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Autore: Arkady    18/07/2007    1 recensioni
Una parte della mia vita raccontata con i personaggi di Inuyasha and co.
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Vi consiglio di rileggerla da capo, se vi va. Questa storia è stata scritta nel 2007, avevo vent'anni.
Nel 2014 ho iniziato a risistemarla, ma non avevo portato a termine il lavoro.
Oggi, a 15 anni dai fatti descritti nella storia, il progetto si conclude.
Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8: Cena di classe

 
Ore 15:30, domenica 20 febbraio
Che dormita.
- Mamma? Sota - chiedo girovagando per le stanze.
Nessuna risposta, controllo ancora un attimo, ma sono proprio sola.
Direi che, come prima cosa, apro il frigo!
 
Sto ancora decidendo cosa mangiare, quando comincia a suonare il telefono.
- Pronto? -
- Ciao Kagome! –
- Ehilà Emi! –
- Senti, se stasera facciamo la cena di classe, ci sei? –
- Chiaro! A che ora e dove? –
- Mmm, appena so ti faccio sapere, ok? –
- Bene, a dopo –
 
Mezz'ora dopo
Messaggio da Emi: "la cena questa sera ore 21.00, ritrovo ore 20.45 in piazza!"
 
Ore 20.55
Cavoli sono in ritardo, tanto per cambiare!
Emi mi ammazza!
Ma... qui non c’è nessuno!
Dai sono appena 10 minuti in ritardo, non può essere che nel frattempo siano arrivati tutti.
Scrivo un messaggio a Emi.
 
Si scusa! Siamo in ritardo! Ci sono anche i compagni di mio fratello
 
Cosa? Ma non era cena di classe? Ho capito che loro sono venuti in gita con noi, ma chi se ne frega!
 
- Ciao Kagome! -
- Ciao Inuyasha! –
- Gli altri? – mi chiede mentre accende una sigaretta
- Non so, in realtà non so nemmeno chi viene. So che Emi sta arrivando, insieme a suo fratello! –
- Mica ceniamo con quei bambinetti? –
- Ehi non ti scaldare, anche io l’ho appena saputo! –
- Ciaooooooooo –
Questa è Emi, solo lei si può mettere a urlare in mezzo alla piazza!
Con lei ci sono cinque marmocchi e Goro.
- Bene possiamo andare. - dice quando è ancora a 50 metri
- No scusa, fammi capire… - inizio io, ma vengo interrotta
- Mica saremo solo noi? – chiede, in modo decisamente poco garbato e indiscutibilmente alterato Inuyasha
- Ehm… beh ecco… si… -
- Emi? – le chiedo con gli occhi ridotti a due fessure
- Si? – mi risponde lei con gli occhioni da cucciolo
- Non è che Goro voleva fare la cena con i compagni ma i tuoi non lo lasciavano… -
- No, no –
- E quindi ti hanno costretto ad andare anche te? – continuo ignorando la sua interruzione
- Più o meno è andata così, ma ho invitato tutta la classe. O non mi han risposto o han detto che non venivano –
- Beh ormai siamo qui, andiamo a magiare, no? Io ho fame. – dico io incamminandomi verso il ristorante e trascinandomi dietro Inuyasha
 
In verità anche io ce l’ho con Emi, a me avrebbe potuto dirlo.
Però, per il momento, mi interessa di più salvaguardare la sua vita da Inuyasha.
A proposito, chissà come gli è andata la partita.
 
- Alla fine com’è andata? Giocato, vinto, goal? -
- Non ho giocato! Pur di far giocare suo figlio, l’ha fatto scendere in campo con 39 di febbre. – dice con una punta di amarezza nella voce.
 
Ora capisco perché è incazzato! E dire che ieri il mister lo ha pure chiamato.
Deve essere brutto essere il secondo portiere, soprattutto se l’altro è il figlio dell'allenatore!
 
Gli stringo il braccio e gli sorrido - Dai, andrà meglio la prossima -
- SE ci sarà una prossima volta – mi risponde prima serio e poi sorride.
 
Che bel sorriso. 
EHI!
 
