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Autore: NotFreddie    19/01/2013    3 recensioni
I 'Larry moments' sono scomparsi dal mondo, per la gente comune Harry e Louis sono solo due migliori amici e tutte le Larry shippers si sono arrese. Tutte, tranne una.
Harry e Louis vivono nell'ombra, Eleanor è solo una copertura e nessuno li ha ancora scoperti. Ma la voglia di tornare ai vecchi tempi, cambierà le carte in tavola.
Larry Stylinson, bitches! (Lettore avvisato, mezzo gayzzato)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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But we never say never. (Larry)
 
Dedicata a Mary e Lù, che per prime mi hanno fatto conoscere - e amare - i One Direction, anche se non amano tutti questi fandom - ma io ho convertito Mary, tzè! -
Dedicata a Crì, perché è il mio mondo, il mio tutto, perché glielo devo e perché avevo promesso che anche la più piccola stronzata uscita dalla mia penna gliel'avrei dedicata. Grazie, cucciola mia.
Buona lettura,
F.


*La ragazza che shippa Larry (Freddie) avrà un ‘dialogo’ con la sua voce interiore; quello che dice lei sarà posto tra queste virgolette: “...”; quello che dice la sua voce interiore sarà posto tra queste virgolette: ‘...’
I flashback, inoltre, saranno posti tra due asterischi. *
 
 
 
