Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: highfivekeats    16/01/2013    2 recensioni
«Innamorarmi? Io? Non succederà neanche in un’altra vita.»
«Ah sì? – disse Cole, ridacchiando malefico – E cosa mi dici di Cate Sturridge?»
«È solo un’altra delle ragazze che voglio farmi.»
«Questo lo dici tu. Ho visto come la guardi…»
«Io non la guardo in nessun modo.» mi difesi.
Cole scosse la testa, poi divenne pensieroso e infine sorrise malefico. «Ti va una scommessa?»
Rizzai le orecchie. «Spara.»
«Ti innamorerai di Cate prima di portartela a letto.»
«Ci sto – dissi, stringendo la mano a Cole – Tanto, è risaputo che vincerò io.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho chiuso occhio tutta la notte; sono stata assillata dai dubbi.
Perché Justin mi ha salvata? Ma soprattutto, come faceva a sapere dov’ero e cosa mi stava succedendo?
Due domande apparentemente semplici, che però mi hanno assillato per tutta la notte.
Presi il cellulare, composi il numero di Macie.
«Pronto?»
«Macie, sono io.»
«Ehi Cate. Che succede?»
«Ho un problema.»
«Dimmi tutto.»
«Ieri, quando me ne sono andata dalla festa, ho incontrato un ragazzo… ubriaco.» rabbrividii.
«Stai bene?»
«Si, grazie a Justin.»
«Aspetta… Justin? Quel Justin?»
«Si. Justin Bieber.»
«E come…?»
«Non lo so! Ma ora basta con i miei problemi. Com’è andata con Cole?»
«Benissimo, è qui accanto a me ora.»
«Senti, ieri… non l’ho fatto apposta, ma ho detto a Mike… che tu e lui avete, ecco…»
«Catherine Renèe Sturridge, cosa hai fatto?!»
«Non l’ho fatto apposta!»
«Perfetto, ora Mike ucciderà sia me che Cole.»
«Perché Mike ucciderà sia te che me?»
«Perché Cate gli ha detto di noi.»
«Oh cazzo.»
«Ehm… Cate, ti posso chiamare dopo?»
«Ok. Dopo però mi racconti tutto.» dissi ridendo, poi staccai.
Sentii bussare alla porta. «Avanti.»
«Non sapevo che eri la figlia del coach Miller.» disse Justin, entrando. Si sedette accanto a me.
Lo guardai a occhi sgranati. «Sono la sua figliastra… comunque, che ci fai qui?»
«Volevo sapere come stavi.»
«Più o meno come ieri…» dissi vaga.
«Passato lo shock?»
«Certo – mi morsi un labbro – Io devo chiederti una cosa.»
«Certo, sono libero stasera.»
Scossi la testa; gli diedi uno schiaffo sul braccio. «Perché l’hai fatto?»
«Fatto cosa?»
«Salvarmi... insomma, io e te non ci conosciamo, ci siamo parlati per davvero solo ieri... mi sembra strano, ecco tutto.»
Justin fece spallucce. «Solo perché non ti conosco bene dovevo lasciarti lì, in balia di quel tipo? Sei strana, Sturridge.»
«Devo chiederti ancora un’altra cosa. Posso?»
«Certo.»
«Come facevi a sapere che ero lì?»
«Ti ho vista allontanarti e… volevo scusarmi per come mi ero comportato con te.»
Justin Bieber che si scusa? Non ci credo.
«È la verità?»
«Si, credimi – si alzò – Allora… ci vediamo in giro.»
«Va bene.»
Lo salutai con un cenno della mano.
No, era troppo strano.
Mi vestii di corsa, e mi fiondai a casa di Macie.
 
