I’m not a Hero
Un’altra
notte di luna piena.
Un’altra
notte di terrore.
I giovani lupi
avrebbero tirato fuori gli artigli, i
denti aguzzi e a sangue freddo, quella notta, avrebbero ucciso.
Sentii il
telefono di mio padre squillare, lui
sbiascicò qualche frase sconnessa ancora impastata dal sonno
e poi uscì di
casa.
Un altro omicidio
Caldo sangue
innocente quelle notte era stato versato sporcando l’asfalto
e pur sapendo
quello che stava per succedere io non avevo fatto nulla per impedirlo.
Sei
un eroe
Stiles
La voce di mio
padre esplose nella mia testa come
un colpo di fucile. Come aveva potuto dire quelle parole? Vincere una
fottuta
partita di lacrosse non faceva di me un eroe.
-Non lo sono!-
dissi ad alta voce mettendomi
disteso sul letto.
I raggi argentei
della luna entravano
prepotentemente dalla finestra aperta illuminando la mia piccola e
disordinata
stanza.
-Cosa non sei?-
-Non sono un
eroe-
Sussultai
drizzandomi a sedere, mentre nella
semi-oscurità della stanza incontrai due grandi occhi
cremisi.
-Cosa vuoi
Derek?- chiesi bruscamente e lui uscì
delle tenebra che lo avvolgevano.
-Perché
credi di non essere un eroe-
ribatté ignorando completamente la mia domanda.
Cosa gli
importava?
Io e lui non
eravamo amici
Non eravamo niente.
-Non hai
risposto alla mia domanda-
-Isaac non ha
più bisogno di me durante la luna
piena. Il resto del mio branco è sparito. Non sapevo cosa
fare e sono venuto a
trovati ok?!- disse esasperato –Ora rispondi alla mia domanda.
-Beh.. non ho
una tutina stretta nel mio armadio o un
nascondiglio sotterraneo!- risposi buttandola sull’ironia
come sempre, ma non
era quella la vera risposta e lui lo capì lanciandomi
un’occhiata scettica.
-Non credi che
la risposta sia ovvia?- continuai
abbassando lo sguardo –Io non sono come te o Scott. Non sono
in grado di
salvare o proteggere nessuno. Posso solo essere un’impotente
spettatore-
-Stiles, non
servono poteri sovrannaturali per
essere eroi-.
A quelle parole
alzai lo sguardo incredulo. Davvero
Derek Hale stava cercando di consolarmi? I suoi occhi non
più rossi mi
scrutavano attenti, pronti a cogliere ogni mio movimento o reazione
-Beh
effettivamente Batman non aveva superpoteri!-
dissi accennando una mezza risata, che ritrovai anche sul suo viso.
Non rideva molto
spesso ma quando lo faceva…Dio! Si
aprivano le porte del paradiso. Era dannatamente perfetto ed io non
l’avevo mai
notato.
-Te
l’ha fatto Gared?- chiese sedendosi sul letto
accanto a me. Con alcune dite sfiorò le
ferita causate dai pugni del nonno di Allison. Rabbrividii
sotto quel
tocco troppo rude, che fece pulsare la ferita.
Mi limitai ad
annuire.
Quella era la
prova, che non ero un eroe! Quale
eroe le avrebbe prense da un vecchio malato?!
Cadde un
profondo silenzio. Io riabbassai lo
sguardo non riuscendo a sostenere i suoi insistenti occhi ormai non
più rosso
sangue.
-Tu per me sei
un eroe- disse piano e questa volte
fu lui ad abbassare lo sguardo, forse imbarazzato da quella sua
affermazione.
-Cosa?-
-Mi hai salvato
la vita quella volta in piscina. Avresti
potuto lasciarmi affogare, invece non l’hai fatto-
Per la seconda
volta, quella notte, guardai Derek
incredulo e s’era possibile mi parve ancora più
bello illuminato dalla luna.
Anche lui mi guardò e quando i nostri occhi si incrociarono
non riuscii a
trattene un sorriso, che lui ricambiò
Non seppi bene
perché lo fece o perché io ricambia
quel gesto, ma nel giro di poco le sua morbide labbra si erano posate
sulle mie
ancora curvate in un sorriso. Sciolse quel casto bacio e come avrebbe
fatto un
animale, strusciò piano la sua guancia contro la mia
avvicinando le labbra al
mio orecchio.
-Sei il mio eroe
Stiles- soffiò e mentre il mio cuore cominciava a battere
più velocemente lui
catturò nuovamente le mie labbra in un baciò
più intenso del precedente.
Quando le nostre
lingue smisero di lottare, le sue
mani smisero di accarezzare i miei fianchi e le mie di perdersi nei
suoi
capelli corvi, Derek si scosto di poco mostrandomi un sorrisetto
compiaciuto.
-Questo
sarà il nostro piccolo segreto- disse
contro le mie labbra e detto ciò uscì dalla
finestra aperta, lasciandomi lì
seduto.
Dopo un primo
momento di confusione sorrisi felice
fra me passando le dita sulle mie labbra socchiudendo gli occhi.
-Sono il suo
eroe-