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Autore: Whooki    31/01/2013    6 recensioni
Profondo Blu era stato sconfitto e il compito delle Mew Mew era terminato portando finalmente la pace sulla Terra.
La navicella degli alieni, durante lo scontro, era stata danneggiata nei motori a propulsione e ci sarebbe voluta tutta la notte per Pai di ripararla.
Nel frattempo Ichigo si gode il ritorno alla normalità in casa fino a che qualcuno decide di salutare un'ultima volta la sua micetta.
Naturalmente a modo tutto suo ;)
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Se fossi nato umano non ti avrei amato come in questo momento


Premessa: Questa è una coppia che ho tanto amato e non ho mai capito come Ichigo abbia scelto quell’ameba di Aoyama tra due fighi che le andavano dietro…
 

Ichigo si lasciò cullare dolcemente nelle calde acque della sua vasca da bagno giocherellando con della schiuma che formava delle bollicine tra le sue dita.
Sorrise pensando a come fosse strana quella normalità: erano finite le missioni, le battaglie contro i kimeri, lavorare al Caffè Mew, tutte quelle infinite bugie per la sua copertura e le lotte contro gli alieni…contro Kisshu.

Kisshu

 
Quante volte si erano scontrati in una  pericolosa danza tra la vita e la morte?
Quante volte aveva sentito la sua pelle a contatto con la sua e il viso di Kisshu deformato dalla rabbia con i suoi occhi ambrati che la chiamavano… la supplicavano,  amami.

Sospirò rumorosamente affondando il viso nell’acqua nella speranza di cancellare quei ricordi che per un momento l’avevano fatta avvampare colorando le sue guance candide.
Lei amava Aoyama, era un fatto intoccabile…era arrivata a donare tutta sé stessa per lui, eppure qualcosa o meglioqualcuno continuava ad avere il potere di mutare le sue emozioni e di farle palpitare il cuore.
Lo aveva negato a sé stessa all’infinito trasformando la sua confusione in rabbia quando aveva di fronte a sé Kisshu.
Si era persa in quello sguardo che l’avvolgeva e riusciva ad arrivare alla sua anima, portandola prima in alto in un caldo vortice, per poi farla cadere in basso, nel buio del suo inferno facendole perdere la cognizione del tempo e di sé stessa.
 
Ichigo ripensò a quei momenti in cui Kisshu l’afferrava per volerla portare via e lei si ribellava per sfuggire alla sua presa…aveva avuto paura, ma non di quello che poteva farle, ma di quello che provava in quegli attimi:

…paura di un amore impossibile
…paura di essersi innamorata del suo nemico.

 

“Ora basta!” Ichigo si schiaffeggiò con entrambe le mani le guance… che importanza aveva fare questi pensieri?
 Era ora che si riprendesse la sua vita vivendo  la vita di una normale studentessa come aveva sempre desiderato, a fianco di Aoyama il ragazzo giusto per lei e lasciando andare un passato che d’ora in poi non l’apparteneva più.
 
Con questo spirito uscì dalla vasca mettendosi il pigiama rosa con le fragole e massaggiandosi in testa con un asciugamano andò in camera per riposarsi…d’altronde domani le altre non le avrebbero dato tregua al party per festeggiare la loro vittoria.
Aprì la porta e il suo sorriso si spense quando nella penombra vide un’ombra famigliare seduta alla finestra “Ciao Micetta”
La voce di Kisshu le provocò un brivido, non causato solo dall’aria fresca che le solleticava la pelle del collo ancora bagnata.

Era li, con addosso sempre quel sorriso sghembo e sfrontato che la faceva sempre innervosire
“Che diavolo ci fai tu qui?” disse Ichigo volgendo lo sguardo dall’altra parte della stanza… per evitare quegli occhi ambrati che la stavano scrutando.
Lui rise divertito “Ma come? Mi tratti ancora così? La guerra è finita non c’è più motivo di essere così scontrosa”
“Lo so bene, ma nessuno ti ha mai insegnato che non si entra in casa di qualcuno senza il suo permesso?”
Kisshu la vide incrociare le braccia al petto visibilmente a disagio, adorava quel suo modo di fare che contrastava con l’immagine da combattiva che si dava in veste da Mew Mew.
Si alzò silenziosamente in volo e prima che Ichigo potesse rendersene conto lui l’aveva bloccata con le braccia contro il muro.
 