Bussai.
«Buongiorno Cate.» mi salutò Mandy, la madre di Macie, facendomi entrare in casa.
«Buongiorno, Mandy.» dissi, seguendola in cucina.
Vidi delle pancake in un piatto; il mio stomaco brontolò per ricordarmi che non avevo fatto colazione.
Aspetta… Macie dov’era?
«Fammi indovinare… Macie ha dimenticato il ricambio a casa.»
«Sì – mentii, maledicendo Macie mentalmente – Gli ho detto che poteva mettere i miei vestiti ma dice che si sente più a suo agio con i suoi.»
Salii di sopra. Entrai in camera di Macie, Mike era seduto sul letto della sorella con le mani nei capelli. Mi sedetti accanto a lui.
«Non è tornata a casa stanotte.»
«Lo so.» dissi, accarezzandogli le spalle.
«Come puoi stare calma?!»
«Io mi fido di lei.»
«Ma ti fidi di Cole?»
«Se lei si fida…»
«Non mi interessa se lei si fida o no. La farà soffrire, e io non voglio vedere mia sorella soffrire.»
«Mike, ora ascoltami ok? Macie è una ragazza forte.»
«Sarà anche una ragazza forte, ma nessuno sopravvive alle delusioni d’amore.»
Abbracciai Mike. «Noi la faremo sopravvivere.»
Mi alzai, cercai i vestiti di Macie.
 
Andai a casa di Cole.
Conoscevo bene la via dove abitava; mia madre è amica di sua madre, e qualche volta siamo andati a casa loro.
Bussai; venni aperta da Cole, indossava solo dei boxer.
«Ahm… ciao Cole. Macie?»
«Di sopra.»
Salii di sopra, entrai in camera di Cole.
Macie era mezza nuda, seduta sul letto con le gambe incrociate.
«Ti ho portato dei vestiti.» dissi, lanciandogli gli abiti che avevo preso a casa sua. Macie si vestì in fretta.
«Ho bisogno di parlarti, Cate.»
«Dimmi pure.»
«Ho paura.»
«E di cosa?»
«Di essere solo uno svago per Cole. Credevo che sarei stata capace di non mischiare il sesso con l’amore, perché con Cole non si sa mai, ma stanotte… è cambiato tutto.»
«Ti sei innamorata di Cole, vero?»
«Sì – disse, appoggiando la testa sulla mia spalla – E ho paura di essere solo il suo giocattolino.»
«Se ti tratta male, gli infilo la testa nel water – dissi, accarezzandole i capelli. Macie rise – Comunque, anch’io ho bisogno di parlarti.»
«Dimmi.»
«Si tratta di Justin… dice che mi ha vista perché mi stava seguendo, voleva scusarsi per come si era comportato. Ma io non ci credo per niente.»
«Sai che ti dico? Non ci credo nemmeno io.»
 
Tornai a casa, un buonissimo odore di bacon e uova mi riempì le narici.
Mi diressi in cucina, trovai Ben ad armeggiare con le pentole.
«Sto cucinando.» mi disse, come se non l’avessi capito.
Feci una risata, mi sedetti a tavola. «Lo vedo.»
«Dove sei stata?»
«Da Macie.» risposi semplicemente, facendo spallucce.
«Prima è passato Justin... non pensavo foste amici.»
Alzai lo sguardo verso Ben. «Infatti non lo siamo.»
«Meglio così – disse, porgendomi il piatto – Quel ragazzo non ha una bella reputazione.»
«Come fai a sapere...?»
«Lavoro a scuola, o no? – disse, ridendo. Risi anch’io – È un vero peccato, perché in fin dei conti è un ragazzo a posto.»
«Beh, se non fosse così donnaiolo...» dissi vaga.
«Io posso capirlo – sospirò. Lo guardai stranita – Ero anch’io come lui, ai tempi del liceo.»
«Uh, credo che lo dirò a mamma questo.»
«Diglielo pure. Io e lei andavamo a scuola insieme.»
«Davvero? – chiesi, stupita. Ben annuì – E quindi conoscevi anche...»
«Si, Cate. Conoscevo tuo padre. E posso dirti che era esattamente uguale a come lo ricordi tu.»
Mi rabbuiai; abbassai lo sguardo. «Non voglio parlare di John.» dissi soltanto, sentendo la rabbia riaffiorare.
Non mi piaceva parlare dell’uomo che mi aveva messa al mondo, comunemente noto come John Brunswick. Non riuscivo neanche a chiamarlo papà...
«Scusa.» disse Ben, accarezzandomi la testa.
«Non preoccuparti.» risposi, sorridendogli.

 

*


Hello.
Avevo in mente di postare domenica, ma ho cambiato idea perché avevo già il capitolo pronto, quindi... ecco il capitolo.
A me non fa impazzire ed è di passaggio, ma... dal prossimo capitolo si entra nella storia.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. :3
A pressto (?)

  
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