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Autore: Nadim    19/12/2012    3 recensioni
Qualcuno vuole fare del male , qualcuno vuole vedere morto il famoso attore.
Lei è solo una cavia. E’ solo il suo lavoro e come tale lo deve svolgere al meglio.
Ma ella è inconsapevole. Si, scaltra,ma ingenua. Intelligente,ma sciocca.
Forse,questa volta, si è immischiata in un caso più grande di lei. Forse.
 ‘Il suo crimine?’ Pensava.
Non lo sapeva,ma non aveva importanza .Lei doveva solo uccidere.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Studio assassino.



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La settimana stava per concludersi e lei dell’attore aveva scoperto poco e niente.
Le avevano dato solo sette giorni per informarsi sulla vita privata e non della sua vittima.
Aveva passato circa centodue ore a navigare sul web, guardare video-interviste e documentari, e soprattutto aveva speso metà delle sue giornate a vedere film.
Mancavano altri due giorni. Ancora quarantotto ore per “acculturarsi”, alle quali però, doveva sottrarre il tempo per mangiare, lavarsi e dormire. Contando, le sarebbero rimaste più o meno trentasei ore. Sommando, quei cinque giorni di lavoro con gli altri due che sarebbero dovuti arrivare, in tutta la settimana aveva speso circa centotrentotto ore per le sue “ricerche”.
Se si considera che in sette giorni ci sono centosessantotto ore…centosessantotto meno centotrentotto uguale trenta. Aveva perso solo trenta ore.
“Mica male!”
Anche se complessivamente non aveva scoperto granché.
Credeva che cercare notizie su persone famose fosse semplice e estremamente veloce. Bastava andare su un motore di ricerca e selezionare la voce della Star, in questo caso Johnny Depp.
“Sì, veloce quanto inutile.”
Non sempre, infatti, le fonti delle notizie erano attendibili: alcuni siti dicevano una cosa, altri ne dicevano un’altra. Le uniche cose comuni a tutti, però, erano la sua biografia e i film in cui aveva recitato. Per il resto…
Aveva capito che aveva case sparse in tutto il mondo e che possedeva addirittura un’isola, ma ciò che doveva ancora comprendere era dove si trovassero questi luoghi.
Forum di ragazzine dicevano che l’attore era proprietario di tre case: una a Los Angeles e due in Francia.
“In realtà ‘case’ proprio non si potrebbero definire. Si dice la prima sia un castello nascosto da tanti,tantissimi alberi. Delle altre due si dice che siano dei villini ,uno in periferia e uno in centro.”
Ma chi lo diceva,appunto, erano solo delle ragazzine in preda agli ormoni adolescenziali, che si eccitavano al sol sentir nominare il nome “ Johnny” o qualsiasi casuale riferimento a uno dei  personaggi da lui interpretati.
Poi c’erano le riviste, i gossip e schifezze simili. Lei non credeva minimamente a ciò che c’era scritto su quei giornali scandalistici. Alcune cose potevano essere anche vere, ma non aveva modo di testarne l’autenticità.
Aveva trovato perfino una notizia che diceva che Johnny Depp era morto a causa di una malattia.
Impossibile, era lei che lo doveva uccidere!
 
Sospirò per un momento e decise di uscire dalla vasca da bagno, colma di acqua fumante.
“E’ proprio vero quando si dice che in bagno si fanno le riflessioni più importanti della propria vita!”
Si mise il suo morbido accappatoio bianco e se lo allacciò in vita. Poi si guardò allo specchio. I suoi capelli castano chiaro le ricadevano disordinati e bagnati sulle spalle. C’era anche qualche ciuffo che ricopriva piccole parti del suo viso e contemporaneamente le inumidiva.
Si soffermò sul contorno dei suoi occhi.
“Viola.”
Indice che in quei giorni aveva dormito veramente poco. Fece un espressione un po’ contrariata, ma poi con un sorriso emise un suono lieve che pareva voler dire: “Non ha tanta importanza.”
Aprì un mobiletto di legno, proprio sopra lo specchio in cui si stava guardando, e ne estrasse un phon con il quale ci si asciugò i capelli, dopo ovviamente aver collegato la spina all’interruttore. 
 
Passò un buon quarto d’ora prima che anche l’ultima ciocca umida fosse andata via.
“Bene.” si disse.
Era esausta ,assonnata e tutti quei pensieri non facevano altro che peggiorare la sua situazione psicologica. Sarebbe andata di corsa a dormire visto che oramai aveva raccolto tutte le possibili informazioni, ma purtroppo le mancava da fare un’ultima cosa.
“Swee-swen-Come-Si-Chiama Todd, il cattivo…no…malvagio… ah, diabolico, quello-che-è barbiere di Street Qualcosa, o Qualcosa Street.”
Era l’ultimo film che doveva vedere. Aveva deciso che avrebbe lasciato per ultimo proprio quello perché…beh, perché il titolo l’aveva attirata molto e leggendo, poi, la trama del film era arrivata alla conclusione che doveva essere molto bello.  Lei sosteneva sempre che le cose aspettate erano sempre le migliori perché ti rendevano più felice.
“Più aspetti, più ti sale la voglia, più sei soddisfatto quando ricevi.”
  
