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Autore: kyelenia    23/12/2012    4 recensioni
O forse dodici.
Di ragazzi speranzosi che appendono il vischio sopra la porta di ingresso di un appartamento nel cuore di New York. E di coinquilini isterici che possono anche negarlo, ma apprezzano sempre un'offerta d'aiuto.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 cose che amo di te

La vita di Kurt non era per niente come se la sarebbe aspettata  qualche anno prima.

Aveva appeso i post-it sulle cose da imballare prima della partenza per New York immaginandosi dentro un'aula di canto, o su un palcoscenico, in compagnia di Rachel e Finn e in trepidante attesa del diploma del proprio ragazzo. Invece stava correndo sotto la pioggia, abbracciando delle tavole di schizzi di vestiti per salvarle dalle gocce d'acqua, diretto alla fermata della metro.

Arrivò al binario proprio nell'istante in cui il treno fermava davanti a lui e trascorse il viaggio tentando di recuperare il fiato.

Arrivato alla propria fermata scese dal vagone e si diresse a passo sostenuto verso l'uscita. Salì le scale ed uscì dalla stazione sotterranea, correndo verso il portone a vetri alla fine della strada.

“Sono a casa!” urlò, sbattendosi la porta alle spalle e scalciando via le scarpe nell'angolo dell'ingresso.

Gli rispose soltanto il silenzio.

Aveva sognato per anni New York, perché per lui aveva significato i migliori teatri, Brodway, gente finalmente aperta e un appartamento condiviso con il primo e unico amore.

Adesso amava New York perché significava sfilate, un internato a Vogue.com e un coinquilino un po' isterico, studente di Medicina alla NYU.

Si fiondò subito sotto la doccia, approfittando dell'assenza dell'altro ragazzo.

Kurt aveva odiato il Suricata per quasi tutto il proprio ultimo anno di liceo. Adesso, invece, aveva imparato a voler quasi bene a Sebastian. Sebastian e basta.

Aveva avuto la possibilità di scoprire tante cose di Sebastian.

Sapeva che faceva la doccia calda, quasi ustionante, e per questo Kurt metteva sempre la sveglia dieci minuti prima di lui. Perché aspettare che fosse Sebastian a farla per primo avrebbe significato trovarsi senza acqua calda.

Sapeva che il tesoro più grande di Sebastian era la macchinetta del caffè e che Kurt poteva usarla a patto che non dimenticasse mai mai mai  di togliere la cialda - che Sebastian si faceva spedire direttamente dall'Italia - dopo essersi fatto un espresso. Pena l'ira funesta del ragazzo.

Sapeva che Sebastian amava cucinare, che conosceva un numero infinito di piatti europei e che non avrebbe mai ammesso di essere troppo stanco per poterlo farlo.

Sapeva che a volte, entrando in casa, avrebbe trovato Sebastian addormentato sul divano, in una posizione improbabilmente scomoda, perché si era steso sul divano solo per un paio di minutie alla fine era crollato senza neanche accorgersene. In quei casi lui si dedicava alla preparazione della cena, in silenzio, e dopo aver mangiato, e aver tenuto da parte una porzione decisamente abbondante, avrebbe fatto rumore per far sì che Sebastian si svegliasse senza che fosse lui a doversene occupare.

Perché Sebastian era terribilmente indipendente e arrogante, odiava che gli altri lo aiutassero, ancor di più quando l'aiuto era evidente, e avrebbe preferito rischiare uno svenimento, causato dalla stanchezza, piuttosto che ammettere di fronte a Kurt che i tirocini lo sfinivano.

Kurt sapeva anche che Sebastian apprezzava di non dover preparare la cena, e che avrebbe mangiato volentieri gli avanzi di Kurt che “ne è avanzato un po' perché sono negato con le dosi, però a che ci sei puoi approfittarne se vuoi”.

Sapeva anche che entrambi avevano capito che quella di Kurt era solo una messinscena, che lasciava a Sebastian la possibilità di fingersi non umano. E che Sebastian, i quei momenti, lo guardava con l'espressione addolcita, che era il suo ringraziamento silenzioso.

Sapeva che Sebastian, nelle due settimane prima di un esame, diventava più scattante di una belva di fronte alla propria preda. Che non pensava più a mangiare, bere, dormire, fare qualsiasi cosa che non fosse studiare e bere il suo prezioso espresso. E in quei casi toccava a lui occuparsi di Sebastian, che era troppo concentrato sull'esame da sostenere per identificare l'atteggiamento di Kurt per ciò che era davvero: un'offerta d'aiuto.

Sapeva che se l'esame era andato bene avrebbe trovato Sebastian in casa, intento a cucinare qualche pietanza deliziosa, canticchiando qualsiasi cosa la radio mandasse in onda.

Quando un esame andava male, invece, Sebastian lo avvertiva con un sms e Kurt aveva il compito di fornirgli una distrazione e tirarlo su di morale, rigorosamente senza fargli capire che tutto quello era mirato a farlo sentire meglio.

Una volta Sebastian aveva avuto la febbre alta, e Kurt aveva trovato la casa silenziosa e le luci di qualsiasi stanza spente. Entrando nella camera di Sebastian aveva trovato il ragazzo rannicchiato sotto le coperte, tremante e febbricitante. Ricordava la stretta allo stomaco che aveva avvertito non appena aveva scorto il colorito pallido dell'altro, e l'affetto che gli aveva invaso il petto quella notte, mentre Sebastian tentava di dire a Kurt che non aveva bisogno di lui e che poteva benissimo andare a dormire e Kurt lo ignorava, continuando a rinfrescare la pezza che gli aveva messo sulla fronte, per fargli abbassare la temperatura.

Sapeva che prima di tornare a casa per il Ringraziamento, o per Natale, o per qualsiasi altra festa comandata, avrebbero fatto una cena solo loro due, per festeggiare da soli, e che si sarebbero scambiati sguardi furtivi e sorrisi imbarazzati.

Sapeva che ogni volta che si sfioravano, ormai intenzionalmente più che per sbaglio, sentiva una scossa scuoterlo e che il suo stomaco provava a fare un paio di capriole.

Kurt sapeva che Sebastian stava per tornare a casa e di aver appena appeso il vischio sopra la porta d'ingresso.

Sentì la chiave girare nella toppa e si affrettò verso la porta, fermando  Sebastian proprio sotto la cornice in legno.

Sebastian gli rivolse uno sguardo interrogativo e Kurt gli sorrise, indicando con un dito il vischio sospeso sopra le loro teste.

Kurt sapeva che le labbra di Sebastian erano carnose e leggermente screpolate.

Sentì il tonfo dei pacchi di Sebastian, lasciati cadere con poca grazia sul pavimento.

Sapeva che Sebastian gli stava toccando i capelli alla base della nuca e che quei brividi che sentiva non avevano nulla a che fare con il freddo e i capelli ancora umidi dalla doccia.

Sebastian dischiuse le labbra e Kurt riconobbe il sapore di zenzero che inondava la bocca dell'altro.

“Buon Natale 'Bas” gli sussurrò sulle labbra.

Sapeva che il sorriso che gli stava rivolgendo Sebastian era una delle cose più belle al mondo, e che era il regalo più grande che potesse arrivargli quell'anno.

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N.d.A.: come sempre nella mia testa era molto più bella e poetica, però credo che dovrò accontentarmi di averla tirata fuori così. L'idea mi è venuta mentre ero sotto il getto caldo della doccia. E' il mio modo per fare tanti auguri di buon natale a chiunque bazzichi ancora in questo fandom :)

 

   
 
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