Pairing: Sebastian/Thad
Genere: Commedia (?), Fluff
Avvertimenti: One-Shot, Slash
Rating: Verde
Parole: 3.011
Note d’autore: Si dice meglio tardi che mai! Questa one shot che non consiglierei di leggere a nessuno è per Swichi e Matiux (l'intuito mi dice che siete due persone! xD).
Non
che Thad ce l’abbia a morte con un
certo Sebastian. No, per niente. Non che voglia gonfiarlo di sberle
ogni volta
che la sua figura rachitica irrompe nel suo campo visivo e
successivamente
scaraventarlo in qualsiasi angolo disponibile e-
No,
Thad non è certamente così
meschino.
Sarebbe
corretto dire che, attualmente,
nutre dei sentimenti non del tutto nobili nei confronti di suddetto
soggetto
rachitico.
E
immensamente sexy.
E
wow, ha delle labbra così baciabili.
E
lo sa fin troppo bene, che sono
baciabili. Può anche confermare che, baciarle, potrebbe
essere annoverato tra
le meraviglie del Mondo.
Thad
sta pensando sempre più spesso che
l’ideale sarebbe staccargli quella bocca, custodirla come il
tesoro più prezioso,
e nascondere il resto del corpo sotto quintali di letame.
Perché
nessuno bacia Thad Harwood a
tradimento, demolendo diciotto anni di eterosessualità, per
poi piantarlo in
asso con un mucchio di scuse.
Non
sono fatto per le relazioni,
figurati
con un ragazzo che frequenta la mia scuola,
ed
è nel glee club.
Non
voglio ferire nessuno,
e
so che finiresti per soffrire.
Lo
faccio per te, credimi.
E
così, ripensandoci, marcia a passo
serrato, con un enorme masso di rabbia pura gravante sulle spalle,
lungo i
corridoi della Dalton. Spalanca con una poderosa spallata la porta
della sala
dei Warbler , affonda nell’enorme cuscino di cuoio della
poltrona e indirizza a
Sebastian occhiate minacciose ad intervalli di cinque secondi per
almeno due
ore. Da due mesi.
Sebastian
rischia da due mesi di uscire
dalla sala prove con qualche dito rotto, data la propensione di Thad a
usare i
suoi piedi come pista da ballo durante i numeri di gruppo. Tuttavia,
non ha
ancora capito il motivo di tanto accanimento, ma presuppone
c’entri qualcosa
con l’episodio del bacio durante la festa di compleanno di
Wes.
Lui
sa, Thad sa, tutti sanno che quella
sera ha ingurgitato tanto alcol che se qualcuno gli avesse piazzato un
accendino davanti alla bocca avrebbe dato fuoco al locale.
Non
che non gli piaccia Harwood,
davvero, è solo che… be’, se da una
parte ha sepolto gran parte della sua
malvagità sotto una valanga di buoni propositi e sorrisi
gentili e soldi di
papà, non vuole nemmeno essere lo zimbello della Dalton.
La
sua trasformazione da nuovo leader
dei Warbler a zerbino è già in fase di
avanzamento, purtroppo, da quando Hunter
è sbucato dalla sua stupidissima accademia militare ed
è stato eletto nuova
guida del club.
Sebastian,
eri un ottimo capitano –
tralasciando il dettaglio della sconfitta alle regionali - , ma ora il tuo temperamento non è
adatto a portarci fino alle
Nazionali.
E
ora se ne sta accucciato in un angolo
di divano, sorbendosi le occhiatacce di Thad e le sfuriate da aspirante
generale dell’esercito da parte di Hunter, il cui nome
è tutto un programma.
“Vincere
le provinciali è stato un
gioco da ragazzi,” prorompe Hunter – o forse Thad
ha iniziato ad ascoltarlo
solo ora. “Grazie all’incidente delle Nuove
Direzioni, ma non transigerò il
comportamento negligente che avete assunto l’anno scorso.
Ricordatevi che io non sono il
vostro precedente capitano e
non permetterò a nessun
gruppo di
femminucce in gonnella di impedire la nostra ascesa alle
Nazionali” mentre lo
dice, indirizza a Sebastian uno sguardo eloquente.
Tutti
i componenti del gruppo ascoltano
il loro leader con il capo chino, e solo Thad ha il fegato e le faccia
tosta di
annuire vigorosamente all’accusa non troppo celata di Hunter
nei confronti di
Sebastian.
“Harwood,
fatti gli affaracci tuoi!”
mormora tra i denti l’imputato, risentito.
