Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: shirupandasarunekotenshi    15/01/2013    1 recensioni
C'è chi chiama follia scegliere una strada che cammina nella nebbia.
C'è chi chiama follia nascondere se stessi per proteggere chi si ama.
C'è chi chiama follia uscire dagli schemi ed essere se stessi.
C'è chi chiama follia consumare il proprio cuore per un ideale più alto.
Gettarsi nel vuoto, abbandonare la propria vita per trovare l'unica certezza che conta.
C'è chi la chiamerebbe follia.
Io lo chiamo atto d'amore.
Il mio.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kento Rei Faun, White Blaze
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lonely fool
"A volte tutta la vita si riduce ad un unico, folle gesto."

C'è chi chiama follia scegliere una strada che cammina nella nebbia.
C'è chi chiama follia nascondere se stessi per proteggere chi si ama.
C'è chi chiama follia uscire dagli schemi ed essere se stessi.
C'è chi chiama follia consumare il proprio cuore per un ideale più alto.
Gettarsi nel vuoto, abbandonare la propria vita per trovare l'unica certezza che conta.
C'è chi la chiamerebbe follia.
Io lo chiamo atto d'amore.
Il mio.






Niente vi è di più vero. Nulla di più falso.
Il futuro e il passato hanno cancellato il presente.
Senza presente, il futuro non ha senso. Con il passato, il presente è solo il sogno di un folle.
Ogni cosa è sull'orlo di un baratro senza fine.
Io ... noi tutti lo siamo.
E' così oscuro, una notte priva di fine e stelle.
La città è un susseguirsi di luci impazzite, prive di senso. Come miriadi di lampadine pronte a scoppiare in un lugubre boato.

La sento.
E' una campana che suona, inquieta, la nostra marcia funebre.
Ha suonato cinque tocchi, lenti, infiniti.
Li sento, ancora, dentro la testa. Superano il rumore della città ai miei piedi, risalgono l'atmosfera fino ad avvilupparmi in un manto trasparente, soffocante.
Non se ne andranno.
Sono qui per me, per noi.
Han già suonato due tocchi. Il batacchio sta per battere il terzo, il mio tocco, la mia fine.
Mi chiama, mi desidera.
E' il fato che li ha già chiamati a sè, senza sconti, promesse, pietà.

Lo so che sei qui per me.
Io ti voglio abbracciare, voglio abbandonarmi a te.
Non ho più presente.
Loro sono il mio passato e senza di essi ... il tempo non ha più presa su di me.
Loro sono stati solo i primi ed io... io non sarò l'ultimo.

