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Autore: feeltheromance    16/01/2013    3 recensioni
L’unico piccolo difetto esteriore del giovane Castiel è il suo braccio sinistro, più precisamente la mano. È leggermente deformata, scavata, come se qualcuno ci avesse spinto sopra con forza.
A Castiel non dispiace. Sono cose che possono capitare. Non pensa che quel piccolo difetto potrebbe cambiargli la vita, non ci ragiona, non si pone il problema.

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In cui Castiel è l’omino di marzapane più bello di tutte le teglie, ma con un problema e Dean gli fa un regalo inaspettato.
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[ destiel - gingerbread man!verse - oneshot ]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fandom: Supernatural.
Pairing: Dean/Castiel.
Rating: verde.
Beta: il mio cervello.
Genere: one-shot, fluff, slice of life.
Warning: slash, gingerbread man!verse, OOC.
Words: 2.763
Summary: In cui Castiel è l’omino più bello di tutte le teglie, ma con un problema e Dean gli fa un regalo inaspettato.
Note: Okay, non lo so, va bene? Ho cominciato a scrivere ed è uscito ciò. Tutto perché oggi pomeriggio non mi fungeva la connessione internet e non avevo nessunissima voglia di studiare geometrico (WHAT. THE. FUCK.) né tanto meno di fare le tavole, dunque ho aperto un nuovo documento e bam, è uscito ciò. Elettrizzante. Ora che sapete come impiego il mio tempo libero potete ritenervi soddisfatti della vostra vita XD va là comunque è una cavolata di os però spero che qualcuno possa apprezzarla perché è dolcina, dai. Lo giuro. Leggete e vedrete *regala lecca lecca* çoç se non altro questa verse mi spezza, cioè è la dolcezza, dai. Niente, detto ciò me ne scappo che oggi ancora non ho visto il mio episodio giornalieri di Torchwood. Eresia. Urge rimediare! O/ bye, rigaz! Recensite, dai çoç Grazie a tutti quelli che leggono <3 ~ S.
Dedica: Ad Alice perché martedì è un anno che stiamo insieme e omg non pensavo di arrivarci se devo essere sincera XD e perché pure lei come questo gingerbread man!Cas ha un problema di autostima (come la sottoscritta, ma questa è un’altra storia) anche se è bellissima e non ha motivo di disprezzarsi. Non vedo l’ora di sabato per darti il regalo *rotola via* OOOO/ ti amo picci.
 

 

~ Vecchi difetti.
( Can we both be ugly? )

 
 
 
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La cosa migliore che puoi fare è trovare
una persona che ti ami esattamente per quello che sei;
buon umore, cattivo umore, brutta, bella, affascinante, e così via.

 
 

