C.
Sgrano gli occhi, incredula.
Le mani tremano, il respiro si ferma, il silenzio diventa opprimente.
Perdo la presa sul computer, che scivola a terra con un rumore poco rassicurante. Sento il petto comprimersi sotto una quantità indescrivibile di dolore, mentre la salivazione si ferma e gli occhi si riempiono di lacrime.
Crollo a terra, in ginocchio, con le braccia a coprire la pancia e la fronte che sfiora il pavimento. Scoppio in un pianto disperato, intervallato da rochi “Oh mio Dio!” e un sacco di “No!”, e continuo per ore. E urlo, urlo con tutta l’energia che ho, fino a quando ho fiato nei polmoni. Sono sola, in casa.
Alzo lo sguardo sullo schermo del computer, scacciando le lacrime che mi impediscono di vedere; leggo di nuovo quel nome, quelle parole, quella straziante notizia che è partita come un pettegolezzo. Mi copro la bocca con le mani tremanti ed emetto un suono rauco, cominciando a dondolarmi sulle ginocchia.
Il mio sguardo è perso nel vuoto.
“Oh mio Dio.” sussurro con voce flebile; la gola è secca e brucia. La pagina di Facebook è ancora aperta e quel nome non fa che tormentarmi. “Oh mio Dio.” mormoro ancora e non importa che io sia atea, perché è tutto ciò che riesco a dire. Leggo per l’ennesima volta la notizia che una mia compagna di classe ha riportato sul nostro gruppo e mi appoggio con la schiena al divano, chiudendo gli occhi.
Ancora non riesco a crederci.
Stamattina Lei si è suicidata.
E una parte di me si è appena spenta.
*
Come detto nell'introduzione, questa è la prima volta che riesco a scrivere di quello che è successo.
Non sono qui per le recensioni o altro, ma perché avevo bisogno di alleggerire, in qualche modo, il peso che mi gravava sul petto da mesi.
Rimani sempre nel mio cuore, Coci, e nella mia mente.