Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: koneko_chan    30/07/2007    4 recensioni
E' notte fonda quando Ryo torna a casa e viene rimproverato dall'amico Mick. La sua partner soffre troppo a causa sua, motivo per il quale si è ubriacata e sta cantando a squarcia gola. Il suo comportamento verso Kaori potrebbe cambiare ascoltando una canzone? Forse se quella canzone fosse 'You don't own me' di Leslie Gore, potrebbe.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori/Greta, Ryo Saeba, Ryo Saeba/Hunter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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You don’t own me.. Okay, you do..

 

 

 

 

Sebbene fosse notte fonda e la visibilità era molto limitata Mick Angel riconobbe subito, quando la vide, la figura di un uomo avanzare verso di lui. Si alzò dagli scalini dove era rimasto seduto per più di un ora aspettando il suo ritorno.

Fece qualche passo verso l’altro uomo, che stupito, non poté dire nulla perché l’Americano l’aveva già preceduto.

-E’ da una vita che ti aspetto qui seduto.. Dove diavolo eri finito?-

Sembrava quasi che gli stesse facendo la predica per non aver rispettato il coprifuoco.

L’altro scrollò le spalle sempre zitto accennando a un vago sorriso.

-Domanda stupida giusto..- sentenziò Mick. –Tanto non te ne importa un fico secco vero se Kaori sta male, eh Ryo?-

A quelle parole che sembravano averlo molto colpito, Ryo Saeba sbarrò gli occhi fissandolo scuro.

-Puoi dire tutto.. Tutto ma non questo!- intimò ormai ad un passo l’uno dall’altro.

-Ah, si?- chiese retorico. –E allora spiegami per quale motivo Kaori si è ubriacata e canta come una posseduta tristi canzoni?! Me lo spieghi?- fece una pausa notando lo sguardo smarrito che aveva assunto Ryo.

-Per quale altro motivo, se non avere un uomo al suo fianco che non ammette di amarla e invece di stare con lei se la spassa con le altre?! Eh?- concluse Mick.

Stettero in silenzio per un po’, poi il biondo fece per andarsene e oltrepassò Ryo, scotendo la testa. Gli occhi di Mick bruciavano, sembrava malinconia quella che Ryo vi leggeva.

-Perché mi dici tutto questo?- gli chiese Ryo.

-Mi sembra ovvio, no? Lei ama te, zuccone..- rivelò stizzito. –Mai visto un uomo tanto cieco.. Bah..-

-Secondo te che dovrei fare?- gli chiese a bassa voce.

Arrestandosi Mick gli sorrise. –E me lo chiedi anche? Va da lei e dille che l’ami! Possibilmente quando sarà sobria.-

Poi riprese a camminare fino l’appartamento antistante al loro ma prima poté udire Ryo sussurrargli un ‘Grazie’.

Una volta che l’amico fu sparito dalla sua vista, si voltò a guardare il suo palazzo.

Sopirò per poi accingersi ad aprire il portone.

 

 

* * *

 

 

Sentì qualche nota diffondersi nell’aria salendo le scale e arrivato davanti alla porta, sorrise amaro.Lui la conosceva quella canzone. Era incisa in uno dei tanti CD di Hideyuki, che Kaori custodiva gelosamente. Aprì la porta, trovando la stanza del salotto immersa nella penombra dove l’unica fonte di luce era la luna.

Lanciando un’occhiata al tavolo si stupì di trovare una bottiglia mezza vuota di Vodka abbandonata su questo, cercò Kaori con lo sguardo e ad un certo punto la vide. La mente in bianco, sgombra di pensieri. Gli occhi pieni di quella visione che gli si proponeva di fronte. La bocca dischiusa per la piacevole quanto inaspettata sorpresa.

In piedi davanti alla finestra, l’unica cosa che vestiva era un vestito bianco piuttosto corto sorretto da sottili spalline. Non glielo aveva mai visto indosso, e per Dio, se ne sarebbe di certo ricordato se non fosse stato così.

Alla luce lunare il suo corpo risplendeva come una dea e si illuminava. I suoi occhi brillavano di malinconia, constatò. Si muoveva impercettibile a tempo di musica, quasi dondolando e dopo le prime note iniziò a cantare in un sussurro.

