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Autore: ChaosReign_    11/01/2013    3 recensioni
Il 28 dicembre è un giorno triste per tutti e noi scrittrici vogliamo onorare Jimmy dedicandogli qualche scritto. Ma se la realtà non fosse quella che sappiamo noi?
Se James Owen Sullivan nella notte del 28 dicembre non fosse "passato attraverso il tunnel di luce", se fosse rimasto incatenato nel nostro mondo per un qualche motivo, chi sa la verità?
Come sarebbe andata se qualcuno, forse Brian, avesse potuto vederlo per una questione di "legame?"
Non so, mi andava di pubblicarla... Non so come sia uscita... Spero vi piaccia! Buona lettura!
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Synyster Gates, The Rev
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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This is not reality.

This is just a Fiction.

 

L'ultima cosa che ricordo è di aver preso le medicine e poi di aver bevuto un sorso di birra, quella non guasta mai.

Poi la luce, la luce che mi attrae verso di sé e io che cerco di raggiungerla, come in un sogno, uno di quelli dove cerchi di scappare o di correre più veloce ma le gambe diventano improvvisamente così pesanti da non farti muovere di un solo passo.

Ed io, come in uno di quei sogni, vengo trascinato, d'altro canto, giù verso la notte tenebrosa.

Non so quanto tempo passo in questo buio, ma so per certo che dopo parecchio vengo come risvegliato e scosso. E con uno strattone finale vengo catapultato in tutt'altro luogo.

Mi trovo... Al cimitero.

Ma non sono davanti a una tomba, o seduto sulle panchine all'entrata, no. Io guardo tutto dall'alto, come se stessi fluttuando.

Mi correggo, fluttuo sulle teste di molte persone vestite tutte di nero, credo che i funerali non debbano essere celebrati in nero, è un colore troppo triste. Al mio funerale vorrei che i miei cari venissero addobbati come alberi di natale, con annesse le luci. Sarebbe davvero bello.

Il mio entusiasmo, però, si spezza quando vedo chi è lo sfortunato deposto nella bara.

È un ragazzo giovane, non avrà più di trenta anni. È vestito con un abito blu scuro e sotto una camicia azzurra e cravatta nera, troppo elegante per la sua età, lo fa sembrare vecchio e stanco.

Nonostante non lo sia.

Ha le mani incrociate al petto, una posa che adorava mantenere mentre dormiva e dal collo gli spuntano due manette tatuate, gli è stato molto criticato quel tatuaggio ma lui lo adorava anche per quello nonostante non fosse il suo preferito. Il suo preferito era coperto dalla camicia.

E infine i capelli neri, scostati dalla fronte, come adorava tenerli lui, gli lasciano gli occhi chiusi scoperti.

E un espressione... No, nessuna espressione sul volto.

Come faccio a sapere così tante cose su di lui?

Perché quel ragazzo, nella tomba, sono io.

Mi lascio prendere dal panico e mi butto in picchiata verso quelle persone che piangono disperate la mia scomparsa.

Ma io non sono morto, non ho oltrepassato il tunnel di luce. Io sono qui.

Ed ad un tratto capisco.

Cerco di attirare l'attenzione di mia madre, che non osa togliere il fazzoletto da sotto gli occhi, segnati e arrossati dal dolore.

Cerco di strattonare mio padre che, anche lui in lacrime, cerca di consolare sua moglie.

Ma nessuno dei presenti sembra accorgersi di me.

E ormai ne sono certo, sono... Sono un fantasma, uno spettro.

Poi vedo loro, i miei fratelli, la mia band. Matt, Zacky, Johnny e lui, Brian: il mio migliore amico.

Hanno la faccia trasfigurata dalla sofferenza e dalle lacrime, si sorreggono l'un l'altro come hanno sempre fatto, come una famiglia. Ma non devono piangere, io sono qui. Qui con loro.

-Lascio la parola a Brian.-

Mi volto verso il sacerdote che chiama il mio amico a parlare.