 
Castiel adora il proprio corpo. Non è per fare il narcisista o il vanitoso, ma è consapevole di avere un bell’aspetto e sa che molti invidieranno la sua bellezza. Nessuno possiede quel perfetto colorito scuro ma non troppo bruciato, quei bottoni di glassa così perfettamente tondi e nessun cappellino di marzapane sarà mai ben decorato come lo è il suo.
L’unico piccolo difetto esteriore del giovane Castiel è il suo braccio sinistro, più precisamente la mano. È leggermente deformata, scavata, come se qualcuno ci avesse spinto sopra con forza.
A Castiel non dispiace. Sono cose che possono capitare. Non pensa che quel piccolo difetto potrebbe cambiargli la vita, non ci ragiona, non si pone il problema. Infondo, è ancora giovane e del mondo sa poco niente.
Castiel ama il suo papà, il pasticcere che l’ha creato. L’ha visto soltanto un paio di volte da quand’è venuto al mondo, poche ore fa. L’uomo barbuto gli ha dato il benvenuto in quel mondo luminoso e profumato con un grande sorriso caloroso, dopo di che l’ha spostato su una teglia tutta per lui e l’ha messo su un grande scaffale lungo e largo.
Castiel è qui da un po’ e se ne sta sdraiato immobile sulla sua teglia, diligente come un bravo figlio deve essere, aspettando che succeda qualcosa. Non sa esattamente cosa, ma sa che prima o poi il papà tornerà o comunque, qualcuno gli dirà cosa fare. Lo spera, almeno.
Abbassa lo sguardo sul proprio petto dove i tre bottoni di glassa verde pastello spiccano sul suo colorito quasi bruciacchiato.
-Amico! Sì, dico a te!-
Castiel sente una voce nuova, insistente e alza un poco il collo, senza però mettersi in piedi. Si guarda intorno e nota un altro omino di marzapane che se ne sta seduto su un’altra teglia, poco lontano da lui.
-Ce l’hai con me?- domanda e per la prima volta sente la propria voce.
È un po’ graffiante, ma non fastidiosa, è decisa e ferma, autoritaria. Decide che gli piace.
-E con chi altro se no?- lo sconosciuto alza un sopracciglio, come se Castiel parlasse un’altra lingua. Poi si alza e salta fuori dalla propria teglia, raggiungendolo con pochi passi.
È alto quanto lui e molto simile a lui a parte il colorito un poco più chiaro, i bottoni di un bel blu acceso e gli occhi di glassa verde.
Castiel si alza a sua volta e pensa che quel tizio gli sta troppo vicino e profuma troppo di buono. Vorrebbe quasi assaggiarlo. Ma sarebbe strano, quindi si limita a fissarlo con gli occhietti sgranati.
-Io mi chiamo Dean.- dice l’omino, allungandogli la mano senza dita –E tu?-
-Castiel.-
Quell’altro si mette a ridere, nascondendosi la bocca di glassa sotto le mani.
-Che c’è?- fa Castiel, inclinando leggermente la testa da un lato.
-Hai un nome strano.- dice, cercando di tornare serio.
-Lo so, beh, per lo meno rimane impresso.- mormora abbassando lo sguardo blu –Credo…-
-Sei nuovo, vero?- lo interroga ancora Dean, spostando il peso da un piedino all’altro –Ho visto il tizio enorme che ti metteva qui, poco fa.-
Castiel annuisce.
-Sì, sono nato stamattina e sono ancora un po’ confuso.- si guarda intorno spaesato –Sai, sei la prima persona con cui parlo.-
-Dici davvero?!- esclama, strabuzzando gli occhi e saltellando sul posto –Wow, sono onorato! Aspetta, non voglio farti una brutta impressione!-
Castiel inclina di nuovo la testa, stupito.
-Ma non mi sta facendo una brutta impressione.-
Dean la smette di agitarsi e lo guarda per un lungo momento.
-Oh. Bene…- mormora –Meglio così.-
Castiel si lascia sfuggire un piccolo sorriso che viene ricambiato da uno molto più luminoso di Dean.
L’omino si sente scottare le guance, dev’essere arrossito.
-Ti posso portare nel mio posto preferito?- gli chiede Dean, avvicinandoglisi di un passo.
Castiel annuisce e l’altro gli afferra la manina. Arrivano fino alla fine dello scaffale e Castiel guarda giù, ma non riesce a capire se il suo cuore sta correndo velocissimo per paura di cadere o per la mano dell’altro omino sulla sua, su quella sana.
-E’ molto alto.- mormora soltanto, sporgendosi appena. Dean lo strattona leggermente indietro.
-Sta’ attento. Non vorrai farti male il tuo primo giorno di vita, no?- si siede sul bordo e Castiel lo imita, facendo attenzione. Sbircia giù ancora un momento, ma poi torna a guardare Dean, che è decisamente molto più interessante del burrone sotto di loro.
-Mi piacciono i tuo bottoni.- dice Dean dopo un po’. Indica il suo petto e Castiel gli sorride, orgoglioso.
-Sono belli, vero?- domanda retorico –Papà è stato molto bravo con me.-
-Già.- mormora Dean e se Castiel avesse un po’ più di esperienza potrebbe affermare per certo che l’omino lo sta guardando in modo quasi adorante, come se fosse un tesoro splendente, più unico che raro. Poi i suoi occhietti verdi si fissano su un punto preciso del suo corpo.
-Che cos’ha la tua mano?-
Castiel la nasconde dietro la schiena, in soggezione. Forse Dean troverà disgustosa quell’imperfezione del suo corpo, forse lo disprezzerà e se ne andrà, lasciandolo da solo sopra quel burrone inquietante, forse non vorrà più rivolgergli la parola.
-Ehi, va tutto bene, Cas. Non devi dirmelo per forza.- lo rassicura notando il suo sguardo smarrito.
Castiel si scopre a desiderare la compagnia dell’altro, inquietato dall’idea di dover rimanere da solo. Dean gli trasmette una sensazione di tranquillità, non vuole lasciarlo. E poi ha un paio d’occhietti verdi troppo belli e vuole essere l’unico che possa goderseli.
-Non so bene cosa mi sia successo, quando mi sono svegliato ero già così.- spiega sfiorandosi la ferita –Dev’essere stato uno sbaglio di papà.-
-Comunque non si nota molto, davvero. Mi dispiace di averti dato fastidio.- si scusa e aw, Castiel lo trova adorabile. Gentile e premuroso al punto giusto, non fastidioso, perfetto.
-E’ tutto okay Dean.- sorride –Almeno non sono uguale a tutti gli altri, no?-
-Già.-
I due omini di marzapane rimangono per molto tempo sul ciglio del precipizio a parlare.
Dean racconta strani aneddoti che ha sentito in giro riguardanti il mondo di fuori e Castiel lo ascolta estasiato. Poi Castiel gli fa mille domande su mille cose, gli chiede che sapore ha la neve e cos’è il sole, gli domanda cos’è il viola e se ha mai visto dei fiori e Dean, paziente, risponde ad ogni domanda, sciogliendo almeno in parte, i dubbi dell’amico.
I due rimangono per ore sul ciglio del precipizio e dopo un po’, quello diventa il posto preferito anche di Castiel.
Non che abbia qualcosa di speciale.
A parte Dean, s’intende.
 