 

 

You don’t own me

I’m not just one of your many toys

You don’t own me

Don't say I can't go with other boys

 

 

Era chiaro a chi si riferiva cantando. Ryo nel suo angolo immerso nella penombra non distolse un attimo lo sguardo da Lei. Ad ogni parola sentiva un brivido percorrergli la schiena fino a sentire un tremito nel petto. Era la prima volta che vedeva la sofferenza della ragazza, la prima volta ai suoi occhi. Certo, sapeva che non era felice ma pensava che riuscisse comunque a pensare ad altro. 

Che pian piano se ne fosse dimenticata. Beh, si era decisamente sbagliato. Doveva ammetterlo. Non se lo meritava, sette anni d’attesa erano troppi per chiunque. Tutto quel tempo sprecato rendendo entrambi infelici. Privando lei di una vita che non aveva potuto vivere fino ad ora. 

Non era un suo giocattolo, imponendole il suo volere. Che rendeva infelici entrambi. Era certo che non si sarebbe mai decisa a vedere qualcun altro con lui al suo fianco. E questa era una dannatissima ingiustizia nei suoi confronti. Si decise ad avanzare verso di lei quando la vide appoggiarsi alla finestra, con gli occhi perdersi fra le luci della città.

 

 

And don’t tell me what to do

And don’t tell me what to say

And when I go out with you

Don’t put me on display

 

 

La canzone proseguiva e Kaori iniziò a piangere, ogni tanto qualche singhiozzo la scuoteva. A Ryo si intenerirono gli occhi quando si voltò verso di lui e lo fissò con sguardo smarrito. Mai una canzone sarebbe stata più calzante. Non poteva dirle che fare, che dire..

Semplicemente non poteva, non poteva decidere per lei. Lui non ne aveva il diritto. Doveva lasciarla vivere. D’altronde era quello che voleva, no? La sua felicità veniva prima di ogni altra cosa. Prima di tutto. Lo vedeva anche da solo che la decisione di allontanarla da lui non aveva fatto altro che ferirla. Proprio quello che voleva evitare. 

Qualche istanti dopo Kaori, nonostante l’avesse visto, riprese a cantare guardandolo dritto negli occhi e camminandogli incontro.

 

 

You don’t own me

Don’t try to change me in any way

You don’t own me

Don’t tie me down, ‘cause I’ll never stay

 

 

Erano a poco meno di un metro di distanza, lui le sorrideva dolcemente. Non voleva cambiarla. Era perfetta così com’era e lui voleva che rimanesse sempre e solo lei, la sua adorata Kaori. Non voleva di certo cambiarla. L’amava per questo, nonostante tutto quello che era passato lei era sempre sé stessa. Aveva imparato a riconoscere la vera Kaori quando lei gliela mostrava, di tanto in tanto. 

Era la Kaori dolce che amava, impavida che non ha paura di nulla, scherzosa quando faceva qualche battuta. La Kaori pronta a sorridere ogni volta che riemergeva dai suoi martelli imbronciato, finendo col far sorridere anche lui. Kaori continuava a fissarlo con le lacrime agli occhi, le labbra arricciate in un pianto quasi infantile. Sembrava quasi chiedergli scusa. Scusarsi lei?! Era lui che doveva implorarle perdono. Se fosse riuscita a perdonarlo, avrebbe messo fine alla felicità di entrambi. Un solo passo li distanziava.

Le tolse il bicchiere che stringeva fra le dita appoggiandolo sul tavolo. Tornò a guardarla e sul volto di lui comparì un tenero sorriso che si allargò non appena le tese una mano, che lei, schiaffeggiò.

 

 

I don't tell you what to say

I don't tell you what to do

So just let me be myself

That's all I ask of you

 

 

Aveva smesso di piangere tuttavia i suoi occhi erano ancora lucidi ed iniziarono a brillare, cantando quella strofa. Lo sguardo di lui si spostò dal suo viso incapace di leggerle gli occhi per paura di trovarvi odio. Lei non l’aveva mai giudicato, era stata l’unica pronta a seguirlo, a sostenerlo, ad amarlo. Forse aveva preteso troppo da lei. Aveva tirato troppo la corda finendo con lo spezzarla. 

Che fosse troppo tardi? Pregò che non fosse così, non ora. Non quando aveva deciso di rivelarle quello che sentiva. Doveva capire. Si avvicinò a lei avvolgendola in un abbraccio. Kaori cercava di divincolarsi dandogli dei pugni sul petto leggeri, a causa dell’ebbrezza; non riuscendo però a liberarsi.