Il moro, con un grande sospiro, fa un passo verso la mia bara, verso il sacerdote. E poi un altro.

Gli altri lo sostengono. E un altro ancora.

Deve essere difficile per lui.

Appena raggiunge il microfono tira fuori un foglio e lo apre per leggerlo.

Io mi posiziono al suo fianco e cerco di leggere, ma riesco a scorgere solo il titolo.

Il testo è tutto scarabocchiato, la tipica scrittura di Haner.

So Far Away.

È il titolo.

E così inizia a leggere, o meglio, cantare con voce tremante. Non l'ho mai sentito così distrutto.

-Non ha mai avuto paura di niente, non si è mai vergognato, ma mai è stato davvero libero.
Una luce che ha guarito un cuore spezzato con tutto ciò che poteva.
Ha vissuto una vita così pienamente, ha visto oltre ciò che gli altri vedono.
Ho provato a guarire il tuo cuore spezzato con tutto ciò che potevo
Resterai?
Resterai via per sempre?
Come posso vivere senza coloro che amo?
il tempo gira ancora le pagine del suo libro bruciato,
In ogni luogo e in ogni momento ti ho sempre in mente.
Ho così tante cose da dirti ma sei così lontano.
Avevamo fatto piani di ciò che ci riservava il futuro, ci siamo immaginati stupide bugie sull’invecchiare.
Sembriamo così invincibili, ma la verità è così fredda.
Un’ultima canzone, un’ultima richiesta. Un perfetto capitolo sepolto.
Ogni tanto cerco di trovare un posto nella mia mente dove tu possa stare... Tu possa stare sveglio per sempre.
Come posso vivere senza coloro che amo?
Il tempo gira ancora le pagine del suo libro bruciato,

in ogni luogo e in ogni momento ti ho sempre in mente.
Ho così tante cose da dirti ma sei così lontano.
Dormi tranquillo, non ho paura.
Quelli che amo sono sempre qui con me.
Tieni un posto per me perché appena avrò finito sarò sulla strada per vivere eternamente, con te.
Come posso vivere senza coloro che amo?
Il tempo gira ancora le pagine del suo libro bruciato
In ogni luogo e in ogni momento ti ho sempre in mente.
E la luce che hai lasciato rimane ma è così difficile che resti.
Quando ho così tanto da dire e tu sei cosi lontano.
Ti voglio bene.
Eri pronto.
Nonostante il dolore fosse abbastanza forte.
Ma ti vedrò.
Quando mi lascerà.
Il tuo dolore è finito, le tue mani sono slegate.
Cosi lontano.
E avevo bisogno di sapere... Ho bisogno che tu sappia...
Come posso vivere senza coloro che amo?
Il tempo gira ancora le pagine del suo libro bruciato
In ogni luogo e in ogni momento sempre in mente
E la luce che hai lasciato rimane ma è così difficile che resti.
Quando ho così tanto da dire e tu sei cosi lontano.

Ti voglio bene...-*

Se avessi un corpo piangerei, mi ha dedicato una canzone, un'intera canzone... A me.

E quando ancora non è sceso scoppia in un pianto disperato, subito gli altri lo raggiungono e lo sorreggono ma lui non vuole farsi trascinare via.

-No, Brian non fare così, io sono qui. Qui con te. E ci sarò sempre. Sempre, hai capito?-

Gli urlo, cioè... Penso solamente la frase ma è come se la urlassi.

E, straordinariamente, lui si volta verso di me, scioccato.

-Tu... Tu...- Si volta verso gli altri e mi indica, sollevando un dito affusolato con una “L” tatuata, indica proprio me e gli altri si voltano -Lui è qui. È qui, non ci ha abbandonati.-

Continua a dire, indicando il mio spettro agli altri.

Ma loro mi fissano come guarderebbero un televisore spento, una scatola vuota... E fissano Brian con compassione, pensano che sia così esaurito per il dolore da avere le visioni.

Ma non è così, io sono davvero qui. E il mio amico mi ha davvero visto!

