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Autore: samy_97_    27/01/2013    8 recensioni
[Storia ambientata in un ipotetico futuro, in cui grazie alla licenza poetica di cui mi avvalgo (xD) Inu Taisho è vivo. Sono presenti quasi tutti i personaggi di Inuyasha, più qualche altro nuovo pazzo personaggio inventato da me =) Buona lettura]
"E' iniziato tutto una domenica di ottobre, lo stesso giorno in cui, alta in cielo, c'era la luna piena.
E, nel mio personalissimo gergo, Luna Piena è uguale a Niente Poteri Demoniaci.
Aspettate un attimo! Forse è meglio che mi presenti: mi chiamo Ayame Taisho e sono una mezzo demone diciottenne. Vivo in una kawaiissima villa, insieme alla mia famiglia adottiva a Tokyo, in Giappone, nel Mondo."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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Set Fire To The Rain



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26. Quando capisci che lo shopping non fa per te.

-Vado a dormire…- sussurro, prima di alzarmi da tavola e dirigermi a passo lento e strascicato su per le scale.

Sento Inuyasha sospirare amareggiato, mentre papà e mamma ridacchiano, ma non me ne curo: dopo lo shopping con Sango e Kagome sono sempre stanca.

Non tanto fisicamente bensì mentalmente. Anzi, mentalmente sono proprio finita.

Quelle due sono una forza della natura: riescono a trascinarmi per i negozi per ore e ore di fila. E il punto è che si divertono!

Mi metto il pigiama e mi butto di peso sul letto, chiudendo gli occhi per far riposare il mio povero neurone che, ormai, sta tentando il suicidio da diverse ore.

Santo Kami, mi sento come se mi fosse passato sopra un trattore e sono incapace di fare qualsivoglia pensiero sensato.

Beh, vorrei vedere voi! Sono sicura che non sapreste sopravvivere ad un pomeriggio come questo: inizialmente mi hanno trascinata in qualche libreria e in un negozio di vestiti e da quel momento ho pensato che, dopotutto, non sarebbe stato un pomeriggio così orribile.

Mi sono ricreduta quando siamo entrati in quattro negozi di intimo –nei quali Miroku restava a fissare le lingerie con la bava alla bocca-, due di videogiochi, due centri commerciali e –mi vergogno a dirlo.- in un sexy shop.

Come se il sexy shop di per sé non bastasse, dentro a quel maledetto negozio ci abbiamo trovato pure Jakotsu! Jakotsu che faceva acquisti in un sexy shop per non so quale strana attività.

Jakotsu che, non appena è entrato Inuyasha, gli è andato incontro e ha iniziato a trascinarlo in giro per il negozio, illustrandogli l’uso di non so quale osceno gingillo.

Quello, in ogni caso, è stato l’unico negozio in cui Sango e Kagome non mi hanno portata in giro per gli scaffali come due disperate.

L’unica cosa positiva di questo pomeriggio è stato che ho trovato i regali da fare ai miei amici: a Sango, ovviamente, ho preso il libro più grande che ho trovato, per Miroku ho preso una morbida sciarpa di lana, per mamma e papà un cappello, per Kagome una collana e per Inuyasha una felpa.

L’unico regalo che non ho trovato, sfortunatamente, è stato quello per Sesshomaru, ma mi farò venire un’idea prima della fine della settimana.

Mi metto il pigiama e mi stendo a letto.

Mi spiace, Sesshomaru, ma per stasera dovremmo rinunciare alle nostre coccole: muoio di sonno!

Non faccio nemmeno in tempo a chiedermi che ore sono, che prendo sonno.


***


Apro lentamente gli occhi, chiedendomi per quale motivo lo possa fare ancora.

Non mi rendo immediatamente conto che sono viva, ma non appena incontro lo sguardo ambra del Demone Bianco sorrido: lui mi ha salvata, proprio come gli avevo chiesto. Mi ha salvata proprio come ho fatto io con lui.

Il Demone Bianco si alza lentamente, mi appoggia a terra e mi volta le spalle.

Io mi alzo in piedi e ignoro le urla gracchianti dell'esserino a fianco a me: so che lui mi sta invitando a seguirlo, so che posso andare con lui.


