Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: jaitlintruelove_    20/01/2013    1 recensioni
«Justin...io...ho un problema.» mi dice, mentre una lacrima le riga il viso stanco.
Faccio per dire qualcosa, ma le parole mi muoiono in bocca.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                                                                                             *SPAZIO AUTRICE*

hi guys (?) ennesima storia su Giustino,aaw. però questa soria sarà moooolto ma moooolto ma mooooolto diversa dalle altre.
innanzitutto, Giustino e la ragazza di questa storia non sono migliori amici, non sono fidanzati e robe varie.
 quiiindi, non aspettatevi baci sotto il vischio (?), amore a prima vista o robe simili, perché non sono tipa da queste storie.
è il mio primo '*spazio autrice*' e scusatemi se lo faccio un po' lunghino, ma devo spiegarvi un po' la situazione u.u dai, mi perdonate?
aluuura. l'altro giorno, una mia compagna di classe a cui tengo tantissimo, mi ha raccontato la storia di sua sorella. non la conosco, però appena mi ha raccontato questa storia ho cominciato a piangere come una fontana. ha affrontato un problema difficile che non vi sto a spiegare ora perché altrimenti vi rovinerei la 'sorpresa' (se così si può chiamare) e non potrete gustarvi la storia. quindi, questa storia vorrei dedicarla a questa ragazza, alla sorella della mia amica. è stata lei ad ispirarmi e mi sono ispirata anche a un film che non posso dirvi come si chiama sennò capite tutto :c più in la ve lo dirò, i promise.
quindi, leggete e ditemi cosa ne pensate :) man mano vi spiegherò anche la storia di questa ragazza.
spero di trasmettervi qualcosa, spero davvero che vi piaccia. 

ps. la storia sarà tutta dal punto di vista di Justin.

GRAZIE DELL'ATTENZIONE E BUONA LETTURA!