 


I'm young, (I'm young) and I love to be young

I'm free, (so free) and I love to be free

To live my life the way that I want

To say and do whatever I please

 

Alla fine smise di divincolarsi arrendendosi. Si abbandonò totalmente al suo abbraccio, perdendosi contro di lui. Chiuse gli occhi stringendosi di più a lui, che le baciava i capelli. Sentiva un gran sonno intorpidirle le membra ma tuttavia non voleva lasciarsi andare voleva sentirsi ancora per un po’ così. Cullata, al sicuro, desiderata. 

Percepiva il battito del cuore di Ryo pulsare sotto la sua guancia accostata al suo petto. Sembra quasi una lenta melodia, una ninna nanna che l’incantava, la rasserenava cullandola. Sentì la musica offuscarsi percependo solo il battito di Ryo. Senza musica intonò l’ultima frase della canzone per poi crollare fra le sue braccia addormentata.

 


You Don't Own Me

 

 

Subito dopo il termine di quella lenta melodia Ryo la prese dolcemente in braccio portandola nella sua camera e al momento di metterla sotto le coperte Kaori non voleva lasciarlo andare. Catturandolo in un abbraccio, del quale per una volta lo sweeper era ben felice di essere il prigioniero. Così ridacchiando Ryo si infilò sotto le coperte con lei facendole appoggiare la testa sul suo petto. 

L’osservò dormire rapito dal suo viso, mentre le accarezzava con una mano i capelli ed ogni tanto le sfiorava una guancia. Sembrava che l’addormentata gradisse di buon grado quelle attenzioni perché le fecero spuntare un sorriso. Si concesse qualche altro minuto ad osservarla dormire per cogliere ogni suo minimo particolare. Quando poi smise di solleticarle il collo con una carezza, lei, facendosi più vicina sussurrò qualcosa nel sopore. In altri contesti poteva essere una frase equivoca, ma in quello poteva solo farlo sorridere.

-Sono tua, Ryo..- bisbigliò.

Ancora una volta col sorriso sulle labbra anche lui si addormentò.

 

 

* * *

 

 

Il mattino dopo la camera fu illuminata dai primi raggi di sole che filtravano dalla finestra. Kaori si mosse dormiente avvicinandosi di più al petto di Ryo, inspirando il suo profumo nell’incavo del collo e a sua volta lui si voltò su un fianco attirandola contro di lui con un braccio. Le loro fronti si sfioravano, le gambe erano intrecciate tra loro. Rimasero così per un po’, lasciandosi cullare dal tepore dell’altro.

In un tentativo, che si potrebbe definire disperato, Ryo ancora addormentato cercò di recuperare il suo braccio ormai intorpidito sotto la spalla della ragazza. Era stato il suo cuscino per la notte, cullata dal suo calore. A quei movimenti Kaori schiuse gli occhi e le ci volle qualche altro minuto per aprirli e rendersi conto che il Suo viso era a meno di un centimetro dal proprio. Inutile dire che non appena realizzò di trovarsi nel letto di Ryo, con solo una leggera veste indosso: il suo cervello andò in fibrillazione.

Oh mio Dio! Oh mio Dio! Oh mio Dio! Respira, Kaori, respira. Come diavolo faccio a respirare di fronte alla remota possibilità di aver passato una notte con Ryo?! E Dio me ne scampi, non ricordarmi assolutamente niente di tutto ciò?! Grrrr.. Da oggi in poi, la Vodka per me, è Off Limits!

Totalmente sprovvista di self control si sedette sul letto ancora incerta sul da farsi, lanciò uno sguardo distratto a Ryo che ancora addormentato sorrideva come un angioletto sognando chissà chi, certa che non si trattasse di lei.

Momento di panico: il suo petto era nudo. Non che fosse una brutta visuale, un fischio nella sua mente le diede ragione, ma questo poteva anche significare.. Impallidì non osando sbirciare sotto le coperte per verificare se fosse scoperto anche più in basso. Uhm.. Però un occhiatina.. Deglutì, tentata. Kaori Makimura!

In quel momento forse per l’intensità dei pensieri o per la prospettiva di aver dormito, forse facendo altro, con Ryo; vacillò a causa di un cerchio alla testa che non ricordava di avere.