***


Una settimana esatta dopo, sono impegnata a cercare in tutti i modi di impedire a Kagome di far diventare la mia casa una discoteca luccicante.

-Kacchan, basta luci!- urlo, correndo dietro ad una Kagome con in mano la decima scatola di lucine natalizie.

Insomma, capisco che la nostra casa è grande, ma abbiamo usato dieci, e dico dieci!, scatole solo per il piano inferiore! E bisogna anche dire che la cucina non è stata addobbata!

Kagome, come è ovvio che sia, non mi da ascolto e inizia ad attaccare luci sugli stipiti delle porte.

Kamisama, e come faremo per il giardino?

Scuoto la testa, esasperata, e lascio Kagome-Folletto-Di-Babbo-Natale a fare ciò che più le piace e vado a vedere come sono messi Miroku, Sango e mio fratello.

-Ehi, Inuyas... Santo Kami, che fate?-

Guardo con gli occhi strabuzzati la scena: Inuyasha e Miroku tengono in precario equilibrio una scala e Sango -la quale sta per avere una crisi isterica- è esattamente sul penultimo piolo alla ricerca della giusta posizione per mettere la stella sulla punta dell'albero di Natale.

-Insomma, voi due dementi! Tenete ferma quella dannata scala, se non volete che cada! Miroku, accidenti, smettila!-

Inuyasha e Miroku, in risposta, scoppiano a ridere e fanno barcollare pericolosamente la scala.

Sango strilla e io mi tappo le orecchie sensibili: Kami, di questo passo mi assorderà!

Quando la scala si stabilizza, scanso i due uomini mandandoli ad aiutare Kagome con le luci esterne e inizio a tenere in equilibrio la scala, fino a che Sango non scende.

-Uff. L'anno prossimo lo fai tu! Accidenti!-

-Scusa, Sango-chan, ma io avevo da fare con Kagome e l'unico che sa volare in questa casa, oltre a me, è Sesshomaru...-

Vedo Sango scuotere animatamente la testa: deve essere terribilmente strano per lei pensare a Sesshomaru che aiuta con le decorazione. Oltre ad essere terribilmente divertente.

Usciamo a vedere come sono messi i nostri amici e, non appena vediamo il loro operato, rimaniamo a bocca aperta: tra i rami dei numerosi alberi del nostro giardino sono state fissate delle lucine colorate, che fanno sembrare gli alberi portatori di una singolare chioma multicolore.

Il giardino è illuminato a giorno, sebbene il pallido sole invernale sia già tramontato da un pezzo.

Kagome ci corre incontro e ci mette in mano altre luci indicandoci gli alberi che dobbiamo addobbare e noi la assecondiamo: è divertente prepararsi al Natale insieme a lei e a Sango e Miroku.

Potrebbe essere meglio se Sesshomaru fosse qui, ma dubito fortemente che sia una cosa che può accadere. Per lo meno non in questo millennio. E forse nemmeno nel prossimo.

-Oddio, ragazzi! E’ bellissimo!- esulta mamma, non appena lei e papà tornano a casa.

Kagome le corre incontro. –E aspetti di vedere l’interno, signora!-

-Oh, mia cara, quante volte ti ho detto di chiamarmi Izayoi?- la corregge bonariamente lei, facendosi portare a braccetto dentro casa.

Beh, è il minimo. Dopotutto tra qualche anno quelle due diventeranno parenti.

Per un attimo penso a come potrebbe essere il matrimonio di Kagome ed Inuyasha, e sono sicura che mi compaiono i cuoricini al posto degli occhi. E subito dopo il mal di denti.

-Ciao papà!- gli dico, facendomi baciare una guancia. –Hai idea di dove sia andato Sesshomaru, per caso? E’ da stamattina a scuola che non lo vedo.-

Inu scuote la testa. –Non ne ho idea, tesoro. Avrei pensato che almeno a te l’avesse detto.-

Io scuoto la testa e alzo le spalle.

Riguardo me e Sesshomaru, tra noi e la nostra famiglia, c’è un tacito accordo: Inu ed Izayoi hanno capito ciò che entrambi proviamo l’uno per l’altra e fanno finta di niente; in cambio, noi in loro presenza facciamo come se nulla fosse cambiato e ci limitiamo a stare veramente insieme la sera o quando siamo soli.