Freddie viveva a Londra, in un appartamentino a James Street, proprio di fronte l'entrata di Covent Garden e a due passi dal centro della città. Era inglese, nata a Leeds (dove ancora i suoi genitori vivevano) ma da quando era diventata maggiorenne i suoi le avevano comprato quella casetta per permetterle di lavorare e studiare più agevolmente.
Freddie seguiva i One Direction da quando erano ancora solo Harry, Liam, Louis, Niall e Zayn e se ne stavano impauriti sul palco alle audizioni per XFactor, li ricordava da quando Liam aveva ancora un solo rene, Niall aveva ancora l'apparecchio sui denti e Harry era un ragazzino che si metteva a ridere sul palco per l'emozione mentre si presentava ai giudici.
Li ricordava piccoli e spauriti, li ricordava quando si erano abbracciati tutti per la prima volta su quel palco, perché erano un gruppo, ora, e sarebbe stato bellissimo adesso che erano in cinque. Ricordava quando non esistevano ancora le bromances su di loro, quando non c'erano fans impazzite ovunque, quando i rapporti tra di loro erano ancora puri e sinceri. Freddie aveva cominciato a guardare il programma per loro, prima odiava ogni cosa di XFactor: la presentatrice con i suoi capelli biondo ossigenato, i ragazzi falsi davanti alle telecamere e i giudici imparziali. Ma da quel momento, aveva capito che almeno per una stagione, avrebbe seguito quel maledetto programma.
Col passare dei giorni, Freddie si accorgeva della tenerezza che regnava sovrana tra Harry e Louis, dei momenti di dolcezza che avevano durante i video diari, e di tante altre piccole cose che l'avevano portata a credere che tra i due ragazzi ci fosse qualcosa di più che semplice amicizia e, anche se magari loro non ne erano ancora del tutto consapevoli, lei poteva vederlo benissimo. 
Il punto più importante di tutta questa storia, però, è che Freddie era diventata una Larry shipper senza nemmeno sapere come: il giorno prima aveva notato i due amici che si coccolavano a vicenda, e il giorno dopo aveva scoperto di amarli tremendamente insieme. Così aveva cominciato a scrivere storie meravigliose e commoventi su di loro, aveva cominciato a guardare video tenerissimi e ad immaginare che un giorno avrebbero dichiarato a tutto il mondo di amarsi.
Ma poi i cinque ragazzi erano diventati famosi, avevano assunto dei manager per tutelarsi e muoversi meglio in quel mondo praticamente sconosciuto per loro, e i loro atteggiamenti erano lievemente cambiati. Certo, Louis ed Harry vivevano ancora insieme a Londra, durante le interviste se ne stavano ancora tutti abbracciati e i momenti di tenerezza tra loro ancora c'erano, ma... Freddie non sapeva spiegarlo bene, ma quei gesti, prima tanto dolci e spontanei, ora avevano un ‘sapore’ diverso per lei. I ragazzi le sembravano cambiati.
E poi pian piano erano arrivate le prime fidanzate, i primi flirt, un tweet di Louis che dichiarava di non poterne più delle insinuazioni su di lui ed Harry, dopo l'arrivo di Eleanor nella sua vita. E poi era arrivata anche Taylor, per Harry. E il fandom ‘Larry’ era andato a farsi fottere dopo un paio di mesi. Poi Taylor se n'era andata, ma Eleanor aveva continuato a stare al fianco di Louis e, siccome i momenti Larry ormai non esistevano più, le fans avevano chiuso baracca e burattini e se n'erano dimenticate. Tutte tranne una, ovviamente. Freddie tutti i giorni andava su YouTube per guardare i video delle interviste ai One Direction dove c'erano i tanto compianti ‘Larry moments’; ogni giorno andava sui siti dove la gente postava immagini con dei tag precisi e cercava ‘Larry’, piangendo a singhiozzi davanti a tutte quelle foto e a quelle gif che avevano rappresentato un mondo, per lei.
Costantemente e senza sosta, si inondava il cervello con immagini e video vecchi di anni - che tra l'altro sapeva a memoria - fantasticandoci ancora su.
Freddie lavorava in un bar di Londra in un quartiere alla periferia della città, dove entravano quasi esclusivamente uomini di mezza età che si ubriacavano senza ritegno. In quel quartiere, nessuno conosceva i One Direction, potevi starne certo. Una sera, a mezzanotte, Freddie sentì la porta del locale aprirsi mentre stava leggendo una fanfiction Larry sul suo IPhone e, a malincuore, chiuse il sito e ripose il cellulare nella tasca del grembiule per servire i clienti appena entrati. Quando si avvicinò al bancone, sentì due voci allegre, che scherzavano e ridevano sommessamente, prendendosi in giro. Sembravano due amanti, ma le voci erano maschili. ‘Idiota! Potrebbero essere due gay, no?’ le disse una vocina. Freddie alzò leggermente lo sguardo, trovandosi di fronte ad una testa piena di ricci e due occhi... Bellissimi. Alla ragazza prese un colpo. E se... Fossero Louis ed Harry? si domandò, speranzosa, così li guardò meglio e... Una fitta nello stomaco, il suo cuore quasi perse un battito.
No, non erano loro. Fece una smorfia di tristezza, mentre prendeva le ordinazioni. Decisamente, quella fortuna così grande non le sarebbe mai potuta capitare, si ripeté.
 
***
 
Harry si era disteso sul letto, mettendosi in posizione fetale, stringendosi le gambe forte al petto, cercando di tenere insieme le parti del suo corpo, per non cadere a pezzi. Aveva appena litigato con Louis, si sentiva malissimo. Non aveva nemmeno la forza per prendere il cellulare e chiamare qualcuno per sfogarsi, o farsi dare un consiglio. Non aveva nemmeno la forza di piangere, eppure le cose che Louis gli aveva detto erano brutte davvero.
* Harry abbraccia Louis da dietro, sotto gli occhi di una sconcertata Eleanor. Il maggiore si scioglie malamente dall'abbraccio, girandosi verso il ragazzo che, deluso, ha già le guance rosse di vergogna e le lacrime agli occhi. “Ma allora lo vedi che sei tu ad incoraggiare queste voci? Che bisogno c'è di abbracciarmi ogni due secondi come fanno due fidanzati? Io sto con Eleanor, basta. Non vi sopporto più, né te, né tantomeno quelle Larry shipper che stanno distruggendo la vita mia e della mia ragazza” detto questo, bacia Eleanor con passione, mentre Harry si chiede perché ha dovuto essere così generoso con l'amico, presentandogli quella ragazza. Poi, con le ultime forze che gli sono rimaste, corre in camera, ad abbracciare il cuscino impregnato del profumo di Louis, mentre lacrime amare che sanno di gelosia vanno a bagnare il suo bel volto.*
 