Si distese di nuovo vicino a lui. No, no, no. Non è successo nulla l’altra notte. Me ne sarei ricordata se fosse altrimenti! Ma anche con tutto l’acool che ho bevuto?? Si concesse un sospiro.

Impossibile che Ryo si fosse approfittato di lei. Non aveva senso. Impossibile. Però se allora non era successo nulla.. Che ci faceva a letto con lui? Ma soprattutto cosa faceva ancora lì, lei?! Beh, si stava solamente prendendo un attimo di riflessione prima di svegliarlo, si convinse. Era un suo diritto, no?

Lanciò un occhiata a Ryo al suo fianco che dormiva beatamente. Senza accorgersene allungò una mano a sfiorargli i capelli scuri spostandogli una ciocca dalla fronte. Aveva mosso leggermente le spalle come se l’avesse percepita vicino a lui. Due grandi occhioni inteneriti sostituirono quelli preoccupati di Kaori, come era dolce quell’uomo! Quando poi lo vide storcere la bocca in una smorfia mentre la cercava con un braccio.. Sorrise gongolante. Non riusciva a staccare gli occhi da lui: era incantata a guardarlo, la mente sgombra. Solo lui, Ryo. In testa, nel cuore. Lui. Oh, Ryo..

Ancora una volta mentre la cercava Kaori non riuscì a sfuggire alla sua ferrea presa. La sua mano era magicamente, e giustamente, posata sul fianco di lei. Piano a piano le guance di Kaori si tinsero di un rosa donandole colore.

Stava per spostare la mano e sgattaiolare fuori dalla stanza quando Ryo aprì lentamente un occhio. In seguito l’altro finendo col trovarsi davanti quelli castani di Kaori. E alla vista di quegli occhi neri, penetranti, Kaori trattenne il fiato dimenticando l’imbarazzo precedente. Si fissarono ancora distesi senza dirsi nulla a pochi centimetri di distanza. Sembrava volesse leggerle l’anima. Toccarla nel profondo.

Si poteva dire che il tempo non esistesse ma non fu così, il tempo c’era. Ciò nonostante nessuno dei due provava una fretta tale da distogliere lo sguardo dall’altro. Un momento magico, squisito, irripetibile. Da condividere insieme.

La bocca di lei era schiusa, dimentica di pronunciare alcunché.

L’attenzione di Ryo si concentrò sulle sue labbra, deglutì inspirando. Non ora, si ripeté nella mente. Hai cose più importanti da fare che farla tua. Al diavolo, PIÙ IMPORTANTI?! Ma mi sento quando parlo? Che c’è di più importante? Lottava con il flusso dei suoi pensieri, mentre cercava di prendere il ritorno del suo autocontrollo. Forse dirle che la desideri da sempre, prima di possederla?! Missione compiuta. Tsk, dannata voce interiore.

-Io.. ti ho portato qui a dormire perché non volevi lasciare andare la presa dal mio collo.. Non è successo niente, puoi stare tranquilla..- si fermò, indugiando. Non ancora, almeno.

Lei abbassò lo sguardo. –Non ricordo nulla di ieri sera.. Ho fatto qualcosa che non dovevo?- Per esempio, uhm, baciarti? Cosa che vorrei fare da una vita? Niente condizionale. Meglio un presente, lo voglio tutt’ora.

-Oh, no nulla.. Solo, hai cantato per me una canzone d’amore..- intimò divertito ma ugualmente serio.

Ora l’attenzione della rossa era tornata su di lui. Di nuovo imbarazzata si coprì il viso con le mani.

-Oddio..! Che idiota!- mormorò alzandosi seduta, sfuggendo così alla sua stretta.

-Non sei stata un’idiota… tu.. sei stata dolce.. Sono io l’idiota qui ed anche l’insensibile.- biascicò stringendo i denti.

Si girò per tornare a guardarlo. –Non capisco che vuoi dire..-

-Io non ti merito affatto. Da stupido colossale quale sono, ho ripetuto lo stesso errore per molti anni. Sette, per esser precisi. Ho sempre dato per scontato che tu ci fossi, che saresti stata sempre con me.. Ma.. Questo non è scontato! Tu avresti potuto rifarti una vita, lontano dalla mia. Trovarti un lavoro meno pericoloso di questo, un..- ringhiò piano prima di riprendere a parlare. -..ragazzo. Essere felice..- le rispose.

