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Autore: Pikappa93    12/01/2013    1 recensioni
Collocata tra 2x09 "Queen of Hearts" e 2x10 "The Cricket Game".
Emma comincia a conoscere suo padre, il Principe Azzurro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ancora non le sembrava vero. Avrebbe potuto essere un sogno ad occhi aperti e invece si trattava della realtà. Una realtà che non le era sembrata mai così meravigliosa da... beh, da sempre.
Adesso si trovava lì, in quella piccola dimora che da un po' di tempo chiamava casa. Non ne aveva mai davvero avuta una, per quanto l'avesse desiderata a lungo. Anche perché, nella maggior parte dei casi, possedere una casa coincide con l'avere anche una famiglia con cui viverci e questa per lei era una prima volta, per quanto potesse sembrare assurdo.
A pensarci bene, assieme a Mary Margaret aveva sempre avuto la sensazione di far parte di una, seppur piccolissima, famiglia. Quella che credeva essere una sua carissima amica infatti si era rivelata essere nientemeno che sua madre. La donna che aveva cercato così a lungo, così insistentemente... Se già in precedenza le due avevano un buon rapporto come amiche, nel loro indesiderato soggiorno nella Foresta Incantata Emma aveva avuto la possibilità di conoscere meglio non tanto Mary Margaret quanto Biancaneve. E, per tutti gli anni in cui era stata arrabbiata con lei per averla abbandonata, ora pensava di non poter desiderare una madre migliore.
La persona che doveva ancora imparare a conoscere però non era Biancaneve ma il Principe Azzurro (ancora non poteva fare a meno di sorridere pensando alla vera identità di suo padre).
Quella mattina, lei e suo padre erano soli in casa. Era la prima volta che si ritrovavano davvero a tu per tu da quando il famigerato sortilegio era stato spezzato. Henry e Mary Margaret erano già a scuola e lei se l'era presa comoda dormendo fino a tardi, un comfort di cui non aveva potuto usufruire nel suo mondo natio. David era già sveglio, seduto sul divano a guardare la TV.
«Buongiorno» fece lui.
Emma rispose con un cenno del capo, assonnata. Suo padre si alzò e le andò incontro.
«Vuoi che ti prenda qualcosa per colazione? In frigo c'è un succo di frutta, ma se hai delle preferenze posso...»
«David?» lo interruppe lei. «Ho 28 anni, me la cavo».
L'uomo la fissò perplesso per un attimo. Poi, come se qualcuno lo avesse appena schiaffeggiato per una marachella, balbettò: «Oh... sì, certo. Scusami». E detto questo tornò sul divano a guardare la TV. Facendo finta, almeno.
Emma avrebbe voluto sprofondare nel pavimento: come aveva potuto essere così insensibile? Dopotutto, quella era una situazione complicata per tutti: David doveva essere confuso almeno quanto lei. Decise quindi di prendersi le sue responsabilità. La prima cosa da fare innanzitutto era spegnere quella maledetta TV. Dopodiché si sedette accanto a suo padre per la prima volta nella sua vita.
«Che ne dici di fare quattro chiacchiere?» propose.
Senza che se ne stupisse più di tanto, David passò subito al punto. O meglio, il Principe lo fece: sebbene avessero trascorso poco tempo insieme, le era sembrato così diverso dall'impacciato e a volte un po' irritante David Nolan.
«Sai, è che... non sopporto l'idea di non conoscere praticamente nulla di mia figlia. Della bambina che mi sembra di aver lasciato l'altro giorno nella teca affinché si salvasse dal sortilegio per poi ritrovarla... ritrovarla...»
Non riusciva a trovare le parole, ma Emma aveva ben compreso ciò che affliggeva suo padre: il tempo perduto. La possibilità che era stata loro negata, quella che avrebbe permesso a tutti di vivere come una famiglia. Un diritto di cui nessun essere umano dovrebbe essere privato.
«...ritrovarla adulta e con un figlio che va già a scuola?» completò la frase Emma. «Adesso ascoltami. Le cose stanno in questo modo e nessuno purtroppo potrà restituirci ciò che ci è stato portato via». Si accorse che la voce cominciava a tremarle. «Però... Il fatto che tu non mi conosci ora non implica che tu non potrai cominciare a conoscermi da adesso in avanti. Non vedere tutto questo come una finale arrivato troppo in fretta, piuttosto come... un inizio. Un meraviglioso inizio».
Emma sorrise e David, dopo un momento di esitazione a metà tra l'incredulo e la commozione, ricambiò. Una lacrima cominciò a scendergli dolcemente sulla guancia. Fece per asciugarsela, imbarazzato.
«Perdonami... ora penserai che tuo padre è un frignone».
«In realtà avevo appena pensato l'esatto contrario» ribatté Emma.
David inarcò un sopracciglio: «Ovvero?»
«Che mio padre è proprio un grand'uomo» rispose lei con tutta la sincerità e la tenerezza che aveva dentro al cuore.
A quelle parole, entrambi si lasciarono andare a un caloroso e tenero abbraccio.
  
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