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Autore: RedFeather1301    13/01/2013    5 recensioni
Le foglie cadono e il vento giace. Un blocco note, una penna e una cioccolata calda. Una macchia d'inchiostro e il bagliore di uno schermo che diffonde la luce fioca nella stanza. Una ragazza che sorseggia la sua cioccolata è intenta a scrivere quando si accorge che la bevanda è troppo calda, le dita per un secondo si staccano dalla tastiera, andandosi a tastare le labbra indolenzite.
Dall'altra parte un ragazzo, dai capelli chiari come la luna, fissa i puntini che marciano silenziosi, in attesa di una risposta che tarderà ad arrivare.
"Allora? Ti vuoi dare una mossa?"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Vergil
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The seasons to love'
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Capitolo 14
Una pista
 
Passò una settimana da quell'uscita. Una settimana piena di chiacchiere lavoro e monotonia, ma i rapporti sembravano andare bene per Lauren, ora come ora, e Vergil si connetteva sempre di meno. Non che non gli piacesse più...ma da come parlava sentiva che c'era qualcosa che non andava. Era preoccupata ed agitata, fino a quel momento il bisogno di volerlo conoscere fisicamente l'aveva lasciato a sé, ma appena percepì la paura dell'abbandono da parte di lui diventò di nuovo un pensiero frustrante.
Perché era così impegnato? Perché sembrava così disponibile ma allo stesso tempo sempre più chiuso, come se volesse esserle amica ma mantenere le distanze?
Oh, non che prima non lo facesse, ma adesso era diventato qualcosa che creava veramente troppo contrasto. Sembrava volesse due cose uguali e contrarie allo stesso tempo.
«Laaaaaaureeeeeen!»
Si riprese guardando Federica che stava lavando a terra, ovviamente interrompendola nei suoi ragionamenti.
«Dimmi Fede...» continuò con lo spazzolone anche lei.
L'amica si appoggiò alla punta del manico guardandola perplessa.
«In questi giorni lo stai pensando veramente troppo sai? Non ti riconosco più...>
Lei abbassò lo sguardo disperata, era vero, era veramente troppo presa. La cotta si stava ingigantendo e lei ormai non ne aveva più controllo.
«Mi preoccupo solo per lui...» fece una pausa con aria stanca andando a strizzare lo straccio. L'amica la seguiva con lo sguardo:
«Com'è innamorarsi virtualmente?» ghignò.
Lauren di colpo sentì le guance accendersi di un rosso porpora, poi le buttò lo straccio bagnato addosso. Federica rise.
«Ehi! Era solo una domanda!»
Continuava a ridere indicando il rossore sul suo viso. Allora in atto di vergogna si coprì con le mani. Umberto fece capolino:
«Di che state parlando? Ho sentito che qualcuno si è innamorato...» squadrò male Federica, con uno di quegli sguardi che era raro vedere su di lui.
«Non preoccuparti Umberto» rise «non è Federica ad essere innamorata...» sospirò «...credo, di esserlo io.»
Si riaccese di nuovo di rosso, e Federica si dilettò a fare un sottofondo musicale di stupore generale. Umberto la guardò sorridendo.
«Alla nostra piccola Lauren finalmente batte il cuoricino.» si avvicinò «Chi è il fortunato?»
Per risposta lei si fece sempre più piccola. Questa volta si sentiva in trappola, di certo a lui non poteva mentire, Umberto aveva il dono della "lettura della mente" quindi, ogni bugia che diceva risultava automaticamente scartata. Sospirò.
«Il fortunato è una persona che non conosco che si trova in una chat.» guardò altrove e Umberto ci rimase male, poi guardò di nuovo storto Federica.
«Me la punzecchi pure? Ma non vedi che è una storia triste?»
Lei fece spallucce tornando a lavorare, mentre lui le si avvicinò.
«C'è qualcosa che posso fare per aiutarti?»
Lei adorava Umberto, era un amico speciale per ogni situazione ed era tanto disponibile, anche se non capiva ancora come faceva a piacergli Federica.
«Io...non lo so, vorrei trovarlo...»
«Mi sa che so come aiutarti.»
Negli occhi di Lauren si accese la speranza.
Lo prese per le spalle guardandolo con intensità.
«Come potresti? Ti prego dimmelo!»
Lui la guardò sorpreso poi prese a parlare:
«Conosco un mio amico...è un fissato con la tecnologia! Vive tra apparecchi elettronici e sa praticamente tutto di quegli aggeggi...saprebbe anche identificare qualcuno, se necessario.»
A quel punto sorrisero entrambi, e la ragazza era finalmente felice di aver trovato qualcosa di concreto. Si misero d'accordo e appurarono i dettagli.
Stasera sarebbero andati.

