Prologo.
Bonnie McCollough entrò
nella bottega e si chiuse la porta alle spalle, guardandosi attorno
silenziosamente. I suoi occhi color cioccolato si soffermarono per qualche
istante sul disordine che regnava nella stanza, ma resistette all’impulso di
riordinare e si affrettò verso la stanza attigua, dove dormiva da sola da
quando sua sorella Mary si era sposata.
Era piccola e buia, illuminata solo dalla flebile
luce che penetrava dalla piccola finestrella tagliata nella parete di legno,
arredata unicamente con un giaciglio che non si poteva certo definire letto e
una piccola cassapanca in cui la ragazza teneva la biancheria e il suo vestito
buono, ma per Bonnie era un rifugio e vi si sentiva al sicuro, protetta.
Si inginocchiò davanti alla cassapanca, la aprì e
tirò fuori tutto ciò che conteneva, poi si sporse fino a toccarne il fondo. Con
una leggera pressione fece scivolate via la sottile placca di legno, rivelando
diversi sacchetti di stoffa accuratamente sistemati. Ne aprì uno e tirò fuori
una leggera catenina d’oro dalla tasca dell’abito sdrucito. Osservò per un
istante il ciondolo d’oro, incantata: aveva la forma di una rosa e le piaceva
molto. Il fatto di non potersi permettere gioielli non le era mai pesato, non
le interessava. Avrebbe preferito potersi comprare dei romanzi, invece che dei
gioielli, ma avrebbe davvero desiderato quella collana. Ovviamente, però,
sapeva di non potersela permettere, così la lasciò scivolare nel sacchetto e lo
ripose con cura tra gli altri, contandoli con un sorriso soddisfatto sul viso a
cuore.
Erano sufficienti. Era quasi un anno che si dava da
fare per mettere da parte quella piccola fortuna, cinque sacchetti piedi di
monete e qualche gioiello in puro oro. Ogni settimana aveva messo da parte una
parte della sua paga, abbastanza piccola perché suo padre non se ne rendesse
conto ma sufficiente a mettere da parte la quantità d’oro necessaria a pagare
il Tributo.
Da un tempo immemorabile la città di Fell’s Church
era sotto la protezione e il controllo dei Conti Salvatore. Nessuno li aveva
mai visti di persona: vivevano in un castello nel pieno della foresta di
Ardensen e l’unica prova della loro presenza erano le carrozze degli ospiti che
a volte arrivavano dalla capitale. I Salvatore, a quanto Bonnie ricordava,
avevano restituito le visite solamente due volte e l’intera città aveva parlato
per settimane della loro carrozza nera e argentata che aveva percorso a tutta
velocità le vie di Fell’s Church, trainata da un grosso stallone d’ebano.
Nonostante la loro presenza avvolta nel mistero,
svolgevano bene il loro compito. I briganti che giungevano alla città fuggivano
in un baleno e nessun esercito aveva mai osato provare a passare nei dintorni
di Fell’s Church. E il prezzo della loro protezione era ragionevole: ogni due
settimane richiedevano un tributo alla città, che veniva pagato ogni volta da
una famiglia diversa, a turno.
Non era un problema, per la maggior parte delle
famiglie: non era una tassa molto alta e ogni nucleo familiare doveva pagarlo
meno una volta all’anno. Per i McCollough, però, era
più difficile. Fino a due anni prima non avevano avuto alcuna complicazione. La
bottega andava bene, era l’unica in città e tutti si rivolgevano al signor McCollough quando avevano bisogno di oggetti in ferro. Poi,
però, la madre di Bonnie e Mary si era ammalata e quando era morta tutto era
precipitato.
La porta della bottega si aprì e si chiuse con un
botto, facendo sobbalzare Bonnie. Sentì i passi di suo padre e, rapida,
risistemò alla bell’e meglio la cassapanca, poi uscì dalla stanza.
Per un istante sentì il nodo alla gola che ormai le
era diventato famigliare. Deglutì, osservando John che barcollando si lasciava
cadere sulla sedia, una bottiglia di vino ormai praticamente vuota stretta in
mano. Suo padre era stato un uomo buono, chiuso in sé stesso ma davvero
innamorato della moglie. Era serio e dedito al lavoro, o almeno lo era stato:
Bonnie lo ricordava molto diverso dall’uomo che aveva davanti in quel momento,
con gli occhi arrossati, il viso rubicondo e le macchie di vino rosso sul
gilet.
-Perché c’è questo disordine?- domandò l’uomo con
voce impastata –Cosa fai lì impalata? Vai a prendere il pane.-
Bonnie si morse il labbro, voltandosi per nascondere
le lacrime, e afferrò il suo vecchio mantello. Lo indossò e uscì, sforzandosi
di non pensare a suo padre e di concentrarsi sul fatto che era riuscita a mettere
da parte il necessario per pagare il Tributo.
Fuori casa inspirò profondamente, lasciando che
l’aria fredda di novembre asciugasse la lacrima solitaria che era sfuggita al
suo controllo. Aveva i soldi per il Tributo e, per il momento, doveva essere
felice per questo.
Non poteva pretendere troppo, questo l’aveva imparato
da diversi mesi. La figlia dell’ubriacone del villaggio non poteva aspettarsi la
felicità: doveva limitarsi a cavarsela, giorno dopo giorno, e per quella
settimana tutto sembrava essere apposto.
_______________________Nota di Jane
Piccolo regalo
di Natale, il prologo della mia prossima long. La priorità è “Il Corvo e la
Rosa” e finché non sarà completata non ci saranno aggiornamenti regolari di
questa, ma volevo lasciarvi il primo capitolo per sapere cosa ne pensate e come
regalino di Natale per questa folle comunità Bamon :P
Quindi buon
Natale a tutte voi <3
Fatemi sapere
cosa ne pensate, ovviamente!!
Baci natalizi,
Jane