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Autore: Tactolien    16/01/2013    0 recensioni
Cosa succederebbe se due individui di un altro mondo piombassero nel Mondo Emerso?
Dopo "Il Potere Perduto" ecco un piccolo esperimento che mi frullava in testa già da un pò, con una storia che unisce i personaggi di Licia Troisi, con quelli di una mia storia originale. Spero che vi piaccia.
Per saperne di più... Cronache di Grimoire. Storie Originali Fantasy
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wolkan non aveva problemi a combattere con un solo pugnale, non temeva di affrontare i suoi avversari a mani nude, disponendo unicamente dei suoi artigli. Ma le difficoltà che stava incontrando in quel momento superavano di gran lunga le sue aspettative. Perfino gli amici che assistevano a distanza se n’erano accorti.

Era cominciata subito dopo la morte di Jhof. Con un sorriso soddisfatto, Rouko aveva preso ad aumentare il ritmo della sua spada, e a rispondere colpo su colpo alle stoccate del Demone.

"Che succede?" si chiese quell’ultimo, dopo aver indietreggiato a seguito di un violento contraccolpo "Le mie mosse improvvisamente sono più lente" s’irrigidì "No, non è vero. E’ lui che diventa più veloce".

Rouko gli si aventò nuovamente addosso, e per un istante… mentre erano vicini… Wolkan fu quasi certo di intravvedere una sorta di smorfia mostruosa, come se il suo viso fosse momentaneamente cambiato.

"Non può essere!" continuò a dirsi, evitando un affondo "Come ha fatto a diventare così forte? E’ Mezzodemone da troppo poco tempo, è impossibile che il suo corpo si sia già adattato alla nuova condizione".

Infine, fu con un grido a dir poco esasperato che riuscì ad aprire la guardia avversaria, e a muovere il braccio libero all’altezza della sua faccia.

Nihal e Ido trasalirono.

Kina non fece una piega: ne aveva viste troppe a Grimoire, per lasciarsi impressionare da "quell’inezia".

Eccoli, i danni degli artigli dei Demoni.

Quattro rosse ferite, grosse e slabbrate, parallele tra loro, che quasi sfioravano gli occhi di Rouko. Tanto profonde da lasciar trasparire perfino le ossa del cranio.

Qualsiasi altro uomo si sarebbe gettato a terra, urlando a squarciagola, ma quello si limitò a fissarlo dritto, tremando leggermente.

Era chiaro che provava dolore, ma ciò non sembrava preoccuparlo.

Wolkan arretrò di qualche passo.

Con sgomento di tutti, i quattro sfregi cominciarono a rimarginarsi fino a sparire del tutto, come se non fossero mai esistiti.

- Che?!- ebbe il tempo di esclamare il Demone, prima di venire a sua volta colpito da pugno, che lo sbalzò a una decina di braccia, stramazzandolo nel fango.

- Wolkan!- urlò Kina.

- Ma non è possibile!- disse lui, rialzandosi in piedi. Percepì chiaramente il suo naso rotto rimettersi in asse.

- E’ stato il Tiranno, vero?!- chiese Nihal, con la spada sempre in pugno.

Kina aveva detto che solo un Demone poteva ferire un altro Demone, quindi se Wolkan non c’era riuscito poteva dipendere solo dall’intervento della magia Proibita, che aveva sovvertito quella legge naturale.

- Sì, infatti- rispose tranquillamente Rouko, cominciando a togliersi parte dell’armatura per stare più leggero - Malgrado il poco tempo a disposizione, ha ritenuto di dovermi imporre qualche altra modifica-

- Che altro ti ha fatto?! Parla!- ringhiò Wolkan, sentendo aumentare l’ansia.

- Il capello usato per mutarmi era il tuo, Demone Lupo. In qualche modo… tu sei una parte di me. Il Mio Signore ha solo fatto in modo che tu non potessi ferire te stesso-.

Sgranarono gli occhi, ora tutto prendeva senso. Questo spiegava anche come mai il naso di Wolkan fosse guarito, nonostante tutto: la "modifica" funzionava da ambe le parti.