Un enorme portone, largo di legno pregiato ed elegante.
«Non pensavo un nerd potesse vivere in una reggia del genere...»
Umberto fissò Federica sbuffando:
«Beh, quando quel nerd se le suda le cose e lavora in un'azienda informatica...»
Lei fece spallucce e Lauren suonò. Non aveva parlato per nulla per tutto il tratto di strada che portava a quella dimora. Era nervosa, il cuore batteva come una batteria e le mani erano fredde. Per chi l'avrebbe vista avrebbe pensato che fosse influenzata o che dovesse fare una di quelle scelte tra vita e morte. Invece doveva solo rintracciare una persona che, effettivamente, non conosceva nemmeno.
Si fece un'insolita domanda: ma non è come spiare?
D'un tratto si sentì una stalker e si pentì di aver suonato senza pensarci, ma la porta si aprì ugualmente.
Al suo interno uscì quello che si poteva definire il contrario di quella casa.
Un ragazzo trasandato con grandi e spessi occhiali sul naso dalla montatura di uno strano colore verde, indossava dei pantaloni aggricciati e una camicia scomposta un po' ovunque, a contrastare il tutto i capelli pettinati a modello in un cortissimo caschetto biondo. Era belloccio, ma si vedeva che non gli piaceva apparire, ed era dannatamente magro e alto che a compararsi Lauren si sentiva un tappetto.
La guardò con nonchalance poi vide Umberto accennando un lieve sorriso.
«Cosa ci fai qui eh? E chi sono tutti questi imbucati?» il sorriso si allargò.
L'altro rise e fece per entrare:
«Siamo qui per chiederti un favore, Friedrich.»
"Ma che diamine di nome è?"
Li guardò ancora, uno ad uno. Si soffermò su Lauren osservandola intensamente.
«Quella da aiutare è lei vero?»
La ragazza avvampò abbassando lo sguardo. Come lo aveva capito?
«Si nota tanto eh?»
«Si.» si scostò dalla porta facendo spazio «Prego, entrate.»

La casa sembrava delle più normali fino alla soglia dell'entrata, quando Umberto le disse che era un fissato della tecnologia non pensava così fissato. Per ogni centimetro cubico di quella casa c'era qualcosa che aveva un'intelligenza artificiale, pure il telefono di casa poteva sembrare un pezzo di alta ingegneria.
Lauren era quasi stupefatta, come se fosse entrata in una macchina del tempo andando nel futuro. Federica invece sembrava più restia ad ammettere l'originalità del ragazzo. Improvvisamente entrarono in un salone high tech completamente illuminato da luci blu soffuse. Per Lauren sembrava solo un paradiso.
«Con cosa posso aiutarvi allora?»
«La mia amica...ha bisogno di rintracciare una persona, so che sei bravo in queste cose e...»
«Posso entrare nella tua e-mail?» subito si volto verso l'interessata che sussultò e annuì velocemente.
Sistematicamente girò il capo digitando in modo assai veloce e senza nemmeno guardare per un attimo la tastiera.
«Inserisci i tuoi dati, poi io farò il resto.»
Lei si avvicinò cauta digitando lentamente la mail e la password. Non negava che si sentiva a disagio a pigiare così lentamente i tasti, dopo che ebbe finito si tolse e lui continuò con la sua ricerca.
Per una decina di minuti scese un silenzio di tomba, Friedrich sembrava molto concentrato e assorto, per un minuto tutti si fermarono a fissarlo.
«Trovato!» ci fu un salto generale, era imprevedibile di certo, poi girò lo schermo verso di loro.
«O per meglio dire trovati...»
Fece vedere delle scritte messe lì a casaccio cui Lauren non ci capiva nulla, allora prese a parlare vedendo le facce confuse.
«Non ha inviato queste mail da un solo terminale, ma da più...uno è la biblioteca comunale, un altro è fuori città e l'altro ancora e in una via vicino la piazza centrale...sembra quello più usato.»
Le mancò un battito.
Le stava dicendo che era qui? Nella sua stessa città?
Sorrise stupefatta, uno di quelli che potevano sembrare davvero inquietanti.
«Puoi darmi gli indirizzi? Per favore...»
«Certamente...» prese un foglietto trascrivendo i vari numeri civici.
«Credo sia il tuo giorno fortunato.» sorrise il perito informatico.
Lei prese con le mani tremanti il foglio.
No, non ci credeva ancora.
Era lì e aveva i suoi indirizzi, qui, in città.
"Tranne per uno..."
Sperò ardentemente non fosse proprio quella l'abitazione effettiva.
Un lampo, poi riassemblò dei momenti passati.
"Allora...forse era lui quello della festa?"



Angolo dell'autrice

Eccoci qui ad un'altra eccitante avventura di Lauren &co.!
Beh, ora ha una pista miei cari lettori...ha una pista! Nessuno riuscirà più a fermarla!
Troverà Vergil e gli dichiarerà tutto il suo affetto, oppure lui, previdente, sfuggirà alla velocità della luce lasciando la nostra povera protagonista con un pugno di mosche?
E poi abbiamo la nostra comparsa Friedrich, che ruolo ha? Sarà solo un aiutante o molto di più? Beh lo scopriremo nella prossima puntata/capitolo! xD Non mancate!
Oh...e già che mi trovo...*sussurra* è il mio compleanno ;P

RedFeather

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