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Autore: Berny_    17/01/2013    1 recensioni
Una storia d'amore, come nelle favole. Due giovani ragazzi, con tutta la vita davanti, si erano promessi amore eterno, eppure, questo non era ciò che il destino aveva in serbo per loro.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo qualcosa, o meglio qualcuno tenermi stretta, aprii gli occhi assonnati e mi ritrovai le braccia di Harry intorno alla vita. Sorrisi appena e guardai l'ora sulla sveglia sopra al comodino, le 10.15,  'mhh tra poco ho lezione all'università, meglio alzarsi' pensai, così scivolai piano dalla presa del riccio e lo lasciai dormire. Mi infilai una felpona e raccattai un cambio nell'armadio con un paio di scarpe e mi chiusi in bagno, facendo il più silenziosamente possibile. Venti minuti dopo ero pronta e stavo prendendo i libri che mi servivano, avevo ancora dieci minuti prima di uscire di casa, allora andai in cucina e mi preparai delle fette biscottate con un bicchiere di succo. Finita la colazione, mi diedi un'ultima sistemata, presi la borsa e prima di uscire dalla camera mi fermai un attimo ad osservare quel meraviglioso ragazzo che dormiva beatamente a petto nudo, i ricci arruffati, gli occhi chiusi e le labbra rosse appena schiuse, mi faceva venir voglia di rimanere lì a guardarlo dormire e una volta sveglio avrei voluto continuare a guardarlo ancora. Ma con la coda dell'occhio vidi l'ora che lampeggiava sulla sveglia e rischiavo di fare tardi a lezione, come ogni volta, così mi catapultai verso l'ingresso, e inciampai nell'appendiabiti, facendo un rumore bestiale. Prontamente rimisi tutto apposto e sentii dei mugolii venire dalla camera da letto, non avrei voluto svegliarlo. Presi le chiavi della macchina dal tavolino e mi chiusi la porta alle spalle, stavo per prende l'ascensore quando la porta si riaprì.. -Ehy, te ne stavi andando senza neanche salutarmi ?!- la voce ancora impastata dal sonno, gli occhi appena aperti. -Oh amore, non volevo svegliarti, ho fatto tutto pianissimo ma sai quanto sono maldestra e ovviamente, non ci sono riuscita ! Ahaha- mi avvicinai a lui e lasciai che le sue braccia mi strinsero a sè. -Buongiorno scheggia- soffiò sulle mie labbra talmente vicine alle sue e mi baciò dolcemente. Leggeri brividi si crearono lungo la mia schiena, possibilie che riusciva a farmi sempre quest'effetto ? -Buongiorno riccio- dissi staccandomi da lui e aprendo la porta dell'ascensore. Lo lascai sulla porta con un espressione da cucciolo. -Ci vediamo tra un paio d'ore, ti amo.- e scesi.  Salita in macchina, partii a manetta, diamine se ero in ritardo, ma per lui avrei rinunciato ad andare a lezione se solo non fosse davvero così importante. Tra qualche settimana avrei avuto gli esami. 
Arrivata all'università che non distava molto, improvvisai un parcheggio e corsi in aula. -Sig.rina Clare, in ritardo come al solito vedo !- una voce divertita ma al contempo un po' scocciata mi fece sobbalzare appena prima di aprire la porta della classe. Il mio professore di Psicologia era a pochi passi dietro di me, reggeva dei fogli scritti e piastricciati di rosso con una mano e con l'altra la sua valigetta. Improvvisamente mi sentii avvampare per l'imbarazzo e balbettai delle scuse incerte -Ahm, io.. ecco vede.. stamattina.. sa, il traffico.. e poi.. la sveglia, non ha suonato.. io.. bhe..- lui mi sorpassò e aprì la porta facendomi segno di passare -La prego, mi risparmi questo scempio, non è capace neanche di inventare una banale scusa.- il suo tono lasciava a desiderare, ma prima di entrare a testa bassa, vidi un angolo della sua bocca sottile alzarsi in una smorfia che doveva essere una specie di sorriso, e il mio corpo si rilassò appena. La lezione passò abbastanza in fretta, amavo la psicologia, e devo dire che nonostante tutto, il prof Jefferson era davvero bravo e con molta voglia seguivo la sua lezione e prendevo tantissimi appunti. Quei fogli piastricciati di rosso che teneva in mano entrando erano in nostri compiti, 'modestamente B+ mi sembra ottimo, come voto' pensai sorridendo. 
 