Louis si maledisse mentalmente per quello che aveva appena fatto. Si staccò velocemente dal bacio, cercando una scusa per mandare via Eleanor. Che cazzo gli era preso? Si chiese, furioso con se stesso. La ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse cercando di concentrarsi su qualcosa. “El?” la chiamò lui, titubante, dopo un paio di minuti. “Lou, vuoi che vada via?” e cominciò ad alzarsi dal divano. “Quando Harry ci presentò, sapevo che l'unica persona che avrei dovuto temere sarebbe stata lui. Devi andarlo a consolare, vero?” andò verso la porta, facendo una risatina isterica. “Lui è piccolo, ha bisogno del tuo affetto, ha bisogno di te, ha bisogno della tua spalla su cui piangere, quante volte me l'hai detto?” proseguì, dandogli un veloce bacio su una guancia. “El, aspetta, puoi restare se vuoi...” in quel momento cominciarono a sentire dei singhiozzi leggerissimi provenire dal piano di sopra, Louis sobbalzava ad ognuno di essi. “No, state male entrambi per questa situazione, lui è più importante, dopotutto. Se... Se vorrai ancora vedermi - aprì la porta - beh, Lou, cercami. Ti aspetterò” concluse, chiudendo la porta.
Louis si precipitò al piano di sopra.
Senza far rumore, aprì la porta della loro camera da letto, scorgendo Harry rannicchiato sul letto in posizione fetale, immobile, le guance ancora rigate di lacrime, le ginocchia strette al petto come a voler tenere tutti i pezzi del suo corpo uniti. Vide il proprio cuscino buttato in un angolo della stanza, forse l'aveva lanciato Harry. Lo andò a prendere. Era caldo e bagnato, un po' del suo profumo si era mischiato a quello di Harry. Louis gli si sedette vicino. Aveva paura. Era stato uno stronzo, se ne rendeva conto solo in quel momento, le lacrime premevano già contro i suoi occhi per uscire. Si ritrovò a singhiozzare in un attimo, scosso da violenti singulti, non riusciva nemmeno a parlare, ma riuscì invece a catturare l'attenzione di Harry, che si alzò dal letto, sedendosi vicino a lui, stringendoglisi addosso. Piansero insieme, abbracciandosi. Quel momento significava ‘ti perdono’. Quel momento significava ‘ti amo’. Quel momento significava ‘non ti farò mai più del male, lo giuro’.
 
