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Autore: Martinaa    28/12/2012    1 recensioni
Eccomi qui, mi chiamo Martina e ho 16 anni, vivo a Este un paesino nel Veneto. Come regalo de fine scuola i miei genitori mi hanno regalato tre biglietti per Londra dove potrò stare per ben due mesi, eccitata invito subito le mie due migliori amiche e partiamo subito.. Londra è da sempre il nostro sogno, ma ci aspetteranno parecchie avventure e disavventure in quella bella città, soprattutto faremo degli incontri alquanto interessati.. Buona lettura, spero vi piaccia! ^.^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passò così una settimana.
Iniziammo a prendere confidenza con Londra e tutto quello che la riguardava.
Ci eravamo promesse di no spendere tanto e di tornare a casa con poca roba, ma dopo solo una settimana eravamo già piene di tutte le cose possibili.
Un giorno decidemmo di andare in una discoteca che avevamo visto giorni prima.
Era un po’ distante dall’albergo, ma sembrava bella.
Noi non siamo tipe che vanno ogni sabato sera in discoteca, anzi, preferiamo andare in piazza con la amiche.. Ma eravamo a Londra signori, dovevamo pur divertirci cavolo.
Così quel giorno dopo cena iniziammo a prepararci.
Ci mettemmo tutte un vestito e un paio di tacchi: IO (http://www.polyvore.com/fanfic/set?id=66855666), TANIA (http://www.polyvore.com/orange/set?id=66856769) e ALICE (http://www.polyvore.com/pink/set?id=66857199).
Ci truccammo, ci pettinammo e TA-DA’, eravamo tutte bellissime e pronte; andammo là con un taxi, entrammo e.. Delusione, c’era pochissima gente.
Subito pensammo che fosse un locale non molto frequentato, ma quando furono le undici e mezza iniziò a riempirsi di gente.
C’erano ragazzi dappertutto, uno più figo dell’altro, e ovviamente c’erano altrettante ragazze belle che gli giravano attorno; bevemmo qualche drink (non tanti da ubriacarci) e poi andammo in pista.
Dopo un’ora e mezza di ballo continuo avevo i piedi doloranti così andai a sedermi in una poltroncina del locale, alle due eravamo stanchissime e decidemmo di tornare in albergo, così andammo fuori a cercare un taxi ma.. Cazzo, in quella zona non ne passava neanche uno!
Come facevamo a tornare in albergo?!
Non sapevamo cosa fare, così, stanche e spaventate dovemmo avviarci a piedi, durante il tragitto parlammo per cercare di distrarci perché avevamo tanta paura.
Fortunatamente arrivammo sane e salve in albergo, appena entrammo in camera ci fondammo subito a letto perché stavamo crollando dal sonno.
Il giorno dopo ci alzammo tardi, mangiammo qualcosina e poi ci mettemmo sul divano a guardare la TV, stemmo in casa tutto il pomeriggio; dopo cena Tania e Alice vollero vedere Londra di notte, a loro piaceva molto, ma io non avevo molta voglia quindi restai in albergo.
Passò un’ora e inizia a pentirmi di non essere andata con le altre dato che mi stavo annoiando parecchio, così decise di uscire per andarle a cercare e unirmi a loro.
Mi infilai un paio di jeans stretti, maglia a maniche corte, cardigan, vans, borsa e uscii (http://www.polyvore.com/grey/set?id=66859739).
Tania e Alice avevano ragione: Londra è bellissima di sera.
Erano passate da poco le 22.30, tempestavo le altre di messaggi, ma non rispondevano e iniziai un po’ a preoccuparmi.
Improvvisamente mi ritrovai in una via di Londra che non avevo mai visto: era piccola, molto buia e  praticamente deserta perché in giro non c’era nessuno.
Ero immersa nei miei pensieri quando qualcosa mi fece sobbalzare, o meglio qualcuno.
