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Autore: Emily27    21/12/2012    2 recensioni
Oggi è il dodici di ottobre, il giorno del mio compleanno. Dovrei essere allegra, di umore festaiolo, invece mi sento l'opposto, mentre guido percorrendo le strade londinesi bagnate dalla solita incessante pioggia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Emily Prentiss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se lo fai al compleanno...

 

 

 

Oggi è il dodici di ottobre, il giorno del mio compleanno. Dovrei essere allegra, di umore festaiolo, invece mi sento l'opposto, mentre guido percorrendo le strade londinesi bagnate dalla solita incessante pioggia. Le luci si sono accese, perchè sta già calando il buio su questa giornata grigia, come me.
Questa mattina, quando ero nel mio ufficio, mi ha chiamato Derek passandomi poi gli altri uno ad uno. Mi hanno fatto gli auguri e alla fine hanno cantato tutti insieme la classica canzoncina di buon compleanno. Ho ascoltato le loro voci e risate lottando per trattenere le lacrime e con l'immenso desiderio che fossero lì con me. E' stato come se mi fossi resa conto soltanto in quel momento della grande distanza che ci separa. Dopo averli salutati ho lasciato che le lacrime mi scendessero sulle guance, ho pianto, per la prima volta nei due mesi della mia nuova vita a Londra. Non sono pentita della mia scelta, mi piace quello che sto facendo qui e così le persone con cui ho a che fare, però loro mi mancano, mi mancano da morire.
Per questo sono malinconica, e il brutto tempo non aiuta certo a migliorare il mio umore. Perchè dovevo nascere proprio ad ottobre, non potevo farlo in un mese più bello, estivo, quando fa caldo e c'è il sole e tutto appare più allegro? Invece in autunno piove, c'è la nebbia, le piante sembrano morire, soprattutto in questo autunno londinese. Se sollevassi la testa a guardarmi nello specchietto retrovisore vedrei riflessa una Emily con il broncio, una Emily che non mi piace.
Arrivata ad un incrocio, invece di proseguire diritto svolto a destra, dove a poche centinaia di metri c'è un supermercato. Che diamine, oggi è il mio compleanno e voglio fare festa, oltretutto ho anche qualcuno con cui festeggiare, il mio uomo perfetto: Sergio.
Lascio la macchina nel parcheggio e scendo senza l'ombrello, dato che la pioggia si è fatta più fine, quindi entro nel supermercato, prendo un carrello e inizio a fare mente locale su ciò che serve per cucinare la carbonara, cercando di ricordarmi gli insegnamenti culinari di Rossi. Prima di tutto però passo al banco del pesce, Sergio preferisce quello alla pastasciutta.
Una volta messo nel carrello un bel pacchetto con un filetto di platessa, comincio ad aggirarmi fra le corsie, ancora affollate da persone che fanno la spesa nonostante l'ora già prossima alla cena.
Prendo una confezione di pasta fresca dal banco frigo, delle uova e poi il dubbio: la pancetta andava dolce o affumicata? Tenendo in mano un pacchetto della prima e nell'altra uno della seconda, li osservo arricciando le labbra, indecisa.
“Tanti auguri a te, tanti auguri a te...” Una voce, direttamente sul mio orecchio, mi fa trasalire. E' Clyde. Che cosa ci fa qui? Tenendo conto che non ha con sé un carrello né un cestino non sta facendo la spesa, e non abita neppure nelle vicinanze.
“Mi hai seguita?”
“Passavo di qui per caso e ho visto la tua macchina nel parcheggio” spiega con aria fin troppo innocente. “Ho pensato di venire a farti gli auguri.”
“Grazie, molto gentile da parte tua. Vediamo se sai anche darmi un consiglio: per la carbonara, pancetta dolce o affumicata?”
