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Autore: Chara    27/12/2012    6 recensioni
C’era una volta… No, così non va proprio. C’era una cazzo di volta il rock. Sì, decisamente molto meglio. Il rock è sempre stato una ragione di vita, per coloro che ci credevano davvero. Era qualcosa che faceva vibrare il cuore e le ossa e ricordava alla gente che sapeva sentire non soltanto con le orecchie che si poteva essere fottutamente vivi anche solo ascoltando un suono. Eppure non era solo un suono, era pura anima, l’espressione più sincera di coloro che la lasciavano fluire dalle proprie mani. I musicisti consideravano i propri strumenti come una parte di loro, come un’estensione del proprio corpo, e nessuno sapeva meglio di essi quanto il rock n’ roll fosse uno stile di vita, una religione. Un motivo per continuare a fare ciò che facevano e per crederci ancora.
Beh, quasi nessuno. C’erano loro. Sì, loro… le groupie.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 26


 

Dopo quel breve momento di complicità con Gilda, che probabilmente entrambe speravano non durasse troppo a lungo, e dopo essersi assicurate che Kara avesse desistito dal suo folle progetto di imbarcarsi con loro alla ricerca di un amore che non avrebbe mai trovato, Angie decise che sarebbe andata a parlare con Izzy per sapere che diavolo si fossero detti quei due per sconvolgere la piccola rossa fino a quel punto.

Se la prese con calma, stremata dalla conversazione appena avvenuta con quella ragazza e, soprattutto, da tutte le cose che aveva ammesso.

Innamorate. Innamorate di loro.

Si diede uno schiaffo in volto neanche poi così leggero, mentre aspettava che l’ascensore arrivasse a piano terra per portarla nelle stanze dei ragazzi. Non aveva più dodici anni, poteva anche smetterla di prendersi per il culo da sola e dire al mondo che il suo rapporto con Slash era solamente dettato da una perfetta chimica. Nessuna perfetta chimica l’avrebbe ridotta a perdere cinque chili in due settimane e nessuna perfetta chimica le avrebbe tolto il sonno, il sorriso, il pepe e anche la voglia di vivere. No, ok, quella ce l’aveva ancora, ma solo perché doveva fare il culo a Izzy e guardare male Slash fino a Los Angeles. Poi chissà. Ma la realtà rimaneva sempre quella che aveva ammesso poco prima: lei era terribilmente innamorata della sua rockstar.

E fanculo se non se la sbatteva più, fanculo a tutto. Lui sarebbe sempre rimasto la sua rockstar.

Dio, quanto era altalenante il suo umore? Fino ad un momento prima si era sentita uno schifo, un pezzo della tappezzeria muffa e sporca che ornava le pareti di quell’albergo, solo per quel breve contatto con Slash che l’aveva praticamente calpestata. E in quel momento, dentro di sé, sentiva quasi di poter rivendicare ancora qualche cazzo di diritto su di lui solo perché aveva ammesso di provare un fottuto tipo di amore nei suoi confronti. Ma come osava?

Si guardò allo specchio dell’ascensore: dire che lo amava era come pretendere di frapporsi tra lui e la sua chitarra? Tra lui e la sua musica? Aveva sempre pensato così.

Chissà, forse il punto era solo essere a conoscenza dei limiti, del fatto che quelle sei fottute corde sarebbero sempre state al primo posto. E andava bene così, le era sempre andato bene. Anzi, era così che doveva essere e come lei stessa voleva che fosse. Non poteva saperlo con certezza, ma se non ci fosse stata quella musica e quei polpastrelli sempre pieni di tagli a suonare e a farle vibrare corpo e anima, forse non sarebbe nemmeno stata la stessa cosa. Lei non sarebbe stata la stessa.

- Che faccia – mugugnò Steven con un’espressione terribilmente addormentata, trovandosi davanti Angie quando le porte dell’ascensore si aprirono.

- Stavo pensando a cose complicate – sogghignò la groupie, sorpassandolo con una pacca sulla spalla – E poi non è che la tua sia molto meglio –

- Io ho scopato tutta la notte –

- Ma non dire cazzate! Slash ti avrebbe sbattuto fuori a calci nei coglioni –

- Saul si è rammollito, ultimamente – le disse il batterista, lanciandole un’occhiata indagatrice da sotto il ciuffo biondo che riusciva ad essere cotonato anche dopo sei ore nel letto, andando contro ogni logica – Tu ne sai nulla? –

- Affatto – rispose pacata – Se cerchi la tua ragazza è giù nel parcheggio che fuma come una ciminiera –

Steven fece per risponderle, sbarrando gli occhi. Sapeva già cosa voleva dirle, voleva blaterare cose tipo che Gilda non era la sua ragazza e minchiate del genere, ma l’ascensore si chiuse davanti alla sua faccia, rischiando anche di prendergli in mezzo il naso, così Angie si limitò a ridacchiare e a salutarlo con la mano.

