiuderli immediatamente per via del sole che per poco non mi accecò.
Un dolore lancinante mi partì dalle pupille per giungere alla testa.
Gemetti e cercai di aguzzare l’udito per percepire cosa mi stava accadendo intorno.
Tuttavia non sentii nient’altro che silenzio.
I miei sensi non funzionavano più.
“Drusilla..” Sentii dire poi.
Aprii gli occhi di nuovo, questa volta con cautela e vidi Justin di fronte a me con le mani al viso e gli occhi rossi e gonfi.
“Cosa mi è successo?” Chiesi mentre si fiondò su di me.
Mi strinse forte e mi beai delle sue carezze.
Poi feci per alzarmi, ma con il suo peso sopra di me mi fu impossibile. Spinsi, ma nulla.
Anche la mia forza mi aveva abbandonata.
Quando si staccò da me piantai i miei occhi nei suoi.
“Drusilla, non so cosa sia successo ad un tratto ti sei alzata al pavimento ed urlavi per il dolore.. io non so.” Disse stravolto.
Lo abbracciai nuovamente promettendo a me stessa di venire a capo di quest’enigma.
Ad un tratto mi mossi con tanta goffaggine che la spilla del maglione mi si conficcò nel braccio.
Il dolore mi sorprese. Sentii un pizzico leggero ed un intenso bruciore.
Ansimai, e Justin inarcando un sopracciglio, mi alzò la manica del maglione.
Allontanò la spilla e strabuzzò gli occhi.
Lo guardai storta dopo di che guardai la mia ferita. Non si era ancora rimarginata ed il sangue ne sgorgava a fiotti.
“Tu.. tu..” Disse Justin.
Non capii e mi tastai la ferita, sorprendendomi di non provare nessuna attrazione per quel sangue che solo un giorno prima mi avrebbe mandata su di giri.
L’orribile presentimento della realtà, dopo infiniti segnali, mi passò per la mente.
Mi poggiai una mano al petto e sentii il mio cuore battere.
Batteva, pompando sangue nelle mie vene.
Inspirai a fondo quando un forte dolore mi giunse gli occhi, precedendo delle calde lacrime.
Justin me le asciugò e mi guardò fisso negli occhi.
Gli feci cenno di poggiare una mano al mio petto, facendolo esitare, così afferrai la sua mano e me la poggiai bruscamente sul petto.
Aspettò qualche istante dopo di che sgranò ancora di più gli occhi ed entrando nel caos totale balbettò.
“Tu.. tu.. il tuo..”
“Batte.” Finì la sua frase.
Sorrise ampiamente e mi abbracciò emozionato all’inverosimile.
Mi godetti qualche istante quella gioia a me sconosciuta dopo di che allontanai Justin.
“Se io sono umana.. “ Farfugliai.
Ci guardammo qualche istante.
“Selene.” Urlammo in coro.
Mi alzai e frettolosamente sulle mie gambe umano raggiunsi l’auto trascinata da Justin.
Dopo tanti anni il cuore mi batteva in petto talmente forte da farmi tremare dal terrore.
Non poteva essere successo, non era successo. Cercai di autoconvincermi.
Justin mise in moto e dopo qualche minuto fummo di fronte casa mia.
Entrai velocemente seguita da Justin, e iniziai a chiamare Selene a gran voce.
Tuttavia nessuno mi rispose.
Guardai in ogni stanza, dopo di che tornai al piano di sotto dove trovai Justin di fronte la porta con una busta in mano.
“Era sul tavolo.” Disse porgendomela.
Barcollando lo raggiunsi e la presi in mano.
Sentii la calligrafia di mia sorella scottare sotto le mie mani.
“A Drusilla.” C’era scritto con lettere ordinate sul dorso della busta.
Iniziai a piangere.


MI SCUSO INFINTAMENTE PER IL RITARDO.
DAVVERO, MA CON L’AVVICINARSI DEL NATALE SONO IMPEGNATISSIMA..!!
COMUNQUE SIA, NON VEDEVO L’ORA DI PUBBLICARE, SPERO VI PIACCIA.
NONOSTANTE è CORTO SERVE AD INTRODUZIONE PER IL PROSSIMO ED ULTIMO CAPITOLO.
Già, utlimo.
Spero vi piaccia.
AH, VI RINGRAZIO T U T T E PER LE RECENSIONI, NON SO PIU COME DIRVI CHE VI AMO.
Un bacione
Erika xx

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