Cantano in coro i fratelli capitali, in una vorticosa danza senza fine. Tentazione e ignominio, qual sublimità! Quale ancestrale armonia!
Ecco sorella Superbia, la più magnificente della famiglia: in lei riluce la scintilla più nera della creazione, il più grande capolavoro del male! Saccenteria, arroganza, sprezzo: suoni così delicati e così forti! Il male che fa grande l'uomo lo conduce alla rovina. E chi fa piccolo là in fondo? E' Accidia, che di grandezza ne rifiuta persino l'accezione. Oh delizioso torpore! In un quieto e sonnolento vivere mi lasci riposare, senza pretendere nulla da me: la tua inerzia mi appaga oltre ogni dire.
Gola, a te devo la gioia nel vivere, il piacere più grande: il gusto tu esalti e soddisfatto mi rendi. Possa tu regnare sul mio cuore negli anni a venire. Avarizia, di te non canterò che il minimo necessario: vecchia calva e rinsecchita, così avvinghiata ai propri averi! Ancora non cogli la luce del vero peccato, la tentazione del vero male. Invidia, Ira, Lussuria, danzate, cantate! Tre diaboliche gemelle, dell'animo usurpatrici: tentatemi oltre ogni dire, poiché di voi non s'è mai sazi! L'Invidia ci rende forti, l'Ira terribili e la Lussuria diabolici! Ballate assieme a me e fatemi udire la dolce musica dell'universo, l'insita nota dell'umano esistere. Ecco dell'ombra i messaggeri, della carne i cantori! Vincolati a loro nel profondo ci accompagnano, silenti negli anfratti del nostro cuore: in attesa attendono, le nere fauci spalancate.
Prendetemi, io sono qua!
Fatemi vostro! Poiché senza di voi nulla esisterebbe e nulla diverrebbe.