"Un momento…" pensò Ido, aggrottando la fronte "Se nessuno dei due può ferire l’altro, allora come possono sperare di vincere?".

- Ovviamente- proseguì Rouko, come se gli avesse letto nel pensiero - Lo stesso principio non è stato applicato sulla mia spada, o andremmo avanti all’infinito-.

Il Lupo sobbalzò. Il nemico non aveva neanche finito di parlare, che quello ripartì alla carica più accanito di prima.

Un fendente dal basso verso l’alto, arrivò. Wolkan riuscì a schivarlo arretrando di pochi centimetri, ma la lama finì comunque per strappargli via un lembo di casacca nera.

Balzò all’indietro, riportandosi a distanza di sicurezza, ma non ebbe neppure il tempo di focalizzare, che Rouko era già a mezz’aria sopra di lui.

Il Demone non si scompose, anzi pensò che fosse un’ottima occasione per contrattaccare: ora che era lassù, i suoi movimenti sarebbero stati molto più limitati. Non sarebbe riuscito a scappare. Anche i grandi salti potevano essere controproducenti.

Strinse forte il pugnale. Se lui personalmente non era in grado di ferirlo, allora forse…

Quasi fu colto alla sprovvista.

Con uno scatto del braccio, il guerriero del Tiranno mosse la spada, e quella si snodò, scomponendosi in decine di pezzi, ed estendendosi come se all’interno di essa vi fosse un elastico.

Sibilò dritto verso la testa del Lupo.

- Attento, Wolkan!- strillò la Maga.

Un arco laterale… e quello la respinse prontamente con la sua piccola arma.

La lama di Rouko si ritrasse al suo posto, ricomponendosi in una spada normale in apparenza.

- Wolkan!- urlò ancora Kina, satura di preoccupazione.

Ido e Nihal trattennero il respiro. Era la prima volta che lo vedevano sanguinare.

Un brutto taglio solcava ora la fronte del Demone, che teneva un occhio socchiuso, pulsante di dolore.

Una grossa striscia rossa gli colò lungo tutto il viso, gocciolando fino a terra.

Digrignò le zanne, ringhiando furioso. Alla fine la storia del capello nella spada corrispondeva a verità.

- Ah!Ah!Ah!- rise sguaiato Rouko, mettendo in mostra la sua arma - Hai visto?! Sei completamente svantaggiato rispetto a me. Neppure il grande Dola era riuscito a farti un graffio, mentre io sì: io, l’insignificante Rouko. Appena ti porterò alla Rocca, il Tiranno mi coprirà di onori-

- Smettila di parlare!- inveì l’altro, tornando alla carica.

Certo, la spada flessibile come una frusta l’aveva un po’ spiazzato, ma non dimenticava che anche lui era attrezzato in maniera adeguata. Doveva solo riuscire a tagliare la gola di quell’individuo al primo colpo, senza che potesse reagire, o sospettare.

 

 
 

Fu più difficile del previsto, Wolkan non potè far altro che rallentare Rouko prendendolo a continue artigliate ogni volta che ne capitava l’occasione, ma il pugnale gli serviva soprattutto per parare la spada, già rossa per i numerosi tagli inflitti su mani e braccia. Non sarebbe mai riuscito a usarlo per controbattere.

Strinse gli occhi. Non aveva alternative.

- Il mio pugnale!- gridò agli altri - Trovate il mio pugnale!-.

Sobbalzarono, se n’erano quasi dimenticati. Una delle lame di Wolkan era finita da qualche parte in mezzo al fango svariati minuti prima, e loro non l’avevano ancora ritrovato.

- Forza, diamoci da fare! Ha bisogno di tutti e due i pugnali, sono fatti con ossa di Demone!- saltò in piedi Kina, subito dopo aver delicatamente posato Laio a terra, ancora svenuto.

- Fatti con cosa?- aggrottò la fronte Nihal.

- Trovali e basta, maledizione!-.

Ido non potè impedirsi una risata. Fuori luogo in quella situazione, indubbiamente, ma era la prima volta che Kina si esprimeva in quel modo: prima era sempre così timida ed educata.

