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Autore: Mrs Teller    28/12/2012    10 recensioni
Ma a te non interessa: ormai hai chiuso con Sherlock Holmes e ti sei ripromesso di non fargli di nuovo spazio nella tua vita, no? E’ quello che hai appena deciso ed è quello che gli hai urlato in faccia per più di un’ora: non ti voglio più, vattene via.
E allora perché la tua vista si è annebbiata? Perché ti manca l’aria e hai l’impressione di avere un cappio stretto intorno al collo? Perché il cuore ti martella così forte nel petto che temi possa sfondarti lo sterno e cadere a pezzi davanti a te? Perché le ginocchia ti tremano e la gamba ti fa così male che vorresti metterti a piangere e urlare senza ritegno?
Perché?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ispirata da questa fanart, non so sinceramente da dove mi sia uscita questa cosa. Non è betata, quindi perdonate eventuali errori. Il titolo ovviamente si riferisce alla canzone di Elton John.
 
 
Non riesci a credere di averlo fatto. Non riesci a credere a nulla di tutto ciò che è successo nelle ultime due ore della tua vita. Ti guardi intorno smarrito nel soggiorno di quello che è il tuo appartamento da più di due anni e ripercorri con la mente gli eventi che hai appena vissuto, come se li stessi proiettando a rallentatore su uno schermo e li stessi guardando da fuori perché no, non è possibile che siano capitati a te, ti rifiuti di credere che sia vero ciò che ti è appena capitato. Se solo la porta semi socchiusa del bagno e il rumore soffuso dell’acqua che scorre all’interno della doccia non ti confermassero che è tutto vero, penseresti di essere semplicemente impazzito e di aver avuto un’allucinazione. Invece quel rumore alieno e che non ti appartiene sembra volerti sbattere in faccia con violenza che Sherlock è tornato, è vivo e vegeto e adesso si sta facendo la doccia nel tuo bagno come se fosse la cosa più normale del mondo.
Tre anni.
Tre fottutissimi anni durante i quali Sherlock ti ha avvelenato la vita con la menzogna, ti ha fatto a brandelli il cuore buttandoti addosso un dolore così grande che ancora fatichi a credere di non essere impazzito quando hai dovuto fare i conti con gli incubi ricorrenti e il suo sangue rosso vivo che invadeva ogni santa notte le pareti del tuo cervello e della tua anima.
Ti sei rimesso in piedi per miracolo, non sai neanche tu come ci sei riuscito, eppure sei stato capace di ricostruirti una sorta di patetica vita fatta di un lavoro che ormai è solo routine, e non più la missione che ti sentivi dentro le ossa, ma soprattutto una vita fatta di relazioni occasionali mordi e fuggi priva di vero coinvolgimento emotivo. I tuoi sentimenti e le tue emozioni sono andati in pezzi insieme al cranio e alla materia cerebrale di Sherlock quel giorno sul marciapiede davanti al Bart’s, e da allora non sei più stato capace di provare alcuna vera pulsione che esuli dai normali bisogni fisiologici. Niente felicità, niente serenità, addirittura niente rabbia: solo una totale anestesia della tua anima ferita e dilaniata.
 