Ero spalle al muro con davanti un uomo di 30 massimo 35 anni, mi aveva afferrata per il braccio tirandomi contro il muro all’inizio di un violetto secondario buio e pieno di bidoni.
Era ubriaco, lo si capiva dalla bottiglia di birra mezza vuota che aveva in mano e dall’odore che emanava aprendo la sua bocca.
X: ‘Hai voglia di divertirti un po’ bellezza?’
IO: ‘Toglimi le mani di dosso!’
X: ‘Dai, non voglio farti niente, voglio solo divertirmi!’
Iniziò a toccarmi le gambe mentre rideva,
Ero spaventata, non sapevo cosa fare, nella via principale non c’era nessuno.
< Toglimi le mani di dosso! > urlai.
Lui, si arrabbiò, lo capii dai suoi occhi.
Buttò a terra la bottiglia e mi prese per la schiena, continuava a toccarmi dappertutto.
Iniziai a muovermi tirando calci, pugni e urlavo, urlavo con tutto il fiato che avevo dentro nella speranza che qualcuno arrivasse.. Ma non c’era anima viva.
Pensavo di essere spacciata, non volevo che quell’essere abusasse di me, non ne aveva diritto; mi misi a piangere, piangevo come non avevo mai fatto, ero terrorizzata.
Improvvisamente vidi una sagoma spuntare da dietro l’uomo che continuava a toccarmi, era un altro ragazzo più giovane però e incappucciato con una felpa nera, pensai che fosse un suo amico e che fosse venuto lì per dividere il ‘bottino’ con l’altro, così mi misi a sbraitare nel vero senso della parola.
Con mai sorpresa vidi che la sagoma giovane prese un bastone di legno spesso e lo diede con forza in testa al molestatore che cadde a terra perdendo i sensi.
Il ragazzo mi porse la mano.
X: ‘Vieni, andiamo prima che si svegli!’
Non sapevo se fidarmi oppure no, era tutto incappucciato e per quanto ne sapevo io poteva avere cattive intenzioni anche lui, ma mi aveva salvata.
Presi la sua mano e iniziammo a correre come dei matti, corremmo per circa una decina di minuti, poi ci fermammo in un parco e ci sedemmo su una panchina.
Il silenzio regnava.
X: ‘Stai bene?’
Alzai la testa per guardarlo, aveva gli occhi marroni come il cioccolato, non esprimevano cattive intenzioni, anzi, sentivo di potermi fidare; lo guardai a lungo negli occhi poi scoppiai a piangere e tremavo, tremavo dalla paura e dal terrore.
Lui si avvicinò e mi strinse tra le sue braccia.
Mi trasmise  tutto il suo calore, mi sentivo protetta tra le sue braccia, sarei rimasta lì per tutta la notte ma poi mi calmai, smisi di piangere, mi asciugai la faccia e ci staccammo.
IO: ‘Grazie, grazie veramente. Se non fossi arrivato tu..’
Il mio sguardo si perse nel vuoto, la mia mente tornò in quel vicoletto con quel molestatore e immaginai quello che sarebbe potuto succedere se lui non fosse arrivato, sentivo gli occhi gonfi di lacrime e stavo per farle uscire tutte di nuovo, ma lui mi prese le mani e mi guardò negli occhi,
X: ‘Io SONO arrivato, è questo l’importante!’
Mi fece un sorriso che mi fece capovolgere lo stomaco.
‘Quel sorriso..’ pensai ‘ .. L’ho già visto!’ ma non riuscivo a capire dove.
Passammo qualche minuto in silenzio: io ero ancora terrorizzata e lui molto probabilmente non sapeva cosa dire, ma poi la sua voce spezzò il silenzio.
X: ‘Oh, che maleducato non mi sono ancora presentato!’
Si tolse il cappuccio dalla testa, si sistemò i capelli, tirò su la testa e mi guardò sfoggiando un meraviglioso sorriso da capogiro.
‘Quel sorriso..’ pensai ‘.. Ora so dove l’ho già visto!’
  
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