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Autore: Jawn Dorian    01/02/2013    6 recensioni
“Jamie, c’è qualche bambino che ti prende in giro?”
“Eh?”
“Se qualcuno ti maltratta devi promettere che me lo dirai. Ci sarò sempre io a proteggerti, ok?”
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Pitch capì tutto al volo. “Oh…” ridacchiò divertito “Ma certo, sei appena diventato guardiano…non sai che ci sono bambini che non potete proteggere…”
Proprio così, L’Uomo Nero non era solo il frutto di bugie, illusioni e paure immaginarie, soggiogatrici della mente. L’Uomo Nero era anche quel tremendo terrore, quello reale, puro, fatto di terribili verità che nessuno ha voglia di pronunciare. Quella era una di queste.
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In una gelida notte, più buia delle altre, Jack dovrà fare i conti con una tremenda verità.
Storia contro il bullismo.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Jamie, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Jack non sapeva per quale motivo si fosse precipitato proprio lì. Ce l’aveva portato il vento gelido di quella notte. O forse, forse aveva bisogno di guardare dentro sé stesso. Forse doveva vedere una luce splendere per riuscire a convincersi che non poteva essere tutto buio.
Si fiondò dentro accompagnato da una folata di vento gelato, e le imposte della finestra sbatterono un poco contro i muri. Era arrivato così di corsa che la testa gli girò un attimo e si guardò intorno spesato prima di inquadrare il suo obbiettivo, una figura dormiente,  verso il quale volò in modo brusco e sgraziato, causando il mugolare di quest’ultima e il suo inevitabile risveglio. Si svegliò per colpa di un certo fiocco di neve che gli cadde proprio sul naso.

“Jack?”  Jamie si strofinò gli occhi e tese una mano verso il custode del gelo, per verificare che non fosse un sogno.

Il guardiano non nascose un netto sospiro di sollievo nel vederlo sano e salvo.
Già. Si era precipitato da lui, il bambino che aveva creduto in lui per primo, l’ultima luce, il bambino della speranza. Forse il bambino a cui teneva più di tutti. Per guardare dentro sé stesso, sì. Per sapere che la sua ed altre luci continuavano ad essere sane e salve sotto la protezione dei Guardiani.

“Ssssshh” mormorò  accarezzando la guancia al piccolo “scusa se ti ho svegliato, Jamie. Dormi, tranquillo…” lo rimise giù dolcemente, calmando il vento tutto intorno.
“Che ci fai qui, Jack?”

L’albino lo guardò,sfiorandogli teneramente una ciocca di cappelli. Si morse le labbra, scoprendo che aveva voglia di piangere, ma non lo fece. Anzi, sorrise malinconico, prima di chiedergli: “Jamie, c’è qualche bambino che ti prende in giro?”
“Eh?”
“Se qualcuno ti maltratta devi promettere che me lo dirai. Ci sarò sempre io a proteggerti, ok?”
Jamie sorrise sereno, e lo guardò dritto negli occhi, non nascondendo una certa soddisfazione per tutte quelle attenzioni.
“Lo so, Jack. Grazie”
Il guardiano volò fuori dalla finestra chiudendola piano e senza fare alcun rumore, solo dopo che vide chiudersi dolcemente le palpebre dell’Ultima Luce.
 
 








Poche ore prima…

 

 
 





"It Hurts"

 
 
“Che cosa hai fatto?”

Jack lo fissava con una tale rabbia negli occhi che se un bambino l’avesse visto in quello stato sarebbe scoppiato a piangere.  Perfino lui, Pitch Black, il re degli incubi, del terrore e della paura fece un passo indietro, con aria sgomenta.
Gli era piombato davanti dal nulla, in quella notte, porgendogli quella singolare domanda. Non potè fare a meno di rimanere di stucco per qualche attimo.
Cosa aveva fatto? Non che non stesse progettando una vendetta contro di lui e i suoi amici guardiani… ma -per ora- non aveva fatto nulla.  Niente di niente. Stava lì, a crogiolarsi nelle tenebre, come sempre.