 

 
 
In ristorante si è parlato del più e del meno interagendo anche (per quanto riguarda me e Emi) con i ragazzini che abbiamo in parte. Inuyasha, invece, è stato più tempo fuori a fumare che a tavola.
Appena usciti, la compagnia si scioglie. Rimaniamo solo io, Emi, Inuyasha, Goro e un suo amico, Kohaku.
 
- Andiamo a bere qualcosa? – propone Inuyasha.
No, non ci credo. Cosa odono le mie orecchie?
Io che pensavo sarebbe sgattaiolato via appena possibile.
- Si, volentieri! – mi ritrovo a dirgli
- Voi? – chiede lui rivolto a Emi
 
I tre si scambiano occhiate: Emi guarda Kohaku, che guarda Goro, che guarda Emi.
Mi butterei a terra a ridere e rotolarmi, ma oggi ho messo il mio bellissimo giubbotto lungo fino a metà coscia!
Nuovo nuovo, è la prima volta che lo uso.
STU-PEN-DO.
Mentre il mio cervello sta tessendo le lodi del mio bellissimo e affascinante spolverino nero, Inuyasha incalza i tre ragazzi.
Su ragazzi non fatelo spazientire! Ora che era tornato “sereno”.
 
- Beh, noi due torniamo a casa con lui – dice Emi indicando Kohaku
- Per me non fa differenza, tanto devo chiamare mia sorella per farmi venire a prendere – risponde Kohaku
- Bene, andiamo! –
E so già dove portarli.
 
È il mio bar preferito, e ho un angolo speciale che tento sempre di occupare quando vado lì: un separé chiuso su tre lati da pareti fatte di specchi, mentre l'ultima parete è una vetrina enorme che dà sul parchetto fuori.
Per fortuna è libero!
Ci sediamo tutti e la serata continua serena, fino a che la sorella di Kohaku non lo avvisa che sta arrivando.
Una volta in strada, Inuyasha mi offre un passaggio.
 
- No, non serve. Grazie comunque! -
- Ma come non serve? Su dai, ti accompagno –
- Ma no, abito a 5 minuti di strada! Dai, non serve disturbarsi! –
- Tanto la macchina è lì, comunque devo accenderla. Quindi anche se faccio 50 metri in più, non mi cambia! –
- Se la metti così, allora ok! – cedo, salutiamo Emi and Co e ci dirigiamo verso l’auto di Inuyasha
- Grazie comunque – gli ridico una volta salita in macchina
- Ti ho già detto che 50 metri in più o in meno non mi cambiano la vita. E poi mica te ne puoi andare in giro da sola a quest'ora? Soprattutto con quel giubbotto! –
- Cos’ha il mio FANTASTICO giubbotto che non va? –
- Niente!! È bello ma… -
- Ma? – nessuno può insultare il mio bellissimo, affascinante giubbotto nuovo!
- Ehi calmati! Sto solo dicendo che, essendo più lungo di quello che c'è sotto, sembra che sotto non ci sia proprio nulla –
- E allora? –
- Beh ecco… no niente lascia stare, ok? –
- No, adesso mi dici! –
- No sul serio, nulla Kagome… -
Io sbuffo girando la faccia fuori dal finestrino.
 
Dopo un po’ mi accorgo che siamo fermi a un incrocio, anche se non c’è nessuno - Perché sei fermo? -
- Se non mi dici dove devo andare! –
- Ah, scusa! – avevo dato per scontato che sapesse dove abito - Di là… poi dritto fino in fondo –
Arrivati, mi slaccio la cintura.
- È davvero vicinissima al centro. E che bella casa! -
- Grazie, sia del complimento che del passaggio. -
- Non c'è di che! – sorride
Faccio per scendere, quando mi viene in mente che sapeva già dove abito.
A settembre, era venuto a prendere il famoso libro di economia, da cui poi è partito l'interrogatorio Koga. Glielo dico.
- Pensavo mi avessi dato un luogo di incontro facile per farmi capire - mi risponde lui
– Ah, ok... Grazie ancora del passaggio –
- Di nuovo prego. A domani! -
- Ciao, notte –
- Notte -

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Premetto che, da questo capitolo in poi, scriverò solo i vari episodi. Questi li ho scritti giorno per giorno, visto che ero 24 su 24 con la classe. Ci saranno un po’ di distacchi temporali

   
 
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