~
 
Con il passare del tempo, Dean presenta a Castiel altri omini che vivono sul loro piano.
C’è Jo, con il suo colorito perfettamente dorato e la battuta sempre pronta e poi c’è Sam, il fratellino di Dean, che è grande quasi il doppio di tutti loro e li sovrasta sia in altezza che in intelligenza. Castriel si domanda come faccia a sapere così tante cose se non è mai uscito dalla pasticceria.
Ci sono Gabriel e Balthazar, due omini sbruffoni che passano il loro tempo a fare scherzi a tutti, ma a Castiel non danno fastidio, li trova simpatici.
Poi ci sono Crowley e Meg, due brutti ceffi che fanno venire i brividi al piccolo Castiel e quando gli saltellano vicino cercano sempre di attaccare bottone con lui, ma l’omino fa sempre finta di non vederli e se ne va via più in fretta che può. Dopo un po’ di tempo però, i due cominciano a lanciargli delle frecciatine sempre più fastidiose. Gli arrivano alle spalle chiedendogli da quand’è che sta così appiccicato a Dean, se gli piace o se si è accorto di essere l’omino più piccolo di tutti e cose anche peggiori, finchè una volta riescono a dargli davvero fastidio.
Castiel se ne sta sulla sua teglia tutto solo a riflettere su varie cose. Sta pensando a come sarà vivere fuori dalla pasticceria, magari lontano dai suoi amici, forse addirittura lontano da Dean. Scrolla la testa, cercando di scacciare quei pensieri e si accorge che Meg gli sta venendo incontro con un sorrisino malefico stampato sulle labbra di glassa rosa.
-Ehi, Castiel.- l’omino odia il modo in cui quella serpe pronuncia il suo nome. È come se lo sporcasse o lo storpiasse a suo piacimento.
-Meg.-
-Come mai non sei assieme al tuo fidanzatino?-
Castiel sente la rabbia montargli dentro ma decide di rimanere in silenzio. Se desse corda all’altra, non finirebbero più di litigare e lui non ha nessuna voglia di discutere con quella stupida.
-Non dici niente, Cassie?- Meg si avvicina, ghignando –Stavo pensando una cosa sai. Secondo me a Dean non piace quella cosa che hai sulla mano, sai, quella ferita è davvero brutta.-
Castiel sgrana gli occhi, ferito nell’orgoglio. Sa bene che non dovrebbe dare retta a Meg, ma è come ipnotizzato dalle sue parole.
-Forse il ragazzo si è finalmente accorto che stare assieme ad un menomato lo rende lo zimbello di tutte le teglie.- ridacchia Meg –Oh Cas, secondo me Dean non vuole più vederti per colpa di quella tua mano rovinata, faresti meglio a nasconderti da lui.-
-Smettila!- urla Castiel, infuriato come non mai –Smettila, sta zitta! Non mi interessano le tue parole, vai a insultare qualcun altro!-
-Come preferisci caro, ma sappi che se avessi bisogno di consolarti per l’abbandono del tuo ragazzo che avverrà presto, di certo, io sono disposta a starti vicino.- sorride in un modo che mette i brividi al ragazzo.
-Preferisco starmene da solo piuttosto che con te.- sbotta lui, per poi voltarsi e andarsene via.
La risata di Meg gli rimbomba nelle orecchie mentre corre veloce e le lacrime di zucchero gli bagnano il volto di marzapane. Castiel corre senza prestare attenzione a dove sta andando e quando finalmente si ferma e alza il viso, gli si disegna un sorriso amaro sul volto.
Senza accorgersene ha raggiunto il precipizio, il posto preferito di Dean.
 
