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Autore: taisa    14/08/2007    6 recensioni
In un territorio di guerra, una giornalista si avventura alla ricerca di alcuni tesori, ma per trovarli necessita di un aiuto...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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A STEP FROM HELL

A STEP FROM HELL

*

Al centro del mirino

*

Zarbon evitò il proiettile nascondendosi a sua volta dietro il tronco di un albero “Consegnami la sfera Vegeta!” ribadì riapparendo e sparando in direzione dell’altro.

Rientrò dietro il suo nascondiglio “Se non lo farai la prenderò dal tuo cadavere” lo minacciò sbirciando oltre la corteccia.

Vegeta rise sarcastico “Vieni a prendertela se ci riesci” rispose dopo aver esploso un nuovo colpo con la sua pistola.

“Non fare pazzie Vegeta. Conosco tutte le tue tattiche” gli urlò contro l’avversario che riprese a sparare.

Sul volto del traditore si allargò un ghigno beffardo “Ah! Anche Dodoria diceva lo stesso!” sparò “E adesso si starà divertendo all’inferno!” gli rivelò nascondendosi nuovamente.

Zarbon sgranò gli occhi dietro il suo nascondiglio “N…non è possibile!” esclamò sorpreso “Stai mentendo!” urlò poi sparando alcuni colpi consecutivi.

Bulma chiuse saldamente le palpebre, evidentemente della sua presenza non si era accorto.

Istintivamente le sue mani si strinsero maggiormente attorno alla sfera.

“Ah ah…lo scoprirai presto se sto mentendo!” rispose l’altro con un’intonazione maligna.

Il soldato di Freezer strinse i denti, evidentemente non stava scherzando.

Poco importava delle sorti del suo collega, se fosse riuscito a recuperare quella sfera si sarebbe guadagnato la riconoscenza del suo padrone.

“Dammi quella sfera Vegeta. Se lo farai metterò una buona parola per te con Freezer” cercò di convincerlo proteggendosi dagli spari del suo avversario.

Vegeta tornò a nascondersi “Non farmi ridere Zarbon! Per chi mi hai preso?” mormorò stringendo l’impugnatura della sua pistola “Io non sono un pivello, so che mi ucciderebbe comunque” gridò riprendendo a sparare.

Zarbon evitò a stento i colpi che si fecero più intensi, attese alcuni secondi prima di girarsi per riprendere la sparatoria.

Fu una sorpresa trovare Vegeta con la pistola puntata verso di lui non nascosto dietro il suo nascondiglio.

Bastò un attimo.

Zarbon rimase spiazzato dal suo particolare gesto, sgranò gli occhi con sorpresa.

In quel breve istante Vegeta sorrise, poi sparò.

Centrò in pieno il suo avversario, lo colpì allo stomaco, trapassandolo da parte a parte con il proiettile.

Zarbon barcollò, facendo un lieve passo di lato.

Si afferrò il punto colpito con entrambe le mani, facendo un nuovo passo.

“B…Bastardo” mormorò prima di precipitare nel dirupo al suo fianco.

Il tonfo del suo corpo che ricadde in acqua decretò la vittoria del disertore.

Vegeta abbassò l’arma con aria soddisfatta, stava per rifoderarla, quando sentì un brivido percorrergli lungo la schiena.

Deglutì sonoramente voltandosi lentamente verso alcune piccole rocce nei paraggi.

Il suo sguardo si alzò con lentezza, quasi avesse paura di vedere ciò che vi era sopra.

“Sei stato bravo, a ritrovarmi la sfera, ti ringrazio” sibilò l’uomo sul masso poco distante appena Vegeta incrociò i suoi occhi.

“Freezer” mormorò nervoso, il viscido tiranno gli porse una mano “Dammi la sfera” parlò sommessamente in un modo da far gelare il sangue nelle vene.

Il soldato ci penso su per alcuni secondi, ghignò “No…è mia” gli rispose prontamente cercando di ostentare sicurezza.

Freezer lo guardò inclinando leggermente il capo “Oh andiamo Vegeta, perché devi fare sempre tante storie” sorrise viscido “Ora non sei più un bambino, ricordi?” gli fece presente facendogli cenno di dargli quella sfera.

