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Autore: lady hawke    17/12/2012    2 recensioni
Heimdall aveva appena riportato i due figli di Odino e i loro compari ad Asgard, ammaccati ma vivi. Non era raro che popolazioni nomadi che vivevano tra i mondi cercassero di sfondare le pareti dimensionali per insediarsi ad Asgard: per nessuno di loro era possibile sfuggire al guardiano del Bifrost, ma spesso era necessario che piccole delegazioni di guerrieri disperdessero queste notevoli scocciature. Questo era quello che generalmente facevano Thor e i suoi allegri compari: a quasi nessuno dispiaceva. Quegli scontri erano adrenalinici, giusti e aiutavano a guadagnarsi il Valhalla, sempre che non si giocasse sporco in qualche modo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frigga, Loki, Thor
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa piccola storia deve la sua nascita alla meravigliosa Charme. Per soccorrerla dalla noia di un uggioso sabato pomeriggio che stava per vincerla, ho creato questa piccola one-shot senza pretese, che spero vi faccia sorridere almeno un po’! Il contesto non è preciso, ma è sicuramente pre-Thor, qui abbiamo ancora a che fare con due fratelli pucciosamente felici, o quasi!






Asgard è un regno celeste e lontano, al di sopra della terra, irraggiungibile per i comuni mortali. È un luogo scintillante, dai palazzi costruiti con materiali preziosi e splendenti, popolato da divinità potenti e generalmente pacifiche, ma in grado di trasformarsi in temibili guerrieri se l’occasione lo richiede.
- Non avresti dovuto prendere nessun tipo di iniziativa, Loki! – sbottò Thor, il Dio del Tuono, di rientro da quella che aveva sperato fosse un’epica battaglia contro un esercito di altri mondi. Un epico scontro che era stato veramente magnifico, finché Loki non aveva arbitrariamente deciso di usare i suoi metodi.
- Perché, avrei dovuto lasciare che ti trapassassero da parte a parte? Una grande idea. A quel punto avrei dovuto lasciare che uccidessero anche Fandral, che sembra ben disposto ai ringraziamenti quanto te. – rispose Loki, sospirando. – Il fatto che tu sia il maggiore non fa di te il più intelligente fra noi due, mi pare.
Heimdall aveva appena riportato i due figli di Odino e i loro compari ad Asgard, ammaccati ma vivi. Non era raro che popolazioni nomadi che vivevano tra i mondi cercassero di sfondare le pareti dimensionali per insediarsi ad Asgard: per nessuno di loro era possibile sfuggire al guardiano del Bifrost, ma spesso era necessario che piccole delegazioni di guerrieri disperdessero queste notevoli scocciature. Questo era quello che generalmente facevano Thor e i suoi allegri compari: a quasi nessuno dispiaceva. Quegli scontri erano adrenalinici, giusti e aiutavano a guadagnarsi il Valhalla, sempre che non si giocasse sporco in qualche modo.
- Li hai distratti con la nebbia, ma in realtà li avevamo in pugno, lo sai benissimo! – disse Volstagg, sovrastando i battibecchi dei due principi reali.
- Puoi chiedere a Heimdall, deve aver visto. Forse avevo le traveggole, quando ho visto quella spada a meno di dieci centimetri dal volto di Thor!
- Quello che hai fatto non è onorevole! – fece eco Hogun.
Scocciato da quelle inutili lamentele, Loki rimontò in sella al suo destriero e si diresse verso il palazzo, ignorando il resto dei suoi compari: si era morso la lingua per evitare di suggerire loro di ammazzarsi a vicenda per recuperare l’onore perduto. Sapeva che avrebbero dovuto essergli grati per ciò che aveva fatto, se solo non avessero avuto tanta arroganza e orgoglio. Galoppò fino a casa, e ignorò chiunque, andando a trincerarsi nelle sue stanze. La magia era un dono ben gramo, se eri circondato da iDioti incapaci di apprezzarlo.