Thad
si adagia allo schienale della
poltrona con disinvoltura, incrociando le gambe. “Hunter ha
solo detto la verità.”
“Silenzio,
voi due” ordina il capitano.
“Da questo venerdì sera, fino alle Regionali, ci
troveremo qui per delle prove
extra. Non ammetto obiezioni.”
Nella
stanza scoppia un brusio vivace,
finché Sebastian non scatta in piedi con un’aria
vagamente sconvolta. “Cosa!?
Non siamo in un campo di addestramento militare! Io ho la mia vita, non
puoi
privarmi del venerdì sera così!”
Come
se il concitamento dei Warbler non
lo toccasse minimamente – perché la sua decisione
l’ha presa, e stop -, Hunter
va verso la poltrona ora rigorosamente riservata al suo regale gatto
persiano,
lo solleva stringendoselo al petto e lascia la stanza.
“Puntuali” dice
chiudendosi la porta dietro di sé.
“…
È pazzo. Ditemi che sta scherzando”
sussurra Jeff, facendosi piccolo piccolo, nella paura che Hunter possa
sentirlo, perché, davvero, quel ragazzo sembra essere capace
di tutto e nessuno
si stupirebbe se avesse dei super poteri.
Quando
tutti si accertano che il loro
capitano sia ad una distanza di sicurezza, il putiferio scoppia, tra
urla
riottose e gemiti di sconforto, tra chi vorrebbe strapparsi le corde
vocali per
uscire dalla competizione e chi vorrebbe solamente uscire il
venerdì sera.
Una
decina di minuti dopo la riunione
giornaliera del glee club si scioglie definitivamente.
La
stanza si svuota tra il chiacchiericcio vivace di
tutti i componenti del coro intenti a lamentarsi, e Thad fa per seguire
Wes,
Jeff e Nick nella caffetteria, quando, alzandosi, nota un cellulare
abbandonato
sul divano su cui prima sedeva Sebastian.
Non
che Thad sia rinomato per essere propenso a farsi
gli affari suoi in qualsiasi situazione. Lui, Nick e Jeff, due anni
prima, hanno
praticamente messo su una associazione a delinquere una volta accortisi
che,
sì, tra Blaine e Kurt c’era davvero una certa
chimica.
Ma
stavolta può dire di avere una scusante, ovvero
quella di scoprire il possessore del telefono per renderglielo.
In
meno di due secondi realizza che l’oggetto in
questione appartiene senza ombra di dubbio a Sebastian. Chi altro
potrebbe avere
delle foto di drag queen allo Scandals e un modello in uno slip
succinto,
bianco e bagnato degno delle pubblicità di profumi
più scontate?
Spinto
dalla curiosità, poco autocontrollo e uno
spirito da vera fidanzatina gelosa, si siede comodo sulla poltrona e
inizia a
scorrere tra i messaggi, finché la sua attenzione frena
bruscamente su un certo
Chad.
Chad.
“Chad?”
Chad?
“Ew,
che nome orrendo” la sua faccia si contorce in una
smorfia incredibilmente disgustata, mentre legge i messaggi che i due
si sono
scambiati.
Chad
Cosa
fai questo
venerdì sera?
Niente.
Il
solito laconico.
Io
sono dalle parti
di Lima. Ti andrebbe una serata allo Scandals?
A
casa mia ci si diverte di più ;)
Thad
rischia di morire soffocato dalla sua stessa
saliva. Tossisce e si batte un pugno sul petto, sgrana gli occhi
incredulo alla
realizzazione si quanto meschino sia il ragazzo per cui ha una dolorosa
cotta
senza precedenti.
Wow,
Smythe, in
fondo non sei cambiato come dicono. ;)
Cambiato?
Sebastian Smythe? Ah, quante illusioni!
Non
solo ha montato una farsa senza precedenti, gli ha
anche rovinato la vita! Thad gli ha creduto così
innocentemente, e si è
ritrovato solo nella sua disperazione. E rabbia. Ora prova una rabbia
così
logorante che potrebbe scaraventare quell’idiota
giù per la scalinata della
Dalton.
Ma
dal momento che Thad non vuole macchiarsi di sangue,
e che comunque, nella migliore delle ipotesi, qualora Sebastian non
abbandonasse questa dimensione, sfigurarlo sarebbe un vero
peccato… be’, potrà
fare follie con qualsiasi ragazzo, ma sicuramente si
scorderà i suoi venerdì
sera.
Non
sa precisamente perché lo stia facendo. Cioè,
sì. È
che l’astio è cresciuto proporzionalmente al
trascorrere del tempo da quando ha
letto quei messaggi disgustosi, incrementato da ogni volta in cui si
è
imbattuto in Sebastian.