Parcheggiai in garage e salii di corsa a casa. Infilai la chiave nella toppa e girai -Riccio sono tornata- annunciai con entusiasmo. Posai le chiavi al solito posto e andai a posare la borsa in camera, aprii la porta senza bussare convinta che lui fosse in salotto, dove sentivo i rumori della tv, e mi si presentò davanti una scena alquanto imbarazzante. Per la sorpresa lui sgranò gli occhi e il sangue andò a colorargli le guance, prendendo di corsa l'asciugamano da per terra -Oddio scheggia, non ti ho sentita entrare, emh, mi sono andato a fare una doccia e bhe, il resto lo sai..-disse abbassando leggermente la testa. Era nudo, di fronte al letto e stava per vestirsi, non che non l'avessi mai visto nudo, ma c'era sempre un minimo di imbarazzo tra noi, e io lo trovavo dannatamente tenero. Un istante dopo, tornò in sè con il suo solito sorriso sghembo che pendeva da una parte e quelle dolci fossette che gli si creavano nelle guance, e si incamminò verso di me. Io lasciai cadere a terra la borsa e mi tolsi il cappotto, facendo cadere anche quello. Il riccio mi inchiodò sul posto con i suoi occhi smeraldi, mi potevo perdere lì dentro ogni qualvolta mi guardasse, amavo il modo in cui cambiavano alla luce del sole e quel luccichio che emanavano quando aveva in mente qualcosa, proprio come ora. Mi mise le sue grandi mani sui fianchi e tagliò la distanza fra noi, catturando le mie labbra in un bacio casto e pieno di amore. Avevo voglia di lui, non sapevo resistere a quelle labbra rosse, a quegli occhi cristallini, così mi strinsi a lui e infilai le mani tra i suoi ricci ribelli. Lo sentii sorridere sulle mie labbra e qualche istante dopo la porta era chiusa e noi eravamo sul letto, lui sopra io sotto. -Sei bellissima- sentii i soliti brividi che mi dava, e chiusi gli occhi per assaporare tutto  il contatto con la sua pelle. In un attimo rimasi solo in biancheria e poggiai le mie mani sul suo petto, accarezzandolo, vedevo il piacere nei suoi occhi. Le sue braccia erano stese ai lati della mia testa e si teneva sopra di me, ci guardammo per un tempo che a me sembrò infinito, e pensai di avere davanti a me tutto ciò che volevo, tutto ciò di cui avevo bisogno, avevo di fronte a me, la mia felicità. Poi si abbassò e con le labbrà schiuse mi morse leggermente il labbro inferiore, io lo attirai a me mettendogli le mani dietro al collo e le nostre lingue si ritrovarono a danzare dolcemente. Da lì, diventammo una cosa sola, i nostri corpi che si muovevano all'unisono, i nostri battiti che correvano all'impazzata.
 
 
 

17 OTTOBRE.

 
-Riccio muoviti, cavolo è mezz'ora che sei lì dentro, neanch'io ci metto gli anni- dissi sbruffando e bussando insistentemente alla porta del bagno, e per poco non gli diedi un pungo in faccia quando finalmente aprì la porta. -Oh grazie, madre divina !- e feci la finta scocciata. -Amore lo sai che i miei capelli hanno bisogno di molte cure, ahahah- e si abbassò per darmi un bacio, ma io mi scostai leggermente e sgattaiolai in bagno, facendogli una pernacchia e chiudendo la porta davanti a lui. -Me  la pagherai, stronzetta- urlò, e io risi. 
 
