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Autore: fila    19/01/2013    2 recensioni
Questa storia è il seguito di Coppa del mondo. In questo nuovo capitolo sono narrate le nuove disavventure del povero Felix in cerca di un padre per poter essere finalmente italiano a tutti gli effetti. Buona lettura
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec, Demetri, Felix, Renata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Questa storia è il seguito di Coppa del Mondo

 

 

 

Piccola storiellina dedicata a Chiara che (domani) compie gli anni

Auguri, Tesoruccio

 

 

 

Padri e figli

 

 

 

«Maledetti, ve la farò vedere io! Renata, mi devi aiutare!» urlò Felix, entrando come una furia nella stanza della vampira e sbattendo la porta dietro di sé.

Renata lo guardò corrucciata e incrociò le braccia sotto il seno. «A fare cosa? Ad aggiustarmi la porta?»

Felix si voltò e guardò le piccole crepe che si erano aperte sul muro. «Oh, vabbeh ,scusa. A quello, però, ci penso dopo. Ora devi convincere Aro a permettermi di fare una piccola cosetta...» disse, sfoderò il suo sorriso più mascalzone che possedeva e tentò di abbracciare la donna.

Renata attivò il suo potere, s'incupì e scosse la testa. «Scordatelo, non disturberò il Signore per una sciocchezza: è fin troppo occupato a gestire il mondo dei vampiri.»

«E' una questione di vita o di morte, fatina, te lo giuro» disse Felix sempre cercando di toccarla.

La vampira sollevò semplicemente un sopracciglio e non proferì parola.

«Devo polverizzare Santiago, è una cosa della massima importanza. Ma se lo facessi senza permesso poi farei la stessa fine. Tu non mi vuoi a pezzettini, tutto intero funziono molto meglio, vero?» disse Felix, dopo svariati tentativi di avvicinarla, e le fece l'occhiolino.

«Cosa è successo questa volta?» chiese, infine, la donna con voce stanca e sedendosi sul letto.

Felix si guardò la punta delle scarpe e bofonchiò qualcosa di intellegibile. All'occhiata perplessa della vampira sospirò, andò a sedersi al suo fianco e le tese un foglio che teneva stretto in mano. Renata lesse e poi lo guardò stupita. «Il tuo certificato di nascita? Non capisco dove sia il problema.»

«Sono sicuro che è un falso, fatto da Santiago senza dubbio; c'è scritto che mio padre sarebbe spagnolo. Capisci? Avrei nelle vene quel lurido sangue. Devo polverizzare quello stronzo prima che diffonda questa balla colossale!»

«Non vedo dove sia il problema visto che è un falso. Mostra l'originale a tutti se veramente ci tieni» replicò Renata rendendo il foglio.

«Non ce l'ho.»

«Ti aiuterò a cercarlo, se ti fa piacere» propose Renata prendendo Felix per mano e rivolgendogli un gran sorriso di incoraggiamento. Il vampiro abbassò immediatamente gli occhi e cercò di sottrarsi al contatto fisico. «Non importa, vado.»

«Cosa succede ancora?»

«Non ho mai avuto un certificato di nascita, a dire la verità. Beh, ai miei tempi, le donne che facevano il mestiere di mia madre non si prendevano la briga di comunicare le nuove nascite. Non ti saprei nemmeno dire quanti fratellastri e sorellastre avevo.» disse Felix tutto d'un fiato.

Renata lo abbracciò e il silenzio aleggiò per parecchi minuti.

«Se Santiago viene a sapere tutto ciò, sono finito. Sosterrà che quella carta da culo sia vera e diventerò lo zimbello di tutta la Guardia. Sarò costretto ad andare a vivere dai Cullen per la vergogna!»

Un'ombra di dolore comparve sul volto della vampira. «Non voglio che tu veda via, ma polverizzare non è la soluzione. In fondo che importanza ha se avevi antenati spagnoli? Ora, nella nuova vita, non hai più sangue in corpo. Quando diventiamo vampiri rinasciamo a nuova vita, cosa conta la vecchia?»

«Sei un genio, fatina!» urlò Felix saltando in piedi e cominciando a coprirla di baci «Ora meriti una ricompensa».

Lei ridacchiò sfilandosi il vestitino prendisole prima che il vampiro lo riducesse a brandelli. «Ecco il mio solito bestione... quasi spagnolo. Molto meglio di quelli che vivono in Alaska» pensò, con una punta di soddisfazione.

