Delle volte, un litigio tra madre e figlio, può essere terribile...soprattutto per le conseguenze che esso stesso porta nel tempo. I pensieri di Lance, un uomo che non riesce a perdonarsi...
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Non so dire quanto tempo sia
passato. Forse un giorno, forse un anno, forse un’intera vita. So soltanto che,
vivere senza di te,è come morire
sempre, ogni momento che passo senza vedere te, senza vedere il tuo dolce viso
che, sorridente, si volta verso di me. Troppe volte non ti ho trattata come
meritavi, con la deferenza che dovevo darti.
Quel giorno, quando venni
ricoverata in ospedale, avrei voluto essere lì con te. Sapevo che l'ora della
tua fine era vicina ma il mio orgoglio, il mio ego, non mi ha permesso di
ritornare da te. Era più forte di tutti i miei sentimenti, di tutte le mie
emozioni, di tutte le mie sensazioni. Scivolavi via da me, però avevamo
definitivamente troncato ogni genere di rapporto, ormai da molto tempo.
Te lo ricordi ancora mamma, quel
giorno di pioggia di cinque anni fa? Io ti avevo portato a far conoscere la mia
nuova fidanzata, che avevo intenzione di sposare. Tu mi dicesti che non era
fatta per me, che non era la mia donna ideale. Aveva alle spalle un passato
oscuro, dove aveva fatto i lavori più umili e brutti di questa terra. Ti odiai,
perchè mi avevi fatto sentire male. Litigammo a morte e tu mi dicesti
esattamente queste parole: "Se tu non hai bisogno di me e dei miei
consigli, vattene per non ritornare mai più".
Lo feci, senza farmelo ripetere due
volte. Presi le mie cose e me ne andai, senza nemmeno salutare mia sorella. Non
ti ho più rivista, non so cosa facevi, mi ero fatto una vita tutta mia, dove tu
non eri nè prevista nè considerata. Poi, l'altro giorno, una telefonata di
Ivonne. Mi diceva che tu eri stata ricoverata dopo un ictus. I dottori ti
avevano diagnosticato al massimo un'altra settimana di vita. Cominciai a
pensare...a pensare a tante cose...
In fondo al mio cuore cominciai a
sentire un vuoto, incolmabile, che piano piano si faceva sentire nel mio cuore.
Il mondo era stato crudele con noi due, ci aveva tolto tanti bei momenti di
felicità. Momenti che non receuperemo mai, nemmeno con la nostra buona volontà.
Poi ci fu quell'inaspettata conversazione, con mia moglie Clara.
"Non hai nessuna voglia di
rivedere Mirna, tua madre? E' stata ricoverata in ospedale, penso che potresti
anche mettere da parte il rancore." Mi disse, mentre stavamo pranzando
silenziosamente.
"Da te non me lo sarei mai
aspettato. Tu sai bene cosa è successo cinque anni fa e, sebbene l'ha fatto in
buona fede, mi ha detto di non tornare più ed è quello che farò." Le
risposi, molto scocciato.
"Ora dici queste cose perchè è
ancora viva ma, se morirà, ti pentirai per non averla mai più rivista. Io ormai
l'ho perdonata ed è quello che dovresti fare anche tu. Prendi le tue cose e
ritorna alla tua città natale. Fa sì che, prima che raggiunga il paradiso, avrà
fatto pace con te..."
Le sue parole mi avevano fatto
riflettere, come mai prima d'ora. Mi ero accorto di amarti con la stessa
intensità di cinque anni fa, nulla nel mio cuore è cambiato. Eri tu che facevi
sempre capolino nei miei pensieri, la tua immagine era sempre viva quando
attraversavo dei momenti difficili. Se potessimo cambiare il passato...mi
vorresti ancora come tuo figlio?
Alzatomi subito dalla tavola, presi
la macchina e corsi in ospedale. Attraversai quei corrioi spettrali
velocemente, cercando di arrivare al più presto nella tua camera. Quando
spalancai la porta vidi Ivonne piangere, riversa sul tuo letto. I respiratori
avevano smesso di funzionare, il tuo cuore aeva smesso di battere, i tuoi
polmoni non erano più pieni d'aria. Vederti lì, stesa su quel sudicio
giacilio...non riuscii a trattenere le lacrime.
Non ero riuscito a farmi perdonare,
eri morta senza sapere che ti volevo ancora bene, che avevo dimenticato tutto
ciò che ci aveva separato. Ma il tempo era passato, velocemente, senza che mi
avesse dato la possibilità di incontrare ancora i tuoi docli occhi, che mi
guardavano sempre con una dolcezza infinita.
Mia sorella, tempo dopo, mi disse
che il tuo ultimo pensiero era stato per me...per Lance, quel figlio che.,
anche se ora era lontano con la mente e con il corpo, era sempre rimasto la tua
adorata creatura. Tu hai rimediato ai tuoi errori...io non potrò farlo mai
più...