Ma in ogni caso nessuno si pose altre domande, si inginocchiarono e presero a frugare alla cieca, imbrattandosi tutti i vestiti di melma. Il pugnale gemello era senz’altro caduto da quelle parti, l’avrebbero sicuramente ritrovato. Sperarono solo di non metterci troppo tempo.

 

 
 

Rouko balzò rapidamente all’indietro senza nessuno motivo apparente, e di nuovo snodò la lama estensibile, dirigendola verso Wolkan.

Quell’ultimo odiava quando lo faceva: diventava ogni volta sempre più difficile intercettarla e respingerla. Per di più il taglio sulla fronte continuava a bruciare, e ogni tanto qualche goccia di sangue gli colava nell’occhio destro, distraendolo pericolosamente.

Riuscì a parare alcuni fendenti sia col pugnale che col polsino metallico, ma uno sfuggì alle sue difese, finendo per spaccargli il coprispalle sinistro, ferendogli spalle e clavicola.

- Arrgh!- gridò lui, cadendo in ginocchio.

Kina dovette sforzarsi per rimanere concentrata sul suo lavoro, e non rivolgere l’attenzione sull’amico. Ma dove diavolo era quel pugnale?!.

- Non voglio danneggiarti più del necessario- parlò Rouko, ricomponendo la spada - Il Tiranno di vuole vivo-.

L’ansimato ringhio a zanne strette fu l’unica risposta che ricevette.

Sputando a terra in segno di disprezzo, fu quasi per caso che il guerriero pose lo sguardo su quella Kina, accucciata nel fango come un cane, intenta a cercare chissà cosa.

Sorrise, colto dall’idea. Jhof gli aveva raccontato che il Demone aveva smosso mari e monti per trovarla.

"E di certo non vorrà perderla di nuovo".

Wolkan sgranò gli occhi, intuendo i suoi pensieri.

- No!- scattò in piedi, slanciandosi in avanti per fermarlo.

Troppo lento. Rouko sparì tanto velocemente da lasciar quasi la sua immagine spettrale nell’aria.

Il Lupo non ebbe neppure il tempo di voltarsi, che si udì un grido acutissimo.

- Kina!-.

Trattenuta per una spalla, col filo della lama puntato alla gola, la ragazza tremava cercando di controllare il proprio respiro. Un rivolo di sangue già le macchiava la pelle, doveva stare immobile.

- Fermo dove sei- disse l’uomo del Tiranno, freddo e tranquillo, premendo ancor più la lama, appena lo vide muoversi.

L’altro fu costretto a obbedire: quello non scherzava affatto.

- Bene. Ora tu verrai alla Rocca con me. Seguimi senza fare storie, e non le farò alcun male-.

Zhak… una sottile lama ricurva gli passò il braccio da parte a parte, costringendolo a mollare la presa.

- ARRHG! Maledetto gnomo!- urlò quello, premendosi la ferita.

Nonostante la sua capacità di rigenerazione, il dolore che provava era lo stesso di tutti gli altri uomini normali, e questo non lo sopportava.

Appena Kina fu libera, Nihal si unì al gruppo e attaccò il nemico con un fendente laterale. Quello però non si fece cogliere impreparato, e con la sua incredibile velocità riuscì a tener testa sia a Ido che alla Mezzelfo, e appena l’occasione glielo permettè… si disfò di Nihal con un violento calcio allo stomaco.

La ragazza ruzzolò a terra per quasi cinque braccia, per poi risollevarsi a carponi, ansimando pesantemente.

"Dannazione! Che male!" cercò di tirarsi su, ma una fitta di dolore le mozzò il fiato, costringendola dov’era.

Fu subito dopo aver posato le mani sul fango, che avvertì qualcosa sotto di esso. Qualcosa di rigido.

- Ahi!- si lamentò, scattando in ginocchio.

Un lungo taglio rosso era comparso sul suo palmo.

Sorrise felice, finalmente l’aveva trovato.

