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Autore: Dastrea    17/08/2007    0 recensioni
Passati sono gli anni... riuscirà Vincent a dimenticare Lucrecia? Riuscirà Yuffie a dimenticare il suo destino? Una Yuffientine che verrà così dalla mia mente spero vi piaccia... "..La neve alcune volte si scioglie.."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Year

Erano già passati tre giorni da quando eri andata a vivere in casa di Tifa, cercavi di aiutarla in tutti i modi, nel bar perché come sempre si gremiva di gente soprattutto durante i week-end, andavi con lei per vedere il suo vestito da sposa, i fiori da mettere al bouquet e naturalmente il buffet per il pranzo nuziale e non era cosa facile soprattutto perché bisognava soddisfare le bocche affamate di tutti quanti. Quindi i più voraci erano Cid, Barret e Reno, Vincent neanche a contarlo era già un miracolo che aveva accettato l’invito, Cloud si sapeva contenere benissimo e poi gli altri non li aveva mai visti a un ricevimento quindi non eri in grado di giudicare i loro comportamenti, stranamente vi avrebbe raggiunto anche Reeve, Shelke e altri della WRO.

Quel giorno andaste a provare il vestito da sposa, era bianco tradizionale, ma molto semplice, Tifa sembrava una Dea. Era scollato così da lasciar intravedere i suoi seni e per un momento pensasti che persino il prete avrebbe abbandonato il suo incarico per prendere il posto di Cloud. Le maniche erano lunghe e aderenti alle braccia, corto fino alle ginocchia e con lo strascico in seta che partiva dalla vita, tutto il vestito era in taffettà bianca, esaltava completamente tutto il corpo magro e allenato della donna.. tu come saresti stata in quel vestito? Certamente male perché i vestiti da sposa di Wutai non erano così erano più complicati per farla breve.

“Yuffie!? Mi senti?”

eri rimasta a fissare il vestito da non accorgerti che la tua migliore amica ti stava chiamando per chiedere conferma se non l’ingrassava o sembrava stretto sui fianchi.

“Scusami, ma sei perfetta Tifa… va benissimo così” la donna si girò ancora una volta verso lo specchio e si guardo meglio. Sorrise soddisfatta sia a te che alla sarta, la seguisti con lo sguardo mentre scendeva dal “piedistallo” e andava dietro il paravento per rimettersi i suoi abiti. Adesso non sembrava più una sposa, era Tifa, la solita. La Dea combattente.

“Vieni Yuffie, torniamo a casa così chiamo il ristorante e poi prendo appuntamento con la parrucchiera. Oh no! Ho dimenticato che oggi viene Barret a lasciarmi Marlene e Denzel!” si ricordò facendoti sussultare. Ringraziò ancora la sarta e si misero a correre verso il suo bilocale sul bar.

Col fiatono arrivaste davanti e ad aspettarvi c’era Barret con i due bambini ad aspettarli, seduti su uno scalino.

“Finalmente siete arrivate, scusa Tifa, ma non posso stare qui a lungo!” salutò l’omone per poi ripartire via, i due bambini si alzarono e aspettarono che la loro tutrice aprisse la porta.

“Adesso fate merenda ragazzi e poi andate a giocare ok?”

Denzel annuì contento e anche Marlene era d’accordo. Tifa lasciò la borsa mentre tu ti siedevi su uno sgabello seguita a ruota dai due che iniziarono a battere le mani richiedendo la loro solita merenda, toast con marmellata e succo di frutta, chissà perché ma tutti i bambini amavano quella cosìdetta pietanza.

Tu li guardavi contenta mentre ti riemergevi nei tuoi pensieri, pensavi al matrimonio di Tifa e Cloud però cosa sarebbe accaduto se tuo padre ti avrebbe chiamato in qualsiasi momenti dicendoti di aver trovato un ottimo partito per la sua erede? Sarebbe stato matrimonio immediato e tu non volevi perché aspettavi il tuo principe rosso.

Lui adesso dov’era? Da Lucrecia, davanti a quella tomba a guardarla, a fissare i suoi occhi nocciola chiusi e le mani incrociate sul petto. Il suo sguardo era calmo riposava il suo sonno eterno e lui? Rimaneva a piangere nel suo cuore perché non era riuscito a proteggerla, non era riuscito a farle cambiare idea e amarla prima che un uomo spietato quando Hojo la prendesse e la facesse sua moglie e amante.

Lei non le apparteneva più, ma Vincent Valentie rimaneva lì a contemplarla e a cercare di farla rivivere nei suoi pensieri, solo con i suoi occhi. Sei un illuso Vincent perché così non la porterai mai in vita, devi vivere, lo disse Aerith, bisogna andare avanti perché rimanere nel passato porta solo cattivo umore, bisogna andare verso il futuro e quel futuro lo hai sempre conosciuto. È quella piccola ragazzina che ti vuole bene, che si è innamorata di te e ti aspetta, perché non apri gli occhi e ti guardi intorno? Smettila.

Era stanco e si alzò da lì per uscire e andare chissà dove, si stupì quando uscendo dalla grotta gli venne l’idea di andare a trovare Tifa, chissà, forse aveva nel cuore la voglia di aiutarla, ma non sapeva chi avrebbe incontrato.

Sei una sottospecie di vampiro e arrivi veloce dove vuoi, quando arrivasti davanti al bar ti fermasti sulla porta ed esistasti, ma preso il coraggio entrasti e tutti si voltarono, vedesti Yuffie, i suoi grandi occhi neri ti guardavano nei tuoi cremisi, ti perdesti e anche tu non sentisti la voce di Tifa.

“Ma che avete tutti quanti oggi? Nessuno mi ascolta!” ritornaste dai vostri pensieri e guardaste la donna arrabbiata.

“Scusami Tifa, ero venuto qui per vedere se avevi bisogno di aiuto…”

la donna rimase sorpresa e alzò un sopracciglio.

“Bhè vorrei che tu e Yuffie badaste a Marlene e Denzel perché mi sono ricordata che devo andare personalmente al ristorante.”

Eri leggermente contrariata e cercasti di sviare.

“Perché non vai assieme a Vincent rimango io coi piccoli.”

“Meglio di no, non sai cosa potrebbero combinare a entrambi, meglio se siete in due”

ti rassegnasti così come Vincent che tirò un grande sospiro e si sedette accanto a te al bancone.

“Ah Vincent, cerca di tenere sotto controllo anche Yuffie per quanto riguarda gli alcolici.” Vi rassicurò, ma tu non eri d’accordo.

“Cosa?!!! Tifa!??”

la donna uscì fuori la lingua e prima che tu potessi fare o dire qualcosa era già sparita fuori dalla porta. Eravate rimasti soli soletti con due bambini.

“Ehm… e adesso che si fa?”

“Noi vogliamo giocare!!” urlarono in coro, scendendo dallo sgabello e andavo vicino a Vincent per vedere il mantello, Marlene glielo toccava e a Vincent sembrava non dispiacere, ma quello a cui mirava Denzel era la Cerberus che prese e portò via.

“Mollala immediatamente potresti farti male è carica!” tentò di dire Vincent e tu lo guardasti spaventata.

“Porti la Cerberus carica?”

“Non si sa mai, c’è sempre pericolo ad ogni angolo”

al bambino non importò più di tanto, la prese in mano e la impugnò facendo trasalire tutti e tre, persino Marlene dalla dichiarazione di Vincent si stava spaventando da morire…

  
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