Fatto
sta che ora si ritrova ad essere sgattaiolato
furtivamente fuori dalla sua stanza, dopo avergli rubato il paio di
anfibi che
probabilmente costano più della sua macchina, e sente di
aver fatto qualcosa di
particolarmente illegale.
Sa
che sta per fare qualcosa di profondamente infimo e
meschino, più di quanto lo sia la persona a cui è
indirizzato il gesto, ma tutto
ciò che vede davanti a sé è il sapore
frizzante della soddisfazione che proverà
molto, molto presto.
Così,
si ritrova ad imbrattare gli stivali del terreno
fangoso che si trova ora nel cortile della scuola, per poi infilarseli
in
prossimità della stanza di Hunter.
Sa
che se venisse colto sul fatto dal capitano dei
Warbler potrebbe considerarsi al capolinea della sua breve esistenza,
per
questo ha osservato per qualche giorno ogni suo spostamento.
Controlla
l’ora sull’orologio da polso, nascosto dietro
un angolo, e sorride compiaciuto.
Sono
le 17.34; significa che Hunter è in palestra ad
allenarsi e a secernere almeno tre litri di sudore.
Appiattendosi
al muro come una vera spia, si avvicina a
passi felpati alla stanza di Hunter, aprendola con la chiave passe par
tout che
ha abilmente preso in prestito dalla signora delle pulizie senza
ottenere
propriamente il suo permesso.
La
stanza è buia, illuminata solamente da qualche
fascio di luce fioca filtrante dalle tende tirate, ma il suo obiettivo
è lì.
Sul letto. Molto coinvolto nel farsi un bidet.
Socchiude
la porta e si avvicina furtivamente al gatto,
ora vigile sulle quattro zampe. Dal momento che i suoi movimenti sono
notevolmente rallentati da una zavorra di pelo e croccantini
trasformatisi in ciccia,
con uno scatto Thad riesce ad acciuffare il persiano e nasconderlo
velocemente
sotto la sua felpa rigorosamente nera, come tutto il resto del
vestiario,
sebbene sia giorno e i corridoi della Dalton siano illuminati dalla
luce
artificiale.
Il
prossimi cinque minuti sono la confusione più
totale: esce dalla stanza, la chiude, corre per tutta la scuola senza
che
nessuno lo veda e si fionda nella sua macchina, serrandocisi dentro con
il
cuore in gola perché, per Dio!, ha appena sequestrato il
gatto di quel demonio
di Hunter e l’ha fatto in modo che Sebastian passi per il
malfattore.
Quanta
crudeltà, Thad Harwood!
Con
le mani tremanti, cercando di non far scivolare il
cellulare, cerca il numero di Jeff nella rubrica e lo chiama.
“Pronto?”
“Jeff?
Devi promettermi che saprai mantenere un
segreto, e… devi aiutarmi.”
“Da
quale stronzo ti sei fatto baciare stavolta, Thad?”
“N-
no! Non era tua nonna quella che adorava i gatti?”
Be’,
insomma.
Hunter
è praticamente irrotto come una furia nella sala
dei Warbler, urlando “Smythe! Li riconosco i tuoi stivali da
figlio di papà!” e
brandendo gli stivali in questione – nessuno sapeva come li
avessi presi;
probabilmente sfondando la porta della sua stanza con una spallata.
E
ha afferrato Sebastian per la cravatta, sollevandolo
dal suo posto.
Aveva
davvero gli occhi iniettati di sangue, come se
gli fossero esplosi tutti i capillari per lo sforzo di trattenere tutta
la sua
ira.
E
poi gli ha urlato a due centimetri di distanza per
mezz’ora, chiedendogli- ordinandogli di ridargli il gatto o-
serie di terribili
minacce.
E
Sebastian ha ripetuto infinitamente che lui non ne
sapeva nulla, del suo inutile gattaccio.
E
siccome Hunter era ed è sicuro che il colpevole sia
lui, ma non ha ottenuto ciò che ha richiesto, Sebastian
è stato confinato a
lucidare i trofei della Dalton ogni sera, tutta la settimana,
finché il gatto
di satana non tornerà al proprio padrone.
Thad
si è sapientemente offerto come supervisore, dal
momento che la sua presenza potrebbe essere una tortura aggiuntiva alla
punizione di Sebastian, che a furia di lucidare trofei alti un metro e
già
limpidi, ora ha i calli sulle dita e delle occhiaie che farebbero
concorrenza
al marsupio di un canguro.