-Si, Bri, io ci sono. Anche se non in un corpo io sono qui, accanto a te e non ti lascio.-

Lui scalpita e mi indica prendendosi occhiatacce da tutti, Matt e Zacky lo portano via nonostante le sue ripetute lamentele.

-Jimmy, devi tornare, tu non mi hai nemmeno salutato! Sei uno stronzo!-

Urla prima che gli altri se lo carichino in auto.

Si aspettavano una reazione così da parte sua?

Io rimango lì, dove sono sempre stato, interdetto e guardo la macchina di Matt che si allontana.

Ad un certo punto però sento uno strattone e mi sento sballottato per aria come se fossi legato a qualcosa... O qualcuno in movimento.

Certo, Brian!

È la persona a cui tengo di più e con cui ho passato gli ultimi giorni della mia vita.

Rimango a distanza dall'auto in corsa finché non arriviamo a casa sua e gli altri lo lasciano solo, devo parlare con lui.

-Mi raccomando Bri, non fare cazzate. Vuoi che restiamo con te?-

Certo che non deve fare cazzate.

-No, voglio rimanere solo, visto che nemmeno voi credete a quello che dico.-

Matt si passa una mano sulla faccia e sospira, è rassegnato.

Allora si salutano con dei cenni e Matt, Zacky e JC se ne vanno mentre Brian entra in casa.

Mentre oltrepasso la soglia di quella casa, tutto il mio ectoplasma, citoplasma, si vabbè, la mia essenza viene pervasa da un brivido.

È come se mi sentissi davvero a casa, ora.

Raggiungo il mio amico sul diano e mi siedo accanto a lui che si è preso la testa tra le mani e trattiene a stento i singhiozzi.

Gli appoggio una mano sulla spalla e lui sembra accorgersene perché si volta e caccia un urlo.

-TU! TU NON SEI REALE!! SEI SOLO UNA PROIEZIONE DELLA MIA MENTE, VATTENE! SPARISCI! … Solo una finzione, è tutta una finzione... Non è la realtà.-

Le ultime frasi le sussurra quasi per convincere se stesso.

-No... Brian io sono real-

-NO!!! VATTENE! ORA!-

Si alza e inizia a lanciare oggetti a caso, prende un vaso tutto pieno di ghirigori geometrici (credo un regalo di Mich), dei “vassoi”, degli oggetti ornamentali alquanto inutili, secondo me, e alla fine prende anche un'immagine.

Prende una cornice e me la scaraventa contro, in lacrime, questa però mi attraversa e si va a frantumare per terra, in mille pezzi.

Quando vedo qual'è la foto che ha lanciato con tanta rabbia, mi viene un colpo al cuore... Se solo ne avessi ancora uno.

Ritrae noi due abbracciati, con uno sfondo marino al tramonto, con i volti paonazzi e sorridenti. Lui porta gli occhiali da sole e uno di quei suoi stupidi cappelli e io mi lascio abbracciare da lui con un sorriso ebete stampato in volto.

Appena si accorge di quello che ha fatto si butta per terra, vicino alla foto, su tutti i vetri e cerca di sistemarla. Cerca di aggiustarla, come “cercherebbe di aggiustare il mio cuore spezzato”.

-No, no, NO! Non posso averlo fatto, questa foto non doveva rompersi era... Era la nostra foto. Non doveva succedere.-

Fa di tutto per raccogliere i pezzi rimasti del vetro e della cornice e mette subito in salvo la foto scattata qualche anno prima.

A questo punto fluttuo sempre più in alto, lasciando Brian da solo con il suo dolore e io riesco a raggiungere il muretto della spiaggia senza sentire, l'ormai noto, strattone. Se mi allontano troppo sento tutto il mio... La mia essenza tirare e lacerarsi come se senza di lui io perdessi anche una parte di me.

Probabile.

Mi siedo e lascio che quelle che dovrebbero essere le mie gambe fluttuino a penzoloni e concentro la mia attenzione al chiosco, la data segna il 6 gennaio.