In sogno il dolore di Touma mi è penetrato nella pelle, nei nervi, nelle ossa, ha fatto visita a me come agli altri, l’ultima volta, l’ultimo messaggio, l’ultimo estremo tentativo di proteggerci, di andare avanti per evitare a noi ulteriori tormenti.
Non ha potuto, perché il mistero sussiste, il mistero l’ha portato via da noi.
La disperazione di Shin, il suo grido, il suo pianto impotente mi ha stretto il cuore in una morsa e l’ha soffocato, la sua ultima lacrima a fatto vibrare in me ogni residuo di ragione…
Ma cosa è mai la ragione, se in questa vita non saremo più in cinque?
Morire con loro o scoprirli vivi… per me è l’unica alternativa possibile e spero che almeno possa essere utile a Seiji e a Ryo.
Se gli altri sono vivi… se li raggiungerò… forse i ragazzi verranno a salvarci, forse capiranno come fare… se così non sarà, se Touma e Shin non appartengono più a questo mondo, che almeno Seiji e Ryo si salvino perché non posso pensare che anche a loro possa accadere qualcosa.
Io non posso sopravvivere a nessuno di loro, lo rifiuto, ma non ne sarei neanche capace, spero che almeno loro possano sopravvivere a noi tre, che trovino la forza perché, dovunque andremo, so che continueremo a vegliare su di loro, a proteggerli.
Ma sapere che Touma e Shin sono da qualche parte, anche se da lì potessero guardarmi, no… a me non basta… io devo poterli sfiorare, abbracciare… devo… stringerli a me o più nulla avrà senso. Io sono un tipo fisico, non mi basta la mente, io devo sentirli in ogni frammento di me, io li voglio… tangibili accanto a me.
Non posso dare altro senso alla mia esistenza se non seguire i miei nakama ovunque essi vadano, nella vita e altrettanto nella morte; da quel lontano giorno, quando la nostra battaglia fianco a fianco ebbe inizio, lo compresi: dare un senso a quel che mi accadeva, a quel destino che sembrava farsi beffe di noi… quel senso… era solo affidarmi a loro e sapere che si affidavano a me, il senso di tutto e coprire le loro spalle, andare avanti per preservarli dai pericoli, fare del mio corpo il loro scudo.
Ed era facile, era diventato così facile e naturale ma ora… ora contro chi devo difenderli, da chi devo salvarli, da che cosa?
Non c’è nulla se non un ammasso di fogli ingialliti che si prendono beffe di noi, delle nostre battaglie, del nostro legame: niente di materiale da cui io possa difenderli, niente lame che tagliano, niente ferite… solo antichi rancori che tornano dal passato, solo tanta paura, la mia, la loro, le loro lacrime mischiate alle mie.
E non li lascerò piangere da soli, ovunque si trovino.
Il Keio Plaza è alto, eppure anche da qui, dal suo tetto, sollevando il viso, la cima del Tokyo-to Chosha sembra perdersi tra le nuvole; non l’avevo ancora visto così da vicino questo edificio possente che ora mi ha chiamato a sè; qualcosa qui a Tokyo è cambiato da quando è stato costruito o, forse, è cambiato solo per noi, forse… proprio qui… dove anche Arago aveva fatto la sua comparsa, qualcosa ci attende, noi che abbiamo osato opporci alle tenebre. Qualcosa è stato richiamato e quel qualcosa vuole noi ... e so che è lassù.
Forse anche loro sono lassù, così vicini a me ... tremendamente lontani.
Le lacrime mi pizzicano gli occhi quando una carezza di vento attraversa il ciuffo sulla mia fronte… e una goccia di pioggia mi punzecchia una guancia. Una goccia di pioggia solitaria che si fonde con la mia altrettanto solitaria lacrima.
E’ la prima volta che piango ma almeno, forse, appaio più me stesso senza quel ghigno isterico che ho mostrato a Seiji fino a poco fa; dovevo essere ben spaventoso, ma sono spaventato.
La scomparsa di Touma ha inflitto il primo colpo alla mia anima, quella di Shin ha ucciso ogni mio brandello di lucidità, come posso essere lucido, come possono ancora pretendere da me che io sia un freddo samurai?
Non sono mai stato freddo. Più ci provo e più la freddezza si trasforma in pazzia. Non mi si può chiedere di essere quel che non sono, darò la mia anima, farò sempre tutto quel che è necessario, tutto ciò che è in mio potere perché la mia coscienza sia pulita.
Ma io sono Shu di Kongo, sono la Terra, sono l’istinto, il cuore, la vita che pulsa e che ama. Non posso essere altrimenti e farò a mio modo, sempre: perseguirò la Giustizia come ho sempre fatto, seguendo il cuore e non la mente.
Perché so agire solo così.
Può darsi che sia poca cosa, può darsi che io sbagli, che io, la Giustizia, commetta spesso gli errori più gravi ... ma almeno non si potrà mai dire che abbia rinnegato me stesso!
Anche i miei passi seguono il ritmo del mio cuore e solo sull’orlo di questo tetto che sovrasta le strade di Shinjuku essi si fermano.
Sono rilassato, sì… il mio cuore è calmo, i battiti sono rallentati, almeno per il momento, rispetto a poco fa, quando mi batteva così forte da farmi temere che sarebbe esploso. No, sbaglio… non lo temevo… io stesso stavo esplodendo.
Avevo paura, certo. Ma non della morte, non temo di morire: quello che mi terrorizza, in tutta questa situazione, è sapere che Touma e Shin stanno forse soffrendo o hanno sofferto se non sono più sulla terra.
Sapere che Ryo e Seiji soffriranno, non capirne il motivo, non avere nessuna maledetta spiegazione, nessuno che mi dica perché ... questo mi terrorizza e mi rende al tempo stesso furioso!
Furioso contro chiunque abbia scritto quelle pagine che parlano di noi, furioso con chi le ha riportate alla luce e posate tra le mani di Touma, furioso con questo mio cuore che adesso sta ricominciando a battere più forte, al ritmo dei miei sentimenti, degli miei sbalzi d’umore e delle certezze.
Le punte delle mie scarpe adesso sporgono oltre l’orlo del tetto, il mio volto si riabbassa: quanto è piccolo l’universo degli uomini da quassù, una megalopoli come Tokyo sembra nulla, la Terra stessa sembra nulla… io sembro nulla, un puntino impotente nella vastità del tempo che ha portato fino a noi un fato di morte e dolore.
Da quassù lo sento ... il grido del tempo, le urla di disperazione di piccoli, insignificanti esseri umani che come noi, più di noi hanno sofferto.
Ma no, non sono piccoli, io non sono piccolo, i miei nakama, con i loro cuori immensi, non sono piccoli, non vi è nulla da sminuire, il piccolo cuore della Terra si nutre dei loro piccoli cuori e che importa se siamo così piccoli?
Il nostro cuore, il nostro unico cuore è immenso e lo proteggerò fino al mio ultimo respiro e anche oltre!
La Terra non morirà, qualunque cosa accada non morirà e non permetterà ai vostri cuori di spegnersi finché sarà il suo a pulsare!
Sorrido, adesso è un sorriso di sfida; non so chi o cosa sto sfidando ... ma che importa?! Di qualunque cosa si tratti dovrà vedersela con me!
Sto per spiccare il volo, mi accoglierà la strada affollata di Shinjuku? O le braccia aperte dei miei due nakama? O questo misterioso nemico? Almeno, tra poco, saprò cosa sta succedendo, forse, lo spero.
In questo ultimo mio volo, tutta la mia vita acquisterà il suo significato più estremo.