 
Davanti a sé Freddie aveva il pc con tre pagine aperte: twitter (in attesa di una twitcam che mai sarebbe arrivata); youtube (guardando i vecchi video) e un sito di immagini (deprimendosi guardando le vecchie foto). Non si era ancora arresa e mai lo avrebbe fatto. Il suo motto era: Never say never.
‘Perché continui a fare 'ste cose?’ la vocina nella sua testa era moooolto odiosa.
“Sono una fangirl. Chi lo è una volta, lo è per sempre” ribatté, piccata.
‘Pensi che loro se ne fottano di te, delle fangirl, dei fandom? Quelli al massimo, se ancora si guardano in faccia, ora staranno scopando.’ La voce non solo era odiosa, ma pure acida. Di bene in meglio.
“Non dirlo nemmeno per scherzo. Loro al massimo non scopano, fanno l'amore. È diverso”
‘Oh, ma sentitela! Fanno l'amore, è diverso!’ disse la vocina imitando la sua voce. Irritante.
“Chiudi quella bocca.” ribatté, disgustata.
‘No, sono una tua immaginazione, dipendo da te’
“Lasciami in pace”
La voce ignorò le sue suppliche. ‘Ma di quanti millenni fa sono ste cose, eh? Ma ti rendi conto che stai sognando su cose successe almeno due anni fa?’
“Quest'immagine non è di due anni fa!” protestò debente. “E poi qual è il problema? Io ne ho bisogno per vivere!” Ora si sentiva una cocainomane che parla dell'amata polverina bianca. Era completamente fuori, si disse.
‘Mi chiedi pure quale sia il problema? Tu sei pazza, bella mia!’ Quella voce andava decisamente messa a tacere, anche se forse aveva un po' di ragione.
Freddie alzò il volume della canzone, They don't know about us, una delle canzoni Larry più evidenti. La voce cominciò ad urlare sopra quelle dei cinque ragazzi. ‘Tu sei pazza, devi farti curare, cara mia. Pazza!’
“La smetti? Lasciami stare, maledetta voce, io non ti voglio, basta!” Ora si era davvero stancata di quella situazione, bisognava metterci un punto.
‘Come vuoi, ma sappi che non starai meglio senza di me’ La voce scomparve.
 
Harry e Louis si erano stesi sul letto vicini, accoccolati l'uno all'altro, abbracciati stretti stretti, in un momento di assoluta tenerezza. Il maggiore accarezzava i morbidi ricci del compagno con una mano, passandoci le dita in mezzo, come a volerli pettinare. Impresa inutile, in verità. Dalla gola di Harry provenivano dei suoni bassi e rochi, di apprezzamento verso quello che Louis gli stava facendo. Ma questo dai capelli del compagno cominciò a scendere pian piano, arrivando al petto muscoloso e largo, dove tante volte aveva poggiato la testa, ascoltando quel battito che arrivava dal suo interno, per poi passare sugli addominali ancora poco accennati accarezzandoli per bene, passando poi sui fianchi e il bacino stretto, dove Louis sentì alcune ossa affacciarsi timide al tocco delle sue dita, per poi passare alle parti basse di Harry, che per tutto quel tempo non aveva mai smesso di fare versi con la bocca, che assomigliavano alle fusa di un gatto, inframmezzati da piccoli mugolii di assenso, di piacere, mentre le sue labbra non potevano smettere di sorridere.
Sotto il tocco esperto del compagno, Harry spinse il suo bacino verso l'alto, a cercare un contatto più deciso con quelle dita, mentre qualcosa laggiù cominciava a risvegliarsi. Louis lo guardò incuriosito, passando ancora la mano sul cavallo dei pantaloni di Harry, incurante di ciò che sarebbe potuto succedere, continuando a giocare con lui. Allora Harry si alza, gli prese la mano e gliela poggiò sul materasso, lontano dalla sua intimità. “Perché con te va sempre a finire così?” domandò, retorico. L'altro, per tutta risposta, lo baciò forte sulle labbra, spingendosi nella sua bocca calda e accogliente , esplorandola tutta da cima a fondo con la lingua, intrecciando quest'ultima con quella del compagno, unendole e staccandole, mischiando le loro salive con un ritmo conosciuto solo da loro. Le mani di Louis corsero di nuovo ad intrecciarsi ai ricci di Harry che invece gli circondò il collo con le braccia, spingendolo sul letto e finendogli sopra per la foga, ma non staccandosi da lui per nessun motivo, pur di non interrompere prematuramente quel bacio bellissimo. Louis gli cinse la vita con le gambe, costringendo i loro bacini a scontrarsi e sfregare l'uno sull'altro, mentre sentiva di nuovo i mugolii giungere dalla gola di Harry. Questo è il modo in cui Harry e Louis si rappacificano. E in un attimo erano già nudi, l'uno sull'altro, che facevano l'amore.
 
Freddie continuava a spulciare vecchi tweet e vecchie twitcam di Harry e Louis, rimpiangendo il passato. Non si accorse che c'era qualcosa di piacevolmente nuovo, per lei.
 