Oh, bene, perfetto! Io sono stato per nove fottuti giorni in un posto non bene identificato sotto forma di fantasma. Perfetto, davvero.

Nessuno si accorge di me, una turista sta scattando una foto attraverso di me, come se non esistessi.

Dubito che la tecnologia digitale sia in grado di individuare un'essenza come la mia, ma sarebbe interessante vedere se in quelle foto c'è qualcosa, una luce, una nebbiolina... Qualcosa, qualunque cosa, che riveli la mia presenza.

Perché mi illudo... Di sicuro le verranno stupende, né lei né la sua macchina fotografica possono vedermi.

Dopotutto, sono morto.

Chiudo gli occhi e, finalmente, lascio che il dolore che mi perseguita dalla mattina della mia morte mi raggiunga e si impossessi di me.

Non è tanto facile accettare la propria morte. Fingi che non ti importa, ci scherzi perfino su, ma quando ti fermi anche un solo attimo a rifletterci, la nostalgia ti attraversa come mille pugnali infuocati. E vedi le persone ridere, parlare, toccarsi... Godersi cose che a te ormai sono proibite.

Da quando, oggi, sono apparso davanti a Brian e a tutti i miei cari e mi sono reso conto di quello che è successo, muoio dalla voglia di un abbraccio. Sogno di essere abbracciato, si, sogno di piangere lacrime amare, per me, per la mia famiglia, i miei amici, per tutto quello che ho perso. Ma non sono altro che uno stupido fantasma, e per me è tutto finito.

E fa male, fa tantissimo male... Mi sento terribilmente solo. E l'unico con cui potrei condividere tutto questo, l'unico con cui vorrei condividere tutto questo se ne frega, pensa di essere pazzo e di avere le visioni.

Rimango appollaiato sul muretto per ore, giorni... Vedo il sole tramontare e sorgere per un po' di volte ed è strano vedere il ciclo del mondo, la vita stessa, continuare mentre io mi sono fermato a quel 28 dicembre.

È il tramonto, non so che giorno sia né le ore, vedo solo che il sole è basso, a livello del mare e il cielo è rosso.

-Sai, non so come è possibile. Non so se sono davvero pazzo o no, ma i tuoi occhi non hanno mai mentito e non avranno deciso di farlo proprio ora.-

Mi volto di scatto trovandomi davanti la figura di Brian, i suoi occhi sono coperti dagli occhiali da sole, forse per nascondere i segni del dolore, e si è cambiato. Ora porta dei pantaloni corti e una canottiera nera.

-Sai, li ho visti prima, quando mi hai appoggiato una mano sulla spalla, erano -e sono tutt'ora- azzurri. Azzurri come solo tu li hai sempre avuti, di un azzurro inimitabile. Forse, forse sei davvero reale... -

Io rimango a fissarlo con la bocca aperta. Credo che la mia essenza sia uguale al mio corpo umano. Credo. Comunque se avessi un corpo sarei a bocca aperta.

-Sei tornato...-

Lui sorride e si siede accanto a me.

-Certo, non avrei potuto abbandonare il mio migliore amico... Il problema è che tu non dovresti essere qui, perché non attraversi il tunnel di luce... O quella cosa che dovresti fare per andare in paradiso?-

-Ma... Ma come hai fatto a trovarmi? E come fai a sapere queste cose?-

Lui sorride amaramente per poi lasciarsi andare ad un lungo sospiro.

-Ti conosco bene Jimmy, sapevo che saresti venuto qui anche se non pensavo ci saresti stato tutto questo tempo. Sai, ogni giorno sono venuto a controllare se ci fossi ancora... E ogni giorno ti ho trovato qui, con lo sguardo perso nel vuoto e la tristezza stampata in faccia. Non- fa una pausa come per darsi forza da solo-... Non ho avuto il coraggio di parlarti subito, non ci credevo... Che tu fossi ancora qui. Ho fatto ricerche sui fantasmi e su chi li ha visti o ci ha parlato. Volevo essere pronto.-

Vorrei abbracciarlo, vorrei fare solo questo... Eppure c'è qualcosa che mi blocca. Paura.