Tra noi e Inuyasha, invece, non c’è nessun accordo: ogni volta che ne ha l’occasione ridacchia in nostra presenza, causando a Maru una rabbia incontrollabile che, solitamente, sfocia con qualche minaccia o con voti brutti a scuola. E se li merita tutti, tra parentesi.

Pochi minuti dopo salutiamo Miroku e Sango che tornano a casa.

-Ehi Kagome, il venerdì sera mamma e papà escono a cena. Vuoi che andiamo a prendere una pizza?-

-Si, certo! Andiamo nella pizzeria che hanno aperto da poco? Hanno detto che la fanno buona.-

Io annuisco e poco dopo siamo entrambe per strada.

-Cosa hai deciso di regalare a Sesshomaru?- mi sussurra Kagome non appena ci allontaniamo da casa mia.

-Non ne ho idea, Kacchan. Vorrei regalargli qualcosa di originale, qualcosa che possa portare sempre con sé.- scuoto la testa. –Dopodomani è Natale e io non ho ancora il regalo per l’uomo che amo.-

Kagome inizia a farmi pat-pat su una spalla.

Kamisama, io l’ho detto che mio fratello la rovina!

Sospiro amareggiata e continuo a camminare.

Ad un certo punto, nel bel mezzo di una conversazione sulla quantità di luci di Natale che effettivamente la mia casa avrebbe potuto supportare, passiamo davanti ad una cartoleria.

Lancio un’occhiata distratta alla vetrina e mi blocco immediatamente.

-Ehi, Ayame, che c’è?-

-Vai avanti, Kagome. Per me una margherita. Io arrivo subito.-

Lei alza le spalle e fa come dico, mentre io entro nel negozio, miracolosamente ancora aperto.

-Salve.-

Un uomo si gira e mi squadra da dietro il bancone. Rimango allibita: il suo viso è, come dire, simile a quello dei pirati in tv. Una cicatrice gli solca la guancia destra e due baffetti lo fanno assomigliare a Jack Sparrow.

Ma la cosa più raccapricciante è quando, su un volto del genere, compare un sorriso.

-Salve, mia cara. Come posso aiutarla?-

Boccheggio per qualche secondo, indecisa se scoppiare a ridere o arretrare intimidita.

-Ho visto… quella penna stilografica in vetrina…-

L’uomo annuisce e me la recupera.

Da vicino è ancora più bella: è bianca, tranne la punta che è di un lucidissimo nero. Sul tappo sono disegnati in grigio degli arabeschi, che contribuiscono a rendere la penna ancora più bella.

Un regalo perfetto: Sesshomaru potrà portarla sempre con sé e sicuramente non sarà compromettente.

-Quanto costa?-


-Ehi, Ayame, hai una faccia…-

-Lasciamo perdere Kagome… Ho comprato il regalo a Maru…-

-E sei così depressa?-

-Si, dannazione! Costava l’ira dei Kami! Il mio portafoglio si è alleggerito in una maniera pazzesca!-

Kagome scoppia a ridere e per poco non fa cadere le tre pizze in equilibrio precario sulla sua mano.

-Però sono soddisfatta. Insomma, ho trovato il regalo ideale!-

Kagome ride più forte.

-Sei lunatica, Aya-chan.-

-Sarà il Natale, Kagome, sarà il Natale…- sussurro aprendo la porta di casa.

Sono sicura che questo Natale sarà il migliore della mia vita. Dopotutto questo Natale ci sarà Sesshomaru.

Il mio Sesshomaru, mi dico, andando ad appoggiare il pacchetto incartato con della carta argentata sotto l’enorme pino di plastica che quel pomeriggio avevamo faticato tanto a montare.

Torno in cucina e vedo che le pizze sono già in tavola, fumanti, pronte per essere mangiate.

-Ehi, voi. Si, dico a voi due, piccioncini! Non fate le fusa davanti alle pizze, per favore! Fate venire il diabete pure al pomodoro.- dico, addentando un trancio di pizza.

Kagome si limita a ridacchiare e a mangiare la sua pizza, mentre Inuyasha la prende un po' troppo sul serio.