“Shu… sei un testone… non imparerai mai ad essere razionale…”.
“Shu… non ti posso trattenere… lo so… sei sempre troppo impulsivo… e questa volta non posso fare niente per impedirti questa follia…”.

Prendo un respiro, lungo.
Sento il vento, minuscole gocce di pioggia che mi circondano in un abbraccio.
Siete giunti qui, fino a me, per accompagnarmi?
Mi porterete da loro?
Chiudo gli occhi, la corrente ascensionale mi spinge per un attimo indietro, poi i miei piedi si tendono e non vi è più nulla tra me e il mio destino.

"A volte tutta la vita si riduce ad un unico, folle gesto"

***


Ryo, ci sei?
Non posso sopportare che anche tu scompaia.
Seiji era vivo, almeno fino a questa mattina.
Pare che qualcuno voglia far scomparire la Terra servendosi delle yoroi. Vorrei mostrargli quant'è terrificante la natura di Kikoutei. D'accordo, lo ammetto.  Il mondo può essere sporco. Ma io credo ancora che l'uomo sia migliore di quello che si crede.
Sai Ryo, mi tremano ... le mie mani stanno tremando. Ci credi? Sarà perchè ho paura. Ma io combatterò ... e vincerò, vedrai!
Ma cosa mi spaventa? Temo la verità?  Ryo, contro cosa devo combattere?  Non vi è un nemico stavolta. Sto combattendo il me stesso del passato. Abbiamo sconfitto lo youjakai. E che cosa abbiamo ottenuto? E' una domanda alla quale devo rispondere.
Io non ho ottenuto nulla. Non mi è rimasto nulla.
E' sempre la stessa storia. Non posso controllare il potere di cui dispongo. Forse non direi questo se parlassi direttamente con te.
Grazie, Ryo.
Mi spiace. Un pò mi vergogno.
A presto.