Certo che se lo ricordava, ma non gli avrebbe mai consegnato ciò che gli apparteneva, “Scordatelo” insistette a denti stretti.

La sua mano si strinse attorno al manico della sua pistola, e solo allora si accorse che Freezer non stava nemmeno toccando la sua arma.

Il tiranno era famoso per la sua crudeltà, tra le truppe tutti sapevano che sgarrare equivaleva ad essere uccisi.

Ad uccidere, però, non erano soldati incaricati nelle esecuzioni, ad uccidere era Freezer in persona.

Chi aveva assistito alla morte di un compagno aveva affermato che era talmente veloce ad estrarre la pistola, ed a colpire il malcapitato, che non si riusciva a vedere.

Solo la canna della sua pistola fumante era il segno che aveva sparato, anche il suono veniva udito alcuni istanti più tardi.

Vegeta questo lo sapeva, lo sapeva bene.

Glielo aveva visto fare tante volte.

Lui non era mai stato un soldato qualunque, era il suo miglior guerriero, colui che comandava le truppe in prima linea.

Che eseguiva gli ordini direttamente dal dittatore, quindi sapeva quanto la sua arma potesse risultare insidiosa, anche se ancora riposta nella fondina.

Con gli anni però aveva imparato ad osservarlo, a capirne il movimento, e perché no, a vederlo.

Se era fortunato poteva risultare abbastanza veloce da sparare prima di lui.

Era preciso, se avesse mirato alla mano, avrebbe avuto abbastanza tempo per colpirlo in un punto vitale in un secondo momento.

Oppure mirare direttamente al cuore senza sprecare colpi, prima di ricevere il proiettile dell’avversario.

In entrambi i casi però aveva un problema, lui non poteva muoversi, non poteva fare neanche un passo.

Scostarsi voleva dire rivelare la presenza della giornalista, ed evitare il colpo voleva dire rischiare che fosse lei a ricevere in pieno la pallottola.

Cosa fare dunque?

Una decisione era da prendere alla svelta, se Freezer si fosse innervosito avrebbe sparato per primo, ed infondo la miglior difesa è pur sempre l’attacco.

Attaccare era quindi la migliore delle ipotesi.

Vegeta era un guerriero esperto, non si lasciava vincere dalle emozioni in uno scontro a fuoco.

Mentre lucida e sempre attento ai dettagli, così gli era stato insegnato.

Dal contare i nemici nei paraggi, alle pallottole in canna, tutto calcolato.

Così era stato addestrato, per avere più occhi di quanto in realtà non avesse.

Addestrato ad uccidere, ed avere sempre la pistola carica e pronta a sparare, per questo doveva essere abbastanza freddo per ragionarci.

Per inserire il giusto numero di proiettili a seconda di quelli sparati.

Aveva cinque anni quando era diventato un soldato, volente o nolente, e da allora non aveva mai sbagliato un colpo.

Ora però fece un errore.

Li aveva contati tutti quei proiettili, aveva memorizzato alla perfezione, come, quando, e perché aveva premuto il grilletto da che si trovava in quel territorio.

Aveva contato tutti i proiettili esplosi durante la sparatoria, quelli per uccidere i soldati al fianco di Dodoria, e quello per uccidere lui.

Eppure ne aveva dimenticato uno.

Era freddo e calcolatore, ma non quando aveva abbattuto tutti gli avversari.

Spesso aveva la tendenza a perdere la pazienza, e ad essere colto dalla rabbia, per questo non aveva considerato il proiettile inferto al corpo esanime di Dodoria.

Questo, però, lo scoprì troppo tardi.

Aveva già alzato la pistola, aveva già mirato al cuore, aveva già premuto il grilletto, ma dalla sua arma non uscì alcun suono, se non quello del vuoto.

Troppo tardi, Freezer estrasse la sua pistola, la puntò verso di lui e premette il grilletto.

Vegeta fu però abbastanza rapido da riflettere, lasciò cadere la pistola, si voltò verso il precipizio, afferrò la donna alle sue spalle, ed entrambi ricaddero nel fiume.