“Affumicata, absolument. Con chi festeggi?” domanda intanto che la pancetta finisce con gli altri acquisti.
Col mio uomo perfetto.”
Chi...?”
Sergio.”
Peccato, credevo intendessi il sottoscritto.” Abbassa la testa deluso e mi segue, mentre spingo il carrello verso il reparto dei dolci sorridendo della sua espressione. Se non altro il suo incontro, casuale o meno, mi ha restituito un po' di allegria.
Il banco offre una svariata quantità di torte di pasticceria fresca, fra tutte è una al cioccolato ad attirare la mia attenzione e la prendo, la valuto e la metto nel carrello.
Non vorrai mangiarla tutta da sola, è troppo grande! Qualcuno dovrebbe darti una mano.”
Il modo in cui Clyde lo dice mi suggerisce che si stia riferendo a se stesso.
Ti stai per caso autoinvitando?”
Allora, che ne dici?”
Cosa devo dire... Si è presentato qui ed ora si sta autoinvitando alla mia festa di compleanno, facendo anche lo spiritoso, piombato all'improvviso nel bel mezzo della mia crisi malinconica. E' un caso? Forse no... La cosa certa è che questa sera un po' di compagnia non potrà farmi che del bene, così mi ritrovo ad accettare il suo autoinvito.
E va bene.”
Perfetto!” esclama felice come un bambino. “Vieni con me.”
Questa volta sono io con il carrello a seguire Clyde, il quale fa strada fino agli scaffali dei vini, dove fa su e giù lungo la corsia per poi fermarsi e prendere una bottiglia.
Vedrai che serata” mi promette strizzandomi l'occhio. “E, come recita il detto, se lo fai al compleanno...”
Mi sta forse facendo una proposta? Cosa gli salta in mente! Se crede di poter concludere qualcosa con me che non sia una semplice cena tra amici si sbaglia di grosso.
Che cosa?” domando guardandolo storto.
Clyde ripone il Bordeaux nel carrello e risponde: “Il brindisi. Cos'avevi capito?”
Scuoto la testa alzando gli occhi al cielo, poi mi volto dall'altra parte verso lo scaffale della birra, per non farmi vedere, e sorrido.
Dato che non manca più nulla ci avviamo alla cassa, con Clyde che mi cammina davanti. Ha un bel sedere, l'ho sempre pensato. Ho scoperto, dalle chiacchiere di corridoio, che la maggior parte della componente femminile dell'Interpol di Londra lo reputa sexy, e, volendo essere obiettiva, non posso dare loro torto.
Ci mettiamo in coda ad una cassa e quando tocca a noi Clyde sistema la spesa sul nastro trasportatore, aggiungendovi delle gomme alla fragola e una barretta al sesamo, presi dall'espositore sopra alla cassa.
Offri tu?”
Certo, tanto è il mio compleanno.”
Sono in debito.”
Me lo segno” lo avviso. “Comunque il detto è: se lo fai a Capodanno.”
Capodanno, compleanno...” replica lui con un'alzata di spalle. “L'importante è farlo.”
Ben detto! Signorina, dia ascolto al suo fidanzato.”
Entrambi ci voltiamo indietro. A parlare è stata una vecchietta con il cappotto rosso ed il carrello pieno di birre e cibo per gatti.
Clyde, ovviamente, non si fa scappare l'occasione di una battuta.
Vedi, lo dice anche la signora” mi fa notare strappandomi un altro sorriso e rivolgendone uno all'anziana.
Mi chino a prendere un sacchetto di carta da sotto la cassa e glielo consegno. “Metti qui la spesa che è meglio.”
Lui obbedisce, intanto che la giovane cassiera dai capelli corti biondo platino comunica: “Trentacinque sterline e ventidue pences.”
La ragazza porge a me lo scontrino e a Clyde un sorriso smagliante. A quanto pare, oltre che all'Interpol, l'agente Easter ha successo anche al supermercato.
Quando io e il mio
fidanzato usciamo nel parcheggio, il mio umore è decisamente migliorato e ha anche smesso di piovere. Saliamo sulla mia macchina e partiamo alla volta di casa mia.