 

 
 

Kina si coprì il volto, vergognandosi di sé. Mai si era sentita tanto inutile come in quel momento: tutti i suoi amici erano lì a combattere contro quel mostro Mezzodemone, mentre lei non faceva niente, ma addirittura si era fatta prendere in ostaggio che una stupida Maghetta alle prime armi.

Trattenne una lacrima furiosa.

"Perché!? Perché?! Se solo avessi la mia magia".

Durante il tempo trascorso alla base insieme a Nihal, Ido e Laio, aveva cominciato a studiare la magia del Mondo Emerso nella speranza di poter tornare a casa per conto proprio, ma le sue nozioni primarie erano troppo poche e troppo deboli per poter essere d’aiuto in quel momento.

"Magia di Grimoire" continuò a pensare "Mi serve un po’ di magia di Grimoire".

Ma dove trovarla? Era la sua domanda, prima di rendersi conto dell’oggetto che ancora teneva tra le mani.

 

 
 

Per Ido non fu facile vedersela da solo con Rouko, era come se quello si stesse divertendo a giocare con lui, dilungando intenzionalmente lo scontro, in una complessa danza di parate e affondi, continuamente ornati da quel suo sorrisetto strafottente.

Una mossa del braccio… e il guerriero del Tiranno lo colpì al volto con la guardia della spada.

Cadde a terra a pancia in giù.

- Patetico- disse, bloccandogli la testa col piede - Eppure Jhof mi aveva detto che eri tu quello da temere, ma forse solo per le persone normali. In ogni caso, ormai hai finito-.

Fece ancora più pressione con la gamba, col chiaro intento di spaccargli il cranio, quando…

- Flarius!- esclamò la voce di Kina, con una sicurezza mai sentita prima.

Rouko ebbe solo il tempo di alzare lo sguardo, che una sfera di fuoco azzurro lo colpì in pieno petto, sbalzandolo via per una manciata di metri.

- Impressionante- disse Ido, sputacchiando fango, ignorando la ferita al naso.

La Maga era là, in piedi, con la sfera di vetro tesa in avanti, e l’espressione più determinata del Mondo Emerso. Aveva utilizzato il manufatto di Wolkan, e la fiamma al suo interno, come fonte dei suoi poteri.

 


 

Il guerriero Mezzodemone sbarrò gli occhi scioccati, stringendo i denti per impedirsi di urlare.

Si rannicchiò a terra facendo di tutto per non svenire. Mai aveva provato un dolore simile da quando era "cambiato". Oppure l’aveva provato, ma passava in fretta. Perfino la ferita al braccio inferta dalla gnomo era sparita senza lasciare un graffio, o una sensazione.

Mentre adesso il petto gli bruciava da impazzire, senza mai guarire. E meno male che indossava ancora la cotta di maglia metallica, che l’aveva parzialmente protetto, o sarebbe stato molto peggio.

Attese qualche attimo, poi si rimise in piedi ansimando…

- Almeno su questo Jhof aveva ragione- sorrise ironico - Non sei l’innocuo Agnellino che sembri-

- Non ho mai capito perché mi chiamassero così- rispose lei, ostentando una sicurezza che non aveva.

Fissò Rouko cercando di prevedere la sua prossima mossa.

Deglutì. Era stato un azzardo usare la sfera di trasporto in quel modo: la fiamma bianco-azzurra non sarebbe stata in grado di reggere un secondo incantesimo.

- Ora ti sistemo io- sibilò l’uomo, tornando alla carica.

Di nuovo sparì come una specie di spettro, ma questa volta Wolkan non si fece cogliere alla sprovvista. Sapeva che avrebbe puntato su Kina, ma grazie all’odore di bruciato del suo petto riuscì ad intercettare la spada, un attimo prima che calasse su di lei.

- Che…?- sgranò gli occhi lui.

- Forse prima mi hai un po’ spiazzato, ma stavolta sarà diverso!-

- Pazzo!- di nuovo quella smorfia deforme.

Wolkan mantenne il sangue freddo, non sapeva cose gli stesse succedendo, ma di certo non sembrava soffrirne.

Appena quello tornò a muoversi con un fendente laterale, il Lupo si abbassò di colpo, e con la gamba destra riuscì a fargli lo sgambetto.

