CAPITOLO 1: E così ebbe inizio la storia

 
Erano le otto del mattino quando un urlo risuonò in tutte le terre conosciute e non. Il suddetto proveniva da un covo, in teoria segreto, che ormai tutti sapevano dove era situato.
Ad urlare era stata una ragazza, Konan, aveva gli occhi azzurri e capelli blu, faceva parte di una famosa organizzazione criminale che in quel periodo era in “pausa”; la blu abitava, insieme ad altre nove persone, nove uomini, in una sorta di abitazione scavata all’interno di una parete rocciosa. Essa era costruita in modo tale da non essere scoperta, infatti, la sua entrata era piccola e ben mimetizzata, ma una volta entrati il luogo era alquanto grande, dopotutto doveva ospitare dieci persone.
Konan era appena tornata da un viaggio rilassante alle terme e aveva lasciato il covo immacolato, prima della sua partenza, ma adesso un porcile in confronto era il paradiso della pulizia. La ragazza era furiosa, aveva uno sguardo omicida e il fumo che le usciva dalle orecchie. Mentre la bomba (Konan) stava per esplodere, i colpevoli di tutto ciò si erano rintanati in un angolo del “salotto”, se ancora lo si poteva definire tale. C'erano: schegge di legno, carta bruciata, pezzi di argilla, sul pavimento macchie di ogni tipo, dalla birra alla cola, mutande e calzini sparsi un po' dà per tutto, insomma regnava il caos.
<< Cosa diavolo è successo qui dentro!!!>> cominciò ad urlare Konan.
<< Siete peggio dei bambini, vi ci vorrebbe una baby-sitter!!!>> e dopo aver detto ciò, nessuno ebbe il coraggio di proferire parola, li spedì a ripulire tutto.
Mentre i ragazzi stavano sistemando il covo, Konan era nella sua camera, era molto spaziosa, ma poco arredata, letto, armadio, scrivania e comodino; la ragazza non era ancora soddisfatta della lavata di capo che aveva dato ai ragazzi.
Pensieri di Konan: “Non è possibile che quando ci sono io il covo risplende come non mai, ma basta che mi allontani solo per un weekend perché si trasformi in una discarica”.
Questa volta ai ragazzi ci voleva una punizione che non avrebbero scordato facilmente e a Konan venne l'illuminazione. Sul volto della ragazza apparve un sorrisetto malefico e si era subito fiondata a cercare chissà cosa in uno dei cassetti della scrivania.
Gli Akatsukini, perché Akatsuki si chiamava l'organizzazione di cui facevano parte, avevano appena finito le pulizie che Konan li chiamò a rapporto. La ragazza continuava ad avere un sorrisetto che non prometteva niente di buono.
<> domandò Pain, capo dell'organizzazione, capelli arancioni e gli occhi di un particolare violetto a causa del su potere, il rinnegan, nonché fidanzato della blu, ma lei lo scansò e consegnò agli altri una cartellina bianca, la quale conteneva al suo interno un foglio e una foto.
<< E questo a cosa ci serve?>> domandò Deidara, un ragazzo biondo con occhi azzurri come il cielo, aveva un particolare potere che gli permette di creare statuette di argilla, alle quali dava vita e che poteva far esplodere.
<< Come vi ho già detto voi assomigliate a dei bambini, quindi ho pensato che per voi una baby-sitter sia l'ideale. Quindi dovete andare a cercare la ragazza che vi spetta, troverete tutte le informazioni in un foglio dentro la cartella e dovrete portarla al covo immacolata, immacolata! Ci siamo intesi?>> rispose Konan indicando le cartelline.
<< Ma a che scopo?>> chiese Hidan, ragazzo dagli strani occhi viola e i capelli argentei.
<< Visto che non ho più voglia di controllare che ognuno di voi si occupi di tenere pulito la parte di covo che gli spetta, mi sono resa conto di aver bisogno di una mano per tenervi d'occhio, forse così riusciremo a ad avere un po' d'ordine qui dentro!>> rispose Konnie; terminò spedendo i ragazzi alla ricerca della loro baby-sitter.
 