Erano vicini da poter sentire il cuore dell’altro battere nel petto sentendosi completi, meravigliandosi di come i loro corpi combaciassero perfettamente e di come amassero specchiarsi negli occhi dell’altro.
Beffardo le sorrise “Dovresti saperlo micetta che non esistono permessi o regole quando si tratta di te” con un dito le sfiorò la guancia seguendone la linea fino ad arrivare al suo collo delicato.
Ichigo chiuse gli occhi incapace di sopportare ancora quel tocco “Smettila”

…non tormentarmi ancora.

Lui non badò alla sua supplica, il corpo  che tremava d’impazienza per voler baciare quelle labbra carnose capaci di fargli perdere la ragione.
Ma non doveva avere fretta.
Appoggiò dolcemente la fronte contro quella di Ichigo, chiuse gli occhi assaporando il più possibile quel momento, fingendo che il tempo si fosse fermato per loro, e forse le lancette si fermarono davvero per non disturbarli con il brusio della consapevolezza che erano gli ultimi momenti.
 
Ichigo non seppe come comportarsi, rimase immobile lasciando che i loro nasi si sfiorassero osservando le lunghe ciglia di lui…avrebbe voluto accarezzare la sua chioma verde…si era sempre chiesta come fossero i suoi capelli… se ribelli e aggrovigliati come il suo spirito o dolci e morbidi come i suoi occhi.
Vide le labbra di Kisshu curvarsi ancora in un sorriso “Non hai opposto resistenza questa volta” le disse soddisfatto socchiudendo appena gli occhi, sorpreso di non essere stato respinto o di essersi beccato, come al solito, uno sonoro schiaffo.
Si scostò appena da lei per vedere il suo viso arrossato per l’imbarazzo, gli occhi che brillavano di insicurezza senza celare alcuna rabbia o disgusto. A stento la riconosceva, ma in fondo aveva sempre saputo di questo lato della sua gattina…innocente e fragile nascosto dalla maschera di Mew Berry… un lato che non aveva mai avuto prima d’ora il privilegio di vedere.

E né di proteggere.

 
Delicatamente con le dita sollevò il mento di Ichigo avvicinando la bocca alla sua… quelle labbra che sapevano di fragola come i suoi capelli che ad ogni movimento lo inebriavano del loro profumo.
“Sai Ichigo, mi piacerebbe finire quello che avevo iniziato prima che Profondo Blu ci interrompesse” sussurrò appena come se quelle parole fossero un segreto rivelato dal cuore.
“N-no…” gemette Ichigo, ma le parole le morirono in gola… sapeva che era ciò che voleva, quello che forse aveva sempre voluto, ma non aveva mai ammesso.
Amava le attenzioni che le rivolgeva Kisshu, con quell’ironia e un amore che le scaldava il cuore… lo aveva incolpato per questo…odiato perché come potevano due realtà così differenti incontrarsi?
Lui ci credeva, ma lei no.
Non poteva… il ragazzo per lei era Aoyama! Il classico principe azzurro che aveva sempre sognato da quando era piccola, era questa la strada giusta!
“Aoyama” sussurrò Ichigo come per convincere sé stessa di quella scelta, ma aveva già chiuso gli occhi pronta ad avere suo l’alieno...solo per una volta.
 
Kisshu si bloccò, l’aveva sentita non poteva fingere…aveva appena chiamato il suo rivale…un pugno allo stomaco che lo aveva lasciato sgomento. Uno schiaffo nell’anima.
Lei approfittò della sua esitazione spingendolo lontano e con un balzo laterale allungò la distanza tra loro due. Ansimante per aver trattenuto il respiro per l’emozione si appoggiò con la schiena alla scrivania.
Kisshu rimase immobile al centro della stanza guardando fisso nel vuoto… di che si meravigliava? Come poteva essersi illuso che Ichigo potesse essere sua? Eppure prima qualcosa in lei era cambiato né era sicuro…
“Vieni via con me”

