Capitolo 1
Sola.
Sono di nuovo sola.
Eppure ancora non
riesco a liberarmi dalla sua morsa - stretta, opprimente, ma anche tanto
familiare ed unica - che circonda il mio cuore.
Però, chissà io l'avrò mai
questro cuore?
Fino ad ora mi sembra proprio di no, visto tutto il male che
ho procurato a chi ha cercato di toccarlo.
Vero Shin?
Ren si
trovava davanti alla camera 312. Fece un tiro della sua seven star e bussò due,
tre volte alla porta.
"Reira, sono ren, posso entrare?"
Dopo qualche
secondo il chitarrista udì un flebile "avanti" quindi aprì la porta bianca dal
pomo color oro. Alla sua vista comparve un' esile sagoma, contornata da lunghi
capelli mossi che, appoggiata sul tavolino, contemplava dall' alto la vita
movimentata della capitale inglese.
" Ti godi il panorama eh?"
Cominciò
Ren avvicinandosi, ma si bloccò alla vista di un bicchiere che conteneva 2
cubetti di ghiaccio ed un dito di liquido color rame.
Vicino ad esso vi era
una bottigla scura, sulla quale un' etichetta l'identificava come
buborn.
"Reira! Da quando bevi?!"
La riccia girò il volto verso di lui,
come se si fosse accorta solo ora della presenza del ragazzo; aveva il volto
bagnato dalle lacrime.
"Scusami Ren. Non volevo che mi vedessi in questo
stato"
Cominciò lei stropicciandosi gli occhi tra i singhiozzi.
Li aveva
visibilmente rossi ed iniziavano a fargli male.
"Non dire
scemenze"
Replicò lui afferrandola per i polsi.
Vederla in quello stato
gli faceva male, anche perchè loro due si assomigliavano, e senza Nana, reira
era il suo unico appiglio.
"Avanti, vieni su"
Continuò traendola a
sè.
Sentiva i morbidi riccioli solleticargli gli avambracci mentre sollevava
l'esile figura che non dava segno di collaborare.
"No Ren, lasciami
perfavore"
Sussurrò lei tenendo il capo chinato, impedendo al chitarrista di
guadarle il volto.
Non voleva far soffrire anche ren, non voleva più far
soffire qualcun' altro a causa del suo egoismo
Riprese a singhiozzare in modo
irregolare, cercando di risedersi, ma Ren la tratteneva.
"Dai hai bisogno di
cambiare aria, usciamo da qui"
Propose lui con un tono più dolce,
asciugandogli le lacrime.
Così, dopo uqalche minuto Reira si mise un cappotto
color panna una scarpa bordeaux e dei guanti neri per poi uscire dalla stanza
seguita da Ren.
Quest' ultimo si accese un' altra sigaretta osservado l'amica
che gli camminava affianco.
I tacchi degli stivali riecheggiavano a contatto
con il marmo freddo e liscio del pavimento mentre lui stava comodo con i suoi
anfibi.
Dove mi stai portando Ren?
Vorrei trovarmi in un luogo immerso
nella luce, che emana calore, per perdermi in quel paradiso e dimenticare ogni
cosa, ogni volto, ogni luogo.
Starei con gli occhi chiusi ed ascolterei il
silenzio, o la mia voce che intona lente melodie.
E' bello affinare i
sensi.
Me lo ha insegnato Yasu sai?
No. Non dovevo bere il burbon.
Non
devo pensare a Yasu.
Vorrei tornare bambina. Vorrei papà.
Alla fine del
largo corridoio i due incontrarono Mari, l'assistente personale di Reira che è
sorpresa nel vedere la cantante vestita per uscire ed in compagnia di
Ren.
"State uscendo?"
Chiese coresemente facendo un sorriso
"Si, porto
Reira a fare un giretto qui in giro"
"ah, perchè Takumi voleva parlare del
lavoro di domani.."
"Beh, se il lavoro è di domani ce ne occuperemo domani
no? Ora noi andiamo. Vieni Reira."
La ragazza fece un piccolo cenno a Mari e
seguì Ren verso l'ascensore.
Non voleva parlare di canto, non voleva vedere
Takumi e sopratutto non voleva sentire paragoni con i Blast.
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