Sembrava che la ragazza stesse per replicare ma lui alzò una mano per farle cenno di non dire nulla.

-Però, sei rimasta, Kaori.. Non mi hai mai lasciato, nonostante avessi mille e più ragioni per farlo.. Mi sei stata accanto, dopo tutto. Ed ora che sono passati sette anni, tu ci sei ancora. Però io non ho mai fatto nulla per meritare il tuo amore.. e allora perché?- concluse, sul volto un espressione interdetta come se non si capacitasse di quel fatto.

La ragazza accennò a un sorriso, che lui notò comunque sebbene vedesse solo il suo profilo.

–Beh, io so che sei un incorreggibile maniaco; corri dietro alle belle donne, tranne che a me, e ti comporti da pervertito.. Eppure secondo me lo fai anche per dimenticare, fingerti un altro; anche se così non riuscirai a cancellare il tuo passato. Non te lo sta chiedendo nessuno, il passato è il passato e come tale deve essere lasciato alle spalle.

Mi dispiace che tu ne soffra ancora. Nonostante avessi i tuoi problemi, le tue sofferenze.. Tu ti sei preso cura di me, come nessun altro avrebbe potuto fare.. Mi hai protetto e lo fai tutt’ora, e non mi riferisco solo a quando sono in pericolo. Parlo di quando ho bisogno di te, e tu ci sei.. Mi sostieni, credi in me.. Mi sento al sicuro, felice e in un certo senso amata.. Ho la sensazione che potrei fare di tutto, e questa è una sensazione che nessuno riesce a regalarmi.. Ecco, è questo ciò di cui ho bisogno! Tuttavia se non posso essere ricambiata dell’amore che provo per te, mi piacerebbe poter stare al tuo fianco..- sussurrò concludendo.

Non era mai stata così sincera con lui, la prima volta che aveva aperto il suo cuore.

Cercò i suoi occhi per vedere come avesse reagito. Niente. Aveva gli occhi chiusi. Per un attimo pensò che avesse ripreso a dormire. Poi notò che gli angoli della sua bocca erano curvati in un sorriso. -Ryo..?-

-Kaori…- sospirò lui, rimanendo così com’era. Forse il suo sorriso si pronunciò di più.

-Si?- chiese in un fil di voce.

-Ti amo.- le disse semplicemente senza muoversi.

Tum, tum-tum, tum, tum-tum, tum, tum-tum.

Lo sentiva, era il suo cuore. Batteva forte nel petto, scalpitante. Chiuse gli occhi anche lei, sorridendo. Li strinse appena, riaprendoli. Era un sussurro quello uscito dalle labbra di Ryo, ma lo aveva percepito ugualmente.

La gioia era esplosa in lei, scuotendola nel più recondito angolo della sua anima. Era una sensazione di pienezza, calore mischiato a dolci brividi, qualcosa di dolce che ti lascia il suo sapore dentro. Indimenticabile.

Si lasciò cadere sul letto, guardando il soffitto. Non vedendolo in realtà. Sentiva una continua scossa che l’elettrizzava.

-A cosa pensi?-

La domanda di lui, come il suo tono di voce sorprendentemente dolce, giunsero quasi inaspettati. Non si era accorta che s’era disteso su un fianco e l’osservava. Chissà da quanto tempo era così. Girò la testa verso di lui.

Aveva un luccichio negli occhi che sembrava renderlo più ilare di quanto lo avesse mai visto.

Sorrise, decidendosi a rispondergli. –Non pensavo nulla in particolare. Solo che ti amo anche io..-

La sua risposta fece mordere il labbro inferiore a Ryo, che per tutta risposta si fece più vicino regalandole uno sguardo seducente. Era strano essere di fronte a quello sguardo. Quando per anni l’aveva sempre visto rivolto ad altre. Per tutte quelle volte che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederlo una volta rivolto a lei. Non quando fingeva d’essere un'altra però, quando era sé stessa. La Kaori di sempre. Distolse lo sguardo, tornando seduta.

Solo ora l’era tornato in mente il motivo per il quale si era ubriacata l’altra sera. Si ricordava perfettamente ogni cosa, ora. Gli lanciò un occhiata di fuoco. Gli avvenimenti precedenti le passarono di nuovo davanti agli occhi. Una telefonata mentre preparava la cena l’aveva lasciata senza parole. Poi si era ubriacata, probabilmente era stato a quel punto che aveva tirato fuori quel vestito. Le immagini poi lasciarono il posto ai pensieri.