Il resto dei compari, invece, rimase per un po’ al portale, discutendo un po’ dell’occasione mancata e su come si sarebbe potuto rimediare. Tornarono al palazzo in formazione, e furono i soli a conferire con Odino sull’esito della spedizione. 
- Padre i nemici sono stati sconfitti, i confini del regno sono salvi! – esordì Thor, entrando nella sala del trono del Padre degli Dei. I tre guerrieri erano dietro di lui, dignitosamente inchinati.
Odino annuì, soddisfatto. – Ne sono felice, miei guerrieri. Asgard vi è grata per i vostri servigi. – il Dio si ammutolì per un momento, il suo unico occhio stata scrutando i presenti, facendoli sentire sotto esame. – Perché Loki non è al mio cospetto?
Calò il gelo nella sala, i tre compari si guardarono negli occhi preoccupati, mentre Thor si schiariva la voce più volte.
- Ebbene?
- Loki ha preferito raggiungere immediatamente i suoi appartamenti. – rispose il Dio del Tuono, imbarazzato.
Odino non disse nulla, ma il suo occhio fulminò i presenti, costringendo Thor a riprendere la parola.
- Abbiamo avuto da dire sui suoi metodi in battaglia. Ha… usato la magia.
- Non avresti dovuto permettergli di rientrare da solo. – il tono di Odino era proprio quello di un padre irritato. – Farsi rispettare anche dai propri pari è una dote indispensabile per un futuro sovrano, e hai dei doveri nei riguardi di tuo fratello. Andate, ora. – il colloquio con il re di Asgard si era evidentemente concluso, e i quattro guerrieri lasciarono la sala del trono di cattivo umore.
- Avrebbe fatto meglio a presentarsi al Padre degli Dei… - iniziò Sif, quando rimasero soli.
- Era suo dovere, rifiutandosi in questo modo non fa che metterci in cattiva luce. – sbottò Fandral. – Non era il caso che si irritasse a tal punto.
- Ah, lo sai, quando Loki si arrabbia si ammutolisce e sparisce con la velocità con cui io faccio sparire un fagiano intero. – fece notare Volstagg.
- Senza penne, voglio sperare. – fu l’unico commento di Hogun, mentre Thor era rimasto in silenzio. Lui era il maggiore, e il futuro re di Asgard, ma non credeva che Loki fosse una sua responsabilità. Erano entrambi adulti, padroni delle loro azioni, e suo fratello non era di certo una persona bisognosa di una balia. Si congedò da cui compagni e si avviò a sua volta ai suoi appartamenti: una vittoria amara era una vittoria ben inutile per lui!
Ancora in armatura e con Mjolnir tra le mani, Thor si lasciò cadere sul letto e chiuse gli occhi, pensando al da farsi. Non aveva grandi idee in merito; sperava che, come al solito, il tempo avrebbe addolcito le posizioni di Loki. Il riposo del Dio del Tuono non durò a lungo, poiché fu presto disturbato con infinita cortesia da una delle ancelle di sua madre, Frigga, che gli chiedeva di presentarsi immediatamente al suo cospetto. Era probabile che alle sue orecchie fosse giunta la voce del bisticcio con il fratello, perché ad Asgard i segreti ben custoditi si contavano sulle dita di una mano.
Ringraziò la timida ancella, e sospirando si preparò ad una ramanzina di sicuro meno spaventosa di quella di Odino, ma ugualmente sgradita. Camminò con calma, con il mantello rosso che gli svolazzava alle spalle, e le lucide pareti del palazzo che riflettevano l’immagine di un uomo pensieroso, lontano anni luce dal trionfatore che avrebbe voluto essere. Le porte delle sale della regina gli furono aperte senza che lui dicesse nulla. Thor si immobilizzò e serrò la mascella, mentre le ancelle rimaste al cospetto della regina si inchinavano a lui e scivolavano via dalla sua vista con passo leggero: accanto a sua madre stava Loki, serio e rigido.
- Madre…
- Immagino che tu sappia perché vi ho convocato entrambi. – disse la donna, mentre attraversava la sala per raggiungere Thor. Loki rimase immobile, vicino alla balconata e si voltò a guardare l’orizzonte.