Rouko cadde all’indietro stramazzando nel pantano fangoso, ma scartò velocemente di lato l’istante dopo aver inquadrato la corta lama del Demone venirgli addosso, all’altezza della testa.

Ribalzò in piedi, ed usò l’estensione della sua spada per tenerlo a distanza.

Si sorprese nell’avere il fiatone. Tutta colpa di quella scottatura al petto, sicuramente. Che fosse il caso di ritirarsi?.

Scosse la testa, e digrignò i denti. No, non poteva assolutamente permettere a quell’individuo di sparire dal Mondo Emerso: non avrebbe avuto altre occasioni, doveva riuscire a prenderlo a tutti i costi, lì e ora.

"Il Tiranno lo vuole per i suoi esperimenti. Altrimenti userà me".

Rabbrividì. Ricordava benissimo l’atroce dolore provato subito dopo il trapianto del capello. Era stato quello a provocare le sue ciocche bianche.

Certo, era grato ad Aster per averlo reso un guerriero invincibile. Ma a quale prezzo?.

Non doveva fallire!.

"O ciò che è stato all’inizio sarà solo un bel ricordo, in confronto a quello che capiterà in futuro".

Già li vedeva, i Maghi del Tiranno, sezionarlo in mille pezzi per riuscire ad estirpare la sua radice demoniaca.

- Noo!!- urlò esaltato, ripiombando addosso al ragazzo.

- Wolkan!- si fece sentire la voce di Nihal - Prendi!- e gli lanciò il pugnale mancante.

Quello lo prese facilmente al volo, sentendosi già più forte e sicuro. Si lasciò scappare un sorriso. Ora gliel’avrebbe fatta vedere.

 

Parò il colpo con la prima lama, e con la seconda… scattò a disegnargli una lunga linea dalla spalla destra, al fianco sinistro.

La cotta di maglia metallica, scivolò a terra tintinnando, tagliata tanto facilmente come fosse carta.

Un vistoso fiotto di sangue spruzzò fuori dalla ferita profonda e netta, che non accennava a guarire.

Ido e Nihal trattennero il respiro. Ce l’avevano fatta?.

Un vivo dolore assalì il cervello di Rouko, che cadde a carponi premendosi stretto l’addome. Non riuscì a trattenere un urlo disperato. Parecchie gocce rosse macchiarono la terra sotto di lui, senza che potesse farci niente.

Wolkan fu svelto ad approfittarne per calciare via la spada speciale che aveva lasciato cadere.

- Come… come…- balbettò l’uomo, sollevando appena lo sguardo su di lui - Come hai fatto?-.

- Tu stesso hai detto che non ero in grado di ferirti per via del mio capello, innestato in te- spiegò lui, guardandolo senza che un briciolo di pietà trasparisse dai suoi occhi - Quindi ho semplicemente lasciato che fosse qualcun altro a farlo- tese i avanti il pugnale insanguinato per mostrarglielo meglio - Queste lame sono tipiche di Grimoire. Sono fatte con ossa di Demone-.

Una buona porzione di sangue uscì dalla bocca di Rouko, mentre cominciava a capiere. Perfino lo gnomo e la mezzelfo ci arrivarono.

Ecco perché recuperare il pugnale era così importante per Wolkan: un osso di Demone, se pur morto, era comunque un Demone, e poteva nuocere al pari di quelli vivi. L’arma perfetta per "aggirare" la modifica del Tiranno.

Nihal guardò Kina. Dunque la magia non era l’unico mezzo per sconfiggere i Demoni. Lei lo sapeva, e non le aveva detto niente.

Ci passò sopra senza nessuna offesa, e tornò ad occuparsi del guerriero ancora accasciato.

- Bisogna finirlo- disse freddamente.

Kina scattò a guardarla allibita. Ido e Wolkan non fecero una piega. Avevano capito quello che stava dicendo: non potevano permettere che vivesse, o le Terre Libere si sarebbero ritrovate con un avversario incapace di morire, dato che le uniche armi da usare con lui se le sarebbe portate via il Lupo.