Saeko ha pagato il suo debito con Ryo. Dopo che se l’è spassata con lei, viene a dirmi che mi ama, eh? Si sbaglia se pensa che la passerà liscia come al solito.

-Kaori che c’è? Che hai?- sembrava appena allarmato.

-Niente.. Piuttosto.. Com’è andata ieri con Saeko?- domandò sprezzante.

Gli occhi di lui, larghi, la fissavano. –Non è come pensi.-

-Ah no?- chiese sarcastica alzandosi in piedi.

Diretta verso la porta, non vi si avvicinò minimamente. La mano di lui era sul suo polso in un attimo.

-Aspetta.- appariva quasi una preghiera, la sua. –Saeko ha pagato il suo debito, sì.-

Kaori voltò di scatto la testa dall’altra parte. –Ma in contanti. 1.000.000 di Yen..-

Tutta la rabbia smontò fino a che sulle guance apparve il solito rossore, così familiare a Ryo che lo fece ridacchiare.

Sono stata una stupida a dubitare anche solo un istante di lui.. Come ho potuto?

-Non ti preoccupare, ho dei precedenti che non sono esattamente a mio favore.- le lesse nel pensiero lui. -Ma riconquisterò la tua fiducia, stanne certa.- ammiccò lui sfiorandole con una mano l’incavo del collo.

-Una cosa soltanto.. Cosa ti ha fatto cambiare idea?- chiese titubante. Dopo sette anni voleva almeno sapere cosa o chi avesse dovuto ringraziare per aver contribuito alla sua eterna felicità; prima di abbandonarsi completamente tra le sue forti braccia, ovviamente. Come minimo gli avrebbe fatto erigere un monumento. Enorme, davanti a casa.

-Te l’ho detto.. Hai cantato per me l’altra notte. Quello mi ha fatto capire quanto mi sbagliavo su come mi stavo comportando con te, quanto ti facevo soffrire. Da troppo tempo ormai, troppo.- parlando i suoi occhi s’erano rabbuiati.

-Sai, era una canzone di Lesley Gore, “You don’t own me”. Poi cantata da te..-

Chiuse gli occhi, ma sentendo una sua mano sfiorargli una guancia li riaprì. Lei, la sua Kaori, era a pochi centimetri dal suo viso. Con le punte dei piedi appena alzate per raggiungere la sua altezza, gli appoggiò una mano sulla sua spalla mentre l’altra continuava a carezzargli la guancia. Schiuse le labbra gustandosi il suo profumo, così intenso e afrodisiaco. Incapace d’attendere ancora, lui eliminò impaziente la distanza che li separava portando una mano alla sua nuca per attirarla più a sé. Qualcosa dentro di lei, dovuta forse alla frizione delle sue labbra sulle sue che le faceva girare la testa, la portò a dischiudere le labbra per potergli dare più accesso. Kaori emise un gemito di apprezzamento quando lui portò una mano ad accarezzarle un fianco, sentendo il suo tocco sopra la leggera stoffa del vestito. Quando trovò quella di Ryo, la mano di Kaori s’intrecciò saldamente con la sua. Le loro dita unite in una stretta bisognosa.

Sciolsero il bacio a malincuore rimanendo con i visi vicini, non volendo dividersi con un distacco netto. Lei, ancora ad occhi chiusi, sorrise quando sentì le labbra di Ryo continuare a lasciarle piccoli baci su una guancia. Poco a poco scese ad accarezzarle il collo con la punta del naso inspirando a pieni polmoni il suo aroma, tanto dolce da confonderlo dentro. Sbuffò piano ricordandosi qualcosa e scostandosi lentamente. Le sorrise impacciato.

-Ricordati anche di ringraziare Mick.. La dritta principale l’ho avuta da lui..- lesse la sorpresa nei suoi occhi. –Anche se credo sia la prima volta che gli do ascolto.. Mi sa d’aver fatto bene..-

Appoggiò la testa sul suo petto, già avvolta in un possessivo abbraccio. –Aha.. Vorrà dire che lo ringrazierò a dovere.-

-Ehi, che intendi dire? Non vorrai mica…?- disse lasciando la domanda a metà.

-Mmm..- uscì dalle sue labbra strofinandogli la guancia contro.

