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Autore: Echadwen    13/01/2013    11 recensioni
"Ancora non riesco a credere che tu sia mio"
Perchè quando si ottiene ciò che si è desiderato così a lungo sembra di
vivere in un sogno.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aragorn, Legolas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spalancò le porte del palazzo e a grandi falcate superò l'Albero bianco per fermarsi accanto alla balaustra di marmo bianco.

Inspirò profondamente l'aria fresca del mattino, una piccola striscia di azzuro nel blu notte del cielo annunciava l'arrivo di Anor che avrebbe illuminato la Terra di Mezzo ed il regno di Gondor; il suo regno.


Un altro profondo respiro, una volta quella vista l'avrebbe spaventato, vedere quante cose dipendessero da lui, quanto tutto ciò fosse fragile ed ad essere sinceri lo spaventava ancora.


Sorrise carezzando la balaustra, bianca come lo era la pelle di lui, le sue mani...

Quelle mani che all'alba dell'incoronazione si posarono sulle sue, proprio in quello stesso punto, per donargli la forza necessaria per sopportare il peso di quella corona che per anni aveva rifiutato.

Ed i suoi occhi. Quelle splendide gemme che gli infondevano fiducia.


La sua ossessione, il sogno del bambino, la perdizione del giovane e la condanna dell'Uomo.


Ricordò la prima volta in cui lo vide...




"Estel! Estel dove sei?" la madre continuava a chiamarlo perlustrando il giardino di Sire Elrond

"Estel! Per i Valar... Perchè ogni volta che devi andare dal precettore devi fare così?" l'esasperazione che percepiva nella voce di sua madre lo fece ridere; non sopportava studiare ma soprattutto non sopportava il suo maestro... Era noioso e pretendeva che imparasse quei nomi infiniti: questo figlio di quello, discendente di quell'altro, della casa di un altro...


Il piccolo sorrise, fortunatamente lui era solo Estel...

Vide rientrare la madre a palazzo e battè le mani vittorioso pregustando già le varie marachelle che poteva combinare. Decise di inoltrasi fra i cespugli fino al confine del giardino; li c'era un laghetto in cui poter nuotare...


Poco prima di uscire da uno dei cespugli, dei nitriti attirarono la sua attenzione


"Oh no!" pensò subito "Potrebbero essere Elladan ed Elrohir. No! Mi riporterebbero a palazzo e verrei sgridato. Non voglio!!!!!" si trattene a stento dallo sbattere i piedi a terra come un bambino capriccioso.


Si mosse con cautela attraverso la vegetazione per vedere chi fosse. Intravvide un bianco destriero intento a brucare l'erba verde della sponda del lago.


"I miei fratelli non ce l'hanno bianco, il cavallo" pensò allora e si tranquillizzò.


Era veramente un destriero magnifico; si avvicinò quatto, quatto per non spaventare l'animale e gli carezzò il manto bianco. Restò sorpreso nel vedere che il cavallo accettò volentieri le carezze e gli leccò la mano.


"Come ti chiami?" gli chiese nella sua ingenuità di bimbo di appena cinque anni

"Asufel... Si chiama Asufel" rispose una voce dolcissima dietro di lui; si voltò e rimase senza fiato.

"Un cucciolo d'Uomo" la creatura gli sorrise. Il cuore del piccolo prese a battere con forza ed aveva paura che potesse uscirgli dal petto "Devi essere il piccolo Estel" s'inghinocchiò di fronte a lui.

"Come... Come sai" le parole gli morirono in gola sopraffatto da tanta bellezza "Non... Non puoi" cercò di continuare "essere un Elfo" saggiò la vellutatezza delle sue guance con le sue manine "sei troppo bello"



Sorrise passandosi la mano sul volto. Nella sua ingenuità di bambino disse la verità; nessun Elfo che avesse mai incontrato poteva rivaleggiare con la bellezza della creatura conosciuta quel giorno.



La risata del suo interlocutore gli fece sciogliere il cuore, gli scompligliò i capelli.