-Tsk. Noi facciamo venire il diabete! Chissà cosa fate tu e il caro Sesshomaru lontano dagli occhi altrui!-

Alzo la testa e lo fulmino con lo sguardo. Cosa ne vuole sapere lui di quello che facciamo noi?

-Sono sicuro che non fate altro che dirvi le paroline dolci. Anche se non me lo immagino Sesshomaru dire paroline dolci, ma probabilmente c'è una prima volta per tutto.-

Un attimo... da quando Inuyasha Taisho è diventato così loquace? Solitamente si limita a ringhiare o arrabbiarsi, non è mai stato tipo da frecciatine.

Mah, probabilmente anche questo fatto strano è dovuto all'arrivo del Natale...

Decido di limitarmi a stare zitta e lasciarlo parlare. Tanto prima o poi si stancherà, no?

Sfortunatamente, i miei piani vengono mandati all'aria: a metà di uno sproloquio di Inuyasha su cosa mi dice Maru quando siamo soli, sento la porta di casa aprirsi e il profumo di neve mi avvolge. Sesshomaru. E non solo: con lui c'è un'altra persona, che non riesco a riconoscere.

-Inuyasha. Taci.-

Lui, ovviamente, non mi da ascolto. -... Oh Ayame, quanto ti amo, per fortuna che sei arrivata tu a scaldare la mia gelida esistenza...-

A quel punto gli tiro dietro un coltello che gli passa a mezzo centimetro dall'orecchio canino.

-Masseiscema?-

-Mai quanto te.- sibilo.

-Inizia a scappare, Ayame Taisho, perché se ti prendo sono cavoli amari!-

Io non me lo faccio ripetere due volte, contenta di avergli fatto dimenticare di me e Maru e inizio a correre su per le scale.

-Non mi prendi, non mi prendi!- cantileno, mentre lui, con due balzi mi è davanti.

-Dicevi?- sussurra con un ghigno venendomi incontro.

Non appena balza verso di me, io mi alzo in aria, con l'unico risultato di farlo cadere al piano di sotto.

-Dannata!- urla, mentre io scoppio a ridere.

Guardo giù e lo vedo a terra proprio davanti a Sesshomaru, il quale, ci scommetterei la vita, lo sta guardando con il sopracciglio alzato.

Quando il mio demone alza il viso verso di me, mi limito a salutarlo con un sorriso e mi appresto a scendere dal soffitto.

Mi blocco a mezz'aria quando sento una voce, gracchiante, che rimprovera Inuyasha.

-Inuyasha! Sempre il solito stupido! Quando la smetterai di intralciare Padron Sesshomaru? Chiedigli per lo meno scusa!-

-Zitto, rospaccio del malaugurio!- risponde il mio fratellino ad una figura che non vedo.

Però, ad onor del vero, questa voce mi sembra di averla già sentita... -Jaken!- esclamo alla vista dell'omino verde che sta gridando dietro ad Inucchan.

La ran... ehm, il demone si gira verso di me e mi guarda con gli occhi spalancati.

-T-tu?-

-Eheh, salve.- sussurro, senza sapere cosa dire.

-Voi due… vi conoscete?- chiede Inuyasha, dalla sua posizione orizzontale.

-Noi, ehm… lui mi ha aiutato con la ricerca…- dico, fissando il pavimento. -A proposito, grazie ancora. Ho preso otto! Del tutto meritato, tra parentesi. Vero?- chiedo, rivolta verso Sesshomaru.

Lui rotea gli occhi e non mi risponde, come previsto.

Riporto lo sguardo su Jaken e vedo che i suoi occhi sono spalancati.

Ci fissiamo per qualche secondo, senza sapere cosa dire -anche se probabilmente il rospetto sta facendo 2+2- finché il Principino Demoniaco non si dirige in cucina e Jaken lo segue con un -Aspettatemi, padrone!-

Beh, vedo che la sua devozione non è diminuita nei secoli.

Io e Inuyasha ci fissiamo per qualche secondo, entrambi troppo sorpresi per parlare.

-Oh. Per. Kamisama.- sentiamo dire a Kagome.

Ci dirigiamo in cucina e vediamo la suddetta Kagome alle prese con uno studio approfondito della ran... ehm... del demone.