È pur sempre il mio migliore amico, non dovrei temere le sue reazioni.

Mi avvicino a lui, allora, e cerco di stringerlo come avrei fatto quando ero ancora in vita, lo avvolgo nella mia... Beh, quello che è e lui, all'inizio un po' scioccato, ricambia, allarga le braccia e, agli occhi degli altri, abbraccia il niente.

-Mi sei mancato Jim, ma adesso dobbiamo trovare il motivo della tua permanenza e trovare un modo per farti passare di là.-

-Bri, c'è una cosa che mi preme chiederti... Come mi vedi?-

Lui strabuzza gli occhi e batte le palpebre due o tre volte. Poi si porta una mano al mento e inizia ad accarezzarsi la barbetta.

-Beh, sei... Strano... Ecco tu sei, non so come dire, sei trasparente ecco. E non hai una forma propriamente umana, è difficile. L'unica cosa rimasta tale e quale sono gli occhi, te l'ho già detto, quelli sono azzurri. E lucidi.-

Detto questo sorride e io con lui.

Torniamo a casa e iniziamo a parlare come se non fosse successo niente, solo che l'argomento è il mio “passaggio”. Per giorni rivisitiamo il mio passato, Brian con qualche difficoltà causata dal dolore dei ricordi, e cerchiamo qualche promessa che io abbia potuto fare del tipo “Non avrò pace finché non vedrò dal vivo i Metallica” o cose simili...

Niente.

Finché una sera ci concediamo il lusso di una serata come ai vecchi tempi: pizza, birra (per lui) e film.

-Jim, quando te ne andrai io soffrirò. Tanto. Promettimi solo che ci sarai, che mi aiuterai nei momenti difficili, fammi sentire la tua presenza, è l'unica cosa che ti chiedo. Perché te ne sei andato?-

-Brian... Io non volevo andarmene, forse era il fato. Dovevo morire. O forse sono stato stupido io a prendere i medicinali proprio quella sera. Non lo so, non è stata mia la scelta.-

Lui si asciuga una lacrima mentre pensa di non essere visto.

-Comunque sappi che sei uno stronzo. E di questo me ne ricorderò. Mi avevi promesso che non te ne saresti andato senza salutare... E invece, guarda, nemmeno un messaggio di addio.-

Io spalanco gli occhi. Me ne ero dimenticato.

 

 

-Sei uno stronzo, Sullivan! Credevo te ne fossi andato!! Credevo mi avessi lasciato qui da solo. Non farlo mai più, coglione!-

Io scoppio a ridere alla vista del mio amico, alterato come non mai.

-Ma ti pare? Ti pare che ti lascio da solo, a Miami, ad un concerto? Ahahah, no amico. Dovresti conoscermi ormai. Sai che non me ne sarei andato senza salutare.-

Lui mi corre incontro e mi salta addosso, stringendomi tra le braccia.

-Non farlo mai più, avevo creduto di perderti, di rimanere solo. Promettimi che non te ne andrai mai senza dirmelo, senza salutarmi almeno una volta.-

Io punto i miei occhi azzurri nei suoi castani e il sorriso si trasforma in un'espressione seria.

-Te lo prometto Bri, non ti lascerò mai senza prima averti salutato. Te lo giuro.-

 

 

BOOM.

E tutto si fa più chiaro, mi volto per vedere la reazione del moro e scopro essere tale quale alla mia, abbiamo pensato allo stesso giorno ormai lontano.

-Jimmy...-

-Bri...-

Ci guardiamo per un istante che pare infinito, il tempo sembra fermarsi, o forse si ferma davvero, e capisco che è la fine.

-Bri non voglio andare, non voglio lasciarti, non voglio lasciarvi.-

Esclamo tra i singhiozzi. Non sento niente, non un rumore, non una corrente che mi trascini via.