Ogni
sera Thad si sdraia comodamente su un divano e blatera
o semplicemente respira per dare fastidio a Sebastian, che non lo
ammetterebbe
mai, ma preferirebbe essere circondato da un centinaio di Thad Harwood
piuttosto che lucidare trofei da solo.
Solo
che da quando Sebastian ha smesso di ignorarlo e
rispondergli male e sono passate due settimane da quando lucida trofei,
è quasi
Natale e… be’, la sua cotta… Thad si
sente davvero molto in colpa per ciò che
ha fatto. Ormai sa per certo che Chad non è mai stato a casa
sua, alla fine, e
che Sebastian vuole continuare ad agire come uno spirito libero,
seppure sia
più educato, più gentile e Thad sente caldo nello
stomaco, nelle guance, nelle
mani e nelle scarpe quando sta con lui.
Così,
due settimane di lucidamenti dopo, si presenta da
lui con un vassoio pieno di biscotti natalizi alla cannella e allo
zenzero.
“Questi
biscotti sono decisamente gay” commenta
Sebastian mentre ne addenta uno e lo apprezza visibilmente, anche se
non lo
ammette.
“Se
non ti piacciono o sono troppo gay, puoi anche
continuare a lucidare queste coppe in compagnia della tua spiccata
eterosessualità, Sebastian.”
Lui
arriccia il naso e solleva le spalle, continuando
col suo lavoro.
“Comunque
Hunter è soddisfatto del tuo lavoro, ma
rivuole il suo gatto” continua Thad, che sta pensando
seriamente di ridare
quella palla di pelo al suo padrone, ma la compagnia di Sebastian
è comunque
troppo piacevole per poter rinunciare ad
un’opportunità simile.
Sebastian
si volta di scatto, quasi stizzito. “Per la
centesima volta: io non so dove sia il suo diavolo di gatto. E qualcuno
ha
usato i miei stivali per incastrarmi.”
Thad
abbassa la testa, un’aria che sembra gridare
‘colpevole!’.
“Che
c’è ora?”
“Chi
è Chad?” sputa Thad tutto d’un tratto,
nervoso
come mai prima d’ora.
Sebastian
sbatte le palpebre un paio di volte, prima di
essere in grado di rispondere. “Cosa?”
“Chad…
quel Chad che sarebbe dovuto venire a casa tua.”
“E
tu come- cosa- oh, dio!” tutti i tasselli del puzzle
sembrano andare al loro posto improvvisamente.
È
impossibile che qualcuno abbia complottato contro di
lui senza una ragione. Certo, non ha sempre adottato il più
nobile degli
atteggiamenti, ma nessun altro lo avrebbe incastrato e costretto a due
settimane di inferno.
“Sei
stato tu, Harwood!” asserisce veemente, più che
sicuro.
Thad
balza indietro, di riflesso. “I- io non so perché
l’ho fatto! È solo che- ero così ferito
e geloso!”
“Geloso
di chi, di grazia?” Sebastian brandisce nel
mentre un trofeo, terrorizzando ancora di più
l’altro.
“Di
tutti gli altri! Perché te ne vai sempre in giro a
farti ogni essere vivente e- e sembra che neanche te ne accorga della
mia
esistenza!” dice duramente Thad. “Mi hai baciato e
ti sei comportato come se
non fosse successo nulla!”
“Mi
sembra di essere stato chiaro a riguardo” risponde
semplicemente Sebastian, appoggiato con la sua solita, snervante
disinvoltura
ad una teca.
“Non
lo capisci, Sebastian? In quale altra lingua
dovrei dirti che mi piaci?” sbotta Thad, ora alterato,
gesticolando
furiosamente.
Sebastian
inarca un sopracciglio.
“Mi
è piaciuto quando mi hai baciato e mi piacerebbero
altri mille tuoi baci, okay?”
Si
scosta dalla teca, facendosi più vicino a Thad con
aria di sfida.
“Non
riesci a capire come mi sento? Non è come quando
Blaine ti ha rifiutato?”
Sebastian
scuote leggermente la testa in dissenso.
“Perché
non mi hai neanche dato una possibilità?” Esala
Thad, provato dalla vicinanza dell’altro.
Sebastian
riduce la distanza ancora di più, fino a
trovarsi a veramente pochi centimetri dal naso del povero Thad
– che, in fondo,
se l’è anche cercata -, e con estrema
crudeltà scivola via da lui, lanciando lo
straccio con cui prima stava lavorando e uscendo dalla stanza.
“Prima
assicurati di togliermi da questo casino,
Harwood!” esclama ormai lontano.