Usci dal bagno e si ritrovò nella sua camera da letto. Era ancora in accappatoio.
Non passò molto tempo e si era già vestita. Cioè, “vestita” per modo di intenderci. Aveva messo il suo lungo pigiama in pail blu. Era così lungo che sembrava Cucciolo dei sette nani. Anche se a differenza di quest’ultimo, lei non era affatto innocente. Anzi.
Si avvicinò alla sua grande cabina-armadio, la aprì e incominciò a frugarci dentro. C’era di tutto lì: vestiti, coperte, libri, giornali, borse, scarpe, scatoli. Ma ciò che a lei interessava non rientrava minimamente nelle cose elencate poco fa. Ciò che lei voleva era uno scaffale attaccato sul fondo dell’armadio e coperto da tantissime cianfrusaglie. Lo trovò, come ovvio che sia. Questo era chiuso con un lucchetto e per aprirlo, bisognava indovinare la sua combinazione.
“180776.”
Uno stridulo e poté finalmente prendere ciò che desiderava.
Afferrò un fascicolo segnato dal numero 18.
Era la sua diciottesima vittima.
Fino ad allora, aveva ucciso persone comuni. Sei donne e undici uomini.
Mr. Davies George, Mr. Green Robert, Mr.Thompson Richard, Mrs Mills Samantha, Mr.Mason Gilbert, Mr.Stevens Micheal, Miss. Prise Fiona, Mrs. Allen Cloe, Mr. Foster Liam John, Mr. Shaw Antony, Mr. Harvey Philpe, Mrs. Lewis Hannah,  Mr. Barker James, Mrs. Evans Johanna, Mr. Owen Mark, Mr. Ellis Stephen, Mrs. Hill Miranda.
Rispettivamente vittima numero 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17.
E ora con Mr. Depp 18.
Per ogni vittima prendeva vari nome, cognome, età, cittadinanza e cose fiscali del genere.
Anche quando aveva passato l’infanzia ad “allenarsi”, le avevano attribuito identità diverse… tanto che a volte non sapeva nemmeno più chi fosse. Credeva che Powell April non avesse una sua personalità, ma che prendesse alcune caratteristiche dai personaggi che aveva “interpretato”, magari quelle che più le piacevano. Spesso capitava che scopriva un nuovo sentimento o un nuovo atteggiamento. Questa volta era il turno di colei che prendeva nome Evelyn Jonson.
“Chissà che tipo sarà Evelyn…e cosa potrò imparare da lei…”
Solo di una cosa, però, era certa. Nel sangue di Powell April scorreva vendetta, vendetta che si tramutava in odio, in omicidio. Vendetta per il suo passato, per coloro che avevano fatto del male…ma questa era un'altra storia.

Chiuse con decisione lo scaffale e poi, subito dopo, l’armadio. Passò vicino la scrivania e prese il DVD di “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street.”
“Ecco come si chiamava!”
Si buttò a peso morto sul letto, ove giaceva il suo pc portatile.
Inspirò profondamente prima di mettersi a sedere afferrare il fascicolo che prima aveva posizionato vicino al suo fianco destro. Si soffermò a guardarlo per un momento.
Diciannove fogli che parlavano unicamente di Johnny Depp.
“Poco ,troppo poco…” Di solito arrivava a trenta.
Lo aprì e cercò il titolo “CINEMA” , se non errava si trovava a pagina 17.
“E infatti…”
Mise una grande bella X alla voce “Sweeney Todd- Il diabolico barbiere di Fleet Street.”
Poi richiuse il fascicolo e lo poggiò su un comodino lì di fianco.
Bene, ora poteva incominciare a vedere il film.
Che ora erano?
“Undici e trenta…mmmh… per l’una e mezza di notte, forse mi addormento.”
Ma poco importava. Tanto un’ora di sonno in più, un’ora di sonno in meno, che differenza faceva?
Spostò di poco le coperte del suo letto a due  piazze e ci si posizionò all’interno.
Era così piacevole il primo impatto freddo che recavano le lenzuola…
Allungò una mano verso il portatile e l’altra verso il DVD. Con pochi gesti fece partire il film e chiuse la luce, tramite l’interruttore che si trovava di fianco al letto. L’aveva fatto mettere lì apposta per questo!
I have sailed the world beheld its wonders from the Dardinells, to the mountains of Peru…’
Si trovava al buio.
‘…But there's no place like London!’
Nel letto, ormai, riscaldato dal suo calore corporeo.
‘No, there’s no place like London!’
A guardare un film più o meno di paura.
‘Signor. Todd?’
O almeno così aveva capito.
‘You are young, life has been kind to you…’
Poteva desiderare di meglio?
‘You will learn…’


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Eccomi qui!
Allora prima di tutto vi ringrazio ancora per le vostre bellissime recensioni *-*
E ringrazio anche tutti coloro che hanno letto il primo capitolo! Siete magnifici :3
Seconda cosa: lo so questo capitolo è una noia, è solo di passaggio, ma è anche molto importante… perché…beh, lo capirete in seguito.
Terza cosa: ho voluto menzionare Sweeney Todd perché è proprio questo film che mi ha fatto appassionare a Johnny.
O meglio, quando avevo sette anni l’ho amato, perché mi ero “innamorata” di Willy Wonka…ma poi la passione è svanita per non-so-che-cosa. Ma ora eccola ritornata!
(Per rompervi le scatole, direi.)
Quarta cosa: ho appena ri-ri-ri-ri-ri-rivisto “I Pirati dei Caraibi e la maledizione della prima luna.”
E ogni volta mi fa sempre lo stesso effetto! *Si ma non interessa a nessuno*
Ultima cosa, vi saluto, perché sto morendo dal sonno e perché non so più che scrivere xD
Spero che gradirete la lettura, sebbene sia noiosa. (Sì, già l’ho detto, ma ok.)
Yo-oh. Beviamoci su!

 


 

  
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