Storie originali > Nonsense
Segui la storia  |       
Autore: Mattimeus    14/01/2013    0 recensioni
La circostanza in cui mi trovai in quel momento può sicuramente essere definita... inspiegabile.
Mi chiamo Mattia e sono uno studente di quarta liceo. Ma, soprattutto, sono figlio unico. Questo dettaglio, hem... sociologico? è spesso irrilevante ai fini di un racconto. Certo, può essere rilevante per questioni caratteriali, educative, demografiche. Ma che questo possa influire sulla trama di qualsivoglia storia, beh, io non lo avevo mai sentito. Comunque, giudicherete voi: potrei anche sbagliarmi.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sister

2

Occorre ora precisare che tipo di persona sono, per questo parlerò di scuola.

Perché, checché se ne dica, parlare della scuola di un diciassettenne è parlare di lui. Magari non di tutta la sua persona, magari è un parlarne scontato, sbagliato, banale. Ma occorre farlo.

Faccio questa premessa perché a scuola non vado assolutamente bene. Conosco meglio l'albero fuori dalla finestra che uno qualsiasi dei miei quaderni. Non perché abbia un particolare istinto botanico, anzi. Proprio scienze è la materia che odio maggiormente. Solo che quell'albero è la cosa che mi appartiene di più, tra tutte quelle visibili nell'aula.

Quello non è il mio mondo. Non quello dei voti, dei compiti, dello studio; non quello del lavoro, del denaro e del consumismo. Quel mondo non l'ho scelto io.

Certo, voi potete obiettare: “quale mondo, che tu ti ostini ad appellare con quello? Vorrai dire questo mondo, dato che vivi dentro!”

No. Anche se ci vivo dentro, non è il mio mondo, e quindi non mi riferirò ad esso privilegiandolo rispetto agli altri.

Ecco, io sono fatto così. Tengo ai particolari più insignificanti, perfino alle sottigliezze lessicali come questa, ma di tutto il resto non riesco a provare il benché minimo interesse.

Non ho ancora deciso quale sia il mio mondo, sono ancora indeciso, ma di sicuro non è quello che voi chiamate questo. E la scuola, purtroppo, non può insegnare cose di altri mondi, proprio no.

Il primo mondo che mi ha fatto innamorare è stato il Passato. Non la Storia, fate attenzione. Anzi, Storia mi piace quasi quanto Scienze. Parlo piuttosto di quel passato che si incontra solamente nei romanzi d'avventura vecchio stile. Ed è infatti in quei libri che ho trovato per la prima volta un mondo che mi andasse a genio: che bello sarebbe se esistessero ancora i pirati di Barbanera, quelli veri! Ma anche i cavalieri di Artù, o i guerrieri di Gengis Khan. Insomma, tutte cose di cui la “realtà” è ormai orrendamente sprovvista. Sotto questo punto di vista sono sempre stato considerato un topo di biblioteca: mai che l'insegnante abbia dovuto ricordarmi di leggere il solito libro al mese. Me li sono divorati per conto mio quei romanzi d'avventura, tutti quelli della biblioteca della scuola.

È molto simile al vostro mondo, il Passato. Tuttavia è meglio, molto più libero, avventuroso.

Dopo queste prime avventure in altri mondi, capitai in uno molto lontano e diverso, ma affine a quello del Passato: il Futuro.

Non mi sembra ci sia bisogno di spiegazioni: quanti sogni possono essere raccolti dalla fantascienza, quante possibilità, quante vite? Basti pensare all'immensità dell'universo: potendolo esplorare, come risulterebbe minuscola e insignificante la comune “realtà”!

Ma è il mondo fantastico ad essere il mio preferito. Perché la fantasia consente di fare a meno perfino di quelle regole che la fantascienza si porta ancora dietro. Quale maggiore libertà è possibile di questa? Elfi, draghi, e qualunque cosa possa essere immaginata! Come sì può a questo punto pensare di vivere in un mondo brutto, grigio e cattivo come la “realtà”? La magia, la magia! È lei la vera grande assente del mondo nel quale voi vivete. Senza magia, l'esistenza non ha alcun senso.

Capirete quindi come il mio rendimento scolastico possa essere compromesso dalla mia visione delle cose. Per ottenere le promozioni mi è sempre bastato stupire i professori nell'ultimo mese di scuola, giusto con qualche sufficienza. Durante gli altri otto, del mondo comune non c'è nulla di rilevante da menzionare.

E che c'entra l'albero, mi chiederete.

L'albero fuori dalla finestra è un araldo, seppur misero, di quei mondi che tanto sarebbero migliori di quello nel quale mi trovo imprigionato. Un albero è un possessore della magia, una reliquia del mondo antico. Quell'albero è la mia fuga dalla grigia noia dell'aula.



Perdonatemi, mi sono dilungato eccessivamente. Tutto questo rischia di uscire dal racconto della mia situazione, anche se ne costituisce lo sfondo. Per questo ritorniamo subito alla mia prima cena con... mia sorella.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Mattimeus