 

 

«Ah, ah, ah, ecco qua il mio certificato di nascita!» disse Felix sventolando una pergamena sotto gli occhi di Santiago che stava giocando alla PS3 con Alec e Demetri. Il grosso vampiro afferrò il foglio tra due dita e cominciò a leggerlo. «Stronzate, cabron. Questo documento te lo appena fatto Aro, questa è la sua scrittura!»

«Leggi bene quello che c'è scritto»

«Io, Aro della casata dei Volturi, dichiaro di essere il padre di Felix... Che cretinata è mai questa?» rise Santiago sventolando il foglio sotto il naso di Felix.

«E' una cosa serissima, stronzo! Credi che il Signore di Volterra si abbassi a buffonate come le tue?» replicò Felix strattonando per la maglietta l'altra Guardia.

Prima che la situazione degenerasse, Demetri e Alec intervennero e separarono i due contendenti.

«Caius ha esplicitamente vietato le lotte fuori dalla palestra» disse Alec con voce annoiata e riprese a giocare con i videogiochi.

«Siamo vampiri» annunciò Felix, visto che nessuno lo considerava più.

«Che bella scoperta, cabron!» disse Santiago e si voltò a controllare allo specchio che la sua maglietta nuova non avesse subito danni. Sulla schiena trovò uno strappo. «Corin non ne sarà contenta: era un suo regalo» sospirò togliendosela e rigirandosela tra le mani.

«Quante storie: Chelsea te l'aggiusterà. Dopo che ci avrà messo le mani lei sembrerà nuova!» liquidò l'argomento Felix con un'alzata di spalle. «Piuttosto ti stavo dicendo che siamo rinati come vampiri» si interruppe e vagò con lo sguardo nella stanza per essere sicuro che tutti gli stessero prestando la dovuta attenzione. «Ciò che conta non è chi fosse il nostro fottutissimo genitore umano, ma il nostro Creatore immortale. Nel mio caso si tratta di Aro: sono italiano a tutti gli effetti!» concluse con un sorriso a trentadue scintillanti denti.

Calò il silenzio nella stanza. Preso atto del suo trionfo, Felix si voltò e si avviò verso la porta.

«Credo ci sia un vizio di forma nel tuo ragionamento.»

«Che cazzo stai dicendo, piccolo nerd?» chiese il grosso vampiro scandendo gelido ogni parola senza voltarsi e con la mano sulla maniglia.

«Innanzitutto, se non erro, il Signor Aro è greco, per quanto viva da millenni in Italia. Quindi seguendo la tua logica al limite sei ellenico...»

«Porcaccia zozza!»

«Inoltre, se il tuo ragionamento è esatto, dovresti conoscere la nazionalità del creatore di Aro, e poi quella del vampiro che lo rese immortale a sua volta, e così indietro nel tempo fino a giungere ad un teorico capostipite. Se è vero ciò che dici, saremmo tutti parenti, originari della stessa nazione. Pensa che bello, sei fratello di Edward Cullen» spiegò Alec senza staccare gli occhi dallo schermo sul quale stava giocando ad Halo 4.

Demetri trattenne a fatica una risata.

«Questo ripaga lo strappo della maglietta» sghignazzò Santiago.

Felix si voltò come una furia e andò verso il ragazzo con sguardo omicida. «Tu, tu, tu...»

«Non vedo» rispose pratico Alec e con un dito indicò il televisore alle spalle del vampiro.

Felix lo fissò torvo per qualche istante, aprendo e chiudendo la bocca senza che un solo suono ne uscisse. Alla fine si strinse nelle spalle e uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle delicatamente, come se nulla fosse successo.

Pochi secondi dopo si fiondò nella camera di Renata e nella foga staccò la porta dai cardini.

«Non c'è pace per la mia porta, e per me, in questa dimora» sospirò lei alzando gli occhi al soffitto.

 

 

Note: Questa storia è nata quando per un contest mi sono decisa a dare un'occhiata alla Guida scritta dalla Meyer. Con le mie amichette ci siamo rese conto che ci sono differenze tra la versione inglese e quella italiana. Per esempio Felix è in una stato creato da Aro, nell'altra da Amun. Ai fini della mia storia ho optato per il Volturo.

Ringrazio Vannagio per il betaggio al volo :) e chiunque abbia deciso di leggermi fino a qui.

Tanti auguri in anticipo causa connessione <3

  
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