-È fuori discussione. Tu sei mia.- Fece una pausa. –Che se ne vada da Kazue una volta per tutte!-

Kaori rise di gusto quando, alzando la testa dal suo petto per sbirciare la sua espressione, vide la faccia imbronciata.

-E così io sarei tua, eh?- domandò con un pizzico di sarcasmo. –Sarei una delle tue tante donne?-

Kaori si zittì all’istante notando il suo sguardo. Così intenso nel guardarla, quasi da sembrarle serio. Ecco, lei odiava quei momenti. Li odiava dal più profondo del cuore. Lei tentava di scherzare come sembrava che facesse anche lui, poi tutt’a d’un tratto si trovava davanti quelle due pozze scure che la fissavano negli occhi.

A disagio fece scomparire il sorriso mentre involontariamente un chiaro rossore le colorava il viso. Tornò a guardarlo.

-Kaori, lo sai ciò che volevo dire. Per me sei l’unica, sei la sola.- mormorò piano, dolcemente.

Lei trattenne il respiro con gli occhi larghi. –Anche tu sei sempre stato il solo per me. Da sempre.-

-Per questo mi dispiace di averci messo troppo a capirlo.- biascicò accarezzandole la guancia. –Io sono tuo, Kaori.-

Dovette correggersi. Lei li amava quei momenti. –Ed io solamente tua. Con tutto il mio cuore.- sorrise lei.

Bisognosa di un nuovo contatto con le sue labbra tornò ad alzarsi sulle punte, ma non ce ne fu troppo bisogno. Ryo si era già abbassato a sigillare le loro labbra con un bacio. Fu meno intenso del primo, tuttavia carico di sentimento.

Staccandosi si sorrisero, in un attimo con una veloce mossa Ryo fece passare il suo braccio sotto le sue ginocchia tenendola fra le sue braccia. Dopo un piccolo gridolino di sorpresa Kaori si aggrappò al suo collo, meno spaventata.

Attraversò tutto l’appartamento fino a quando la depositò delicatamente sul tavolo della cucina. Lei, dopo avergli sorriso imbarazzata si era fiondata verso il lavandino lavandosi le mani per poi iniziare a preparare la colazione. Ryo, dal tavolo al quale era seduto la osservava vigile. Testa inclinata, appoggiata al suo braccio destro. Sembrava che fosse tornata ad essere a suo agio perché ad un certo punto prese a canticchiare.

-You don’t own me.. Don’t try to change me in any way.. You don’t own me.. Don’t tie me down, ‘cause I’ll never stay..- canticchiò piano, sotto voce. Proseguendo ad intonare la melodia.

Si voltò col bricco del caffè in mano e si ritrovò di nuovo quegli occhi davanti. Deglutì. Ecco un altro di quei momenti.

-Okay, you do! I have already told you!- rispose con un sorriso, per poi versargli il caffè nella sua tazzina.

-Così va meglio..- lo sentì sussurrare prima che si sedesse e prendesse a chiacchierare con lei.

Poco importava quanto tempo avevano perso, contava quanto ne avevano guadagnato. Molto, insieme. Basta l’eternità per due anime che si appartengono l’un l’altra? Perché ora lo sapevano. Sarebbero stati insieme sempre.

 

 

 

 

Eccomi qua, quasi non mi sembra vero.. Sono qui a pubblicare la mia prima fanfiction su City Hunter.. (Senza la spinta di un certo qualcuno non ce l’avrei mai fatta! ^0^) All’inizio l’ho scritta pensandola come una song-fiction senza seguito, poi ho pensato di darle una conclusione. Non so se ho reso giustizia ad un possibile finale che Hojo-sensei non ha voluto regalarci… Tuttavia, io ci ho provato! ^^ Ringrazio la mia Beta-Reader Kinpatsuchan, nonché Sorella per aver corretto i miei soliti errori madornali di battitura! Come farei senza di te?! Eh, non lo so proprio! ^__- Assie mille! Un sincero grazie a chiunque l’ha letta fino alla fine, ne sono molto felice. La canzone come è riportato sopra è di Leslie Gore dall’album ‘Lesley Gore Sings of Mixed-Up Hearts’. E’ evidente che i personaggi non sono di mia proprietà ma di Tsukasa Hojo. Detto questo, vi lascio. Un bacione a tutti!

 

Konekochan

  
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