Poi Sherlock ti è comparso davanti come se fosse appena tornato dal regno dei morti e tu ti sei limitato a fissarlo per lunghissimi istanti, chiedendoti se davvero non fosse il caso di andare da un bravo psicologo perché mai prima d’ora in vita tua avevi avuto un'allucinazione così nitida e vivida, parlante addirittura. Quando si è avvicinato, il velo di shock in cui ti aveva avvolto è andato in pezzi e ha lasciato il posto alla rabbia: ribollente, dirompente, corrosiva come acido nelle tue vene e così acuta che senti il cuore punto da un ago bollente. Per la prima volta dopo tre anni sei tornato a provare qualcosa, anzi no molto più di qualcosa: sei tornato a provare un'emozione così travolgente da non riuscire a tenerla sotto controllo, e ancora una volta il merito è stato di Sherlock Holmes.
Gli hai urlato contro tutto il tuo disprezzo e il tuo dolore, impedendogli quasi di spiegarti le sue ragioni e cosa abbia fatto in quell’interminabile lasso di tempo, e lo hai addirittura preso a pugni sul viso per almeno un paio di volte. Non ti sei fermato a guardare il suo incarnato più pallido del solito, le sue guance scavate e la pelle tirata, gli occhi febbricitanti quasi e i capelli scarmigliati e sporchi di fango così come il cappotto e buona parte delle mani; non ti sei fermato a guardare i segni violacei intorno ai suoi occhi né hai prestato attenzione al rivolo di sangue che gli macchiava la pelle candida al di sopra dell’occhio sinistro, a metà strada tra la tempia e il sopracciglio. No, eri troppo occupato a inveirgli contro e spaccargli il labbro inferiore con un pugno per preoccuparti della sua angoscia e delle sue pessime condizioni fisiche.
Non ti ha neanche chiesto scusa il bastardo, ed è questa la cosa che più di tutte ti ha mandato in bestia dando carica al tuo pugno sinistro e lasciando che si abbattesse con forza su quelle labbra che sembrano essere state disegnate direttamente da Dio in persona. Strano come, anni prima, tu abbia accuratamente evitato proprio le zone che ora hai colpito con violenza, godendo anche nel vedere le abrasioni e il rosso vivo del sangue macchiare quel viso così amato e così rimpianto. Lui non ha fatto una piega quando lo hai picchiato, anzi se possibile l’espressione sul suo viso si è fatta ancora più pietosa, ma ha continuato imperterrito a spiegarti dei cecchini, dei tre proiettili che Moriarty aveva in serbo per te, Greg e Mrs. Hudson, di come fosse assolutamente necessario che tu non sapessi nulla del suo finto suicidio perché sei un pessimo bugiardo e la cosa ti avrebbe esposto al pericolo, ti avrebbe messo esattamente sulla linea di fuoco e lui non se lo poteva permettere perché aveva bisogno di saperti al sicuro e protetto per fare ciò che doveva fare.
Un enorme pacco di stronzate.. Ecco cosa ti sono sembrate le sue parole e l’unica cosa che forse avrebbe potuto placarti un po’ non è uscita dalle sue labbra, come se la parola scusa fosse la più difficile da pronunciare per Sherlock Holmes, genio infallibile..
Sorry seems to be the hardest word recita una canzone, e mai hai trovato quelle parole più dolorosamente vere: davanti alle sue patetiche spiegazioni, ti chiedi ancora come faccia a non capire tutto il dolore che ti ha causato e come possa pretendere di ricomparire nella tua vita così, da un momento all’altro, e aspettarsi che tutto torni com’era prima.
 
La verità è che tu non lo vuoi più nella tua vita e glielo urli in faccia con prepotenza scuotendo il capo davanti alle sue proteste: non lo vuoi dentro casa tua neanche un minuto di più, sei fermamente convinto che non ci sia più posto per un bastardo mentitore nella tua vita quindi gli indichi semplicemente la porta e ignori il suo labbro inferiore tremante e i suoi occhi quasi disperati. Ignori le sue implorazioni e scuoti il capo senza dargli possibilità di replica: ha giocato con la tua vita e tu non ti puoi permettere che accada di nuovo, non ti puoi permettere di riaccoglierlo nel tuo cuore e lasciarglielo nuovamente tra le mani, pronto per essere spezzato ancora alla prima occasione in cui reputerà che la tua presenza non sia richiesta. Vuoi semplicemente che se ne torni da dove è venuto e ti lasci in pace, perché non hai alcuna intenzione di mandare all’aria quel poco di serenità che hai ritrovato, quindi gli urli di nuovo di andarsene e chiudi orecchie, cuore e cervello a ogni altro stimolo proveniente da lui.
E’ allora che ti chiede se può quanto meno farsi una doccia per lavare via il sangue e lo sporco, e la cosa non fa altro che farti incazzare di più perché sai che quello è un patetico tentativo di rubarti altri 30 minuti di vita e tu non gli vuoi concedere neanche quelli, perché non se li merita: riesci a leggergli negli occhi il disperato desiderio di restare ancora accanto a te per un altro po’ di tempo, non gli importa quanto, ma sai che lo vuole e non vuoi dargli quella soddisfazione. Non vorresti dargli quella soddisfazione, ma ti basta sentire la sua voce baritonale spezzarsi in un sussurro incerto mentre te lo chiede per favore, osservare i suoi occhi smarriti come quelli di un cucciolo preso a calci, osservare le sue labbra aperte alla disperata ricerca di aria e le sue lunghe dita da violinista tremare leggermente per cedere. In fondo è solo una doccia, no? Cosa potrebbe farti da dentro il box doccia? Nulla, nulla che tu non voglia, e comunque non sei più in grado di dirgli di no perché gli hai detto più no quella sera che durante gli anni in cui siete stati coinquilini e amici e non vuoi negargli quanto meno quel gesto di pietà. Solo 30 minuti in più accanto a te: in fondo non ti sta chiedendo molto, ed entrambi sapete che quando si sarà chiuso la porta alle spalle tutto sarà finito. Quindi ti limiti a cedere ed annuire indicandogli la porta del bagno con un cenno della mano, dandogli le spalle perché hai paura che non potresti reggere lo smarrimento che gli annebbia lo sguardo. Non adesso, che hai deciso per entrambi di cacciarlo dalla tua vita.
 