Erano partiti tutti, l'unico che non aveva avuto la cartella era Pain.
<< Quindi a me non tocca una baby-sitter? Grazie tesoro!!!>> disse lui avvicinandosi per baciare la ragazza, ma quella lo fermò facendo uscire (da non si sa dove) uno straccio e un secchio d'acqua.
<<È no bello, a te ci penso io alla rieducazione!>> affermò lei sogghignando.
<< R-I-E-D-U-C-A-Z-I-O-N-E?!?!>> ripeté il ragazzo terrorizzato.
                               
Arrivati al confine con il Paese del fuoco i ragazzi si separarono: Itachi, ragazzo con dei lunghi capelli neri legati in una coda bassa e occhi rossi a causa del suo potere oculare, lo sharingan , capace di far cadere le persone in stati illusori, si diresse verso il Villaggio del Tuono a nord-est; nella stessa direzione, ma diretto verso il villaggio di Jos, andò Tobi, strano ragazzo aveva i capelli corti castani e portava una maschera arancione sul volto, l’ultimo arrivato nell’organizzazione, ragazzo simpatico, un po’ pazzo e giocherellone. Kakuzu andò a sud verso il Villaggio della Roccia, era il più alto tra i membri e il più anziano, aveva i capelli castani e gli occhi verdi, portava una maschera che gli partiva da sotto gli occhi e arrivava al mento, il suo potere era quello di possedere cinque cuori ed era il contabile dell’organizzazione.
 
A nord-ovest andarono invece: Deidara, verso il Villaggio delle Cascate; Sasori, occhi nocciola e capelli corti e rossi, sapeva costruire marionette che riusciva a muovere attraverso fili di chakra e……lui stesso era una marionetta; ragazzo un po’, anzi molto, serio e che odia far tardi, si diresse verso il Villaggio della Luna. Per ultimo Hidan, l’albino devoto al dio Jashin, la cui dote era l’immortalità, ragazzo che pensa molto più a se stesso che agli altri e facilmente irascibile, si diresse verso un piccolo paesino sperduto del regno del fuoco che si trovava non lontano dal Villaggio delle Cascate.
Prima che i tre si dividessero, si erano fermati in una radura fitta di alberi poiché avevano aperto un dibattito sulle ragazze:
<< Ehi, le vostre ragazze come sono?>> domandò Hidan.
<< La mia sembra uscita da un circo>> rispose Sasori osservando l’immagine della ragazza.
<< Meglio così riuscirà a farti divertire una buona volta!!!>> disse Deidara.
<< Già, chissà se riuscirà ad eliminare la mummia che è in te!!!>> disse l'albino divertito, appoggiato dal biondo.
Tanto per cambiare discorso Sasori domandò: << La tua com'è Dei?>>
<< Beh si chiama Machi, vive al Villaggio delle Cascate e...>> rimase a bocca aperta ad osservare il foglio.
<< E...???>> dissero in coro gli altri due in attesa di risposta.
<<...le piace l'arte!!!>> disse il biondo entusiasta, fantasticando su loro due che costruivano la statua di argilla più grande al mondo.
<< E chi ti dice che a lei piace la tua arte???>> disse il rosso facendogli scomparire il sorriso; tra i due artisti c'era sempre stato un eterno dibattito, per Deidara l'arte era un “esplosione”, mentre per Sasori era eterna.
Ripreso dello shock Deidara domandò: << E la tua Hidan?>>.
<< Beh, non è male, dice che è molto introversa, timida e non da confidenza facilmente alle altre persone...sarà sicuramente un peso!>> rispose seccato.
<< Io non la sottovaluterei Hidan, ti ricordo che è del paese del fuoco>> disse Sasori.
<< Dice che è di un piccolo-disse accentuando la parola-paese del fuoco, secondo me non sa nemmeno usare le tecniche base>> fece Hidan.
<< Pensala come ti pare, è meglio andare o faremo tardi>> disse Sasori prima di separarsi dai due e così ognuno si diresse verso la propria destinazione.