***
Ma sia questa realtà o sogno, una sola cosa importa: agire bene; se è realtà,
perché lo è, e se no, per acquistare amici per il momento del risveglio.
da 'La vita è sogno' di Calderon de la Barca


La nebbia pare regnare su ogni cosa, rumore, sulle medesime emozioni.
E' pace o è solo la fine, giunta inevitabile a me?
"Ogni fine porta ad un nuovo inizio, Ko-Shu. Ma non è detto che questa fine sia come la intendi tu ...".
Fluttuo in una luce bianca, non tocco nulla, nulla sotto i miei piedi, nulla che sfiora le mie mani, se non il candore, il bianco… e lui… spirito…
Eppure so di conoscerlo, so di amarlo, so che è parte di noi…
“Tu... tu sei…”.
La creatura, dalle strane orecchie a gatto, muove il capo alle mie parole, sorride e mi guarda come si guarderebbe un cucciolo.
"Ti sei precipitato in questo luogo come se non potessi farne a meno. Il tuo spirito è forte e caparbio come sempre, Ko-Shu. Il tempo non potrebbe mai scalfire la Terra".
“Mi conosci così bene…”.
La mia mano si tende, il mio capo si reclina su una spalla.
“Byakuen…?”
Lo accetto con sconcertante naturalezza, non ho altra scelta se non accettare tutto quel che capita, perché altrimenti la mia lucidità…
Ma quale lucidità? L’ho persa da un pezzo. Se non l’avessi persa non sarei qui, non starei parlando con la nostra tigre in forma umana. No… non umana, non è umano lui, non è mai stato umano, né animale. Byakuen è il nostro spirito-guida, da sempre.
“Li hai visti, Byakuen? Mi condurrai a loro? Li hai protetti? Proteggerai Ryo e Seiji?”.
Byakuen prende la mia mano tra le sue: è caldo, palpita di vita.
"Certo che li ho visti. Ho visto tutti voi ... non vi ho mai abbandonati, anche se voi non potevate vedermi ...". I suoi occhi nocciola si velano di malinconia. "Mi avete perduto di vista, ma ora ... ora tutto è cambiato, finalmente".
Sembra così calmo, sereno, quasi ... felice.
Mi guardo intorno, frenetico, un brivido scuote la mia spina dorsale e i miei nervi:
“La mia yoroi mi ha portato qui… io l’ho combattuta… io… io… io ancora non capisco. E lei… lei l’ha mandata contro di me?”.
La mano di Byakuen si alza e la sento sul capo, tra i miei capelli: è delicata, dolce, come quella di un padre.
"Lei l'ha mandata per te ... per voi tutti. Ha riversato il suo amore e la sua speranza in ogni yoroi ...".
Abbasso un attimo il capo al suo tocco, lo rintano tra le spalle, poi lo guardo, dal basso in alto, cerco i suoi occhi; mi sovrasta e io sono piccolo, così piccolo… non mi ero mai accorto di esserlo.
“Lei… lei con tutto quel rancore, lei che ha fatto del male a Touma e a Shin, lei che me li ha portati via e…”.
"Nessuno si è fatto male, Ko-Shu ... lei è sola, lo è stata troppo a lungo. Essere soli a volte acceca, ti priva della vista anche di coloro che più ami. Non serbarle rancore, è solo una bambina sola ...".
Byakuen, lui ... cosa sta dicendo?! Lei ha portato via Shin e Touma ... ed è pronta a prendere tutti noi e ...
"E' stato l'unico modo ... l'unico perchè voi non foste più soli ....".
Le mie mani tremano, tremano così tanto; salgono fino ai miei capelli ed affondano in essi, sgrano gli occhi verso il basso, in quel bianco che si fa… scuro… e freddo…
“Sei dalla sua parte? Lei che… che ha fatto loro del male? Li ha fatti soffrire… non capisco… non capisco…”.
Non sono cattivo, non voglio esserlo, ma sono arrabbiato, disperato, sono… impotente… perché non so da cosa difendere loro né me stesso.
Le ginocchia cedono e mi ritrovo a terra, le mani ancora tra i capelli:
“Chi è lei? Cosa è? Voglio qualcuno contro cui combattere, voglio agire, voglio… voglio sapere contro cosa…”.
Cosa sto dicendo?! Voglio combattere?! Se Shin mi sentisse… preferisco la violenza a tutto questo?
