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Autore: None to Blame    29/12/2012    4 recensioni
SPOILER 5x13
Forse il cambiamento vero e proprio era avvenuto nella Caverna. Qualche passo verso la luce e puff! l'immortalità è a portata di mano.
« Io esisterò per sempre come tu esisterai per sempre »
[...]
La natura gli scorreva attorno come un ruscello va verso la valle ma le sue mani restavano lisce, i suoi occhi acuti e scattanti, i muscoli non cedevano ed i capelli non schiarivano.

*
Panta rei.
Il tempo passa per tutti, ma non per Merlino. Lui è immobile nel corso del mondo, parte integrante della Terra.
Fino a che una luce - quella luce - non lo guiderà e lo riporterà a casa.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nel futuro
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Here comes the water.
All I knew and all I believed
are crumbling images
that no longer comfort me. 

Flood - Tool





Forse il cambiamento vero e proprio era avvenuto nella Caverna. Qualche passo verso la luce e puff! l'immortalità è a portata di mano.

 

« Io esisterò per sempre come tu esisterai per sempre »

 

Suo padre aveva cercato di rassicurarlo parlando così.
In quel momento gli era sembrava perfino una frase toccante. Non si era reso conto di quanto fosse letteralmente ancorata alla realtà fino a quando sua madre aveva smesso di scrivergli lettere di suo pugno perché « i miei occhi stanchi non vedranno il mondo ancora per molto »

 

Il tempo passava, scorreva a cavallo delle nuvole ed abbracciato al vento, ma lui non mutava. La natura gli scorreva attorno come un ruscello va verso la valle ma le sue mani restavano lisce, i suoi occhi acuti e scattanti, i muscoli non cedevano ed i capelli non schiarivano.

Il seme piantato nel grembo di Ginevra era cresciuto e ora, dopo quasi dodici anni, faceva impallidire i suoi coetanei per la sua abilità di spadaccino. Merlino osservava i progressi di quel principino – il suo volto ed il cuore di lei . Gaius era ormai troppo anziano ed un giovane speziale lo aveva sostituito nel suo lavoro. Il vecchio medico trascorreva le sue giornate seduto accanto alla finestra, accogliendo di tanto in tanto le premurose cure di Gwen o gli strilli eccitati del piccolo Caalum.

Il Regno viveva prospero nella pace ed un sereno clima di tolleranza era stato stabilito gradualmente. La stregoneria era tornata nuovamente nella vita quotidiana ed ormai la si accettava con naturalezza.

 

Ma tutto scorreva.

Si ricongiungeva al cielo il fuoco della pira, il corpo di Gaius che lentamente diventava cenere.

Sotto il peso della corona e dell'amore materno, vedeva la sua vecchia amica affaticarsi, vedeva i più nobili tra i cavalieri ansimare durante un duello, i riccioli dorati di Leon tramutarsi in argento.

Venne il tempo del nuovo Re.
Nelle sue parole, Caalum piangeva sua madre e la sua Regina, piangeva un padre mai incontrato ed una responsabilità che avrebbe sopportato grazie al valido sostegno dei suoi leali compagni.

Un nuovo volto sullo scranno e più nessuno da cui far ritorno.

 

Il tempo scivolava fra i suoi piedi e lo lasciava indietro, mentre il mondo si ampliava ed ogni antica credenza veniva abbattuta. Il passato, reciso alla radice, si sgretolava sotto i suoi occhi e lui non riusciva ad impedirlo.

Venne il tempo di una nuova magia nascosta da schermi al plasma che surclassava ogni Religione.

Venne il tempo presente con nuove risposte e più domande.


Merlino assisteva inerme ai cambiamenti della Terra, dell'uomo.


Non c'era posto per lui in quell'epoca, non c'era bisogno d'un Re o d'un leader, la magia non si incastrava bene nel sistema della tecnologia.

Non sarebbe tornato, i cambiamenti del mondo erano stati imprevisti ed impossibili da gestire.

Stava aspettando un fantasma nella luce del mattino, desiderava una visione fugace che sbiadisce e poi scompare se chiudi gli occhi.

 


E Merlin aveva le palpebre serrate, in quel momento. Oh, quante illusioni può regalare la stanchezza!

C'erano quei due, appoggiati ad una costosa macchina sportiva, che pomiciavano a pochi metri da lui.
Aveva visto i capelli, ne aveva visto le mani. Gli era sembrato perfino di assaporarne l'odore.

Ed ora aveva chiuso gli occhi – così poi quei miraggi evaporano sotto il sole.
 

Ma loro erano ancora lì e lui aveva ancora i suoi occhi azzurri.

Un pensiero gli mollò un calcio e Merlin si ritrovò in ginocchio, su quel lurido marciapiede londinese.

Lui e la sua ragazza gli vennero in soccorso – pensavano si fosse sentito male, visto che era troppo presto per essere un ubriaco, « Arthur, presto, chiama un'ambulanza! »

La ragazza gli prese la testa fra le mani – « Non si preoccupi, sono un'infermiera! » – ed il mago piantò lo sguardo, velato per le lacrime, nel suo volto.

 

« Arthur »

 

Era un sussurro, la speranza d'un moribondo che si affaccia sul baratro, la promessa di un futuro migliore.


E forse Arthur lo aveva già visto, lo aveva sognato o solo ricordato, perché quegli occhi così chiari erano caldi e familiari, quel sorriso – largo, tutto luce – era casa ed un abbraccio, l'addio sofferto ed una lunga separazione.

 

« Merlin »

 

Lo disse senza rendersene conto, non più padrone delle proprie emozioni.

Fu l'abbraccio tra fratelli ed il ricongiungimento degli amanti, due metà che tornano ad essere uno, l'io e te che diventa noi.

 

Tutto cambiava e Merlin aveva ricominciato a scorrere nel tempo.










 

   
 
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