Come al solito dovette arrendersi, chiedendo il suo aiuto, sebbene fosse del tutto cosciente che lei avrebbe potuto rifiutarglielo.

Certo, dopo una strigliata come quella, Akane era capace di dargli un pugno, se non peggio!

Ma in quel momento non poteva davvero farne a meno.

A casa non c'era nessuno oltre a loro, quindi non aveva altra scelta.

I suddetti compiti consistevano in un commento su un canto di un autore europeo... Ecco, non ricordava nemmeno il nome di quel tizio! Come avrebbe potuto anche solo commentare un intero canto?!

In versi, per giunta!

Questo gli diede un nuovo stimolo verso la porta di Akane.

Ma sentiva che qualcosa non andava...

E il suo istinto non l'aveva mai tradito...

Ma poi decise che doveva tentare.

Se qualcosa fosse andata storta, come minimo avrebbe ricevuto un piccolo ricordino a forma di manina aperta sulla guancia, ma che importava? Era di routine...

Deglutì, prese un bel respiro e bussò.

Non poteva farsi prendere dal panico per una cosa da nulla, considerando che comunque gli era indispensabile il prezioso supporto della sua... fidanzata.

-Akane, sono io! Mi aiuteresti? Solo per stavolta, ti prego!-.

Il suo tono supplichevole intenerì la giovane, che senza esitare lo fece entrare.

-Grazie, davvero...-.

-Sì, sì...- ribatté lei con sufficienza. -Però dovrai permettere anche a me di studiare, senza infastidirmi!!- precisò.

L'altro ridacchiò, promettendo di rimanere a cuccia come un cagnolino innocente.

Così si sedettero vicini, l'uno sperando di non riprendere la discussione e l'altra pregando affinchè finisse presto.

-Hai problemi con il canto?- asserì lei.

-Ehm... Sì...-.

-Ok, lo commenteremo insieme. Anch'io devo ancora cominciare...-.

Con il cuore decisamente più sereno, Akane prese a leggerlo ad alta voce, trovandolo abbastanza facile e piacevole, sebbene dovesse ricorrere molte volte alle note a fondo pagina.

La lettura, scorrevole e decisa, procedeva piuttosto bene anche per Ranma, facendo constatare a entrambi che non era così difficoltosa come appariva.

Anche se man mano che andavano avanti sentiva la voce chiara di Akane diventare sempre più titubante ed insicura.

Un'altra parola e Akane si fermò di colpo, divenendo rossissima. E Ranma non ne capiva il motivo.

-Akane, perchè ti sei fermata?-.

L'interpellata continuava a fissare quelle poche righe che le creavano sentimenti contrastanti in testa.

Il giovane con la treccia si sporse verso il libro, con un misto di confusione e curiosità disegnate sul volto.

Chissà che diavolo aveva letto quella sciocca per non avere più il coraggio di proseguire...

Lesse anche lui però a mente.

"Noi leggiavamo un giorno per diletto

Di Lancialotto come amor lo strinse:

Soli eravamo e senza alcun sospetto.

Per più fiate li occhi ci sospinse

Quella lettura, e scolorocci il viso;

Ma solo un punto fu quel che ci vinse."

-Non ci vedo niente di strano... Ma che ti è preso?- chiese il ragazzo.

Vedendola ancora piuttosto restia, lui continuò la sua lettura silenziosa non mancando però di lanciarle delle occhiate indispettite.

"Quando leggemmo il disiato riso

Esser baciato da cotanto amante,

Questi, che mai da me non fia diviso,

La bocca mi baciò tutto tremante.

Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:

Quel giorno più non vi leggemmo avante."

E a ogni parola, il normale colorito delle sue guance olivastre assumevano sempre più una sospetta tonalità molto simile a quella della ragazza.

Ecco perchè si era interrotta!

Stava ancora rimurginando sulla situazione imbarazzante che si era creata, finchè non si scoprì timoroso di alzare lo sguardo di un solo centimetro.

Se lo avesse fatto, chissà come sarebbe andata a finire.

Ma un'ovvia persuasione lo portò proprio a fare ciò che in quell'istante si era ripromesso di non fare.

-Ranma... D... Dobbiamo... proseguire...-.

Ma il ragazzo con il codino non riusciva a risponderle.

Sbattè due volte le palpebre, soffermandosi sul suo viso.

Così piccolo, delicato...

Le sue iridi cobalto proseguirono il loro lento cammino, pregustando già una sensazione sicuramente magnifica eppure ancora sconosciuta che da tempo ormai bramava, pur vergognandosene.

Si rese conto che anche lei lo stava osservando, abbassando gli occhi di tanto in tanto probabilmente intimorita, con la bocca leggermente dischiusa e ancora quel rossore soffuso che la rendeva ancora più carina di quanto già non fosse.

Cavolo, quanto avrebbe voluto sfiorarle anche solo per un secondo quelle labbra...

A quel pensiero sentì che non poteva sopportare oltre quel gioco di sguardi. Era durato fin troppo, ormai.

Quanto? Minuti, ore?

Non era così importante... Niente aveva più importanza con lei...

-A-Akane, io...-.

Non aveva mai sentito il suo cuore battere in quel modo. Per non parlare del suo respiro, tremendamente accelerato.

Maledizione, doveva rimediare e porre fine a quella dolce tortura!

Si avvicinò un po’ di più a lei, poggiandole delicatamente una mano sul volto, facendola sussultare.

E finalmente riuscì a percepire il suo alito caldo mischiarsi al suo.

-Akane…-.

-Ranma... Dobbiamo concluderl...-.

Ma Ranma non c'era più.

Era scappato dalla finestra.

Delusi? Beh, oramai mi conoscete... u_u

Non l'abbiate a male, però... XD So che è un po' scema come idea, ma mi era venuta così...

Questo è un piccolo omaggio a Dante e alla sua leggendaria Commedia, che ho particolarmente amato per tutto il periodo delle superiori. (Spero che l'autore non mi collochi in qualche girone infernale... T-T)

I versi appartengono al V canto dell'Inferno, vv.127-138.

Spero vi sia piaciuta!! ^-^