Thad
rimane pietrificato, e sente che potrebbero
cadergli le rotule da un momento all’altro.
Alla
fine, il gatto del diavolo torna al suo posto,
sebbene abbia trascorso dei giorni da re con la nonna di Jeff, e Thad
ha
confessato segretamente il suo reato a Hunter.
Non
ha dormito per almeno due notti, prima di svelare
il misfatto, ma alla fine ce l’ha fatta, ed ha accettato la
sua punizione.
Ora
è l’addetto al lavaggio, alla stiratura e alla
rimozione dei peli delle divise dei Warbler a tempo indefinito.
Almeno
sa che se e quando vivrà da solo non dovrà
andare in giro in mutande e calzini, rigirandoli per usare sempre gli
stessi.
Anche
se in realtà è un po’ abbattuto
perché Sebastian
non gli parla da quella sera. E ora non si aspetta proprio
più nulla; è già
meravigliato dal fatto che voglia ancora stare in una stanza in sua
presenza.
Ma forse è perché è in qualche modo
costretto.
Ah.
Basta.
Ormai
è andata e deve farsene una ragione. Troverà
qualcun altro, no? Il mondo non è solo pieno di Sebastian.
“Hai
intenzione di lanciarmi il ferro da stiro in
faccia o posso entrare?”
Thad
molla all’istante l’aggeggio rovente che stava
maneggiando e si volta in direzione della voce familiare.
“Sebastian?”
Sebastian
regge due caffè dall’aspetto bollente in
mano, si avvicina e ne appoggia uno alla tavola da stiro.
“Pensavo
potesse farti piacere, dato che lavare la
macchia di vino dalla mia camicia non deve essere stato
facile” sorride
arcuando appena gli angoli della bocca.
“Ecco
chi è l’imbecille!” esclama Thad.
Sebastian
si accomoda sul divano, lasciando leggermente
sorpreso l’altro.
“Be’?
Resti?” chiede lui, confuso. Pensava che
Sebastian provasse il forte impulso di picchiarlo ogni volta che si
incrociavano.
“Perché
no?”
Thad
sospira. “Dopo quello che ho fatto…”
Sebastian
trae un sorso di caffè bollente dal suo
bicchiere di carta. “Ho semplicemente pensato che ti avrebbe
fatto piacere
della compagnia. Sai, ho vissuto un’esperienza
simile” insinua.
Thad
rantola in imbarazzo e riprende a stirare un
blazer, sorseggiando caffè, che datogli da Sebastian sembra
avere un gusto
ancora più piacevole.
“Comunque
sei stato molto originale nella scelta del
tuo piano.”
“Uhm…
grazie?” mormora, sempre dandogli le spalle.
Sente
i cuscini in pelle del divano scricchiolare
mentre Sebastian si alza e si avvicina a lui. Quando la sua presenza
è una
percezione tremendamente vicina, inizia a formicolargli il corpo intero.
Sebastian
si affianca a lui, perfido nell’esasperare la
lentezza dei suoi movimenti, e si sorregge con una mano alla tavola da
stiro,
inclinandosi leggermente verso Thad.
Si
prende qualche attimo per farlo soffrire, mentre lui
annaspa con il cuore che pompa furiosamente nel petto e si sente tanto
una
ragazzina, ma tanto non importa.
“Sebastian?”
soffia al limite della sopportazione.
Le
labbra di Sebastian si stirano in un sorriso
eloquente, e la sua espressione riflette interamente il piacere che sta
provando nel soggiogarlo. “Mi stavo chiedendo… hai
programmi per venerdì sera?”
Il
caffè di Thad precipita in libera caduta,
riversandosi sul pavimento e schizzando sulle camicie che ha appena
finito di
stirare.
Ovviamente questa one shot partecipa all'iniziativa "Babbo Natale delle fanfiction" del Gleeky Cauldron, seppure io sia, ovviamente, in ritardo.
Mi sento abbastanza imbarazzata a pubblicare questa storia, sia per il fatto che è la prima volta che scrivo Thadastian - e, ammettiamolo, meglio che io mi ritiri! -, sia perché è addirituttra un regalo. Avrei potuto scrivere una Klaine, dato che è il mio campo di battaglia, ma dal momento che la Thadastian è la vostra otp ho voluto osare. c:
Spero di non aver scritto un totale fallimento, e che almeno un poco vi sia piaciuta.
Va be', basta con le lagne!
Dato che ormai sono passate tutte le feste, auguro a Swichi e Matiux e
a chiunque sia qui a leggere un bellissimo 2013!