Nel frattempo, come è giusto che sia, Jaken strilla e Sesshomaru se ne sta pacificamente appoggiato al muro e fissa la scenetta comica.

-I-Inuyasha, che è questo?-

-Un demone, Kagome, un demone. Anche se non si direbbe.-

-Come ti permetti, tu, Inuyasha! Io accompagno Padron Sesshomaru da secoli, sono sempre stato il suo più umile servitore!-

-Appunto: servitore.-

Kagome guarda me e poi Sesshomaru, senza capirci un’emerita cippa lippa.

Io alzo le spalle. –Lascia perdere, Kagome. Anche io la prima volta avevo più o meno quella faccia lì… poi ci si abitua.-

Jaken, a quel punto, distoglie la sua attenzione da Inuyasha e guarda Kagome, come se si fosse appena accorto della sua esistenza.

-Com’è che vi siete reincarnati tutti in quest’epoca?- chiede gracchiando ad una Kagome esterrefatta.

-Zitto, stupido!- esclama Inuyasha, pestando il demone con tutta la sua forza. –Non dire idiozie!-

Kagome esce con un intelligentissimo “Eh?” e Inuyasha mi prende le spalle, posizionandomi davanti alla fidanzata.

-Parlava di lei!-

-Ma… ma ha detto “tutti”…- nota Kagome, guardandoci dubbiosa.

Possibile che quel cretino di Inuyasha non le abbia ancora detto della Kagome del passato?

-Eh, eh… la vecchiaia avanza anche per i demoni!-

Possibile…

-Cosa hai capito, Inuyasha? Io inten…-

-Zitto!- urla di nuovo mio fratello, facendo finire il povero rospetto nuovamente sotto la suola delle sue scarpe.

Molto probabile…

Vado vicino a Sesshomaru e sospiro.

-Inuyasha è un idiota, quando ci si mette.- dico, non parlando a nessuno in particolare.

-Me ne sono convinto secoli fa.- mi risponde il mio demone.

Ridacchio e guardo Sesshomaru. Kamisama, com’è bello…

Ho così tanta voglia di baciarlo in questo momento che quasi mi arrischierei di farlo davanti a tutti. Quasi, perché so quanto Sesshomaru sarebbe arrabbiato -per non dire furioso- se facessi una cosa del genere.

Mamma mia, a quel punto si che potrei dirmi morta e non ci sono “Ti amo” che tengano… Brr…

Ok, portiamo i pensieri su un’altra rotta.

-Bene ragazzi, per quanto… uh… mi faccia piacere vedervi così affiatati- e a questo punto Inuyasha mi lancia un’occhiataccia terribile -noi stavamo mangiando e… Jaken, ti andrebbe una fetta di pizza?-

L’esserino verde distoglie la sua attenzione da mio fratello e la punta ai cartoni profumati -e ormai freddi- posti sopra al tavolo.

Immediatamente Inuyasha si getta sopra la sua pizza, esclamando che lui non avrebbe mai -MAI!- diviso la sua pizza con quell’essere, al che mi sono sentita in dovere, per lo meno nei confronti di Maru, di dividere la mia a metà a dare a Jaken la parte più grande.

Alla fine della cena sono rimasta con un’enorme voglia di pizza.

-Salve famiglia, siamo a casa. Ah, ma che bella atmosfera Natalizia! Ragazzi avete fatto davvero, ma davvero, un bel lavoro, non è vero mia dolce Izayoi?-

Sento mia madre cinguettare un “si, mio caro” con un tono smieloso che farebbe venire le carie anche a Moccia. Non appena Jaken sente la voce del padre del suo Padrone -Kami, che giri!- scatta in piedi e inizia immediatamente di lodare ogni angolo della casa. Cosa che inizia a risultarmi asfissiante: insomma, la nostra casa è parecchio grande!

Anche se credo che Jaken non sapesse che l’ha arredata Izayoi, altrimenti sono sicura che non si sarebbe sprecato più di tanto. In ogni caso è meglio che resti nell'ignoranza.

Faccio spallucce e mi volto verso Sesshomaru. E’ seduto sul divano, fermo e zitto come una statua di gesso, tuttavia vedo dalle sue spalle tese e dalla fronte aggrottata che è tutto fuorché rilassato.