Schioccò la lingua sprezzante, e squadrò il guardiano con aria di sufficienza.
“Di che diavolo stai parlando? Ti presenti  senza invito nell’oscurità della notte, la mia oscurità, e pretendi anche di parlarmi con quel tono? Stupido insetto…”
Di tutto poteva aspettarsi, tranne che l’albino lo prendesse con violenza per il collo, per di più sollevandolo con una forza inaudita. La sua stretta era inaspettata, congelata.
Lo guardò diritto negli occhi. Non gli aveva mai visto una simile rabbia in corpo, nemmeno durante la più furiosa delle loro battaglie.
“Che cosa hai fatto!”  rimarcò, stavolta gridando e puntandogli alla tempia il bastone, talmente gelido da pungere e far maledettamente male. E lui, l’uomo nero, tirò fuori un grido di dolore tale che non si riconobbe. Chiuse gli occhi, sofferente.
“Ma…ahh! Di che stai parlando?!” rantolò disperato, cercando di staccare dal suo collo la mano gelata di Jack, che continuava ad avvinghiarsi con foga.

“Parlo di Effie!  Sei un mostro! Io non ti perdono!” gli urlò.
Urla assordanti. Squarciavano la sua oscurità, la rendevano ridicola.
La sofferenza e la rabbia che trasudavano quelle grida non erano nemmeno paragonabili a tutti i suoi incubi messi insieme.

Riuscì a prendere fiato, e ad aprire gli occhi quanto bastava per vedere Jack versare delle lacrime, che stranamente non gelarono, ma nazi, bruciavano terribilmente. Lacrime di una rabbia tale che il guardiano non si era mai nemmeno sognato di provare. Lacrime che bruciavano di ira accecante, di un gelo che non era il suo, una sensazione inspiegabile, la morsa di una sofferenza che non conosceva.

“Ma che diavolo vai dicendo?! Lasciami, non so di cosa tu stia parlando!” con un gesto disperato, Pitch colpì il guardiano sul viso che finalmente allentò la presa e lo lasciò cadere rovinosamente a terra.

“Stupido verme inetto!”  ruggì l’Uomo Nero, una volta riacquistata la facoltà di respirare normalmente “Che cosa vuoi da me?! Sparisci di qui!”
Jack svolazzante di fronte a lui, gli sembrò proprio un bambino. Innocente ed ignaro. Quasi che per un attimo gli parve di provare compassione, e placò la sua ira.
“Davvero non ne sai nulla?” domandò perplesso il ragazzo, asciugandosi le lacrime lentamente, avvertendone il bruciante dolore.
“No” ringhiò Black “ sparisci, prima che ti faccia diventare solo un cumulo di nevischio!”

“Non ti credo!” urlò di nuovo in quel modo straziante, tanto che Pitch si tappò le orecchie in un gesto convulsivo che solo un essere umano poteva produrre.

Effie, quella bambina!  Lo so che tu lo sai! Lo so che sei stato tu!”

A quel punto si alzò inviperito e lo strattonò violentemente per la felpa. Lui, che non toccava mai nessuno e che attaccava solo con gli incubi. “Ma si può sapere che vai vaneggiando?! Ehi, guardami negli occhi, insetto!”.
Jack gli volse uno sguardo carico d’angoscia e talmente rosso e pieno di lacrime che si sentì quasi in colpa, anche se per la prima volta non aveva fatto veramente niente di male.
Effie!  Ero andato a portarle la neve! Sapevo che lei la adorava! Per questo mi ricordavo di lei! Chi l’haferita in quel modo sui polsi?!  Chi le ha fatto una cosa tanto orribile?!”

Pitch capì tutto al volo. “Oh…” ridacchiò divertito “Ma certo, sei appena diventato guardiano…non sai che ci sono bambini che non potete proteggere…”
Proprio così, L’Uomo Nero non era solo il frutto di bugie, illusioni e paure immaginarie, soggiogatrici della mente. L’Uomo Nero era anche quel tremendo terrore, quello reale, puro, fatto di terribili verità che nessuno ha voglia di pronunciare.  Quella era una di queste.
“Piccolo e ingenuo guardiano dell’inverno…” ghignò continuando a fissarlo iniettandogli quella dura verità nelle vene “…hai sempre distribuito fiocchi di neve come fossero caramelle…hai sempre giocato col freddo, osservando quei sorrisi luccicanti. Non puoi sapere cosa sia il suicidio.