Sono le 2.45 pm e me ne sto sul balcone del mio appartamento al quinto piano, intento a guardare il cielo.
Oggi non ho niente da dirgli, lo guardo e basta, in silenzio.
Chiudo gli occhi, tentando di percepire la sua voce ma l'unica cosa che riesco a sentire è il fruscio del vento che accarezza le foglie degli alberi.
Apro gli occhi di colpo e prendo il cellulare dalla tasca per vedere l'ora.
«Cazzo!» esclamo correndo verso l'armadio e aprendolo poco delicatamente. Comincio a frugare nei cassetti, ma non c'è. Nel bagno, nemmeno l'ombra. Nel cesto della biancheria sporca, nemmeno.
Ma poi lo trovo lì, il mio smoking, adagiato sul mio letto a una piazza e mezza. 'L'avrà messo Marie',penso.
Chi è Marie? Beh, Marie è un angelo. E' colei che si occupa della mia casa, perché io non ci sono quasi mai. Lei pulisce, fa il letto, lava i piatti e cose del genere. 
E' una donna sulla cinquantina, capelli corti rosso fuoco, tinti e stratinti, e occhi azzurro-cielo. Se non ci fosse lei, la mia vita sarebbe un disastro. E' come una seconda madre per me.
Prendo il mio abito con foga e lo indosso il più velocemente possibile. Guardo di nuovo l'ora: 2.53 pm. Non ce la farò mai ad arrivare puntuale. Metto le scarpe senza neanche allacciarle, afferro la cravatta e mi precipito di sotto.
Incontro Marie all'entrata che, appena mi vede, scoppia in una sonora risata.
«Hey Bieber, dove vai conciato così? Di solito sei tutto tirato.» esclama Samuel, il portiere, per gli amici Sam. 
Alzo gli occhi al cielo e me ne torno ai fatti miei.
Appena esco dal palazzo, mi fermo a prendere fiato. Ricontrollo l'orario: 2.58. Inizia tra due minuti, non ce la farò mai.
Ricomincio a correre, tentando invano di allacciare la cravatta correttamente. 
«Devo mettere da parte i soldi, mi serve una macchina.» continuo a ripetere, mentre la gente che mi passa di fianco mi guarda come se fossi un alieno. Beh, in effetti un po' lo sono.
Finalmente, dopo dieci minuti, arrivo davanti a un enorme portone nero in marmo, con sopra scolpiti la Madonna e Gesù Bambino. Rimango a fissarli per un po', poi lo apro e mi precipito dentro.
Tutti mi puntano gli occhi addosso. Qualcuno fa qualche commento del tipo 'chi è questo tizio?' o 'come si permette di entrare in una chiesa in questo stato?' ma, francamente, non m'importa. 
Cammino a testa alta sedendomi su una sedia scricchiolante nell'ultima fila. Ci saranno si e no dieci persone, compreso me, il sacerdote e la bara.
Mi guardo un po' in torno: gente che piange, gente che fa finta di piangere e gente che, come me, sta zitta per i fatti suoi. 
«Qualcuno vuole dire qualcosa per il defunto?» domanda il sacerdote alla fine dell'omelia.
«Io!» esclamo, forse con un tono troppo alto.
Mi alzo dalla mia postazione e mi dirigo all'altare. Avvicino le labbra al microfono, mi schiarischio la voce e incomincio.
«Beh...lui...era una gran bella persona. Mi ha...mi ha aiutato molto quando ero in difficoltà, era come un secondo padre per me.» dico, asciugandomi una lacrima finta. Mia madre me lo diceva sempre: 'sei nato per recitare'.
Me ne ritorno alla mia postazione, ma mi accorgo che affianco a me si è seduta una ragazza. Capelli corti di un castano chiaro con un ciuffo poco più lungo che le ricade sulla fronte. Occhi cervone, labbra sottili e naso alla francese. Indossa un cappottino beige e un paio di ballerine. E' semplice, è bellissima.
Si gira verso di me e mi sorride. Un sorriso sincero, che farebbe invidia a tutti. Mi limito a guardarla senza dire niente. Poi guarda in basso e comincia a ridere cercando di non disturbare la messa. La guardo interrogativa mentre lei non la smette di ridere.
«Belle scarpe!» esclama ridendo ancora più forte. La sua risata contagia anche me, fino a quando lei non smette di ridere e io sento qualcuno non mi tocca la spalla.
«Siamo ad un funerale, ragazzi. Vi prego di uscire fuori e ridere per i fatti vostri.» ci rimprovera il sacerdote, con una faccia a dir poco sconvolta.
Lo guardo fingendo di essere scandalizzato. «Ci sta cacciando?» gli chiedo.
Annuisce e per poco non gli spacco la faccia. Non ho mai saltato un funerale e ogni volta resto sempre fino alla fine.
Mi alzo e prendo la mano della ragazza senza neanche accorgermene e insieme usciamo da questo schifo di messa.
«Comunque, io sono Cassandra» mi dice ad un tratto, cercando di seguire il mio passo troppo veloce.
«Justin.» esclammo fermandomi e guardandola.
«Dovresti allacciarti le scarpe, Justin.» dice, sottolineando il mio nome. Poi si piega e comincia ad allacciarle lei le scarpe, davanti a tutte le persone in piazza.
«Questa è la cosa più imbarazzante che mi sia mai capitata.» e lei, sentendo le mie parole, scoppia a ridere di nuovo.
«Non è mica colpa mia se non sai neanche allacciarti le scarpe.» esclama con un tono di superiorità.
Rido anch'io. Rimango a guardarla per un po', pensieroso.
«Comunque, condoglianze per il defunto. Era tuo zio? O un amico di famiglia?» dice, risvegliandomi dai miei pensieri.
«Non lo conoscevo nemmeno!» esclamo ridendo.
«Pensavo...insomma...hai detto che era come un secondo padre per te.» dice lei confusa.
«Ci hai creduto?» le chiedo alzando un sopracciglio. «Allora sicuramente passerò il provino.» mento, soddisfatto.
«Il...provino?» mi guarda, ancora più confusa di prima.
«Sì, potrò recitare in un film se prima passo il provino» mi sento in colpa a mentirle, ma non posso dirle la verità almeno per ora.
«Capisco...» dice lei.
«E tu lo conoscevi?» le chiedo di rimando.
«Sì, era il padre di un mio amico.» risponde lei.
«Condoglianze, allora. Ehm...ora però io...dovrei andare.» dico abbastanza imbarazzato.
«Oh, si. Anch'io devo andare...in ospedale.» dice sorridendomi e facendo qualche passo indietro.
«In ospedale?» le chiedo, e per un momento ho paura che abbia qualche malattia o che non stia bene.
«Sì...» risponde lei, evidentemente insicura. «Faccio volontariato ai ragazzi malati di cancro.»
«Oh è molto...bello, insomma...» non è bello e lo so, infatti dopo la mia risposta mi sento morire.
«Sì, ci divertiamo. E' bello vederli felici.» dice allontanandosi ancora. «Si è fatto tardi, ciao Justin.» mi sorride.
«Ciao, Cassandra.» esclamo girandomi dall'altra parte e incamminandomi verso casa.



*spazio autrice* pt. 2
ragasuole, spero vi sia piaciuto c: anche se come primo capitolo non è il massimo.
però ho in mente una storia bellissima brhjdc spero di poterla trascrivere proprio come ce l'ho in mente.
ho scelto il nome Cassandra perché ho la fissa per Cassie di 'Skins' e ho voluto darle il suo nome c:
allora, fatemi sapere cosa ne pensate e RECENSITE mi raccomando nhrjdkcg potete anche darmi qualche suggerimento per continuare la storia c:

comunque se non arriva ad almeno 3 recensioni penso che la cancellerò cwc

@xkidrauhlsollg on twittah.









  
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