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Autore: unitydivides    07/01/2013    7 recensioni
"La verità era che gli mancava da morire. Ogni giorno e ogni ora; e aveva bisogno di lui come mai ne aveva avuto e come ne aveva avuto sempre."
Piccoli accenni al Mclennon.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Per una volta sono abbastanza soddisfatta di ciò che ho scritto, e non è una cosa che capita spesso. Spero che piaccia anche a voi, mi farebbe davvero piacere. In questa storia parlo di Paul nell'87 o in qualche anno intorno all'87. Non l'ho precisato perché non lo so nemmeno io, ma non ha molta importanza. Scusate se faccio sempre le cose a caso. E anche queste note sono a caso, mi spiace. Grazie a chiunque consideri questa storia :)
Disclaimer: Paul, Linda e i suoi figli non mi appartengono e John neppure. Gli eventi qui raccontati sono solo frutto della mia immaginazione. 



 

Su Paul


 


Paul rovistava nei cassetti del suo armadio in cerca in cerca di una cravatta blu notte da abbinare al suo completo. Quella sera sarebbe dovuto andare ad una specie di festa con sua moglie e voleva essere elegante. Linda gli aveva già detto che una qualsiasi cravatta blu scuro sarebbe andata bene, ma lui, testardo, era deciso a mettere proprio quella. E, naturalmente, non riusciva a trovarla. Dopo aver sconvolto il contenuto dell'ennesimo cassettolui stesso si stupì di quante cose possedevasenza trovare ciò che stava cercando, cominciò a considerare la proposta di sua moglie e pensò che, forse, lei non avesse poi tutti i torti. Ma poi ci ripensò: in fondo, che ne sapeva lei del blu notte? Assolutamente niente, si disse Paul, e ricominciò a cercare, mettendo a soqquadro la camera da letto, finché le sue mani e il suo sguardo non si posarono su una scatola per biscotti di metallo. Studiò per qualche secondo i disegni leggermente in rilievo su di essa: un pupazzo di neve sorridente, una casetta di legno e una slitta trainata da alcune renne. L'aveva ricevuta in regalo qualche anno prima da parte di alcuni amici di sua moglie; una volta svuotata dei biscotti, aveva deciso di tenerla come scatola dei ricordi e, per essere più precisi, dei ricordi di John. Paul si alzò, chiuse la porta della stanza e ritornò a contemplare la scatola. Poi la prese con entrambe le mani, si sedette sul letto e la aprì. Subito si liberò un leggero profumo che andò a solleticare le narici di Paul. Questi chiuse gli occhi e sospirò. Era il profumo di John, che Paul comprava periodicamente, sempre un po' prima che quello nella boccetta finisse. Era il profumo di John, che Paul spruzzava per le stanze quando si trovava solo in casa. Il profumo che spruzzava addosso a , sui suoi vestiti, sul suo cuscino prima di andare a letto. Ma solo poche volte, solo se non c'era nessuno, solo se Linda e i bambini dormivano già e lui poteva alzarsi dal letto ed andare in salotto o in giro per la casa vuota buia silenziosa, il cuscino sotto il braccio, stretto stretto per non farlo cadere, per  non farlo scappare, per non rimanere senza proprio ora che ne aveva bisogno, ora che aveva sonno ed era triste, ora che aveva paura ed era stanco, ora che non aveva più sonno ed era solo

Paul aveva aperto la scatola di biscotti e, con dita tremanti, accarezzava dolcemente la carta delle lettere che gli aveva scritto John, passando i proprio polpastrelli sull'inchiostro e muovendo impercettibilmente le labbra mentre mimava ciò che stava leggendo. Accarezzava le lettere e apriva e chiudeva la custodia di una cassetta, provava un bracciale e rimetteva tutto a posto con cura, in modo da non rovinare niente. Ma prima di farlo si spruzzò una volta, solo una, il profumo del suo amico.

La verità era che gli mancava da morire. Ogni giorno e ogni ora; e aveva bisogno di lui come mai ne aveva avuto e come ne aveva avuto sempre

Linda lo chiamò, gli disse di sbrigarsi perché avrebbero fatto tardi. Gli disse anche di mettere in ordine la stanza, perché sapeva benissimo che per l'ennesima volta Paul l'aveva messa a soqquadro. E borbottò che proprio non capiva come potesse essere così distratto e dimenticarsi ogni giorno dove avesse messo questo o quello e che quella era una camera da letto e non un campo di battaglia

Paul sorrideva da dietro la porta. Non le avrebbe mai spiegato perché faceva così. Non le avrebbe mai detto che in realtà a lui non importava granché di trovare ciò che stava cercando. O che non cercava proprio niente. Non le avrebbe detto l'avrebbe tanto facilmente ammesso a se stessoche il motivo di tutto ciò era in quella scatola di biscotti. E, ogni volta che la ritrovava, per caso, durante una delle sue folli ricerche, se ne stupiva. E ogni volta, doveva assolutamente scoprire che cosa contenesse

La voce di Linda lo raggiunse di nuovo e lui la rassicurò che sarebbe arrivato di a poco

Avrebbe portato con John, a quella festa, spruzzato sulla sua camicia e un po' anche sul suo collo. L'avrebbe portato con per sempre

Guardò l'orologio d'argento che teneva al polso, prese dall'armadio una cravatta di un qualsiasi blu scuro e la indossò. Alla fine, Paul non sapeva nemmeno che colore fosse il blu notte

  
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