Quante volte aveva sentito quella proposta? Ichigo non era sicura del numero, ma ogni volta faceva male riuscendo a percepire il dolore di Kisshu dalla sua voce.
“Conosci già la mia risposta” replicò cercando di ostentare sicurezza senza abbassare lo sguardo da lui che si voltò appena per guardarla negli occhi
“Cos’era quello di prima un contentino? No, non ti credo micetta” riprese coraggio e incrociò le braccia deciso a non mollare la presa e sorridendo sornione aggiunse “Ti è piaciuto non lo negare…”.
“Ora basta! Esci dalla mia stanza” indicò furiosa la finestra della sua camera, ma Kisshu non l’ascoltò e avvicinandosi con calma a lei aggiunse “… ti è piaciuto quando ti sono stato vicino…”
“N-non ti avvicinare!”
“…ti è piaciuto quando ti ho toccata…”
Era ad un passo da lei e Ichigo si sentiva impotente “Vattene Kisshu!” supplicò maledicendo la sua insicurezza…maledicendo di non essere più forte.
“…e allora perché non sei mia?! Perché chiami ancora quell’umano?!” disse Kisshu al culmine della sopportazione.
Si era spezzato…ancora una volta, ma stavolta non avrebbe mollato la presa.
 
“PERCHE’ NON SEI TU QUELLO CHE VOGLIO! QUANTE VOLTE LO DEVO RIPETERE PRIMA CHE TU LO CAPISCA? LASCIAMI IN PACE!”
 

Bugiarda

 
Ma le urla non servirono a far demordere Kisshu dal suo intento, se era sconvolta era perché aveva c’entrato il punto.
La prese per un braccio attirandola a sé “Ridillo” la provocò deciso ad arrivare fino in fondo… anche se Ichigo l’ avesse scalciato o schiaffeggiato lui non l’avrebbe lasciata andare.
 Voleva la verità, ma lei non poteva dargliela e ritrovando il coraggio rispose sfrontata “Ho avuto pietà”.

Bugiarda

 
“Ho…avuto…pietà” ripeté tra sé Kisshu incredulo da ciò che aveva sentito… si era sognato tutto… che stupido era stato ad avere quella speranza!
Non avrebbe mai ricambiato un suo bacio, quegli occhi non lo avrebbero mai guardato con amore e non avrebbe mai ricevuto null’altro se non un rifiuto. Secco e doloroso.
Si allontanò da lei tremante per la rabbia voltandole le spalle “Va bene Ichigo, come vuoi tu. D’altronde da domani non ci sarò più…sarai contenta”.
Si alzò nuovamente in volo, ma stavolta per uscire da quella casa...dalla vita della sua Ichigo.
Non poteva sopportare oltre la sua vista.
 
Aveva esagerato, Ichigo lo sapeva, ma non aveva avuto altra scelta… “mi dispiace Kisshu” sospirò lievemente.
Lui vide attraverso il riflesso della finestra Ichigo che abbassava il capo frustrata…la sua micetta…non importava quanto lo ferisse, l’avrebbe sempre amata. Era una cosa che non poteva cambiare.
“Che c’è gattina senti già la mia mancanza?” rise Kisshu incrociando le gambe in aria e guardandola con quel suo sguardo furbo “Dai bambolina verrò a trovarti ancora se proprio ci tieni”.
Ichigo rimase a bocca aperta, come poteva ironizzare in quel momento? Dopo tutto quello che gli aveva detto?
“Tu sei tutto matto”
“Sei tu che mi hai fatto uscire pazzo, micetta” scherzò con il suo sorriso sghembo...si lanciarono un’altra occhiata intensa, di quelle a cui non servono parole…
…Kisshu era Kisshu  e per Ichigo non servivano spiegazioni.
 
“Ora vado bambolina… Pai dovrebbe essere a buon punto con l’astronave, ma sappi che un giorno sentirai la mia mancanza e quel Aoyama avrà un bel da fare”
e mentre si chinò per uscire dalla finestra aggiunse senza l’ombra di sarcasmo “Ho odiato i terrestri più di ogni altra cosa, ma se non fossi ritornato in vita mi sarebbe piaciuto rinascere in un essere umano per potermi innamorare ancora di te” sorrise tristemente “ciao micetta”.
 
Ichigo non ebbe il tempo di ribattere che Kisshu era sparito dalla sua vista… una lacrima le scese lungo la guancia li dove le dita fredde dell’alieno l’avevano sfiorata

“Se fossi nato umano non ti avrei amato come in questo momento”.

 

Note di Whooki:Ok sto sbattendo la testa sulla tastiera perché sti due non li ho fatti baciare. Mannaggia a me D:

  
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