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Autore: Mrs Teller    17/01/2013    14 recensioni
E’ per questo che non ti accorgi che la pioggia è aumentata e che adesso stai camminando sotto un vero e proprio diluvio: sei così immerso nei tuoi pensieri marchiati a fuoco dalla presenza di Sherlock che nulla di ciò che ti capita intorno colpisce la tua mente, nulla che non siano i suoi occhi colore del ghiaccio e le sue labbra a cuore occupa i tuoi sensi. La pioggia ti cade sul viso perché non hai un ombrello con cui ripararti ma a mala pena te ne rendi conto e comunque non ti importa: ora salirai sull’autobus, andrai a casa, ti siederai sulla poltrona davanti al camino e troverai Sherlock ad attenderti con un sorriso, probabilmente col violino in mano pronto a suonare qualcosa per te mentre ti frizioni i capelli bagnati.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando le prime gocce di pioggia ti bagnano i capelli nemmeno ci fai caso, preso come sei a camminare verso la fermata dell’autobus dopo esserti lasciato alle spalle lo studio medico. Sempre più spesso ti capita di scegliere i mezzi pubblici al posto del taxi e approfittarne per fare più o meno lunghe passeggiate rilassanti, a dispetto delle corse selvagge e disperate per le strade di Londra che hai ripreso a fare da quando lui è tornato e ti ha invaso nuovamente la vita e l’anima come solo lui sa fare, in quel modo così dolcemente goffo e dannatamente irritante a volte che è il suo marchio di fabbrica. Hai provato a resistere, andare avanti con la tua vita,  tirare dritto come se nulla fosse cambiato e fingere che lui non ti stesse più intorno, ma la realtà era che non riuscivi a scrollarti di dosso il suo odore e i suoi occhi così intensi che, per la prima volta da quando vi siete conosciuti, ti sono sembrati spaventati e fragili mentre ti chiedeva perdono. Anche se Sherlock effettivamente non ti stava più intorno, o almeno non secondo i suoi parametri abituali, tu avvertivi che qualcosa ti mancava e alla fine hai avuto il coraggio di ammettere a te stesso che quel qualcosa era in realtà qualcuno e che aveva un nome ben preciso. Non ti sei stupito più di tanto quando hai fatto questo passo avanti e hai gettato la maschera dell’ipocrisia per guardare in faccia la realtà: Sherlock ormai vive sotto la tua pelle, forma il tessuto delle tue ossa, scorre nelle tue vene insieme al sangue e impregna di se ogni tua cellula cerebrale, quindi si non ti sei stupito quando alla fine hai ceduto e lo hai riaccolto nel tuo mondo. Gradualmente, a piccoli passi, ma in modo inesorabile.
Eppure non ti bastava: ora che il destino ti aveva dato questa meravigliosa seconda chance, non potevi prenderti il lusso di sprecarla lasciando che le cose continuassero ad andare come prima perché nulla, ormai, era più come prima e potevi vederlo chiaramente anche nei suoi occhi e nei suoi gesti, più caldi e avvolgenti. Dovevi fare in modo che le vostre vite arrivassero finalmente al punto in cui era destino che arrivassero e non poteva più essere altrimenti, non avevi più tempo per i dubbi, i tentennamenti, i se o i ma oppure i “non sono gay”. No, non lo sei, ma sei e sarai sempre perdutamente innamorato di Sherlock Holmes, quella meravigliosa creatura che ti ha rapito il cuore e ti ha stregato per la vita, e dovevi solo ammetterlo a te stesso ed agire di conseguenza. Lo hai fatto e hai scoperto con gioia che per lui era la stessa cosa, che stava aspettando esattamente quello ma non aveva la forza e il coraggio di farlo, perché in queste cose sei tu l’esperto anche se tu sei un uomo e lui è un altro uomo, poco ti importa. Lo hai preso per mano e ne hai fatto un compagno fedele e amorevole, a modo suo magari, ma gli hai spalancato la porta su un mondo che non conosceva ma che non ha mai rimpianto di aver incontrato ad un certo punto della sua vita, perché questo mondo ignoto sei solo tu per lui e questo a te basta. Da quanto state insieme, non fai altro che pensare a come sarebbe stato se tu solo l’avessi fatto prima, a come le cose sarebbero potute andare diversamente e se ti saresti potuto risparmiare anni di sofferenza inutile: probabilmente no, ma non puoi fare a meno di pensarci e il pensiero di poterlo perdere di nuovo ti spezza in due lasciandoti boccheggiante. Hai quasi paura che possa dissolversi da un momento all’altro così, nella nebbia londinese, con la stessa improvvisa forza con cui è tornato da te dopo anni, e vorresti solo tenerlo vicino al tuo cuore ogni momento della giornata, sempre, tu e lui e nient’altro. Dio, ti rendi conto di essere l’eroina di un romanzetto di bassa lega ma non puoi farne a meno e ogni passo che fai senza che lui sia al tuo fianco è una tortura, una gabbia d’angoscia stretta intorno al tuo cuore che si scioglie e diventa oro liquido non appena i tuoi occhi si posano sul suo viso affilato.
 