 
La pioggia ha ricominciato a scendere, ascolto il suo rumore naturale e rassicurante con gli occhi aperti nella luce soffusa e azzurrognola che rischiara la stanza. Mi sento bene, sono rilassata, nel mio letto coperta in parte dal lenzuolo, con la testa sopra al petto di Clyde e la sua mano che mi accarezza lentamente la spalla.
Sì, l'abbiamo fatto davvero, e non sto parlando del brindisi. Certo, abbiamo anche brindato col Bordeaux, ci sono ancora i due calici vuoti sopra al comodino, ma nel mentre è successo anche dell'altro. Era da una vita che non facevo l'amore in quel modo, è stato incredibile.
Una volta arrivati nel mio appartamento ci siamo messi ai fornelli, o meglio, io mi ci sono messa, perchè mentre preparavo la carbonara Clyde ha giocato tutto il tempo con Sergio, finchè non ho annunciato che la cena era pronta. Ci siamo seduti a tavola ed il mio amico felino si è catapultato verso la sua ciotola, che avevo riempito con la platessa. La torta al cioccolato ha richiesto un bis, poi ci siamo trasferiti sul divano con due calici di vino, mentre Sergio già dormiva acciambellato sulla poltrona, ormai diventata sua.
Deve essere stata tutta colpa del Bordeaux, se ad un certo punto mi sono ritrovata con le labbra incollate a quelle di Clyde, se le nostre mani sono partite in missioni esplorative ed i miei ormoni hanno suonato la carica, contro ogni mia previsione e volontà iniziale. Da lì alla camera da letto il passo è stato breve.
E' stato fantastico” mi fa sapere Clyde.
Alzo la testa e lo guardo, lui mi scosta una ciocca di capelli dalla fronte e continua: “Mi chiedo come mai non lo abbiamo fatto prima.”
Forse perchè non mi hai mai seguita fino al supermercato.”
Hai ragione, d'ora in avanti lo farò più spesso. La cassiera mi ha anche sorriso... Credo sia caduta vittima del mio fascino” si vanta con l'aria compiaciuta. Che modesto.
Mi sollevo su un gomito e inizio a sfiorargli con una mano il petto liscio e ben scolpito. “Lo so che sei un tipo che fa impazzire le donne, agente Easter.”
Una di sicuro...” mi ricorda malizioso, poi intreccia la sua mano con la mia e mi guarda con serietà. “E' stato bello tutto.”
Annuisco e gli sorrido. Capisco cosa intende, è lo stesso che penso anch'io.
Non immaginavo che la compagnia di Clyde al di fuori del lavoro potesse essere così piacevole e divertente, a dir la verità non ho neanche mai considerato l'idea di trascorrere una serata insieme a lui. Sono stata bene, molto, abbiamo parlato, scherzato, ci siamo anche presi in giro, mentre l'aria si faceva elettrica. Il Bordeaux ha soltanto dato il colpo di grazia.
Per la prima volta sto vedendo Clyde sotto ad una luce diversa e ciò che vedo mi piace, in tutti i sensi... Mi mordo il labbro inferiore e rido.
Cosa c'è?” mi chiede lui.
E' un segreto.”
Vuoi vedere che lo scopro...”
Tu prova.”
Si solleva su di me ed io mi adagio giù sul cuscino. Mi bacia le labbra, il collo, la spalla, riaccendendo i miei sensi. Gli accarezzo la schiena mentre la voglia di lui ritorna prepotente, e Clyde mi domanda: “Posso procedere o devo prima seguirti fino al supermercato?”
Possiamo anche saltare la parte del supermercato.”
La saltiamo, passando direttamente a quella successiva.

 
Il mattino seguente decidiamo di andare a fare colazione fuori, c'è un grazioso bar a pochi isolati da casa mia e ci incamminiamo a piedi nonostante la pioggia, mantenendo un'andatura da passeggiata, senza alcuna fretta. Clyde tiene l'ombrello ed io lo prendo a braccetto. E' sabato, siamo liberi dai nostri impegni e abbiamo tutta la giornata davanti a noi. Sono contenta, glielo dico e lui mi bacia, mentre continuiamo a camminare con la pioggia che picchietta sull'ombrello. Mi piace il suo rumore, mi piace il colore che stanno assumendo le foglie degli alberi sul viale e il profumo che si sente nell'aria.
L'autunno è davvero una bella stagione.

 

 

  
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