-Jimbo devi farlo, vuoi rimanere un fantasma per sempre? Nessuno ti può vedere tranne me e quando morirò tu sarai incatenato qui per sempre. Va', ora.-

Ci guardiamo ancora per un minuto, i nostri occhi si abbracciano calorosamente, visto che non possiamo farlo a livello fisico.

Questo è davvero un addio.

L'ultimo, a quanto pare.

Il più difficile.

-Beh, allora...-

-Continua Jim.-

Mentre sto per aprir bocca vedo, questa volta sì, la luce che inizia a segnare il mio profilo.

-Questo è un addio, allora... Addio Brian, voglio solo dirti che sei stato il miglior chitarrista che abbia mai conosciuto, il miglior amico e soprattutto il miglior fratello. Sei stato la mia felicità e di questo ti ringrazio. Addio, amico.-

Le lacrime, se le avessi, sarebbero già iniziate a scorrermi sulle guance, anche il moro ha la faccia rigata e mi tende una mano, come se io la potessi, la dovessi, afferrare, per non lasciarla più.

-No Jim, fa male, ma questo non è un addio, ma piuttosto un arrivederci. Perché ci rivedremo amico, stanne certo. Allora a presto Jim. Ti voglio bene.-

La luce si fa sempre più intensa fino a non riuscire a vedere più niente.

-Ti voglio bene anche io, Bri!-

È l'ultima cosa che riesco a dire prima di essere sommerso da tutto quel bianco e quella luce.

È come un flash che mi investe, per un attimo non capisco dove sono, cosa mi succede o cosa sto facendo.

Poi tutto si attenua e, con mia sorpresa, sono dove ero poco fa. Nel salotto del mio chitarrista.

Mi guardo intorno spaesato, vedo Brian che piange, accasciato sul pavimento. Subito mi catapulto da lui spiegandogli che sono ancora qui e che non ha funzionato... Deve esserci qualcos'altro che non ricordi.

Ma lui non sembra accorgersi di me. Provo a scuoterlo ma lui non sente niente. Mentre lo scuoto mi accorgo di una cosa, vedo le mie mani appoggiate sulle sue spalle.

Mi do un'occhiata e vedo che ho le braccia e le gambe, mi guardo allo specchio, ho il mio corpo.

Con tutti i miei tatuaggi... E...

E un' energia che si sprigiona dal mio petto. Gli occhi sono sempre azzurri ma nel petto è come se ci fosse una lampadina accesa. E... E dietro la schiena... Ali!

Ma non quelle grandi ali bianche con quelle stupide piume da pennuto, è come se fosse nebbia, vapore, sono sostanze aeriforme come se fosse l'energia o la sostanza in eccesso nel mio corpo.

Tutto è più chiaro, mi guardo un'ultima volta allo specchio e mi tolgo la catena con la targhetta con su scritto “The Rev” che mi aveva regalato lui, non me l'ero mai tolta prima d'ora.

Mi avvicino a lui e la lascio cadere proprio tra le sue mani.

Lui dopo averla vista tira su con il naso e guarda verso l'alto, dove ci sono io e sussurra un “grazie”.

Ora so perché sono qui.

Ora so chi sono.

E so cosa devo fare.

Perché Brian mi ha protetto per molti anni, mi ha accolto a casa sua quando avevo bisogno e mi è sempre stato vicino.

Ora tocca me proteggerlo.

Perché sono diventato il suo angelo custode.

 

 

 

 


 *ovviamente è il testo di so far away, un po' modificato...
Cieoo
Come va???
Io sono stressatissima gente, davvero... Cerco di aggiornare ma proprio non ce la faccio con la scuola e tutto...
Vi chiedo clemenza e spero di essermi fatta perdonare con questa ff...
Vi ringrazio dal primo all'ultimo che leggerà e spero non ci siano grossi errori, non ho fatto in tempo a rileggere DD:
Che vi adoro lo sapete già, cos'altro dovevo dirvi??? Non me lo ricordo nemmeno più, vedete come sono messa?
Mi fate sapere che ne pensate della storiella??
Se vi va lasciate anche qualche recensione...
Bacioni a tutti!!
Alis. <3
 

  
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