Dovevano distruggerlo lì e ora, finchè ne avevano la possibilità.

 


 

Ancora immobilizzato da dolore, Rouko strinse gli occhi, preparandosi alla sua sorte.

Wolkan, proprio lì in piedi davanti a lui, a sovrastarlo in tutta la sua altezza… lo fissava senza proferire parola. Né Ido, né Nihal avevano dubbi che sarebbe stato lui a eseguire la "sentenza".

Strinse i pugnali… e li rinfoderò nella cintura.

- Tks. Vieni, Kina- li sorprese, voltandogli le spalle, e facendo per allontanarsi - Andiamocene da qui-.

Quella annuì con un sorriso sulle labbra: non sarebbe più stato Wolkan se avesse infierito su un avversario già battuto.

- Cosa?!- esclamò Nihal, scioccata - Che stai facendo?! Devi ammazzarlo!-.

Scattò a guardarla serio - No. Voi, dovete ammazzarlo. E’ il vostro mondo. La vostra guerra. Io non sono schierato dalla parte di nessuno. Perciò se proprio volete prendervi la sua vita dovrete farlo da soli, usando quella spada là- e indicò l’arma di Rouko, abbandonata nel fango a qualche metro più in là.

Sì, era vero. Era logico pensare che con quella ci sarebbero riusciti, la prova erano anche i numerosi tagli sul corpo del Demone, tra cui quelli su spalla e fronte.

La mezzelfo digrignò i denti.

"Che razza di ipocrita! Non ha mai esitato ad uccidere Fammin e draghi Neri, che erano nettamente inferiori a Rouko, mentre adesso…".

- Sei un meschino…!-

- Lascialo, Nihal- parlò Ido, bloccandola con un braccio - Ha ragione. E’ una questione che non lo riguarda. Lui voleva solo riprendersi la sua amica, niente di più. L’ha detto fin dall’inizio-.

Dopo un attimo di incertezza, indispettita dall’improvviso cambio di piega, la ragazza finalmente si mosse, andando verso la lama nemica.

Avrebbe sistemato quella faccenda personalmente. Non era il momento per certi scrupoli.

"E con una creatura del Tiranno tanto meno".

Si chinò… allungando la mano verso l’elsa.

 

 
 

Rouko aveva smesso di ascoltarli già da un pezzo, troppo impegnato com’era a chiedersi cosa gli stesse accadendo.

Non aveva freddo, e di sicuro non aveva la febbre, eppure tutto il suo corpo continuava a tremare, talvolta con violenti spasmi, senza che lui fosse in grado di controllarsi.

Che diavolo gli succedeva?! Non riuscì più a deglutire, così fu costretto a sbavare a terra, e ora ci si metteva anche una strana sensazione che non riusciva a inquadrare.

L’aveva già sentita un paio di volte, durante la lotta, ma ora… forse per colpa dello shok della ferita… si era fatta molto più intensa, con un ritmo pulsante come se qualcosa volesse uscirgli dallo stomaco. Il cuore che batteva all’impazzata.

Una fitta di dolore gli mozzò il fiato, e Rouko dovette circondarsi le spalle con le braccia.

"Non riesco… a calmarmi".

Se avesse potuto, avrebbe parlato, chiesto aiuto. Ma non ci riusciva, la sua lingua era come bloccata, ed ecco il cominciare di violente contrazioni muscolari, che lo portarono pure a strane smorfie con la bocca, di cui si sarebbe vergognato.

Possibile che il Tiranno avesse sbagliato qualche cosa nell’impiantargli quel capello demoniaco? Possibile che non avesse calcolato quel genere di reazioni?.

Ma in ogni caso… nessuno dei suoi nemici sembrava essersi accorto di lui, semplicemente erano lì, a confabulare tra loro su chi dovesse ucciderlo, o no.

I suoi denti batterono, e gli occhi si sgranarono al massimo come se volessero uscirgli dalle orbite.

Rouko ebbe solo il tempo di vedere la ragazza dai capelli blu chinarsi sulla sua spada, quando la sua mente lo abbandonò.



 

  
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