Non era di così buon umore, in realtà. Però Steven ispirava sempre un sacco di risate, ed era anche facile prenderlo per il culo perché era troppo rincoglionito e addormentato per rispondere a tono, così ne aveva approfittato. Aveva ancora il sorriso sulle labbra quando Slash uscì dalla sua camera e se la trovò davanti. Non si era preso la briga di rivestirsi e, a quanto sembrava, non si sarebbe nemmeno preso la briga di guardarla in faccia.

- Slash, senti… – provò a dirgli, cercando con gli occhi il suo viso che, maledizione a quei capelli, non riuscì a vedere per bene. Di certo non le sfuggì il suo naso e le sue labbra carnose frementi per la fatica di mantenere un’espressione neutra, ma i suoi occhi… beh, quelli no. Era chiedere troppo.

- Ho da fare, non ora –

Però… le aveva anche risposto. La cosa aveva dell’incredibile. In ogni caso si defilò prima che potesse aprire di nuovo la bocca. Aveva paura di lei? Non lo sapeva nemmeno lui, probabilmente. Era solo un maledetto cazzone e la groupie si odiò per averlo cercato ancora una volta, per aver ceduto lei per prima esattamente come ogni fottuta volta in cui passava le ore con gli occhi puntati sulla sua figura. Diceva a se stessa e agli altri che lo faceva solo per fargliela pagare, per fargli vedere che lei era forte e stava bene anche senza di lui.

Ma la verità era che lei non stava affatto bene senza di lui, in quei rarissimi momenti in cui le rivolgeva la parola si sentiva quasi rinascere e poi crollava di nuovo con il culo per terra quando capiva che non avrebbe funzionato, che avrebbe fatto di nuovo lo stronzo e sarebbe tornato nel suo guscio senza lasciarle nemmeno uno spiraglio.

Eppure, porca puttana, se anche lui si rintanava in camera e non usciva a bere, scopare e fare risse allora perché faceva così tanto il sostenuto? Se avevano dei problemi perché non ne parlavano? L’avevano sempre fatto, cosa c’era di così grosso quella volta?

- Che faccia – la apostrofò Izzy, appoggiato con i fianchi al davanzale della finestra, quando Angie entrò nella camera di cui si era appena riappropriato.

- È la stessa cosa che mi ha detto anche Steven e, guarda caso, entrambi avete la stessa espressione rincoglionita di chi non potrebbe proprio permettersi di parlare –

- Sei acida, amore – sogghignò andandole incontro. Le passò le mani sulle braccia, come faceva sempre. Quando la vedeva sembrava sempre volerla riscaldare, come se avesse freddo. Ed era sempre la solita storia: lei aveva freddo dentro.

- Sono incazzata per come hai stravolto quella piccola Kara – sibilò puntando gli occhi nei suoi.

Izzy irrigidì la schiena, allontanandosi da lei per accasciarsi per terra, di fianco al fodero della sua chitarra. Lo aprì e, infilando la mano in una taschina interna praticamente invisibile, estrasse una siringa usata.

- L’hai vista, no? – le disse, giocando con l’ago come se fosse stato qualcosa di completamente innocuo – Era così bella… e fragile. Mi ha detto di non avere nemmeno diciassette anni. Io ne ho venticinque, Angie. E sono un fottuto tossico e se le avessi permesso di venire con noi l’avrei distrutta –

- Ti sei affezionato così tanto in una notte, Izzy? – gli domandò Angie, prendendogli di mano la siringa per riporla al sicuro nel suo nascondiglio. Si sedette sul pavimento insieme a lui, sulle sue ginocchia, e gli circondò il collo con le braccia. Lo obbligò a posare la testa nell’incavo della sua spalla e lo cullò per qualche minuto.