Dov’è la Giustizia, dove se ne è andata?! La Giustizia che con la violenza non ha nulla a che vedere, eppure io… io la rappresento…
“Dove stiamo finendo?”.
Byakuen si inginocchia accanto a me, percepisco la sua presenza calma, un pò triste, un pò pensierosa.
E' tutto così maledettamente confuso ... è questa nebbia che è anche dentro di me.
"Avrei voluto anche io che tutto finisse e che voi foste felici, assieme ... avrei voluto ... noi, noi avremmo voluto per voi tutti un futuro senza lotta, senza sofferenza. La vita umana non è semplice".
Sospira, sembra combattuto.
"Vi ho osservato tutti questi anni. Vi ho conosciuto, apprezzato, amato. Ho visto la vostra forza, le paure, la felicità, il dolore. Abbiamo assistito impotenti, incapaci di prendere su di noi ogni cosa. Il destino ..." la sua mano afferra il mio mento e lo solleva, lentamente "... vi deve molto. Io, noi ... vi dobbiamo molto".
Rimango inerme, non oso oppormi a quel gesto, ma perché dovrei? Mi fido ciecamente di questa creatura davanti a me, affiderei a lei la mia vita e tutto quello che ho senza pensarci due volte...
Anche se... ho ancora qualcosa? Cosa mi rimane? Qualcosa da proteggere, qualcuno?
“Di chi... stai parlando... Byakuen?”.
Quegli occhi nocciola mi sorridono, l'ombra di vecchi ricordi tra le iridi.
"Kaosu e Lei ... da così tanto tempo ...se avessimo potuto, anche solo ... far sì che il dolore ... quello scomparisse ... che ogni battaglia finisse ...". Il capo di Byakuen si china sul lato, socchiude gli occhi e sospira. "Come spirito a volte vorrei dimenticare la realtà ...".
“Ma lei... lei... sembra furiosa con noi... lei sembra odiarci e non capisco perché”.
Attonito, lo guardo scuotere la testa.
"E' sola e triste. Non odia voi ... perchè voi non avete colpa. La solitudine spesso acceca ...".
Il mio viso, a questo punto, si sottrae e sfugge al suo sguardo: sono così confuso, combattuto nei miei sentimenti che non so come affrontarli, quasi loro, adesso, siano nemici contro cui lottare. Forse perché non trovo altro nemico? Forse perché davvero non riesco a considerare lei nemica e allora... allora mi rivolgo contro me stesso?
“Colpe... noi non abbiamo colpe, già... l'ho sempre voluto credere...”.
Risollevo lo sguardo di colpo, verso il suo, a cercare le risposte che non trovo più nelle mie certezze ormai crollate.
“Ma è vero? Mi sono sempre detto che non l'abbiamo voluto, ho sempre cercato di rassicurare Shin, di fargli capire che ciò che facevamo era a fin di bene, ma rassicurando lui volevo rassicurare me stesso? E' stata tutta una grande bugia? Siamo stati scelti, perché? Perché eravamo noi i soli a poter combattere questa battaglia? Perché eravamo puri? O perché... la nostra anima era corrotta, come Shin temeva?!”.
"No, voi non potreste mai ..." mi sussurra, così vicino. "Come altrimenti avreste potuto distruggerle? Chi lascia la battaglia abbandonandosi inerme al proprio destino ... è destinato ad essere puro". La sua mano mi accarezza il capo, così dolce, tenera ... ho voglia di piangere. "Nessuno come voi potrebbe essere così puro e forte ...".
“E allora perché ci siamo meritati la sua rabbia? Perché neanche adesso possiamo restare in pace? Perché ho dovuto ancora percepire la sofferenza di Touma, le lacrime di Shin? Non bastava averli persi in vita? A cosa è servito separarci per la nostra salvezza, per sfuggire ai ricordi, se i ricordi ci hanno aggredito e ci attirano a loro senza darci possibilità di fuga?!”.
Un abbraccio mi coglie di sorpresa, tremo per un attimo, vorrei perdere il controllo, lasciarmi andare e piangere ... ma ci sono Shin e Touma, hanno bisogno di me ...
"Non siete voi ... non sono nemmeno queste yoroi ... ora è tutto diverso ...".
