Piccola Nota Scassaballe:
qst ff l’ho già pubblicata ma in seguito ho deciso di cancellarla perché senza
il codice per l’HTML… ora ho aggiustato!
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
Salve a tutti! Questa è la
mia primissima fic dedicata alle mie amiche Sofia & Elis, continua fonte di
ispirazione e preziose consigliere! Spero che vi piaccia e se avete gradito
anche solo un po’ vi prego di lasciarmi una recensione! Ne sarà molto felice ^^
“che
cos’è l’amore?”
la
mente di Gaara era appesantita da questo quesito…
quante
volte nella sua vita si era trovato a ragionare sul significato di quel
sentimento così misterioso per il suo cuore…
alla
fine aveva quasi imparato ad ignorare la voragine che gli bruciava il petto
ogni volta che ripensava a yashamaru.
Forse
quella sensazione strana che provò quando lo vide sorride assomigliava
all’amore…
Ma
era stato così tanto tempo che ormai non rimaneva che un ricordo sbiadito del
suo volto.
L’unica
cosa che rammentava era l’odio che aveva letto nei suoi occhi lavanda quando lo
uccise.
Un odio malcelato e aggravato dal tempo…
-Il
tempo cura ogni ferita…- dicevano i vecchi.
che
sciocchezza…
“amore”
ripetè
lentamente nella sua testa.
Era
forse ciò che intuiva nei gesti e negli sguardi di sua sorella?
Forse
lei era l’unica persona che provava qualcosa di simile all’affetto per lui.
Ma
lui… lui cosa provava per Temari? Non se lo mai chiesto… o almeno fino a quella
sera…
Gli
aveva mai dimostrato un briciolo di quel calore che gli invadeva il petto
quando il suo sguardo morbido si posava su di lui?
No…
mai…
Qualcosa
disturbò il corso dei sui pensieri…
La
porta dietro di sé si aprì con un leggero cigolio che ruppe il silenzio
notturno.
Una
figura nera si fece avanti tra le tenebre…
“Gaara?”
una
voce impastata dal sonno, ma dolce come una cucchiaiata di miele e
inconfondibile come il primo raggio si sole primaverile che lacera le nuvole
invernali.
Gaara
rimase in silenzio come a suo solito in piedi davanti alla finestra della sua
stanza…
La
luna quella sera era solo un piccolo spicchio color dell’avario.
Anche
le stelle sembravano essere state inghiottite dall’oscurità densa del cielo
notturno.
Temari
si avvicinò al fratello mettendosi al suo fianco, scrutando anch’essa il cielo.
“non
dormi?” chiese in un sussurro…
dopo
poco di accorse della sciocchezza che aveva appena detto.
Gaara
strinse i pungi più forte…
“perdonami”
disse
con la voce più debole di un sussurro.
Gaara
ignorò anche quest’ultima frase continuando a fissare il cielo con gli occhi di
ghiaccio puntati sulla luna solitaria.
Il
silenzio prese il sopravvento…
Temari
taceva col timore di aver ferito o irritare il fratello…
Gaara
sentiva che una fastidiosa frase continuava a spingere tra le labbra, ma
prontamente veniva ricacciata giù per la gola.
“probabilmente
non sto facendo altro che infastidirlo” pensò
la ragazza bionda abbassando lo sguardo.
Fece
per andarsene quando una voce che conosceva fin troppo bene la fermò…
“cos’è
l’amore?”
la
domanda la lasciò spiazzata…
Gaara
le aveva rivolto una domanda che da troppo tempo esigeva una risposta.
Tornò
di fianco a lui sorridendo dolcemente.
Scorgendo
quel sorriso Gaara sentì come se il raggio di un sole invisibile stesse
riscaldando la cavità gelida dove un tempo giaceva il suo cuore.
Fu
impossibile fingere ancora l’indefferenza.
Il
ragazzo si voltò verso la sorella rivelando il volto contrito da un dolore
troppo profondo da nascondere.
Gli
occhi azzurri per la prima volta mostrarono un sentimento diverso da quella
silente indifferenza che tante volte aveva ferito Temari.
Tristezza…
Dolore…
Solitudine…
La
ragazza bionda allungò una mano verso il fratello…
Si
fermò a pochi centimetri dalla spalla timorosa di una sua reazione.
I
loro sguardi si intrecciarono in una conversazione impossibile da udire.
Non
leggendo contrariamento negli occhi di Gaara, Temari appoggiò delicatamente la
mano sulla spalla di lui.
Gaara
restò immobile, sorpreso…
La
mano della sorella era calda e morbida,
sentì
un desiderio immenso di intrecciarla con la sua e sentire quello strano calore
che distingue i corpi vivi dai cadaveri.
Il
sorriso di Temari continuava a
scovolgerlo.
Dopo
poco si accorse che aveva trattenuto il respiro fino a quando la mano della
ragazza non aveva raggiunto la sua spalla.
Temari
si avvicinò al fratello con lentezza quasi esasperante.
Con
lentezza posò le sue labbra calde sulla guancia di Gaara.
Gaara
spalancò gli occhi in una espressione incredula.
Sentiva
le labbra morbide e rassicuranti sulla pelle gelida della sua guancia.
Tutto
attorno a sé si congelò… il tempo sembrò fermarsi e Gaara non potè che
socchiudere gli occhi.
Assaporò
la sensazione delle sue labbra premute sulla guancia come fossero acqua fresca
su di una ferita.
La
ragazza staccò altrettanto lentamente le labbra dalla guancia del fratello.
Con
un’espressione carica di compassione mormorò:
“questo
è l’amore”
Gaara
aprì le palpebre quando ormai la figura di Temari era scomparsa dietro alla
porta…