Rudi se ne stava là, sdraiato sul letto, il corpo scosso da movimenti incontrollati e incontrollabili. E piangeva. Lui! Lui, Rudi Cesaroni, che piangeva come una femminuccia. Lui, che non aveva mai pianto in vita sua – si vabbé, una volta era successo, ma era piccolo, e poi era per mamma – ora si ritrovava in preda ad emozioni sconosciute. Nemmeno per Miriam, che fino a qualche mese prima credeva fosse il suo grande amore, aveva mai pianto.
Che diavolo gli stava succedendo?! Piangeva, e non sapeva se era più per la rabbia, per il dolore o per la gelosia… Sì, perché Alice se n’era andata con quell’idiota di Francesco! Che poi – gli scocciava ammetterlo ma in fondo era così – tanto idiota non doveva esserlo, se aveva visto ben prima di lui quanto lei fosse speciale… E allora con chi doveva essere arrabbiato? Con se stesso, che l’aveva sempre avuta accanto ma non l’aveva mai guardata con gli occhi giusti? O con lei, quella stupida Sardina, che nonostante lui avesse fatto di tutto per farle capire quanto la amasse, alla fine aveva scelto ancora una volta quell’altro? Cavolo, le aveva cantato la loro canzone davanti a tutta la scuola! Anche se la voglia di mollare la chitarra e correre da lei e baciarla lì davanti a tutti era stata fortissima… E lei cos’aveva fatto? Se n’era andata via con Francesco!! E ora lui l’aveva persa per sempre.
Le lacrime non volevano saperne di fermarsi e un sorriso beffardo spuntò sulle labbra di Rudi. “Sei un perdente” pensò, “se ti vedesse il vecchio Rudi scoppierebbe a riderti in faccia! Piangere per una ragazza!”. Ma sapeva bene che lei non era una ragazza, non una qualsiasi. Era la sola e l’unica.
Quella stessa ragazza che, qualche chilometro più in là, con aria incerta si apprestava a salire su una barca…
“Maledetta Sardina, guarda in che stato mi hai ridotto!” fu l’ultimo suo pensiero, prima che un sonno profondo ma agitato lo vincesse.