Quando senti l’acqua della doccia che inizia a scorrere, è come se la rabbia fluisse via insieme a quel getto che non ti sta colpendo ma senti ugualmente addosso, come se ci fossi tu sotto la doccia e non lui, anzi come se fossi nella doccia insieme a lui. Se tu avessi messo in pratica ciò che Sherlock ha cercato di insegnarti per anni, avresti fatto caso fin da subito ai dettagli e avresti capito immediatamente che la prima cosa che Sherlock ha fatto una volta terminata la sua missione è stato tornare da te: sporco, infangato, provato e insanguinato, lui è tornato da te. Se tu avessi avuto la forza e il coraggio di osservare il suo sopracciglio tagliato, o i suoi ricci coperti di sporcizia così come gli abiti, avresti realizzato che per davvero tu sei stato il suo primo, unico e solo pensiero e ha fatto esattamente ciò che ti ha detto, ossia tornare dalla persona più importante della sua vita fregandosene di tutto il resto. Lo realizzi ora e la consapevolezza ti colpisce la nuca con la forza di una sprangata di ferro, all'improvviso hai bisogno di appoggiarti con la mano mancina al bordo della poltrona per non crollare a terra miseramente, schiacciato dal peso di una verità che hai preferito fingere di non aver sentito e non aver colto in tutte le sue implicazioni. Ma a te non interessa: ormai hai chiuso con Sherlock Holmes e ti sei ripromesso di non fargli di nuovo spazio nella tua vita, no? E’ quello che hai appena deciso ed è quello che gli hai urlato in faccia per più di un’ora: non ti voglio più, vattene via.
 
E allora perché la tua vista si è annebbiata? Perché ti manca l’aria e hai l’impressione di avere un cappio stretto intorno al collo? Perché il cuore ti martella così forte nel petto che temi possa sfondarti lo sterno e cadere a pezzi davanti a te? Perché le ginocchia ti tremano e la gamba ti fa così male che vorresti metterti a piangere e urlare senza ritegno?
Perché?
Perché stai soffrendo come quando lo hai perso? Perché stai soffrendo più di quando lo hai perso?
La verità ti brilla sotto gli occhi più cristallina di un diamante: lo stai perdendo una seconda volta, ti stai lasciando sfuggire dalle mani il miracolo che così a lungo hai chiesto a Dio o chi per lui, lo stai buttando fuori a calci dalla tua vita e non te lo puoi permettere. Perderlo una volta è stato devastante, perderlo una seconda volta vorrebbe dire uccidersi con le proprie mani e solo ora lo realizzi, ora che si sta facendo quella doccia che nemmeno volevi permettergli di farsi.
Solo ora capisci il vero motivo per cui ti ha chiesto di farsi quella doccia: non perché avesse davvero bisogno di un posto dove lavarsi e nemmeno perché voleva importi la sua presenza per l’ultima mezz’ora delle vostre vite, bensì perché voleva darti la possibilità di riflettere e ragionare lucidamente su ciò che stavi per fare e su come stavi per distruggere le vostre vite con le tue stesse mani. Non si è mai trattato solo del suo bisogno di stare nello stesso ambiente con te ancora un po’, si trattava di farti riflettere su ciò che gli hai detto e sulle conseguenze che il tuo desiderio di cancellarlo dalla tua vita avrebbe avuto, inesorabilmente.
Un sorriso tirato si dipinge sul tuo volto perché, per la prima volta nelle vostre vite, Sherlock Holmes è stato più bravo di te nella sfera dei sentimenti e ti ha battuto, ti ha dato una lezione e ti ha permesso di capire che stavi facendo l’errore più madornale della tua vita a mandarlo via. Semplicemente perché non si può mandare via la persona che si ama con tutto se stesso, anche se ti ha mentito e ti ha fatto passare le pene dell’inferno per tre anni privandoti della tua anima. E’ qualcosa che non si può fare e te ne rendi conto solo adesso: non ti frega più un cazzo delle sue spiegazioni o delle sue mancate scuse, del dolore che ti ha arrecato e di quello che, potenzialmente, potrebbe ancora provocarti. L’unica cosa di cui ti importa è stringerlo tra le tue braccia e, che Dio ti perdoni per quello, fare l’amore con lui così a lungo da lasciarlo privo di forza e di sensi, permettendo ai tuoi sentimenti di esplodere e prendersi ciò che vogliono senza più problemi o tentennamenti.
 
