Credeva di essere rimasto solo quando premette l’asciugamano sulle ciocche bionde per asciugarle. Ma alzando lo sguardo allo specchio incrociò il riso beffardo dipinto sul viso di Aomine.
-Non eri andato via?- avrebbe voluto dire con un tono seccato, ma la mano dell’altro gli chiuse la bocca con forza e slancio, spingendolo contro lo specchio. Wakamatsu sentì il dolore della schiena premuta a forza contro il lavello e il vetro infrangersi dietro la nuca. Le dita di Aomine premevano le sue guancie in una morsa rapace e il suo sguardo era… il solito.
Sempre il solito, maledetto, sguardo di superiorità, neppure un guizzo di giubilo o vittoria, solo un falso e perverso scorcio di sorriso per una misera vittoria.
Il moro sogghignò, liberandolo della presa e lasciandolo scivolare dolorante sul pavimento.
-No, volevo mettere in chiaro delle cose.- rispose col tono di chi da spiegazioni a un deficiente.
Note: è più dub-con che non-con.