-Allora, dove mi porti ?!- dissi impazientemente. Harry distolse per un solo attimo gli occhi dalla strada per lanciarmi un'occhiata enigmatica -Aspetta e vedrai !- disse solo. Io alzai impercettibilmente gli occhi al cielo e poggiai i piedi sul cruscotto, mmh brutta mossa nella sua audi. -Ehy, ehy scheggia, che fai ? Togli quei piedi da lì, postrei fare del male a Cherry.- io lo guardai incredula -Hai dato un nome alla tua auto ? Ma sei fuori ?- lui rise e io andai in paradiso, amavo il suono della sua risata, soprattutto per qualcosa che avevo detto io, si molte volte era per prendermi in giro, ma quando rideva così, capivo che lo amavo come non avevo mai amato nessuno. Il moro cambiò facilmente discorso e io non vollì tornare sulla questione 'Cherry' così lo assecondai. -Ti ricordi quando ci siamo conosciuti, continuavi a respingermi eppure io continuavo a corteggiarti..- disse dissedolcemente. -Mamma mia che palla al piede che eri, certo che me lo ricordo, mica sono riuscita a scollarti oh !- risposi rdendo. -Già, e guarda adesso dove siamo, in macchina tu ed io, verso una metà ancora oscura per te, follemente innamorati.- a sentirlo parlare così, un velo di lacrime si formò agli angoli dei miei occhi e con un gesto veloce le asciugai prima che potessero tramutarsi in un fiume. 'E' vero' pensai, 'io l'ho sempre respinto, eppure lui continuava a tornare, nonostante le umiliazioni che gli facevo subire, ed ora se lui non fosse stato così testardo, io non sarei la ragazza  che sono oggi, non sarei la ragazza più felice del mondo che ha accanto una persona fantastica come lui. Ha ragione, sono follemente innamorata di lui, e la cosa è reciproca.' ma decisi di tenerlo un po' sulle spine. -Mha, chi te lo dice, che io sia follemente innamorata scusa ?!- per poco non sdandava. -Bhe, perchè, non è così ?- i suoi occhi lasciavano intravedere la tensione. -No, io sono.. molto più che follemente innamorata.- sul suo viso si allargò un sorriso dolce, e avrei tanto voluto baciarlo, proprio adesso, proprio in quell'istante, per fargli sentire tutto l'amore che avevo per lui. -Anche io..- mi disse in un sussurro e mi prese la mano, sfiorando le nocche con le sue labbra.
Dieci minuti dopo eravamo arrivati. Una grande chiesa di alzava di fronte ai miei occhi, era bellissima, con alte volute e piena di decorazioni color oro. Ero così confusa, perchè mi aveva portata davanti ad una chiesa ? -Ma.. ma, scusa cosa ci facciamo qui ? Perchè la chiesa ? Devi confessarti ? Bhe guarda che ce n'erano di più vicine, perchè arrivare fino a quaggiù ?- a quanto pare lo divertivo molto, perchè se la rideva alla grande. -Scheggia, certe volte mi fai morire ! ahahahahaha- Ma io continuavo a non capire cosa ci facessimo lì. -Dai andiamo.- La sua mano incontrò la mia e le sue dita trovarono spazio tra le mie. Salimmo la grande scalinata ed entrammo nella chiesa, 'è bellissima' pensai, ma dalla mia bocca uscì solo un fiato. Lui vide lo stupore sul mio volto e chiese -Bhe, che ne pensi ? Non è spettacolare ?- e lo era davvero. Accennai un piccolo sì con la testa e feci qualche passo avanti per ammirare i meravigliosi affreschi sul soffitto. Quando mi ritrovai al centro, tra le navate, e ritornai in me, Harry era poco distante da me e continuava a sorridere. -Bhe, è davvero bellisima, ma perchè hai voluto farmi vedere questa chiesa ?- lui si avvicinò e i suoi occhi verdi mi fecero trasalire per la loro lucentezza, le sue labbra aperte in un grande sorriso. -Perchè.. questa sarà la chiesa dove ci sposeremo.- Per poco non ebbi un mancamento ma rimasi salda, stretta tra le braccia del mio fidanzato. Con gli occhi e la bocca spalancati, cercai di mettere insieme una frase di senso logico -Aijddkjenef..- vidi Harry scoppiare a ridere e mimare una frase del tipo 'Come scusa?!' ma  per me era come un rumore in lontananza, mi ci volle qualche secondo per tornare con la testa in quella chiesa.-Volevo dire, cosa significa tutto questo ?- gli occhi fissi nei suoi, ora seri. -Significa..-parlava lentamente e scandendo ogni parola.- che ti sto chiedendo di sposarmi, Amy Clare.- Mi si gonfiarono gli occhi di lacrime quando mi prese le mani e cominciò a fare il suo discorso. -Voglio, anzi.. vorrei, che questa fosse la chiesa dove consolideremo il nostro amore, dove io sceglierò te e tu sceglierai me, PER SEMPRE. Come ti ho ricordato prima, mentre viaggiavamo fin qui, tu mi hai sempre respinto ma io sono sempre tornato, e questo, perchè dal primo istante che ti ho visto ho cominciato ad amarti, al primo sguardo ho capito che volevo te, sin da subito  mi sono innamorato dei tuoi occhi grandi, di quel colore che mi ha sempre ricordato l'ambra, delle tue labbra carnose che mi dicevano sempre di sparire..- il mio cuore perse un battito a quel ricordo - delle tue lentiggini che dici tanto di odiare, ma so che in fondo piacciono anche a te..- la mia bocca si aprì in un leggero sorriso e il rumore dei miei battiti accellerati, lo sentivo nelle orecchie..- dei tuoi capelli rossi, che più di tutto mi hanno colpito di te. Io ti amo da impazzire Amy Clare, lo so da anni ormai, l'ho sempre saputo.. e so che adesso lo sai anche tu, ma soprattutto so che sono ricambiato. Ci è voluto parecchio tempo per fartelo ammettere, ma adesso lo so io, lo sai tu e lo sanno tutti.- sfoderò uno dei miei sorrisi preferiti, quello dolce e ingenuo. -Io sono un uomo in questa chiesa, un uomo che vuole questa donna, per la vita. Quando sono con te sono consapevole di avere tutto, quando siamo insieme sono la persona più felice del mondo, vederti ridere mi fa andare avanti ogni giorno, sentirti mia, mi fa sentire uomo come non mai.- alzò una mano per sfiorarmi una guancia e disegnare con il pollice il mio profilo. -Non potrò mai smettere di amarti scheggia, è come se fossi dannato, è come se fossi incatenato qui, ma sono contendto di questo, sono contento che quel 17 febbraio di, precisamente oggi, cinque anni fa tu abbia finalmente accettato di uscire con me. Quindi..- e si abbassò per inginocchiarsi ai miei piedi. Non riuscii a trattenere le lacrime che già prima di metà discorso avevano cominciato a scivolare giù, lungo le mie guance. -Amy Isabelle Clare, vuoi diventare mia moglie ?- Non avrei potuto aspettare altro tempo, mi chinai di fronte a lui e piangendo ma sorridendo gli dissi con fierezza- Sì, lo voglio. Harry Edward Styles, si, si e mille volte ancora si.- di slancio gli buttai le braccia al collo e alzandomi, mi fece fare mezzo giro, per poi rimettermi atterra e brandendo le mie labbra con amore. -Ti amo scheggia- mi sussurrò all'orecchio, e dopo avermi dato un leggero bacio sulla punta del naso, io risposi -Io di più, riccio- e mano nella mano tornammo verso la macchina, pù felici che mai.
 