Il tuo corpo agisce prima che la tua mente possa controllarlo e ti togli il maglione gettandolo a terra mentre percorri con passi rapidi e decisi il breve corridoio che ti separa dalla porta del bagno. Quando metti piede dentro la stanza, lui non si accorge della tua presenza e tu hai tempo di osservare il suo corpo nudo, magro e tonico, piegato in avanti come un giunco colpito dal vento e attraversato da spasmi che non riesci a classificare. Ti rifiuti di pensare che stia singhiozzando, ma le mani che gli nascondono il viso e l’acqua che non copre del tutto i suoi lamenti ti mostrano chiaramente che è così: Sherlock Holmes sta piangendo e lo sta facendo per te, perché lo hai cacciato via in malo modo privando anche lui, non solo te stesso, dell’unica persona che conti davvero.
Tutto quello è semplicemente troppo da reggere, ed entri nella doccia con una furia che non riesci a controllare e che gli scateni addosso stringendolo e sbattendolo con forza contro le piastrelle. Lui è così stupito che non oppone resistenza alcuna e si lascia manovrare come un pupazzetto inanimato, troppo convolto per bloccare le tue mani che si muovono avide sulla sua schiena e le tue labbra che stanno affondando nella pelle bagnata del suo collo. Fa appena in tempo a sussurrare un incerto John che diavolo.. ma non gli lasci finire la frase perché ti tuffi sulle sue labbra con rabbia, insinuando la lingua nel suo palato e mordendo il suo labbro inferiore ferito assaporando il gusto ferroso del sangue, sia quello rappreso sia quello fresco che gli stai facendo sgorgare affondando i canini in quel serico lembo di pelle. Lo schiacci meglio contro le piastrelle e ignori la fastidiosa sensazione della camicia appiccicata addosso e dei pantaloni che stringono impietosamente la tua erezione sveglia e pulsante nei boxer: potresti anche essere sotto una cascata adesso e la cosa non avrebbe per te alcuna importanza. Giochi avidamente con la sua lingua e insinui la mano dietro la sua nuca, affondando le dita tra i suoi capelli bagnati e attirandolo a te per rendere il vostro gioco di lingue e denti più profondo, più viscerale.
Quando ti stacchi per riprendere fiato lui ti guarda sconvolto, le sue dita che vagano timidamente sul tessuto ormai fradicio della tua camicia.
“John..”
“Sssh.. Va tutto bene Sherlock..”
Stavolta le vedi le lacrime: nonostante l’acqua continui a scendere impietosa sui vostri corpi allacciati, vedi chiaramente i suoi occhi tingersi del colore del sollievo misto alla sofferenza, e una patina liquida li avvolge lasciandolo per un attimo cieco.
“Scusami John.. Perdonami.. Non so se riuscirai mai a farlo ma se puoi ti prego, fallo..”
“Sta zitto Sherlock.. Ti ho perdonato nel momento esatto in cui ho messo piede dentro questo bagno.. Avremo tempo dopo di parlare, adesso semplicemente chiudi la bocca per un po’..”
Non hai modo migliore per chiudergli la bocca se non baciarlo ancora e ancora, strusciando il tuo bacino contro il suo e soffocando i brividi dovuti al contatto delle sue dita direttamente contro la tua pelle bagnata. Sei ancora vestito e lui è già nudo ed eccitato, ma pensi che a questa cosa metterete presto rimedio..
 
 
 
   
 
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