L'abbraccio di Byakuen è normale... lui ci ha sempre abbracciato a suo modo, non è vero? E anche se adesso non sono le sue zampe enormi di tigre ma braccia possenti di spirito in forma umana, che importa? E' sempre lui e l'emozione è la medesima.
Non ne posso fare a meno, sollevo lentamente le braccia, sono incerto, ma finisco per aggrapparmi a lui e in quella stretta mi lascio avvolgere, strofino il viso contro il suo petto ampio... i miei nakama me l'avevano detto... sono rimasto il più basso, proprio io che avrei voluto crescere e crescere tanto più di loro, così tanto da poterli stringere tutti insieme. Ma adesso non mi importa.
Inizio a sussurrare tra lacrime lievi, senza neanche rendermene conto:
“Perché tutti ci vogliono male? Perché meritiamo l'odio anche degli spiriti del passato? Chi abbiamo ferito? Noi abbiamo sempre e solo desiderato un mondo di pace, di luce, un mondo pieno d'amore e invece... non facciamo altro che generare odio evidentemente... persino noi non riuscivamo più a stare insieme, ma io li amo, non ho mai smesso di amarli, neanche per un istante! Se adesso sono morto non mi importa, in fondo, senza di loro, lo ero già”.
"Non siete voi e ... dovete perdonarla ..." l'abbraccio si fa più stretto. "Non parlare di morte, ti prego ...".
“Io perdono tutti... lo sai, mi conosci... non è vero? Tutti la perdoneremo... Ma se ha fatto loro del male... come potrei...”.
La sua mano mi zittisce, lo vedo aprirsi in un sorriso comprensivo.
"Lo so. Ma nessuno... nessuno è morto. Nessuno morirà. E' solo un nuovo inizio ...".
“E... ci ritroveremo tutti? Torneremo insieme? E tu... tu tornerai?!”.
L'abbraccio si scioglie, le sue mani scivolano sulle mie, i suoi occhi felini mi obbligano a non sfuggire lo sguardo.
"Torneremo ... perchè è così che deve essere. E' il nostro destino ... stare insieme ...".
Nel suo sguardo vi è tanta dolcezza, in esso risiedono tutte le nostre speranze, tutte le promesse che io ricercavo. E se è Byakuen a farle...
Fa un passo indietro, io cerco di trattenere le sue mani ma esse si slacciano dalle mie, un solo, ultimo, sfiorare di dita mentre continua ad arretrare.
Le mie mani restano tese, tremanti:
“Cosa... devo fare... adesso?”.
Chiude i suoi occhi, la nebbia pare inghiottirlo, sento solo la sua voce, limpida, forte, serena.
"Attendili e poi ... perdonaci ...".
Un ruggito poderoso riecheggia nella nebbia, vedo il capo bianco, striato di nero, che conosco così bene. Quanto mi è mancato ...
Ha in bocca un fiore, uno di quelli che ho visto nel giardino di Shin, ad Hagi ... canna indica ... l'aveva chiamata così, accarezzandone la corolla ...
Mi rivolge uno sguardo sfuggente, in cui lampeggiano fiere scintille… o sono forse lacrime?
Poi si volta, lentamente, mi dà le spalle e la nebbia gli volteggia intorno, lo avvolge del tutto.
“Te ne vai di nuovo, Byakuen?!”.
Non odo alcuna risposta, nessuna voce umana giunge ancora alle mie orecchie, ma neanche quella di tigre; e lui svanisce, diventa prima un’ombra, un fantasma dai contorni sfuggenti plasmato dalla nebbia, poi diventa nebbia lui stesso… o forse si è semplicemente nascosto in essa. Spero che sia così.
Sollevo le braccia quasi volessi con le dita toccare questo velo evanescente che pare fatto di aria e acqua fuse insieme…
Aria e acqua…
Mi abbraccio, un brivido percorre ogni frammento del mio corpo, non ho mai tremato così tanto.



Quando ero bambino ho fatto un sogno.
Ero solo, una grande distesa d'erba attorno a me.
Non esisteva che verde e il silenzio delle cicale e le case non avevano ancora divorato ogni cosa.
Potevo correre, saltare, rotolare nell'erba e gridare a squarcia gola.
Ero allegro, solare, vivace.
Ma quando vi ho incontrati, solo allora, ho compreso.
Prima di voi non sapevo chi ero.
Ora mi chiedo soltanto come ho potuto essere me stesso senza di voi.
  
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