Le cose andavano male già da un po', ogni giorno era sempre peggio. Ogni passo che faceva, la vita di
Rachel perdeva senso. Il suo sogno di entrare alla NYADA svanito, Finn aveva deciso di partire per
l'esercito, non aveva neanche più la gioia del glee, dato che ormai erano gli ultimi giorni di scuola.
Non aveva neanche la forza di lottare per gli assoli delle nazionali, non le importava più, si stava
spengendo.
Era la sera del 12 giugno, i ragazzi avevano preparato un barbecue a casa Pierce per festeggiare la fine
della scuola e una futura vittoria alle nazionali di NY.Erano già tutti lì..o per lo meno quasi tutti. Nessuno
aveva fatto troppo caso a chi mancasse all'appello, tutti si stavano divertendo con la musica e le ultime
cose da preparare.
Nessuno aveva notato che mancava lei, Rachel, che nel frattempo a casa stava da sola a casa sua.
La ragazza stava passeggiando lungo il corridoio, lo faceva spesso negli ultimi tempi, lo usava come
metodo per non pensare, ma quella volta invece stava ripercorrendo tutte le sensazioni della sua vita.
Un attimo prima ride, l'attimo dopo piange. Si bloccò un istante, fissando lo specchio alla fine del corridoio
al piano superiore della modesta dimora dei Berry. Passò delicatamente la mano sui caratteri del suo viso,
come fanno i ciechi per capire la fisonomia del viso dell'altra persona, non si riconobbe, un'ondata di
pensieri invasero il suo cervello portandola a tirare un pugno deciso allo specchio difronte a lei. La mano
iniziò a sanguinare, ma lei restò impassibile, sembrava che quel dolore fosse subdolo rispetto a ciò che
aveva provato al suo rifiuto. Iniziò a togliere le schegge dalla mano gettandole a terra per poi in un'istante
rapido e veloce corse via in bagno e mise la mano ferita sotto l'acqua fredda,le lacrime le rigarono il volto
ancora una volta dopo aver rivolto lo sguardo all'altro specchio che stava sopra il lavabo del suo piccolo
bagno.
In quel mentre a casa Pierce la festa proseguiva senza intoppi per tutti, tranne che per Finn, che non
riusciva a capacitarsi di quanto Rachel ci mettesse a prepararsi , non abitava neppure troppo lontano da
casa Pierce. Aveva provato a chiamarla, ma nessuna risposta. Tanto che iniziò a preoccuparsi.Kurt notò
l'aria imbronciata del fratellastro.
<< Muso lungo, siamo ad una festa ci dobbiamo divertire! che succede? >> Il ragazzo cercò di ravvivare lo
spilungone che però non riusciva a sorridere minimamente, aveva una sensazione nelle vene, una brutta
sensazione.
<> la voce di Finn era tutt'altro che tranquilla, ma bensì
era molto preoccupata e cupa. << Non è il tipo da farsi aspettare>>
<<è una diva e lo sai Finn, magari vuole semplicemente farci una sorpresa >> ipotizzò Kurt fra un sorso di
Martini e un altro.
<<..non lo so Kurt, non ho una buona sensazione..>> rimase in silenzio per un attimo <>
il suo tono risuonò impassibile e deciso ,tanto che il fratellastro non cercò neanche di
bloccarlo. E Finn in men che non si dica prese l'auto e si avviò a casa Berry.
Quando arrivò a casa della sua fidanzata,non servì molto per trovarla, purtroppo. Non riusciva a sentire
niente, non riusciva a capire come fosse possibile. Non riusciva a capacitarsi della situazione..mentre le
lacrime rigavano pungenti il suo volto.
Prima dell'arrivo del suo ragazzo la piccola ebrea si era cambiata d'abito, mettendone uno pulito, dato che
l'altro si era macchiato di sangue. Si era trasferita dal corridoio in camera sua e continuava a vagare per
la stanza lanciando giù dalla finestra tutte le fotografie e i poster che c'erano sui muri, con rabbia e dolore
in se, ma rimanendo comunque con una faccia fredda e impassibile, come un pezzo di marmo. Quando le
capitò in mano la foto di lei e dei suoi papà si accasciò sulla moquette di camera sua singhiozzando
davvero forte, facendo eco in quella casa così vuota - i suoi genitori erano in viaggio , quindi Rachel
sarebbe dovuta rimanere sola per una settimana - c'era solo lei con i suoi ricordi, pensieri e sensazioni.
Pensava a loro, come avrebbero preso la sua decisione? come l'avrebbero ricordata? magari gli sarebbe
passata subito e lei sarebbe stata solo un vecchio ricordo, lei voleva essere ricordata come nessun'altro
al mondo, doveva avere la sua uscita da diva.
Lentamente si alzò da terra e lanciò insieme alle altre foto quella dei suoi papà dopo averla baciata, prese
un cd dal porta dischi che teneva vicino alla scrivania e prese la sua cover di Don't Rain On My Parade, la
sua canzone , il suo cavallo di battaglia, ciò che l'aveva resa famosa nella piccola città di Lima, la
canzone che le aveva distrutto il sogno di NYC. Alzò il disco a tutto volume, i vicini non ci avrebbero fatto
caso , con tutte le feste che si davano durante le sere d'estate. Rachel si avvicinò al suo grande specchio
e dopo essersi specchiata l'ennesima volta lo lanciò esattamente nello stesso punto dove aveva gettato
tutti i suoi ricordi.
La ragazza guardava il panorama seduta sullo stipite della finestra canticchiando sottovoce la canzone
che andava avanti secondo per secondo, nota per nota. Insieme alle note scorrevano anche le lacrime
amare sul suo viso. In un secondo, un acuto si diffuse insieme all'urlo che declamò la fine.
Fine. Pt 1.
Angolo della scrittrice:
Salveee :) Questa è la mia seconda ff, so che non è il massimo dell'allegria ma ci voglio anche le FF tristi
no? Spero vi sia piaciuta , critiche , recensioni e consigli sono ben accetti :)
Al più presto pubblico la seconda parte.
Un Bacio
Nichi-