"Sono un Elfo piccolo Uomo e sono anche un principe. Legolas è il mio nome, principe di Bosco Atro"

"Un principe" ripetè "Adesso si spiega tutto" quella magnifica creatura rise ancora posando la mano incredibilmente calda e morbida sulla guancia del bambino.

"Andiamo" lo prese in braccio "Non dovresti essere a palazzo con Lord Elrond?"

Arrossìì "Sì ma no! Non voglio perchè li mi aspetta il maestro... È noioso" si crogliolò nel tepore di quell'abbraccio

"Forse è per questo che Sire Elrond mi ha chiamato per farti da precettore Estel" il piccolo sgranò gli occhi per la sorpresa "Se questo è uno scherzo..." cercò di guardarlo nel modo più minaccioso possibile "non è divertente!"

"Non mi prenderei mai gioco di te. Da oggi sarò il tuo maestro sempre se mi vorrai"

"Certo!" gli gettò le braccia al collo "Certo che ti voglio!"

"E non scapperai più?" il piccolo Estel scosse la testa

"No signore" rispose stringendosi

"Andiamo allora"

"No aspetta"
"Qualcosa non va?" chiese il principe
"No... si sta così bene" rispose abbandonando la testa contro il petto della creatura, l'Elfo si limitò a baciare i capelli di quel frugoletto; si era appena innamorato dell'innocenza e della purezza di quel frugoletto e dal canto suo Estel, senza saperlo, aveva donato il proprio cuore al suo maestro.

Salirono sul destriero e si diresso a palazzo...




Sorrise a quei ricordi. Lunghi anni erano passati da allora; lui era cresciuto diventando l'Uomo che tutti si aspettavano ma il suo cuore continuava a battere per quella creatura conosciuta ottant'anni prima.

Un leggero spostamento d'aria dietro di lui e capì di non essere più solo.

"Dovresti essere a letto" la voce del principe risuonò come una melodia che gli arrivò dritta al cuore
"Non riuscivo a dormire" risposa semplicemente senza voltarsi

"Qualcosa non va?" chiese posando la mano su quella dell'Uomo, Aragorn sorrise, dopo tutti quegli anni continuava ad occuparsi di lui

"Niente, solo ricordi" alzò lo sguardo restando incatenato agli occhi di Legolas, il calore di quel contatto si propagò piacevolmente lungo tutto il suo corpo, posò l'altra mano sopra quella del compagno, incatenandola così nelle proprie.

"Anche tu dovresti essere a letto" lo rimproverò "nel nostro letto" aggiunse con tono malizioso

"Lo sai che..." lo guardò con amore "se non ci sei tu al mio fianco, il mio spirito è inquito e vaga alla ricerca del proprio compagno"

"Ancora non ci credo che tu sia mio" disse sfiorando con il pollice l'anello di Barahir, simbolo del principe consorte di Gondor

"Lo sono sempre stato... A lungo ho aspettato e sperato... E quando ti sei inginocchiato davanti a me infilandomi l'anello al dito ho visto tutti i miei sogni realizzarsi... Credevo di essermi perso in un sogno"

"È la realtà" l'Uomo sorrose dolcemente al compagno posando la mano sulla sua guancia "ma se dovesse essere un sogno... Non ti azzardare a svegliarmi" Legolas rise nel rivedere la stessa espressione minacciosa del piccolo Estel

"Sei mio... Era troppo perfino da sognare... Ancora non me ne capacito" il sorriso che aveva illuminato il volto del Mortale non accennava a volerlo lasciare e le sue guance si tinsero lievemente di rosso
"Vuoi sapere il perchè?" gli chiese il principe consorte, guardandolo con tenerezza ed ottenendo un cenno del capo di assenso
"Nella lingua corrente o nella mia?"

"Quella che ti suggerisce il tuo cuore"


Si guardarono per un lungo momento, completamente persi nell'amore che provavano l'uno per l'altro, ed il principe insinuò una mano tra la chioma ondulata del compagno tirandolo a sè mentre l'altra si andava a posare dolcemente sulla guancia ruvida a causa della barba dell'Uomo e le loro labbra si unirono per suggellare con il gesto più puro il sentimento che li legava.

   
 
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