Harry aveva le guance arrossate e i capelli appiccicati alla fronte, gli occhi resi liquidi dall'orgasmo appena raggiunto, mentre, sfinito, si stendeva accanto al corpo esile di Louis, che ancora ansimava, con gli occhi spalancati una mano intrecciata alla sua. “Boo?” �Che c'è?” Sapeva che era un'idea assurda, ma gli sarebbe piaciuto da morire fare quella cosa. Come ai vecchi tempi, quando faceva una marea di cazzate con Louis, quando erano solo due idioti che ridevano in continuazione, senza curarsi del mondo e delle sue paure, dei suoi problemi. Loro si bastavano a vicenda, non avevano bisogno di niente e di nessuno, perché ognuno aveva l'altro per e con sé. Punto.
“Facciamo una twitcam?” Louis alzò di pochissimo la testa, per guardarlo. “Ora?!” chiese, sbalordito. “Si, come ai vecchi tempi, dai!” L'altro si lasciò convincere, era sfinito. “Ok” concesse, mentre Harry aveva già acceso la webcam.
 
Freddie tratteneva le lacrime a stento. No, non era possibile. No, non stava succedendo davvero. No. No.
“Visto?” chiese a quella sua stupida voce.
Nessuna risposta.
Chiamò le sue migliori amiche, spargendo la voce. Tutti lo dovevano sapere, che aveva avuto ragione. Tutti.
 
“Questa twitcam si è fatta aspettare un po', è vero, ma io e Louis siamo stati... Occupati. Già.” Harry strinse una mano al compagno, mentre si sistemava meglio sulle sue ginocchia. Si vedeva che avevano appena finito di fare l'amore, Harry aveva la maglia tutta stropicciata, i capelli ancora appiccicati alla fronte e le guance rosse, mentre il resto della faccia era tremendamente pallido. Louis invece aveva la camicia sbottonata e un sorriso ebete sulla faccia, gli occhi lucidi e le guance anche lui un po' rosse. Speravano proprio che tutti se ne accorgessero, in realtà.
Tutto il video durava 15 minuti, 15 minuti in cui i due ragazzi avevano fatto di tutto e di più. 15 minuti come i bei vecchi tempi.
 
- 2 ore dopo. -
 
Harry non aveva più sangue nelle vene, ma solo adrenalina, mentre scriveva il suo tweet, seduto in braccio a Louis che gli dava piccoli baci su una guancia, alternati a dei dolci morsetti. Harry guardò il compagno, che annuì convinto, poi premette il tasto 'invio'. Il tweet apparve subito dopo nella Home page, sotto a altri infiniti tweets che parlavano della loro twitcam, del probabile ritorno di ‘Larry Stylinson’, come le fan avevano chiamato il loro rapporto. 10 minuti dopo il tweet era stato visualizzato da un milione di persone e ritwittato da 900,000; suonava così: “Larry Stylinson exists, thanks to the ones who never gave up. Thank you, really.” (Larry Stylinson esiste, grazie a quelli che non si sono mai arresi. Grazie, davvero.)
 
Freddie lesse il tweet, sentendo di star per morire. Sapeva che quel messaggio era rivolto anche a lei, e subito risponde con un altro tweet. “I never gave up, thank you to have made me happy, I hope now you really are too.” (Non mi sono mai arresa, grazie per avermi resa felice, spero che ora lo siate davvero anche voi.)
Eh si, finalmente erano felici.
 
Stavano andando  in quel quartiere di periferia per non incontrare fans impazzite, per starsene un po' da soli. Individuarono un bar carino, intimo, perfetto per loro. Entrarono scherzando tra di loro.
 