Purtroppo il proiettile non lo mancò.

*

Si era lasciato trasportare dalla corrente per un po’, infine aveva deciso di giungere sulla riva del fiume.

Stanco, affaticato e ferito si trascinò sulla sponda fino a potersi ritenere al sicuro.

Con lui aveva trasportato la donna, svenuta, viva per fortuna, si era premurato di controllare.

Ansimante si portò la mano al petto, colpito in pieno, là, dove aveva mirato al suo avversario.

Osservò tutto il sangue che sgorgava dal suo corpo, ed infine crollò in ginocchio.

Era sfinito, non aveva più energie, si voltò davanti a sé ed osservò la giornalista ignara di ciò che stava succedendo.

La guardò, incantato, per alcuni istanti, mentre le sue forze cedettero del tutto costringendolo a riversare il proprio peso sul corpo di lei.

Fu costretto a sputare, ed il liquido che uscì dalle sue labbra era inevitabilmente quello cremisi del sangue.

Lo guardò per un istante, poi la sua attenzione tornò alla donna, ed alla sua mano che reggeva ancora saldamente quella sfera tanto smaniata.

Sputò, questa volta volontariamente, per liberarsi del sapore dolcastro che aveva in bocca.

Si passò il dorso della mano sulle labbra, per eliminare anche le ultime gocce del suo stesso sangue.

Posò la mano su quella della donna, quella arricchita dall’ambito bottino, ed intrecciò le dita con quelle di lei.

Respirando a fatica si voltò verso il suo viso, e con un ultimo sforzo sfiorò le labbra della donna, poi volse il capo altrove.

Infine chiuse gli occhi.

*

Bulma riprese lentamente i sensi, chissà da quanto tempo era rimasta svenuta, nemmeno il luogo le era famigliare.

Illuminata solo dalla notte alzò lo sguardo alle stelle, ed un po’ titubante prese a

guardarsi attorno.

La prima cosa che notò fu la sua mano, e le sue dita sottili intrecciate con quelle più robuste di un uomo.

Tra le due mani la sfera, ma di essa non le importava granché.

Seguì il braccio della persona sopra di lei capendo infine di chi si trattasse.

“Vegeta puoi spostarti adesso, sei pesante” gli mormorò con un filo di voce.

Dall’uomo non ottenne risposta, e questo la turbò.

Una strana sensazione cominciò a pervaderla, quasi intimorita dal doverlo svegliare.

Scostò l’altra mano da sotto il corpo di lui, e quando la sollevò raggelò dal terrore.

Imbrattata di sangue la sua mano cominciò a tremare, e timidamente andò a posarsi sulla spalla del militare “Vegeta…svegliati” disse piano cominciando a scuoterlo.

Ancora nessuna risposta.

Quella terribile sensazione cominciò lentamente a crescere, e timidamente riprese a scuotere, un po’ più forte, la spalla di lui “Vegeta, per favore apri gli occhi” chiese in una supplica.

Dov’erano le sue risposte taglienti, ed i suoi modi bruschi, perché tutto questo silenzio?

Se in quel momento l’avesse mandata al diavolo, era ben felice di farlo, purché aprisse gli occhi!!

Liberò l’altra mano appoggiandogliela sull’altra spalla “Vegeta…Vegeta…” insistette scuotendolo con sempre maggior enfasi.

“Vegeta rispondimi ti prego…ti prego di qualcosa…Vegeta…Vegetaaaaaaaaaaaa”

*

CONTINUA…

*

*

bulma_89: ti ringrazio, sono contenta che ti sia piacendo

*

Heleamicachipss: eh sì, Vegeta si è affezionato a Bulma, anche se non lo ammetterebbe mai

*

Sybelle: eheh…faccio quel che posso per aggiornare abbastanza in fretta, comunque sono contenta che i capitoli precedenti ti siano piaciuti ^^

*

lilac: le preoccupazioni di Vegeta per Bulma ormai sono chiari e lampanti, ora, a parte che, probabilmente, non vedremo Goku armato di rastrello (da bravo contadino) sconfiggere Freezer il problema è…quanto è attinente con la trama originale? Eheh

  
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