La Campana Di Vetro.
...Era questo la vita: un sorso amaro...
-Umberto Saba-
Sì tale violenza calpesta l’umano essere,
che brama, che addenta,
che lambisce puro sangue, lucente.
Sì tale uomo pecca nella sua forte campana di vetro,
ove non lascia trasparir del suo inquieto animo,
nessun sentimento.
Letale fu la bravata che da ragazzo fece,
fin quando all’altrui corpo forte fu la mano,
che sminuzzava, che massacrava, che lacerava,
senza sentire pretese.
Assassino, criminale, peccatore.
Vita inquieta si ammassava sotto sì tale campana di vetro,
ove la luce passava,
riflettendo il suo animo tetro.
Perché sì, criminale fu lui,
quando quella lama azzannò il respiro del suo pargolo,
che lieto taceva,
ove fino all’ultimo suo respiro, la mano gli tendeva.
Mostro, lurido, perdente.
Gli occhi fintamente ciechi,
la realtà non distinguevano
e tristemente dentro quella sua campana
i suoi dolci sentimenti si perdevano.
Perché lì c’era buio, sangue, peccato.
Perché sì tale uomo era animale,
che per falso istinto, letale fu il suo pugnale.
Dentro la sua campana di vetro solo restava
ove la pazzia, il suo animo folle, la sua schizofrenia,
tra quelle trasparenti pareti la sua mente rigettava.
Sfogava il suo istinto,
accontentava il suo desiderio,
ma fino alla morte
visse nella sua triste campana di vetro.