Freddie rimetteva lentamente i bicchieri puliti a posto, quando sentì due voci maschili scherzare con grande tenerezza. Alzò lo sguardo e vide una testa riccia appoggiata ad una liscissima, due mani intrecciate, un verde menta bellissimo incatenato ad un blu oceano disarmante. Quei due erano Harry e Louis. Finalmente felici, l'uno con l'altro, come ai vecchi tempi, quando tutto era semplice e perfetto.
 
- Anni dopo, presente. -
 
Il telefono squilla, Freddie va a rispondere in fretta. “Pronto?”
Una voce roca, profonda e bellissima.
“Fred! Come te la passi?”
Sorriso sulle labbra. Quale favore dovrà fargli, stavolta? Ma sa già che lo farà con piacere.
“Bene, e... Voi?”
“Bene” sente delle voci in sottofondo, delle risate. La voce al telefono cerca di far cessare quel caos, ma niente.
“Ti posso chiedere un favore?” prosegue, sconfitta.
“Dimmi!”
“Possiamo lasciarti Hope e James per un paio d'ore?”
Sorride. Adora quei bambini.
“Ma certo!”
“Allora, a tra poco.”
Sa che quel volto all'altro capo del telefono sta sorridendo, mostrando due fossette dolcissime sulle guance, nonostante abbia ormai quasi trent'anni.
“Si, a tra poco”
Freddie è contenta di rivedere i suoi amici.
 
Il campanello suona un paio di volte, Freddie va ad aprire.
Due bambini le si attaccano addosso sotto lo sguardo scioccato dei genitori. La ragazza saluta affettuosamente quelle due piccole pesti, che subito dopo vanno a sedersi sul divano in salotto. A quel punto, Freddie guarda i due ragazzi, sorridente. Harry la abbraccia per primo. “Grazie, Fred, davvero. Altrimenti non sapevamo proprio come fare.” Louis annuisce, serio. “Sai com'è, dobbiamo sbrigare un paio di commissioni e... Tu eri la nostra unica salvezza. Meno male che t'abbiamo conosciuta, piccola.” Sorridono tutti a quella frase. “Piccola a chi?” domanda lei, fintamente offesa. “Ormai sono cresciuta, sono un medico di successo, io! Ho un sacco di esperienza!” protesta. Il maggiore alza gli occhi al cielo, mentre il suo compagno la guarda con occhi pieni di tenerezza. “Per noi rimarrai sempre la sola fan che dopo millantamila anni credeva ancora al 'Larry Stylinson', Fred. Quella ragazza diciottenne che lavorava in un bar e si emozionò quando ci vide entrare nel locale. Quella ragazza che ci vuole bene come se fossimo suoi fratelli maggiori, e che per noi sarà sempre la nostra piccolina.” Le accarezzano entrambi i capelli, sorridendo a mo' di giustifica. “Bene, ora andiamo. Torniamo a riprenderci le due pesti - la tenerezza nella voce di Harry sminuiva tutto il significato negativo del termine - appena ci sbrighiamo, ok?” “Ok.” Si salutarono, come tre vecchi amici. Freddie andò dai bambini, sentendosi finalmente soddisfatta. Aveva imparato che tutti vengono premiati, prima o poi, per lo sforzo, la fatica e il dolore.
Harry e Louis si baciano teneramente davanti a Covent Garden, sotto casa di Freddie. Avevano imparato che dopo la tempesta, esce sempre il sole, prima o poi. E quello era il loro sole, ora.
 
Corneeeer!
Bene bene bene *si sfrega le mani* Questa è l'ennesima Larry, lo so, mi sono fossilizzata, mi dispiace. *corre a nascondersi* Vorrei solo chiarire che Freddie, la ragazza del racconto, beh, potrei essere io. Io in un improbabile futuro. O forse molto probabile, visto lo svolgersi degli eventi. Mi lasciate una recensioncina, anche piccolina? Mi hanno fatto tanto piacere quelle per le altre Larry, vi prego! Bene, vi lascio, vado a fangirlare in un angolino.
Grazie per aver letto,
F.
  
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