Non faccio caso a Jaken che inizia a parlare con Inu e Izayoi e mi acciambello sul divano, vicina più possibile a Sesshomaru.

-Ehi, Aya-chan?-

-Dimmi, Kagome.-

-Cosa intendeva Jaken con quella frase, prima?-

-Quale frase?- chiedo, facendo la finta tonta.

-Quella sulle reincarnazioni… Non credo si stesse riferendo solo a te e Taisho-sensei…- mi sussurra, insicura.

Io faccio spallucce, evitando di risponderle.

-Ehi, papà, come è andata la cena?- esclamo, alzandomi dalla mia posizione e avvicinandomi a mio padre che mi da un bacio sulla guancia.

-Bene, mia cara, bene.-

-Mi fa piacere!-

Speriamo che Kagome dimentichi in fretta questa storia, o che Inuyasha -nell’alto della sua idiozia- si decida di raccontarle la verità. Non credo che Kagome sia il tipo da prendersela per una cosa del genere… E io non posso passare la vita a eludere le sue domande, Santa Maddalena!

Beh, posso sempre passare alle maniere forti…

-Ehi, Inucchan, puoi venire un attimo con me in cucina?- gli chiedo, lasciando Kagome parlare con la mamma e Jaken blaterare qualcosa sui vecchi tempi con Inu.

-Dimmi sorellina.- mi dice lui, appoggiandosi sul bordo del tavolo e incrociando le braccia.

Io mi chiudo lentamente la porta alle spalle e poi mi dirigo verso di lui a passi lenti e minacciosi.

-Inuyasha. Sei. Un. Cretino.- sussurro, quando arrivo a pochi centimetri dal suo viso. -Non hai ancora detto a Kagome del tuo passato, vero?-

Inuyasha scuote la testa, lentamente.

-Ma che ti dice il cervello, caspita?!? Non puoi tenerle un segreto di questo genere! Una coppia non dovrebbe averne, di segreti, figuriamoci di questa importanza!- esclamo, spalancando le braccia.

Mio fratello abbassa la testa e si imbroncia.

-Devi dirglielo, Inucchan. Lei ha il diritto di saperlo e, sono sicura, che le farebbe piacere venire a conoscenza degli avvenimenti del tuo passato. Lei ti ama, Inuyasha, ma tu devi dimostrale che si può fidare di te.-

Aspetto una reazione da mio fratello che, però, non arriva.

Ah, scemo di un fratello!

-Valla ad accompagnare a casa, Inucchan. Almeno quello.- dico, prima di uscire dalla cucina.

Non sto ad ascoltare se mio fratello mi risponde oppure mi manda direttamente al diavolo -dubito che sia molto incline a prendere ordini da una che ha qualche centinaio di anni in meno di lui.- e annuncio a tutti coloro che sono riuniti nell’enorme salone addobbato di casa mia, che me ne vado a letto.

Non trovo per nulla giusto che Inuyasha tenga Kagome allo scuro di questa faccenda, ma dopotutto, sono affari loro: non è giusto che io mi impicci più del dovuto.

Scuoto la testa.

Inuyasha, non smetterò mai di dirlo, è proprio uno scemo.




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Ehiii =) Buona domenica a tuttiii!

Allora, tutto bene? Io non vedo l’ora che arrivino le vacanze di carnevale… un suicidio, un vero suicidio sta scuola .-. Spero vivamente che a voi vada meglio xD

Allora: intanto, ringrazio per le recensioni e ringrazio chi ha inserito questa fic in una delle liste! Vi adoro tutti, uno a uno **

Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Devo dire che ho fatto un po’ fatica a scriverlo, forse perché ho un rifiuto per la fine della fic xD

In ogni caso, in questi ultimi due capitoli ho voluto dare un po’ di tregua a ‘sti poveretti, così li ho fatti parecchio fluffluosi, specialmente il prossimo U.U

Sesshomaru e Ayame mi stanno costruendo una statua per questo, comunque xD

Insomma: datemi le vostre opinioni su questo capitolo, eh xD

Come ultima cosa, l’immagine è dedicata a Inucchan e Kagome, perché semplicemente io li adoro U.U

Un bacione e a domenica prossima **


°°Samirina°°


  
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