- Quegli occhi… era così ingenua, mi ricordava disperatamente una bambina. E me la sono scopata… dio, sono un porco. Non era nemmeno ubriaca -

- Voi uomini avete il vizio di sottovalutarci – sorrise la groupie, parlando con le labbra sulla fronte della rockstar – Lei sapeva quello che stava facendo, era disposta a correre ogni rischio possibile se tutto ciò avesse comportato starti affianco. Io lo so che cosa si prova quando vedi qualcuno solo attraverso uno schermo grande come un tombino oppure su un giornale dalla carta patinata e poi… riesci a trovartelo davanti. Tu non lo sai cosa ti esplode dentro, Izzy. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per te, se solo glielo avessi permesso –

- Angie, io… - alzò lo sguardo, lasciando che la groupie carezzasse con un sorriso amaro i pesanti solchi violacei sotto i suoi occhi – Tu eri diversa, sei sempre stata più forte. Persino di Gilda e di Jen. Kara è fragile… la spezzerei, la sporcherei. Non sopporterei che degli occhi così si circondassero delle stesse occhiaie che stai toccando ora -

- Prima di tutto non sono più forte di loro, ho finto di esserlo per troppo tempo e ora ne sto pagando le conseguenze. E, comunque, forse avrebbe potuto aiutarti a ripulire il tuo cervello da quella merda che ti spari in vena – aveva iniziato il suo discorso con amarezza per poi finire determinata e furiosa verso quella fottuta eroina che stava distruggendo tutto. Lei stessa si era fatta a volte, ma non avrebbe mai perso l’indipendenza in favore di qualcosa che chiudeva fuori i problemi per due ore. Si sarebbe accontentata di essere stretta nelle braccia giuste.

- Lo sai che non ne ho la forza, adesso –

- Lo so – annuì piano, posandogli un bacio sulle labbra – Per questo l’abbiamo mandata via –

Avevano gli occhi lucidi entrambi, per motivi diversi ma forse più affini di quanto credessero. C’erano sofferenze che accomunavano anche gli animi più distanti. Eppure loro due erano sempre stati amici.

- Saresti la mia groupie perfetta – sospirò Izzy, rompendo il silenzio dopo un lungo momento.

- L’ho già sentita questa – ridacchiò in risposta, per poi sfidarlo e alleggerire l’atmosfera - E perché no? –

- Perché Slash… -

- Cazzate, Slash non c’entra. Semplicemente non c’è intesa sessuale tra noi –

- Piccola, sono un uomo – il chitarrista alzò lo sguardo, ammiccando nei suoi confronti mentre tentava di abbozzare un sorriso - Non mi ci vogliono i ricci lunghi e selvaggi per farti arrapare –

- Questo lo dici tu –

- Proviamo – la sfidò, baciandola di nuovo e più profondamente.

Angie strizzò gli occhi, muovendo la lingua insieme a quella di Izzy. Non sentiva niente. L’amicizia con Izzy era troppo diversa da quello che la legava a Slash.

E se… non fosse più riuscita ad amare qualcuno, dopo di lui?

Il loro bacio fu interrotto da qualcosa che andava in pezzi, ed entrambi scattarono in piedi quasi contemporaneamente. Una tazza di porcellana giaceva a terra, contro il muro macchiato di caffè. Probabilmente corretto. E Slash se ne stava andando a passo di marcia.

- Slash – gemette la groupie, sentendosi scivolare tutto dalle dita. Gli corse incontro, prendendolo per un gomito e obbligandolo a voltarsi proprio mentre lui varcava la soglia della sua stanza. Ma non si aspettava quello sguardo gelido e furioso. Si aspettava la solita indifferenza, era abituata a quella e sapeva come farsela scivolare addosso, più o meno.

Ma quello… non gli era piaciuto vederla con Izzy, gli aveva promesso che non avrebbe mai più fatto nulla con nessuno dei suoi compagni ed era come se l’avesse tradito. Ma era stato solo un bacio, un bacio e per di più per scherzo. E loro due non si parlavano più, non si toccavano da settimane. Aveva ancora dei diritti su di lei? Voleva averne?

- Lasciami – le disse a bassa voce, la gola che quasi tremava per la furia repressa che stavano sopportando le sue corde vocali.

Angie obbedì subito, come se si fosse scottata. Dai suoi occhi sgorgavano lacrime a fiotti, ormai nemmeno se ne vergognava più.

E quando Cooper aprì la porta della sua stanza, invitandola all’interno, non vide motivo per dirgli di no. Dopotutto, non aveva niente da perdere.



*



Nessuno dovrebbe pubblicare capitoli tristi sotto natale, visto che già l'atmosfera non è il massimo (disse il Grinch xD ma ognuno ha i suoi difetti xD). Però ci voleva, quindi vi tocca. Il prossimo capitolo arriverà prima della fine della settimana... penso sabato, giusto perché mi sono rotta di vedere 'sti due pugnalarsi tra le scapole e voglio velocizzare il tutto. Nulla, vi ringrazio per tutto il ringraziabile e spero che non abbiate mangiato troppo u.u A presto :3

Giuggi

   
 
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