~
 
-Eccoti qui!- esclama una voce alle sue spalle –Finalmente ti ho trovato. Si può sapere dove ti eri cacciato, moccioso? E’ tutto il pomeriggio che ti cerco.-
Sono ore che l’omino è lì da solo a rigirarsi nei propri pensieri e nelle proprie paure, odiando le proprie imperfezioni e l’influenza che Dean ha sul suo umore, sulla sua vita. E’ qualcosa di troppo profondo, un po’ lo spaventa.
-Cas? Ehi, cos’è successo?-
Dean si siede al suo fianco, notando lo sguardo triste dell’amico e i rimasugli di lacrime zuccherate ai lati dei suoi occhi blu.
-Niente.- mormora l’altro.
-No amico, non pensare di fregarmi così. Dimmi cos’hai.- insiste Dean.
Castiel sospira profondamente, evitando il suo sguardo verde.
-Dean, tu mi vuoi un po’ bene?-
Castiel ha lo sguardo perso all’orizzonte e con una manina si sta torturando uno dei bottoni. Dean lo trova bellissimo.
-Ma certo che te ne voglio, Cas.- lo rassicura –Raccontami cos’è successo.-
Non è una richiesta, è un ordine e Castiel sa che in un modo o nell’altro dovrà raccontare del suo incontro con Meg e di quello che gli ha detto, anche se se ne vergogna ed è l’unica cosa che vorrebbe nascondergli ma è Dean, come può mentirgli? Non ce la farebbe mai.
Così Castiel prende un altro grande respiro e racconta tutto quanto.
Dean non lo interrompe mai, lo ascolta assorto e l’unico cambiamento nella sua espressione è che mano a mano che Castiel racconta, Dean stringe i pugni sempre di più.
-E questo è tutto.- termina Castiel –Meg ha ragione. Sono imperfetto, non dovrei nemmeno stare qui con voi…con te.-
L’omino alza lo sguardo sull’altro che non ha ancora spiccicato parola e lo trova con lo sguardo corrucciato e decisamente arrabbiato.
-Dean?- lo richiama dopo un po’. Quello si alza e lo guarda dall’alto in basso.
-Sei proprio stupido.- sbotta e Castiel si sente affondare –Sei uno stupido Castiel, lascia che te lo dica. Pensi che Meg abbia ragione? Allora io me ne vado, rimani qui a compiangerti fin che vuoi, io non ti fermerò di certo.-
Dean di volta e cammina spedito fino ad allontanarsi di un bel po’.
Castiel rimane fermo immobile per tanto tempo. Improvvisamente non sa cosa fare. Dovrebbe rincorrere Dean e parlargli, ma il modo in cui gli ha risposto gli ha fatto male, gli ha spezzato qualcosa.
Castiel rimane nel posto preferito di Dean ancora per un bel po’.
Quella notte non dorme, è troppo distrutto per potersi riposare. Cerca di rimettere insieme i pezzi di quel qualcosa che Dean ha frantumato dentro di lui.
Alla mattina ancora non ha concluso nulla e alle prime luci dell’alba cade in un sonno profondo e senza sogni, una specie di oblio che lo rapisce per parecchie ore.
 