 
 
Mi svegliai di soprassalto, con il sudore sulla fronte e il cuscino bagnato dalle lacrime stretto tra le braccia. Passai una mano sul lato destro del letto e lo sentii freddo, ma soprattutto vuoto. In un qualunque momento di otto mesi fa avrei potuto pensare che fosse in bagno, che si fosse alzato a prende un bicchier d'acqua o che semplicemente non riusciva a dormire e l'avrei trovato in salotto mentre russava a bocca aperta con la tv accesa. Ma quel giorno non era così. Quella mattina purtroppo sapevo che non l'avrei trovato da nessuna parte, non l'avrei trovato in giro per casa in boxer, non l'avrei trovato in cucina mentre mangiava la Nutella, non avrei dovuto farlo uscire dal bagno dopo mezz'ora. Perchè.. perchè lui non c'era. Non  c'era più. Ogni notte ormai da quel fatidico giorno, penso e ripenso al giorno in cui mi ha chiesto di sposarlo, al giorno in cui pensavo che niente e nessuno ci avrebbe mai separato, al giorno in cui decisi fermamente di voler passare tutta la tua insieme a lui. Ma quel fatidico giorno era anche quando, la vita me l'ha portato via per sempre.  Sulla strada di ritorno dalla chiesa, quando ridendo si voltò per un attimo verso di me, e forse quell'attimo durò più di quanto pensassi, durò abbastanza per permettere ad un camion di venirci addosso, durò quanto bastava per impedire ad Harry di sterzare per evitarlo. Ho perso peso, non mi riconosco più, non sono io questa. Ma ormai lo avevo capito, non avrei mai più potuto essere me stessa senza di lui, non avrei mai più vissuto la vita come facevo con lui. Io ero completa solo con Lui, e questo voleva dire che non sarei mai più stata completa finchè avrei vissuto. Non avrei mai più rivisto quei smeraldi cristallini che erano i suoi occhi, non avrei più potuto perdermici dentro, non avrei ma più giocato con i suoi ricci mentre facevamo l'amore, non avrei più visto il suo sorriso sghembo che creava quelle dolci fossette. Mi manca, mi manca come l'aria, mi manca non poter più sentire il calore del suo corpo scaldare il mio negli inverni freddi, mi manca baciare il suo petto e lasciare dei baci umidi sul suo collo. Mi manca Lui, il mio riccio. Ci eravamo promessi amore eterno, avremmo dovuto dirlo davanti agli invitati e a Dio, che noi ci appartenevamo, che ci eravamo scelti, ma il destino ci ha giocato un brutto tiro. Mi ha giocato un brutto tiro, perchè io sono qui viva, e lui no, ma è come se fossi morta con lui in quell'ospedale. Pensavano di portelo salvare, e invece ricordo ancora il suono della macchina che cominciava a suonare 'bip bip bip' sempre più veloce fin quando non smise. E in quel preciso istante il mio cuore si fermò con il suo.







SPACE.


 

Allora, questa è una mia nuova OS, spero vi piaccia, io mi sono emozionata mentre la scrivevo :')
Nel weekend penso di postare il secondo capitolo di 'Just believe', passate anche a vedere le altre cose che ho scritto se vi può interessare, x Criss. alla prossima, e recnsite, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate di quello che posto <3 

  
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