CAPITOLO 1- LA BALIA

- AAAH… cough… cough…-

Una ragazza riemerse dall'acqua, respirando a pieni polmoni e sputando e tossendo l'acqua che era entrata nel suo apparato respiratorio. Avevano voluto ucciderla, sacrificarla a una delle tante divinità dell'acqua, ma si era salvata, non avrebbero avuto la sua vita tanto facilmente. Si sentì afferrare a un piede da una cosa viscida e appiccicosa e tirare giù. Allora non era ancora finita, doveva ancora raggiungere la riva per dirsi al salvo.

- Aiu… blub… to!- chiamò, tentando di respirare almeno un po'.

Era sola, nessuno avrebbe potuto darle una mano, doveva cavarsela da sola. Già… per la prima volta era veramente sola, non c'era nemmeno il fratello, sebbene le avesse dato sempre sui nervi. La giovane prese un respiro profondo e si immerse, vedendo il demone che si fingeva divinità dell'acqua e il masso con cui era stata gettata nel lago. La giovane prese il masso e lo spiaccicò in testa al demone, che assomigliava a una grossa rana, e risalì in superficie, raggiungendo la riva esausta: quel demone non le avrebbe dato fastidio per un bel po'. E lì, sulla riva, svenne per la fatica.

- Ehi, Sanzo, ho fameeeeeeee.- piagnucolò un diciottenne, dai capelli castani e dagli occhi dorati.

- Sta' zitta, stupida scimmia.- ribatté il bonzo ventitreenne, dai capelli biondi e dagli occhi d'ametista.

- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! ANCORA! E BASTA!- si sentì urlare una voce femminile.

- Andiamo a vedere.- propose un giovane dai capelli bruni e gli occhi di un verde profondo.

Raggiunsero la sponda del lago e videro una ragazza, che aveva in mano un ramo, combattere contro un demone rana e quasi avere la meglio. Notarono che la giovane aveva una divisa bandistica: scarpe nere, pantaloni neri, una giacca rossa con bottoni dorati, assolutamente inutili, spalline nere con strisce dorate, una parte nera proprio sul petto, una treccia gialla dalla parte del braccio destro, che partiva dalla spallina destra per arrivare al secondo bottone dall'alto, una cintura nera, che teneva chiusa per comodità, e due tasche sul fondo della giacca, sotto indossava una camicia azzurra. (N.d.Aki: questa è la divisa invernale della banda dell'Ongia di Muggia, di cui faccio parte). Era fradicia, ma quello era solo l'ultima delle sue preoccupazioni: infatti doveva ancora vedersela con quello youkai rana.

- Sanzo, posso andare a combattere?- chiese il diciottenne, fremente.

- Fa' come vuoi.- rispose il bonzo.

Il diciottenne si sparò in avanti e eliminò il demone in un colpo solo.

- Ehm… grazie.- fece la giovane, rivolta al ragazzo.

- Di nulla.- GURGLE.- Saaaaaaaaaanzo, sto morendo di fame!-

- Ha parlato quello che non muore nemmeno se l'ammazzi.- commentò il bonzo corrotto (N.d.Aki: parte del manga "Saiyuki" n° 1, € 4,90).

La ragazza non ci capiva più nulla, solo che era finita in una specie di mondo parallelo al suo, dove un fumetto era diventato realtà.

- Mi scusi, ma come mai stava combattendo contro quel demone?- chiese Hakkai.

- ERA una falsa divinità dell'acqua e richiedeva molte vittime sacrificali.- rispose la giovane.- Ah, Aki Kaila, piacere di conoscervi, le vostre azioni sono narrate da molto tempo presso il mio stato.-

- Devi venire da molto lontano, per indossare abiti come quello.- commentò quello che aveva capelli e occhi rossi.

- Ehm… questa è solo una divisa di banda, null'altro, ho degli abiti "civili" nello zaino.- rispose, imbarazzata, Aki.

- Sa quanto è distante il villaggio più vicino?- chiese Hakkai.

- Più o meno tre ore, a passo CAI.- rispose la ragazza.- Vogliate scusarmi, ma devo recuperare il mio zaino.-

Aki si rituffò in acqua e prese lo zaino, avvolto da una capsula idrorepellente, riportandolo a riva, ma vide ancora i quattro, che la stavano aspettando.

- Abbiamo deciso di offrirle un passaggio: il bosco è molto pericoloso.- disse Hakkai.

- Vi ringrazio, ma io devo andare da tutt'altra parte.- rispose Aki, detto ciò fece un inchino e si allontanò, anche se poco dopo si cambiò.

Nel frattempo…

- Andiamo a vedere come se la cava?- chiese Gojyo.

- Su, Gojyo, non è cortese.- rispose Hakkai.

In quel preciso istante un demone si abbatté contro la loro jeep e svanì.

- Io direi che sa combattere piuttosto bene.- commentò Goku.

Due sassi sibilarono accanto a Gojyo, eliminando due demoni che stavano per attaccarlo.

- Certo che siete lenti di riflessi, per essere coloro che uccideranno Gyumao.- commentò una voce e i quattro alzarono gli occhi verso la figura, su un ramo, che aveva parlato.

- Ehi… ma tu non sei Aki Kaila?- chiese Gojyo.- Eppure prima eri tu quella in pericolo.-

- Gott! Non sapete nemmeno distinguere il vero dalla finzione? Siamo messi bene! Ora capisco perché mi hanno mandato a farvi da balia… compito ingrato…- Aki indossava una tuta verde.

- Io a questa non so che le faccio.- disse Gojyo.

Aki lanciò un altro sasso, che sfiorò anche questo Gojyo, eliminando un altro demone, dopo avvicinò a sé un microfono di quelli montate sulle cuffie, che aveva in testa.

- Base, base, roger, roger, qui agente 1206 bis, sono loro? Rispondere, passo.- disse, sembrando totalmente ignorare i quattro.

- Affermativo, agente 1206 bis. Scortali fino al castello Hoto e riportali indietro.-

- Signorsì, signore.- disse Aki.- Passo e chiudo.-

- Allora, signorina, accetta un passaggio?- chiese Hakkai.

- A quanto pare, devo.- rispose Aki, saltando giù dal ramo.

- Però non lanciarmi più contro un sasso.- ribatté Gojyo.

- Stia tranquillo, signor Gojyo, con i sassi che gettavo, il massimo che avrebbe potuto avere era un leggero mal di testa.- rispose Aki, salendo dietro.- Sono altri quelli che uccidono.-

- Hai la zucca vuota e dura, Gojyo.- rise Goku.

- Sta' zitto, stupida scimmia.- ribatté il rosso.