- Madre, non è necessario che tu dia ascolto a voci di palazzo. – disse il Dio degli inganni, con voce incolore.
- Dubito che le parole di un messaggero di vostro padre possano considerarsi voci di palazzo. – tuonò Frigga, irritata.
- Non c’è motivo di convocarci insieme, conosciamo bene le rispettive posizioni. – rispose Thor, ignorando il fratello.
- Le vostre sciocche posizioni. – rettificò la donna. Thor vide Loki voltarsi di scatto con gli occhi spiritati. Detestava che certi aggettivi venissero associati alla sua persona.
- Sciocche posizioni? – sbottò, offeso. – E’ dunque sciocco che io difenda le mie azioni? Azioni che hanno comportato la salvezza del mio unico fratello e dei nostri compagni di avventura? – con le mani strette a pugni si avvicinò ai suoi interlocutori. – E’ giusto che venga messo alla gogna per ciò che ho fatto? Che mi si dica che la mia azione non è onorevole? Io ho salvato tutti!
- Non è un comportamento da guerriero! – insistette Thor, quasi ringhiando. – Quella è magia, e la magia è vile, è Inganno e non è onesta.
- Ciò significa che io sarei un vile. È questo che intendi? – Loki aveva il pessimo vizio di assumere uno sguardo spiritato, quando si sentiva punto sul vivo, e in quel momento pareva proprio un pazzo furioso.
- Tu non sei vile, Loki. La magia usata per fini simili lo è!
- Oh, basta tutti e due! – Frigga esplose, stretta tra i due fuochi. Prese entrambi i figli per le orecchie, benché entrambi fossero adulti e ben più alti di lei. – Dovreste vergognarvi! Fratello contro fratello! – insistette, scandalizzata. I due, sorpresi da quel gesto e dalla ferrea presa della madre, rimasero immobili e interdetti. – Non tollero sentire simili assurdità! Thor, la magia è il dono di Loki, ed è suo dovere utilizzarla al meglio. – mentre la donna parlava, un gelido sorrisino si era formato sulla bocca di Loki. – Quanto a te! – la donna strattonò l’orecchio del suo secondogenito con forza. – Sei un guerriero e conosci l’onore, impara a non ferire quello degli altri. Forza e astuzia devono collaborare, o sarà la rovina.
Lasciò le orecchie dei figli, che cominciarono a massaggiarsele mugugnando sconvolti da quella prova di forza della loro madre. Thor e Loki incrociarono lo sguardo per un attimo, ma lo distolsero immediatamente.
- Stringetevi la mano. – ordinò la donna. – Subito.
Titubanti, i due si strinsero la mano senza particolare calore.
- Servirà un po’ più di sentimento. In futuro uno di voi sarà re di Asgard, e l’altro il suo più fido consigliere. Dovrete fidarvi delle capacità l’uno dell’altro e volervi bene.
I due dei rimasero immobili. Loki fissava Thor con insistenza, come se stesse chiedendo qualcosa. Alla fine fu il Dio del Tuono a cedere.
- Non avrei dovuto irridere un dono che ha permesso a tutti noi di tornare a casa salvi. – disse.
- In futuro eviterò di lasciarti compiere azioni che renderanno necessario l’uso della magia per salvarti. – rispose Loki, convinto.
- Questo è ciò che mi rende orgogliosa di voi. – dimostrando nuovamente una forza insospettata, Frigga strinse a sé i due figli con forza. – Andate ora, un buon e giusto riposo vi attende.
Ancora storditi i due vennero congedati, e si ritrovarono a passeggiare per i luminosi corridoi di Asgard, in silenzio.
- Mi guarderai le spalle, allora? – chiese Thor, sollevato per essersi riappacificato con il fratello.
- Sempre. – rispose Loki. - È assai difficile non notare le piume del tuo elmo. Riuscirò sempre a scorgerti.
- E’ consolante sapere che la mia guardia del corpo è una mucca.
- Ti sarebbe potuta andare peggio. – fece Loki, ignorando il commento.
- Immagino di sì. – rispose Thor, sorridendo.
  
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