“Eh?”

Pitch continuò senza dargli tregua: “Ci sono bambini che subiscono irrisioni, colpi, tutti giorni.  Bullismo. Ne hai mai sentito parlare?” mormorò, con un ghigno spaventoso sulle labbra.
Jack scosse la testa.
“Che stupido” rise beffardo Black “Molti di quei bambini non sopportano quel peso. E’ qualcosa di più pesante di tutti i miei incubi, di tutto il mio terrore, lo sai, piccolo Jack Frost? Non lo sopportano. E si tolgono la vita.”
“Smettila!” urlò il guardiano, mettendosi le mani tra i capelli.
“E’ inutile che fai così…” mormorò l’altro in tono lugubre “…perché non è colpa mia. I miei sono incubi, sono illusioni, fanno paura, è vero. Ma è la realtà che uccide.”
Jack Frost si dimenò, fendendo l’aria col bastone. Urlava, gridava, piangeva fino a farsi scoppiare la testa. Intorno a lui si era scatenata una vera e propria bufera di neve. “Smettila! Smettila!” le sue grida distruggevano l’oscurità, erano peggio, contenevano più terrore.
Pitch  sospirò. “Razza di debole ingrato” disse facendosi serio “Ti ho solo svelato una verità. Ora che lo sai non puoi far altro che superarla. Ma guardati…e tu saresti un guardiano?”
Il custode dell’inverno si fermò di colpo e si lasciò cadere sulla roccia fredda, coprendosi il viso con le mani.
Urlando, strepitando, piangendo.

“Io volevo solo salvarla!”


“Non puoi, Jack” ribattè bruscamente il fabbricatore di incubi. Una vampata di tenebre lo trascinò via nel buio, e il ragazzo lo vide eclissarsi senza lasciare traccia.




Jack non lo sapeva, ma Pitch gli aveva appena fatto un favore. Gli aveva rivelato la più oscura delle verità. L’aveva reso consapevole, e più forte. Si alzò asciugandosi le lacrime.
Già, forse non aveva potuto salvare Effie, ma Pitch aveva ragione:  lui doveva essere un guardiano. Non era il momento di piangersi addosso.
Barcollò un po’, ancora inebriato dal sapore delle sue lacrime. Gli sembrava avessero lasciato un solco indelebile sul suo volto, come una cicatrice. Fece un lungo respiro, e quando espirò l’aria che venne fuori era fresca, limpida, e pura. Come un nuovo inizio.

Tentennò ancora un po’, prima di spiccare il volo e scomparire anche lui, divenendo una macchietta bianca e blu in quel cielo nero infinito.






 
La verità è buia, fa male, è oscura. Solo l’Uomo Nero poteva avere il coraggio di pronunciarla.
Pitch fece un sorriso amareggiato, di fronte alla lapide di quella bambina.
“Effie, così ti chiamavi, giusto?” mormorò al marmo freddo intarsiato.

“Buona notte, Effie.”

Una rosa nera cadde su quella tomba. E nessuno avrebbe mai saputo da dove proveniva.
L’Uomo Nero conosceva la verità, conosceva il buio, l’orrore…e la morte.
Nessuno lo avrebbe mai saputo, no, ma chi meglio di Pitch Black poteva chiudere gli occhi per sempre a qualcuno?
Chi meglio di Pitch Black poteva augurare la buona notte a chi non avrebbe più visto la luce del giorno?
Chi, meglio di Pitch Black poteva inaugurare il buio eterno?


Chi meglio di Pitch Black, poteva affidare quelle piccole anime perdutenell’oscurità,
all’Uomo nella Luna?










"Piccolo Jack Frost...fa male, eh?"












  
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