~
 
-Moccioso, ehi.- una voce lo chiama nel buio, ma  non riesce a capire cosa sta succedendo –Svegliati Cas.-
Castiel finalmente apre gli occhi ancora pesanti dal sonno e si mette a sedere con fatica. Lo zucchero delle lacrime gli graffia le guance e si sente più stanco di quando si è addormentato.
Seduto al suo fianco c’è Dean. Ha le mani nascoste dietro la schiena e un’espressione risoluta dipinta in viso.
Castiel non lo saluta. Ha deciso che non vuole più avere niente a che fare con lui perché Dean è perfetto, è un omino di marzapane bellissimo e lui non vuole più dargli fastidio. Rimarrà da solo d’ora in poi. Cerca di convincersi che non sarà così terribile, ma il dolo pensiero di stare senza Dean gli fa salire altre lacrime agli occhi e lo fa tremare un po’.
-Ehi Cas, sta’ calmo.- dice Dean –Come stai oggi?-
-Va’ via.- mormora l’omino.
-Perché dovrei farlo?-
-Io…- dice senza parole –Non lo so…-
Dean rimane un po’ in silenzio. Aspetta che Castiel gli dica qualcosa, aspetta la sua approvazione in rigoroso silenzio, lasciandogli il suo spazio e tutto il tempo che gli serve. Aspetterebbe anni per lui, se soltanto glielo chiedesse.
-Cosa vuoi?- mormora Castiel.
–Ti ho portato un regalo.-
Quello alza lo sguardo su di lui.
-Un regalo?- domanda stupito –Per me?-
Nessuno gli ha mai fatto un regalo prima d’ora. È una strana sensazione sapere che qualcuno ha speso delle energie per lui, soprattutto considerando che quel qualcuno è Dean.
-Certo moccioso, per chi se no?- domanda Dean retorico –Allora, lo vuoi?-
Castiel studia la sua espressione sospettoso, ma non gli sembra che Dean lo stia prendendo in giro o qualcosa del genere, sembra davvero sincero.
-Certo.-
Dean sorride e Castiel si morde il labbro per non sciogliersi seduta stante. Potrà farlo dopo che avrà ricevuto il regalo.
Dean porta le mani davanti a lui, mostrandogli cosa nascondeva. Castiel spalanca gli occhi, deliziato.
-Spero ti piacciano, Cas. Insomma, sai, non sapevo quale colore ti piacesse però mi sono ricordato che una volta mi avevi detto che ti piacevano i miei occhi e sono verdi, quindi li ho fatti verdi anche questi e potrai coprirtici le mani visto che non ti piacciono…non che dovresti farlo, insomma a me le tue mani piacciono, anche la tua ferita, ma a te dà fastidio e credo che dovrei smettere di parlare, dannazione ma non riesco e-- oh.-
Castiel ha afferrato i guanti verdi che Dean gli ha regalato e lo ha abbracciato di slancio. Ha il petto che gli scoppia di felicità e sollievo, tant’è che ha quasi paura che potrebbe rompersi perché un corpicino piccolo come il suo non può materialmente contenere tutta quella felicità e Dean è bellissimo e Castiel non sa cosa gli passa per la testa ma si ritrova a posare le sue labbra di glassa su quelle dell’altro omino e sta stringendo il corpo dell’altro tra le proprie braccia ed è la sensazione più bella del mondo. Il sapero zuccherato di Dean gli entra nel cervello e lo fa impazzire.
-Deduco che il regalo ti sia piaciuto.- sorride Dean sulle sue labbra.
-Sono fantastici, mi piacciono tantissimo, Dean.- dice Castiel con gli occhi che brillano –Grazie.-
-Non c’è problema.-  dice Dean –Rimani stupido comunque perché hai dato retta a quella vipera di Meg.-
-Ma pensavo che ti desse fastidio.-
-Cosa? Stare assieme al mio migliore amico, all’omino di marzapane più bello di tutte le teglie di questa e di tutte le altre pasticcerie?- Dean sorride dolcemente e Castiel non può fare a meno di arrossire.
I due si siedono vicini sul ciglio del precipizio e rimangono in silenzio per un bel po’.
Dean prende i guanti e li infila alle mani di Castiel e poi gliele stringe entrambe, quella sana e quella ferita, tra le proprie.
Castiel decide che questo è il momento buono per sciogliersi di gioia.
 
 
 
 
 
FINE.
  
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