E’ per questo che non ti accorgi che la pioggia è aumentata e che adesso stai camminando sotto un vero e proprio diluvio: sei così immerso nei tuoi pensieri marchiati a fuoco dalla presenza di Sherlock che nulla di ciò che ti capita intorno colpisce la tua mente, nulla che non siano i suoi occhi colore del ghiaccio e le sue labbra a cuore occupa i tuoi sensi. La pioggia ti cade sul viso perché non hai un ombrello con cui ripararti ma a mala pena te ne rendi conto e comunque non ti importa: ora salirai sull’autobus, andrai a casa, ti siederai sulla poltrona davanti al camino e troverai Sherlock ad attenderti con un sorriso, probabilmente col violino in mano pronto a suonare qualcosa per te mentre ti frizioni i capelli bagnati. E’ la cosa più vicina al paradiso che la tua mente potrà mai concepire e ne sei così immerso che ti rendi conto con qualche attimo di ritardo di aver superato la fermata già di qualche passo, quindi sei costretto a fare dietrofront e fare il percorso a ritroso fermandoti sotto la pioggia, perché la pensilina è già troppo occupata e comunque non ti crea problemi tenerti a distanza immerso nei tuoi pensieri. Fissi la strada con sguardo vacuo, la tua mente che si perde nei ricordi come ormai fa spesso, anzi sempre, e realizzi che c’è qualcuno alle tue spalle solo quando la pioggia smette di caderti addosso e un cono di amorevole protezione ti avvolge nelle forme di un ombrello ampio e due labbra più morbide e delicate del velluto si fermano alla base della tua mascella.
“Perché non hai portato un ombrello? Le previsioni lo avevano detto che ci sarebbe stata pioggia oggi pomeriggio..”
La sua voce baritonale è così calda che ti strappa una vibrazione dal centro esatto dello stomaco fino a ogni estremo del tuo corpo, attraversandoti e lasciandoti senza fiato: è esattamente questo il suo modo, dolce e vagamente rude a volte, di dimostrarti quanto ti ama e tu ti giri con un sorriso così caldo che potrebbe sciogliere le nuvole, alzando il viso per guardarlo negli occhi. Ti sta sorridendo, ti sta sorridendo per davvero, non il suo sorriso appena accennato alzando una parte delle labbra, bensì un vero sorriso che trasuda gioia e qualcos’altro, molto più profondo e radicato. Ti attira a se e tu aderisci al suo corpo avvolgendogli la schiena con le braccia, del tutto incurante di quello che potrebbe dire o pensare la gente dietro di voi.
“Cosa ci fai da queste parti?”
“Ho appena finito con Lestrade, caso mortalmente noioso.. Così ho pensato di passare di qua, visto che il tuo turno stava per finire.”
Sai che è una bugia perché non sarebbe mai andato su una scena del crimine portandosi un ombrello degno di quelli di suo fratello Mycroft, e realizzi all’improvviso che è uscito dal 221B già con il preciso scopo di passare da te. La cosa ti fa scoppiare una mina nel cuore e vorresti solo metterti in punta di piedi e baciarlo, ma prima senti il bisogno fisico di prenderti una piccola rivincita ghignando.
“Bugiardo: non saresti mai andato su una scena del crimine con un ombrello enorme..”
“Touché.”
Non hai bisogno di aggiungere altro perché i sottotesti tra voi sono sempre stati chiari, ora più che mai, e ti limiti ad avvicinare il viso al suo sfiorandogli la punta del naso col tuo e riservandogli l’ennesimo, luminoso, sorriso, prima di impossessarti delle sue labbra e schiuderle gentilmente con la tua lingua. L’autobus passa, apre le porte e poi va via, ma a te la cosa al momento non interessa affatto, preso come sei a giocare con le labbra dell’amore della tua vita.



Angolo dell'autrice: non ho idea di cosa sia tutto ciò, uno sclero scritto al momento dopon aver visto la fanart di Reaper.. Non so per quale strana legge della fisica il mio cervello l'abbia partorito, forse avevo bisogno di fluff non so. So che è una cazzata immonda, ma spero che almeno vi sia piaciuta!
   
 
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